Chi sono IO? La costruzione dell’Identità
L'identità è la consapevolezza che aspetti diversi dell’immagine di Sé formano un sistema coerente e integrato. Attraverso l’identità la persona ha un’esperienza cognitiva ed emotiva di ...
Salve sono mamma di 2 figli. Il ragazzo di quasi 16 anni è sempre stato molto agitato e nervoso da piccolo. Ora nell'adolescenza non parla in famiglia dei suoi problemi. Con me ha un rapporto /non rapporto cioè mi chiede solo di mangiare, di accompagnarlo in palestra o dagli amici o dalla ragazza. Non si confida non si apre. Frequenta x sua scelta da me contestata la MMA uno sport che nonostante abbia regole, lo ha reso molto forte fisicamente. Lui è molto bello bravissimo a scuola frequenta il 3 liceo classico, ma lo sport violento lo ha reso troppo sicuro di sé. In palestra ha sottomesso un compagno e gli ha fatto male al collo quasi soffocandolo. Ha detto che era un coatto e lo meritava. Ne ho parlato con l'istruttore che non sapeva nulla e mi ha promesso che sarà molto più attento a mio figlio. Non lo riconosco più. Non è mai stato espansivo ma da piccolo era affettuoso. Ha sempre chiesto giochi violenti sul computer ed ha amato tanto il nuoto. Ora è glaciale con tutti tranne col padre con cui parla solo di MMA e con cui fa a botte. L'educazione spetta a me e lui in casa non è capace di fare nulla. Il ragazzo si occupa dei compiti del suo sport dei suoi pochi amici e della sua ragazza. Non parla se non per chiedere. Anaffettivo ed introverso ed ora violento? Non so più cosa fare. Vorrei un consiglio da parte vostra. Grazie
Gent. sig.ra, la costruzione della personalità parte da caratteristiche temperamentali e si forma inglobando input ed esperienze dall'ambiente, attinte non solo nell'ambito dell'educazione familiare, ma anche dai molteplici aspetti delle relazioni in genere; non va sottovalutata l'influenza dei mezzi mediatici, tv, social, ecc.
Il ragazzo si è orientato verso una visione molto stereotipata del ruolo maschile, intesa come competizione, prevaricazione e impregnata di un' evidente impronta narcisistica. Da parte vostra, mi sembra che lei soltanto sia preoccupata dell'evoluzione psicologica di suo figlio, ma che il padre lo assecondi addirittura. Per cui sono propensa a chiedervi:
come genitori ne avete parlato, vi trovate in accordo sulla linea genitoriale ed educativa? Perchè è da lì che si deve partire...
avete pensato di fare un discorso franco a vs figlio, dove, premettendo che ha il diritto di fare le proprie scelte, siete contrari ai suoi comportamenti violenti?
Perchè, cara signora, il comportamento attuato col compagno di sport è parecchio grave e spetta a voi esprimere il vs dissenso e a spiegare che lo sport deve essere un'occasione di crescita e di incoraggiamento al rispetto altrui e non di prevaricazione violenta.
Cordiali saluti
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