Ruoli familiari

Susanna

Buonasera, mi chiamo Susanna e vorrei un parere esperto in merito a specifiche dinamiche della mia famiglia. Ho avuto un padre affettuoso ma purtroppo periferico rispetto a mia madre, genitore e coniuge dominante. Seconda di 4 figli, intorno ai 13 anni, mia madre inizia a esprimere rabbia nei miei confronti, rabbia legata al fatto che iniziai a frequentare un ragazzo che a lei non piaceva. Mi vietava di uscire e, un pomeriggio, dopo essere rientrata da una breve uscita con la "complicità " di mia sorella maggiore, mi accolse all'ingresso di casa prendendomi per i capelli, sferrandomi calci e pugni...mia sorella aveva fatto la spia. Da allora, mi picchiò diverse volte, restò settimane senza rivolgermi la parola, mi faceva seguire dai miei fratelli più piccoli. Insomma, a tutti fu evidente che ero quella sbagliata della famiglia. Per cui, anche i miei fratelli e mia sorella hanno assorbito questa opinione di me...la pecora nera...e si sono sempre arrogati il diritto di prevaricare su di me. Io sono cresciuta anelando amore incondizionato, che ho trovato in mio padre ma, dal momento che l'ho sempre desiderato da mia madre e dai miei fratelli, ho cercato di piacere loro in ogni modo: sono stata accondiscendente, non ho detto dei no che avrei voluto dire perché non potevo fare ciò che mi chiedevano, ho per lungo tempo chiesto consigli perché profondamente insicura; ho a volte raccontato dei complimenti che ricevevo per cercare di attirare l'attenzione di mia madre, che mi ha sempre detto che sono brutta e che niente mi sta bene addosso ( non sono mai stata brutta, anzi, però mi sono sentita tale per molto tempo). Sono sempre stata brava negli studi e mi sono laureata a pieni voti perché amavo studiare e ho raggiunto i miei obiettivi professionali. Ma c'è sempre quel vuoto: perché mia madre non mi ama incondizionatamente? Oggi, ho imparato a dire no quando non mi è possibile fare ciò che la famiglia mi chiede. Sono presente ma svincolata dall'obbligo di esserci sempre. Sono soddisfatta di aver raggiunto questo obiettivo. Mio padre è morto 4 anni fa e ne sento la mancanza. Ho 2 figli e un marito. Ho sofferto di attacchi di panico per diversi anni e, anche lì, ero la malata della famiglia. Ho smesso di condividere altri attacchi di panico...proprio oggi, mentre esprimevo un mio parere a mia madre che esprimeva squalifica per ciò che dicevo, le ho chiesto la ragione di ciò. Mi ha risposto che non le piaccio...ho realizzato che ancora oggi prova ciò che provava per me 30 anni fa...

11 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Susanna, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Susanna, non è facile rispondere alla sua domanda. 

L' amore, così come l' invidia, la possessività o la gelosia, sono  sentimenti spesso ambivalenti, e possono coesistere all' interno di ognuno di noi. Qual è il vero problema? Il passato o quello che del passato risuona nel presente e viene riproposto? Accettare o ribellarsi a determinate questioni che la famiglia continua a proporre? 

Buongiorno, Susanna! Ho letto attentamente, quanto espresso sinteticamente, in ciò che ha scritto; ma, che ha fatto arrivare, perfettamente, la sofferenza profonda che ha potuto sperimentare già dai tempi più antichi della Sua vita! Credo che, una volta presa coscienza di determinate dinamiche che  rendono, senza meritarlo, "vittime designate ", in un ambito di relazioni familiari (ma, soprattutto, da parte della figura materna), ed elaborate adeguatamente, con l'aiuto d'un Esperto (ovvero, dandosi gli strumenti necessari che possano ampliare i propri schemi cognitivi, attraverso ulteriori "strumenti", soprattutto difese psicologiche adeguate) bisognerebbe sviluppare la capacità di diventare, per se stessi , il Genitore che avremmo meritato, di cui avremmo avuto bisogno, il riferimento sano che dovrebbe  avere ogni Minore, nella propria fase evolutiva primaria. Questo si può realizzare, attraverso un Percorso psicologico personale che risolva, i cosiddetti "nuclei irrisolti"... perché "la psiche non ha tempo!"...e, poi, con l'accettazione del proprio passato, della propria storia, poterne fare risorsa!...

