Rifiuto per la scuola

Serena

Buon pomeriggio, Vi scrivo perchè da 3 giorni è iniziata la scuola e già mio figlio di 14 anni (che frequenta la classe 1) è entrato in crisi perchè non gli piace l'ambiente e si trova a disagio anche con i compagni. Non parla con nessuno. Stiamo cercando in ogni modo a farlo ragionare ma proprio non vuole sapere (preferirebbe una scuola serale piuttosto che andare anche in qualche altro Istituto). Ha difficoltà ad interagire con i compagni (dice: ho 5 anni per conoscerli) e ha problemi a prendere i mezzi pubblici. Vive in uno stato di ansia continuativo, trasmettendola anche a noi. Non ragiona e non accetta suggerimenti o consiglio per vivere al meglio la situazione. E' vero che si tratta dei primi tre giorni, ma conoscendolo la situazione andrà solo peggiorando. Come potrei aiutarlo? Forse è prematura rivolgerci ad un professionista? Grazie

19 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Serena, probabilmente suo figlio più che di consigli ha bisogno di essere ascoltato, cosa che state già facendo tanto che conoscete i motivi della sua difficoltà, ma state toccando con mano anche il fatto che i consigli non lo aiutano. Ci sta chiedendo se un percorso terapeutico sarebbe prematuro. Un aiuto non lo è mai, tenuto conto che tutto ciò che avete provato finora non ha dato molti risultati. Resta da capire se suo figlio sia disposto a percorrerlo. Resto disponibile se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

Dott.ssa Manuela Leonessa

Dott.ssa Manuela Leonessa

Torino

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Buongiorno Serena.

Il passaggio dalla scuola media alle superiori è un momento di grande cambiamento per un adolescente. 

Sarebbe interessante comprendere se anche prima il ragazzo avesse dei problemi con i compagni e con la scuola oppure se questa resistenza è intervenuta solo adesso. 

Da quello che scrive emerge che le soluzioni che avete messo in atto fino adesso non funzionano e, per questo motivo, come genitori potreste essere seguiti nel trovare altre strategie che possano calzare più al problema di vostro figlio.

Nella Terapia Breve Strategica di cui mi occupo agiamo sui figli attraverso i genitori in quella che viene definita Terapia Indiretta ossia cercando di modificare le soluzioni che i genitori mettono in atto e che invece di risolvere i problemi li alimentano e li mantengono.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Mariagrazia Facincani

Dott.ssa Mariagrazia Facincani

Dott.ssa Mariagrazia Facincani

Verona

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Buon pomeriggio Serena, grazie per aver condiviso la situazione di suo figlio. È comprensibile che i primi giorni di scuola possano generare ansia, ma da quanto descrive sembra che il disagio e la difficoltà di adattamento siano già molto intensi. La sua esperienza di rifiuto della scuola, il senso di isolamento dai compagni e l’ansia continua indicano che non si tratta solo di un momento passeggero, ma di una difficoltà reale nel gestire l’ansia e le relazioni sociali. A 14 anni, i ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti e compresi, ma spesso non riescono a comunicare ciò che provano, reagendo con chiusura o rifiuto. Cercare di farlo ragionare in questo momento può essere controproducente, perché l’ansia tende a bloccare la mente razionale. Alcune strategie che può provare fin da subito includono: ascolto empatico fargli sentire che può parlare senza giudizio, anche solo raccontando piccoli dettagli della giornata. Affrontare una sola difficoltà alla volta, ad esempio accompagnarlo nei primi spostamenti con i mezzi pubblici o pianificare brevi momenti di interazione con un compagno. Mantenere orari regolari, prevedere momenti di pausa e attività che lo rilassano, per ridurre il senso di sopraffazione. Non forzare il confronto con i compagni: lasciarlo osservare e prendere confidenza a suo ritmo. Parlarne con i docenti: informare gli insegnanti delle difficoltà di suo figlio può favorire un ambiente scolastico più accogliente e coordinare interventi in classe per sostenere l’inclusione e ridurre la pressione sociale. Vista l’intensità dei sintomi e il fatto che l’ansia si trasmette anche in famiglia, non è prematuro rivolgersi a un professionista. Un percorso psicologico mirato può aiutarlo a: comprendere e gestire l’ansia; sviluppare strategie di adattamento e socializzazione; migliorare l’autonomia e la sicurezza nell’affrontare la scuola e i mezzi pubblici; rafforzare l'autostima e arginare il senso di inadeguatezza e fallimento che potrebbe forse vivere in questo momento.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Todaro

