Seguito domanda: mio figlio non riesce a restare concentrato

barbara

Gent.mi Dottori e Gent.me Dottoresse, Vi ringrazio tantissimo per le Vostre risposte. Mi sono commossa! Sto cercando di seguire i Vostri consigli e vorrei fornirVi alcuni aggiornamenti. Per prima cosa non ho più dato punizioni (divieti di avere le figurine o guardare la televisione - che tra l'altro ha sempre guardato pochissimo, forse un paio d'ore la settimana e non sempre), ho cercato di fargli raccontare di più di quello che succede a scuola ma senza risultati. Siamo riusciti ad avere un colloquio con la maestra e questo è il risultato: abbiamo appurato che mio figlio è estremamente "lento" a svolgere tutte le attività relative al disegnare e colorare (mentre è il primo in dettato e lettura)e che l'insegnante urla tanto per ogni cosa (e questo fa chiudere il bambino nel suo mondo). A nostra specifica domanda su come poter aiutare il bambino a superare questo blocco rispetto al colorare (attività che non ha mai amato fin dalla scuola materna) ci siamo sentiti rispondere che non deve finire questi esercizi a casa e che non è così' importante (quando l'80% del tempo è dedicato a questo). Abbiamo domandato cosa fa mentre i suoi compagni colorano e la risposta è stata "niente"! Ma l'unico intervento della maestra a riguardo è chiedere ai suoi compagni di banco se mio figlio è indietro e di quanto! A mio parere però, questo non sortisce effetti positivi su un bambino con il carattere di mio figlio - bambini di altre sezioni dicono "...lui è quello lento"- e mi sembra solo un'umiliazione, non si sente stimolato nè apprezzato. Abbiamo sempre difeso l'operato delle maestre con nostro figlio e gli abbiamo insegnato il rispetto per l'importantissima attività che svolgono chiedendogli di far sempre riferimento a loro ma mi spiace dover dire che non avuto nessun supporto dalla maestra. Mi sono resa conto che in classe non c'è un'atmosfera serena e vorrei tentare di fargli cambiare classe. In ultimo, mi sono recata per un colloquio da una Vostra collega, la quale non ritiene però di vedere il bambino ma di intraprendere un percorso di lavoro interiore su noi genitori affinché possiamo capire meglio nostro figlio. In linea di principio va bene ma, Vi confesso, vorrei farmi aiutare subito da un professionista per escludere qualsiasi tipo di mancanza di attenzione "patologica". Non voglio assolutamente etichettare mio figlio e ho citato il riferimento ai bambini amplificati ("spirited") solo perché volevo farVi capire che credo mio figlio sia normale ma di più: più sensibile, più percettivo, più intenso, più "energetico", sempre in movimento, con tempi più lunghi di adattamento (il primo periodo di scuola materna camminava lungo il perimetro della classe osservando gli altri e si avvicinava ad un gioco solo quando era libero pur partecipando volentieri alle attività di gruppo proposte dalla maestra e non avendo avuto grosse crisi di distacco). E' figlio unico e fa sport sia individuale che di squadra. So di essere apprensiva e vorrei solo che fosse sereno ed accettasse le regole della scuola, tipo fare i compiti, e capire come risolvere i problemi che ha e stanno peggiorando (ha delle crisi di pianto, gli incubi di notte, urla, fa capricci estenuanti per cose da nulla), lo abbraccio e lo rassicuro ma ha il rifiuto per la maggior parte delle cose che riguardano la scuola. Mi siete di grande conforto. Ancora grazie.

9 risposte degli esperti per questa domanda

Cara signora Barbara, mi permetta di fare a lei e a suo marito tanti complimenti perché avete accettato di mettervi in discussione e questo è sempre segno di sensibilità e di responsabilità come figure genitoriali. Dagli aggiornamenti si comprende che è ancora molto apprensiva nei confronti del bambino, io mi sento di suggerirle di parlare con la vostra terapeuta ed eventualmente concordare uno specialista dell’infanzia che faccia un’accurata valutazione delle reali difficoltà del bambino. Ciò permetterebbe a voi genitori di preoccuparvi solo di certi aspetti e non della salute in generale del bimbo, si sa i neo genitori sono sempre “sulle spine”, la vostra terapeuta avrebbe una sorta di “istantanea” della situazione di vostro figlio e quindi potrebbe indirizzare in modo specifico anche l’intervento su voi e se possibile sull’insegnante.
Probabilmente dallo psicoterapeuta dovrebbe recarsi anche l'insegnante per capire perchè le dia tanto fastidio che il bambino non riesca ad essere veloce nel colorare. Forse semplicemente Suo figlio prova una forte ansia in questa attività proprio a causa del comportamento dell'insegnate e quindi si blocca. Altra ipotesi da verificare, visto che il bambino non amava questa attività neppure all'asilo, è se per caso non esistà qualche difficoltà nel riconoscimento dei colori.
Sig. Barbara, prima di procedere ad un cambio di sezione o di Scuola, le consiglio di far effettuare una Valutazione sul bambino da un/a Psicoterapeuta dell'età evolutiva, che sia in grado di somministrare alcuni test e di redigere una valutazione scritta, utile a voi genitori e alla Scuola. Nel cercare un Professionista,può farlo in rete, quando prende un appuntamento chiedete esplicitamente se si occupa di bambini e la me todologia di lavoro. Un/a psicoterapeuta dell'etaà evolutiva che si rispetti, le chiederà di vedere il bambino e vi comunicherà come effettuerà la valutazione su di lui, non sui genitori.
Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Pordenone