Dott.ssa Ambra Filippelli 

Gentile Susanna, è davvero difficile poterle dare una risposta che sia sensata poiché potrebbe essere il risultato di un percorso di analisi individuale non sintetizzabile in poche righe. Si pone delle domande e percepisce ancora una ferita per non essere stata considerata e amata come avrebbe voluto. Un desiderio lancinante di essere accettata. Ma nulla. Una cosa che emerge in modo evidente dal suo scritto è la vicinanza a suo padre che l’ha amata “senza se e senza ma”. Descrive però la presenza di suo padre in famiglia come periferica, un uomo poco presente o forse poco considerato. Chi comanda è la madre. Sarebbe interessante approfondire questa tematica riguardo ai ruoli familiari, alle dinamiche relazionali, a quale sia stato il suo posto all’interno della famiglia. E’ stata brava ed è andata avanti, perseguendo i suoi obiettivi. Rimane quella ferita che brucia.

Un caro saluto

 

 

 

Dott.ssa Mirella Caruso

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Roma

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Carissima Susanna,

comprendo il tuo dolore rispetto all'esperienza di " non amore"  ricevuto da tua madre. Probabilmente la tua bambina ferita ancora ricerca la mamma ed il suo apprezzamento. Dovresti provare a diventare te stessa quei genitori  di quella bambina " Susanna " ferita;  prova ad amare tu quella bambina non capita e non apprezzata. Prova a fare proprio un esercizio di immagine e meditazione. Finisci l'esercizio quando senti calore e amore verso te stessa. Susanna piccola deve cominciare a sentire l'amore e a non ricercare più amore da quella madre che non riesce ad accoglierla, magari per un suo problema personale che tu stessa non conosci.

Un cordiale saluto

Dr.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

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Roma

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Buongiorno Susanna, grazie per averci contattati. Dalla fotografia che hai fatto della tua situazione emerge un  disagio che attiene alla ricerca di accettazione. Non è possibile ovviamente darti un "parere", in qualche modo il tuo parere ce lo hai chiaro. È invece possibile darti la possibilità di gestire il tuo vivere la tua situazione conoscendola meglio. Per questo posso consigliarti di approfondire questi aspetti all'interno di un percorso di terapia. Un caro saluto. Cristina Marsella

Buongiorno, deve essere veramente spiacevole la sua situazione, tuttavia i risultati che ha raggiunto depongono per un sostegno familiare che probabilmente nel complesso è stato buono, anche se svalutante da parte di sua madre.

Sarebbe interessante capire il perchè di queste convinzioni materne, forse relative ad eventi che lei non conosce o che non ha valutato a sufficienza. Ad ogni modo uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla sia a capire questo "perchè", sia a trovare il giusto modo di comunicare con sua madre e i suoi fratelli in modo da evitare inutili sofferenze ed anzi guadagnare auspicabilmente una fonte di benessere.

Dott.ssa Valentina Sciubba

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Roma

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Buonasera Susanna, mi spiace molto per le dinamiche che hanno caratterizzato la sua storia personale e familiare. Dal mio punto di vista, non sarebbe corretto restituirle un parere esperto senza poter conoscere e comprendere adeguatamente i suoi vissuti in questi anni. I pensieri e le emozioni che lei declina nel "vuoto" e i comportamenti che ha messo in atto per cercare di gestirli meritano uno spazio di ascolto che possa essere attento e rispettoso. Il mio invito è quello di poter riflettere sulla possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa esserle utile a comprendere e a comprendersi, ma anche a ricercare delle strategie di fronteggiamento degli eventi che possano permetterle di preservare il suo benessere psicofisico.

Resto a disposizione, anche online.

I miei saluti.