Dott.ssa Chiara Todaro

Dott.ssa Chiara Todaro

Lecco

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Buon pomeriggio, comprendo perfettamente la tua preoccupazione e l'angoscia che stai vivendo. Vedo che la situazione di tuo figlio ti sta toccando profondamente e il tuo desiderio è di aiutarlo. L'inizio della scuola è un momento di grande cambiamento e, per un ragazzo di 14 anni, può essere una sfida enorme. In questo momento, la sua ansia e il suo rifiuto non sono capricci, ma la sua reazione a una situazione che percepisce come troppo difficile da gestire. Il suo dolore è reale e va accolto, non giudicato. Invece di cercare di farlo ragionare, prova a chiedergli cosa lo spaventa di più in questa nuova realtà, o cosa lo preoccupa quando pensa di prendere l'autobus. L'obiettivo è aiutarlo a riconoscere e a dare un nome alle sue paure, e a dargli uno spazio sicuro per esprimerle. Tre giorni possono sembrare pochi, ma la tua preoccupazione è valida. Rivolgersi a un professionista non è mai una scelta prematura quando si avverte una sofferenza così profonda. Un terapeuta può aiutarlo a capire e a superare questo blocco, fornendogli gli strumenti per affrontare la situazione. Non è una sconfitta, ma un gesto di amore e un modo per dargli il supporto di cui ha bisogno in questo momento delicato. Le auguro di trovare un professionista nella sua città che possa accompagnare suo figlio con estrema delicatezza. Buona giornata 

Dott.ssa Barbara Ponzinibio

Dott.ssa Barbara Ponzinibio

Forlì-Cesena

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Salve, penso che un tale carico di ansia però vada preso in considerazione chiedendo l'aiuto di un professionista psicoterapeuta che possa aiutare suo figlio da una parte e dare a voi delle indicazioni. Un in bocca al lupo da parte mia

Dott.ssa Silvia Garozzo

Dott.ssa Silvia Garozzo

Roma

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Salve signora, comprendo perfettamente la sua preoccupazione.

potrebbe pensare di far intraprendere un percorso di supporto psicologico a suo figlio proprio per aiutarlo a vivere meglio l'inizio della scuola e affrontare eventuali ansie.

Resto a disposizione per qualsiasi altra informazione 

Cordiali saluti 

Dott.ssa Santaroni Martina

Dott.ssa Martina Santaroni

Dott.ssa Martina Santaroni

Roma

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Gentile mamma,

La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua preoccupazione. Capisco bene quanto possa essere difficile assistere al malessere di un figlio, soprattutto all’inizio di un percorso scolastico che dovrebbe invece rappresentare un momento di crescita e scoperta. L’ansia che descrive, il rifiuto del contesto scolastico e la difficoltà a relazionarsi con i compagni sono segnali che meritano attenzione, anche perché lei stessa nota che la situazione rischia di peggiorare col tempo. Non è affatto prematuro pensare ad un supporto psicologico: al contrario, può essere un prezioso strumento per aiutare suo figlio a comprendere e gestire meglio ciò che sta vivendo. Un professionista potrebbe offrirgli uno spazio sicuro dove esprimere i suoi timori, lavorare sulle strategie di gestione dell’ansia e sostenerlo nell’inserimento scolastico. Questo è particolarmente importante in un’età come la sua, i 14 anni, in cui l’adolescenza porta con sé cambiamenti profondi – fisici, emotivi, sociali e cognitivi – che rendono il terreno più fragile e complesso da affrontare da soli. Intervenire fin da subito significa dare a suo figlio la possibilità di non isolarsi, di imparare a vivere con maggiore serenità le sfide quotidiane e di prevenire che il disagio emotivo si trasformi in un malessere più grande e difficile da gestire. Si dia il merito di aver colto prontamente i segnali e di essersi messa in ascolto dei suoi bisogni: questo è già un passo molto importante. Con il giusto sostegno, suo figlio potrà sentirsi accompagnato e ritrovare maggiore fiducia nelle proprie risorse. Le mando un abbraccio di incoraggiamento e tutta la mia vicinanza. 