La Dott.ssa M. Piera Nicoletti offre supporto psicologico anche online

Gentile Barbara, il suo atteggiamento sembra essere in sintonia con il disagio che può avvertire suo figlio, che sembra recargli sofferenza. Inoltre, è in posizione di mettersi in questione in prima persona. Grazie per averci consultato "rispondendo"in questa maniera, è segno di apertura. Vada avanti così...!
Carissima, sono contenta che il confronto con questo sito l'abbiano aiutata. Le dico ancora un paio di pensieri in relazione a quello che ha scritto: -a proposito della classe non so se togliere suo figlio dalla sua classe sia utile. Significa comunque sradicarlo da un ambiente famigliare a cui lui è abituato. E' vero che è stato un pò etichettato come "quello lento", ma le etichette si possono togliere soprattutto in un gruppo di bambini che sono molto più flessibili e creativi di noi adulti. Credo che si possa continuare a comunicare con la maestra e cercare di trovare un punto d'incontro, confrontarsi per far sì che suo figlio possa migliorare nel disegno, magari rimandando anche ai suoi compagni che lui non è quello lento, ma ha delle caratteristiche particolari sue! -Sono molto d'accordo su un lavoro psicoterapeutico per lei e il suo compagno. Spesso l'intervento sui bambini passa attraverso quello degli adulti in primis e credo che questa collega le abbia proposto un intervento utile e adatto anche per non etichettare a nostra volta suo figlio come quello che deve andare dalla psicologa. -Credo che possa comunque sia provare a consultare un esperto di apprendimento che possa fare dei test a suo figlio e escludere problematiche cognitive. Provi a confrontarsi anche con la psicologa che l'ha conosciuta. A presto!
Ciao Barbara, vedo che ti sei “mossa molto bene”. Le tue preoccupazioni rispetto l’eventuale patologia di tuo figlio potresti superarle iniziando qualche incontro con la collega cui ti sei rivolta. Attraverso voi genitori e gli elementi che emergeranno, la stessa sarà in grado di indicare il giusto percorso da seguire anche tramite l’invio del bambino ad altro collega per verifica di diagnosi. Affidati e fidati di colleghi esperti nel settore così, potrai tranquillizzarti ed essere più efficace in questa situazione: “una mamma più serena è una mamma più efficace”. Saluti
Sig.a Barbara la ringrazio molto per la fiducia. Capisco benissimo la Sua preoccupazione di voler risolvere in fretta questa situazione ma ritengo che l'indicazione, fornita dalla collega psicologa, sia giusta perché per capire come affrontare questa incresciosa vicenda bisogna fare un lavoro minuzioso, scrupoloso e di approfondimento in modo che il bambino si possa fortificare e formare soprattutto tramite Voi genitori. Sempre a disposizione La saluto cordialmente.
Buon gg Barbara, Fa piacere ricevere una controrisposta di verifica alle ns risposte, grazie. Da ciò che lei scrive mi pare che suo figlio NON abbia nulla di meno degli altri bimbi ma forse di PIU', il che non cambia di molto rispetto al sentirsi diverso e anche deriso. Mi pare che siate genitori più che attenti e non credo che il problema stia nella dinamica familiare ma appunto nell'esuberanza di vs figlio,dunque non credo che un intervento su voi possa essere produttivo anche se forse la collega sta appunto valutando tutto ciò. Diciamo che la scuola italiana è poco preparata a seguire le "eccellenze" che spesso non vengono riconosciute Capita infatti che b.i più recettivi si annoino x attività che non li stimolano. Un primo suggerimento è proporre alla maestra di dare delle letture a vs figlio quando lo vede "assente, annoiato" visto che questo gli piace (e tra l'altro è molto più cerebrare del disegnare). Valutate se non è possibile farlo passare direttamente alla classe successiva (sempre che sappia già leggere e scrivere almeno un pochino)in modo tale che trovi "pane x i suio denti". Ci faccia sapere, un abbraccio d'incoraggiamento (non è facile essere genitori responsabili)
Barbara, sono felice di avere notizie su come procedono le cose. Non volevo nemmeno io essere "etichettante" nei suoi confronti chiedendole di guardare a suo figlio non come a un “caso clinico” da inquadrare, ma come ad un bambino "uguale e diverso" da tutti gli altri, come lo siamo tutti noi esseri umani. E glielo dicevo perché è una reazione profondamente umana la sua: quella di cercare e trovare una risposta a qualcosa che sfugge al nostro controllo, all’ordinario... soprattutto quando si tratta del proprio figlio. “Com-prendere” richiede tempo, un tempo personale: sia a lei - e suo marito - per accogliere e superare questo piccolo momento di “crisi” che a suo figlio per crescere e imparare a capire e “gestire” le emozioni che questa nuova situazione che sta vivendo gli sta presentando. Trovo un’ottima idea quella di un percorso “psi” con la collega che ha contattato e incontrato, un gesto di grande responsabilità e che sono certa sia la scelta più adatta in questo momento. Abbia fiducia che è solo un momento di crisi, cioé di CRESCITA, e sono certa che riuscirete a superarlo brillantemente uscendone con un gran balzo in avanti e nuove risorse da mettere in campo. Tanti auguri