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Dott.ssa Martina Lombardozzi

Roma

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Buonasera Susanna, 

È molto complesso rispondere alla sua domanda, perché le dinamiche familiari sono molteplici e spesso i figli per essere amati dai genitori scelgono ruoli particolari. Il primo figlio/a è la prima esperienza di cura da parte dei genitori e resta così nel tempo, la scuola materna, la scuola elementare e via dicendo. Molto più complesso il ruolo del secondo, terzo e quarto figlio. La invito a riflettere che ruolo ha avuto per emergere, differenziarsi dagli altri e farsi amare.Forse voleva essere diversa da sua sorella e ha scelto un ruolo che la facesse sentire particolare, si è sentita meno amata dalla mamma, ma molto amata dal papà. Così gli altri figli/fratelli, li osservi e vedrà che troverà il loro ruolo. Sinceramente non credo che la sua mamma non la ami, penso invece che tra voi, ci sia un conflitto, qualcosa di non detto che dovrebbe trovare parole, non solo da parte sua Susanna, ma anche della mamma, parli con lei e si faccia dire che periodo della sua vita stava vivendo quando è rimasta incinta di lei. Così come primo approccio solo per capire. Pensi anche a lei Susanna come si sentiva quando è rimasta incinta del secondo figlio. Le componenti possono essere molteplici. Quanto all'amore ricevuto dovrebbe essere appagata, ha due figli, un marito, delle sorelle/fratelli. La sua mamma l'ha amata, ma non come avrebbe voluto lei. A volte  vorremmo essere amati in un modo e invece si è amati in un altro. Lasci che le dica che l'amore ha tante forme, l'amore per un genitore, è diverso da quello per un figlio, così come quello per il suo uomo o per una sua amica, ma è sempre amore anche se si esprime con caratteristiche diverse. Migliori il dialogo con la sua mamma

Buona serata

Dott.ssa Loredana Massaro

Dott.ssa Loredana Massaro

Roma

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Cara Susanna,

le tue parole mi hanno colpita molto perché hai riassunto con grande chiarezza la tua lotta interiore tra il bisogno di piacere a tutti i costi e quello del bisogno del distacco per il raggiungimento dell'autonomia. Grande sofferenza sopratutto quando il vissuto del rifiuto avviene dalla figura di riferimento più importante, la madre.

Mi rendo conto come questo abbia influito su tutte le dinamiche che hai cercato di costruire all'esterno. Tu hai preso coscienza di tutto questo ma e'come se ti fossi bloccata emotivamente a tutto ciò e questo non ti permette di arrivare a quel processo di accettazione che è fondamentale per andare avanti e che ti permette di vivere serena, senza rancore passato nella famiglia che mi sembra tu ti stia costruendo.

Ti invito a pensarci e se vorrai intraprendere un percorso volto al raggiungimento di questi obbiettivi, non esitare a contattami.

Cordiali saluti

Dott.ssa Gm

Dott.ssa Giulia Marzolo

Dott.ssa Giulia Marzolo

Roma

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Gentile Susanna,

è abbastanza chiaro che sua madre è stata una personalità sovrastante per la sua famiglia: per lei, per suo padre e probabilmente anche per gli altri figli.

Questo comportamento è dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, a una storia familiare di sua madre complessa e traumatica, il che non le toglie la piena responsabilità dei suoi comportamenti.

La sua insicurezza e i suoi attacchi di panico sono abbastanza evidentemente legati a tutti gli episodi che ha descritto. Ormai sappiamo dalla ricerca che gli attacchi di panico sono provocati da esperienze traumatiche e quelle che lei descrive lo sono a tutti gli effetti.

Quello che prova sua madre è un problema di lei.

Lei scrive che ha smesso di "condividere altri attacchi di panico": significa che non li ha più o non li riferisce più?

Se non li ha più, benisimo. Ove ne soffra ancora o comunque intenda affrontare un percorso di ulteriore crescita personale, per il trauma psicologico e il disturbo da stress postraumatico la metodica di scelta è l'EMDR.

Nel caso di trauma singolo si ha una remissione in 3-6 sedute in una percentuale che va dal 77 al 100% dei casi. Nai traumi complessi ovviamente il percorso può essere più lungo e difficile, ma la letteratura scientifica non lascia dubbi.

Anche la terapia cognitivo comportamentale ha risultati simili, ma in genere con tempi più lunghi e con maggiore rischio di ricadute. Poche altre metodiche hanno indicazione.

Da quello che dice, però, sembra che lei abbia raggiunto un equilibrio personale e anche nei rapporti con sua madre e di questo non posso che essere felice per lei. 

Se ha bisogno di altri chiarimenti, sono a sua disposizione, si senta libera di rispondere a questo messaggio o di contattarmi nella modalità preferita.

Un caro saluto.