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Roma

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Salve Serena, 

capisco bene la tua preoccupazione. L’inizio della scuola superiore è un momento delicato e rappresenta un passaggio impegnativo per molti adolescenti; in alcuni casi può attivare ansia, difficoltà relazionali e portare anche al rifiuto scolastico. Per questo i primi giorni possono risultare particolarmente difficili, soprattutto per i ragazzi più sensibili. Rivolgersi ad un professionista  non è affatto prematuro: al contrario, può essere un valido aiuto per gestire meglio la situazione, prevenendo un peggioramento. 

Dott.ssa Angela Grisolia

Dott.ssa Angela Grisolia

Roma

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Buongiorno, sono una psicologa e psicoterapeuta in formazione specializzanda in età evolutiva. La situazione che descrive è certamente da attenzionare con un professionista, mi spiace per suo figlio. Si trova in un'età davvero complicata e imprevedibile. Se vuole sono disponibile per intraprendere un percorso in presenza o online. 

Gentile Serena,
capisco bene la sua preoccupazione: i primi giorni di scuola possono essere molto faticosi, soprattutto per chi fa più fatica ad ambientarsi o vive momenti di ansia. È comprensibile che suo figlio si senta in difficoltà e che questo, a sua volta, generi tensione anche in famiglia.
Spesso serve del tempo perché un ragazzo possa trovare il proprio posto in un ambiente nuovo; al contempo, però, è importante accogliere e dare ascolto al suo vissuto senza forzarlo. Potrebbe essergli utile percepire che lei riconosce il suo disagio, pur incoraggiandolo con delicatezza a sperimentare passo dopo passo la nuova realtà.
Non è mai “troppo presto” per chiedere un sostegno: un confronto con un professionista può aiutarvi a leggere meglio la situazione e offrire a suo figlio strumenti concreti per gestire l’ansia e la relazione con i coetanei. Intervenire precocemente, infatti, spesso rende più semplice prevenire che il disagio si radichi.

Un cordiale saluto,
Katia Romano

Non so dirle con certezza se sia prematuro, ma mi sembra opportuno che si valuti la scelta della scuola e se esistano fattori di altro genere che influiscono sulla socialità. Ovviamente lo psicologo è il professionista indicato.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buonasera, intanto leggendo le sue parole mi sembra che i dubbi di suo figlio e la sua intuizione di madre attenta possano essere buoni elementi per cercare aiuto al di fuori delle risorse familiari. Certamente tre giorni di scuola sono pochi rispetto a tutto il percorso scolastico che verrà negli anni, tuttavia credo che se il ragazzo ha trovato il coraggio di parlarne e condividere il suo disagio sia importante dargli ascolto e provare a mettere ordine nella sua confusione. Da genitori, immagino che abbiate idea del carattere di vostro figlio e possiate riconoscere le modalità con cui affronta lo stress e le situazioni nuove e se individuate ansia e preoccupazione evidentemente esiste un malessere emotivo.

Cambiare scuola e ambiente rappresenta comunque una alternativa accettabile rispetto ad un rifiuto totale e capisco che possa sembrare una decisione affrettata. Potreste considerare di portare avanti due strade per affrontare questo momento. Da una parte potreste prendere informazioni sulla possibilità di trasferimento ad anno iniziato e chiedere al ragazzo a quali scuole sta pensando e valutare con calma insieme, poi rivolgervi ad un esperto che possa aiutarvi a capire cosa sta succedendo dal punto di vista psicologico così da poter dare un senso a questa tempesta emotiva.

Per ulteriori informazioni e domande non esiti a contattarmi.

Grazie. 

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Roma

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Cara signora, lo mandi a scuola regolarmente, se può lo accompagni per farlo sentire più sicuro della sua presenza.Sono solo tre giorni e ancora non ha avuto il tempo di ambientarsi. Dica a suo figlio che tutti i suoi compagni hanno il medesimo vissuto e gli stessi timori anche se a quell'età è difficile confrontarsi con i compagni, così  come è  come semplice simulare certezze che nessuno ha, perché l'impatto con la prima classe superiore è difficile per tutti gli studenti. Gli dica di osservare con attenzione i suoi compagni e i professori e di tenere un diario sulle sue impressioni che poi avrà modo di rivedere. Scrivere i propri pensieri lo aiuterà a conoscerli e poi piano ad integrarsi nel nuovo contesto. Lo supporti sempre e lo incoraggi ad affrontare questa nuova realtà senza affidare a lui le sue preoccupazioni,  mi auguro che sia un ragazzo studioso e soprattutto curioso verso gli altri e verso se stesso. Per ora fino a che non farà nuove amicizie gli dica solo di osservare e scrivere le sue impressioni, questo gli servirà per entrare in contatto con sé stesso.

Buona serata

Dott.ssa Loredana Massaro

Dott.ssa Loredana Massaro

Roma

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Buonasera Sig.ra Serena,
capisco bene la vostra preoccupazione, e credo che sarebbe utile osservare se le difficoltà si presentano solo a scuola o anche in altri contesti, e considerare anche il ruolo dell’ambiente familiare e della relazione genitori–figlio.

In ogni caso, rivolgersi a uno psicologo non è affatto prematuro: al contrario, può offrire un supporto prezioso sia a vostro figlio che a voi, aiutandovi a comprendere meglio la situazione e a gestirla in modo più sereno.

Nel frattempo, è importante ascoltarlo senza forzarlo e offrirgli un clima familiare rassicurante.

 

Dott. Charbel Farah

Dott. Charbel Farah

Roma

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Salve, potrebbe essere che il ragazzo soffra di un ansia generalizzata e che quindi ha difficoltà di venire a contatto con i suoi coetanei, infatti lui preferisce la scuola serale così forse pensa di scontrarsi di meno con i suoi coetanei, ma penso che sarebbe uguale. Sarebbe bene che il ragazzo eseguisse dei colloqui con uno psicoterapeuta che si occupa di adolescenti ed inoltre potrebbe avere dei colloqui anche con la coppia genitoriale. per poter essere aiutati anche voi genitori come interagire in questa situazione. Tali comportamenti potrebbero cronicizzarsi e quindi si potrebbe passare da un comportamento occasionale o temporaneo, in una condizione persistente e duratura, che poi sarebbe difficile da interrompere o modificare. Questi comportamenti potrebbero essere dettati anche dall'ansia o stress, quindi è bene capire ed analizzare cosa sta succedendo al ragazzo. Spero che vada tutto bene, vi saluto, dott. Eugenia Cardilli

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Roma

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Credo sia importante farlo parlare con uno psicoterapeuta in modo che possa avere uno spazio neutro in cui confidarsi e confrontarsi. questo è un periodo molto particolare e delicato per i ragazzi. Quindi non è prematuro rivolgersi ad un professionista. 

Buongiorno, capisco la preoccupazione e fate bene a prevenire un percorso che diventerebbe irto di ostacoli.

Sulle cause di tale rifiuto bisognerebbe approfondire con uno specialista psicologo dell'età evolutiva.

Ci possono essere motivazioni molto differenti all'origine. Vostro figlio ha avuto altri problemi relazionali

in precedenza? Vi sono altre criticità relazionali in famiglia? Nel resto del tempo libero cosa fa?

Queste alcune semplici domande che permetterebbero di iniziare ad inquadrare la natura della difficoltà e a proporre eventuali percorsi di sostegno o di psicoterapia.

Buona giornata

Manuele Jorio

Buon pomeriggio Serena, grazie per questa condivisione. 
Quello del ragazzo appare essere un grido d'aiuto molto forte, l'ansia necessità di essere accolta, non necessariamente forzata, compatibilmente con il non invalidare il naturale percorso di vita di suo figlio. Laddove se la sentisse sarebbe opportuno iniziare un percorso, il fatto che condivida questi stati così ingombranti mi fa ben sperare che possa accettarlo, eviterei per ora maniere ruvide che potrebbero solo sortire l'effetto di chiusura anche nei vostri confronti.

resto a disposizione per ulteriori informazioni,

Un saluto

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Roma

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Salve, come da descrizione, si percepisce un quadro di grande impatto emotivo rispetto alla richiesta di prestazione. Questa  criticità potrebbe essere sostenuta da diversi fattori. Per poter capire nello specifico la problematica, consiglio un incontro con uno psicologo e cercare di analizzare se sono presenti quadri di affaticamento emotivo e cognitivo rispetto allo studio richiesto e difficoltà a far fronte alle richieste didattiche e sociali della scuola.  È importante affrontare questo momento prima che diventi strutturato, in un'età molto vulnerabile. 
Mi rendo disponibile per un colloquio di parent training o indirizzato al ragazzo.

Dott.ssa Sara Sciabordi

Dott.ssa Sara Sciabordi

Roma

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