Ansia e preoccupazioni per il futuro

Nicola

Buongiorno dottori, scrivo perché da qualche anno non riesco più a vivere serenamente poiché preoccupato per il mio prossimo futuro. Sono un ragazzo di 27 anni, da poco laureato in ingegneria e con delle difficoltà con le relazioni sociali. Non sono molto bravo ne a fare amicizie, ne tanto meno con le ragazze, infatti non ho mai avuto alcun tipo di relazione sentimentale o sessuale fin'ora. Ho già effettuato un percorso di terapia, che ho dovuto interrompere per motivi economici e perché mi sembrava di aver raggiunto una sufficiente consapevolezza delle mie difficoltà. Insieme al mio psicoterapeuta ho capito che il problema è di vedere me stesso continuamente come inadeguato e non al pari degli altri perché più bravi socialmente, più disinvolti e più bravi con le ragazze. Nonostante i miglioramenti che la terapia mi ha portato nel sentirmi non meno degli altri, ma piuttosto al pari di essi, ancora non mi sembra di aver vinto questi pensieri negativi poiché, nonostante tutto, resto un ragazzo introverso, un po' timido, con pochi amici (che vede di rado), che passa spesso il tempo da solo e che ancora non ha avuto grandi occasioni con le ragazze. L'ansia deriva dal fatto che comincio a pensare al mio futuro: vorrei costruirmi una famiglia e sto prendendo in considerazione l'idea di trasferirmi all'estero, anche solo per qualche anno, come esperienza, e l'idea di non aver mai avuto un rapporto sessuale, poiché sono stato privo di una vita sociale, e quella di partire e dover ricostruire una vita altrove mi mette molta ansia e difficoltà nel prendere decisioni importanti. Mi sembra di dover rimandare ulteriormente il problema, e già provo un po' di vergogna e un peso enorme nell'essere in questa condizione a 27 anni, tanto da avere atti di autolesionismo (pugni contro la testata del letto come atto di sfogo) nei momenti in cui l'ansia e l'odio verso me stesso per essere così si fanno sentire tanto, figuriamoci cosa può succedere se rimando ulteriormente la cosa.. Da un lato non voglio più aspettare e voglio tanto "sbloccarmi" e prima di un'eventuale trasferimento e "recuperare il tempo perso", tanto da mettermi un'ansia enorme (come già descritto), da un lato riconosco che mi metto troppa pressione ma nonostante questo non riesco a vivere serenamente..

8 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno,

La ringrazio per aver espresso con tanta apertura la sua esperienza e le difficoltà che sta affrontando.

Dal suo racconto, capisco quanto il sentirsi inadeguato rispetto agli altri e la preoccupazione per il futuro stiano condizionando la sua serenità.

Aver intrapreso un percorso terapeutico e averne percepito i benefici è già un segnale importante: significa che ha sviluppato strumenti di consapevolezza e che possiede una buona capacità di riflessione su di sé.

Tuttavia, le sensazioni di ansia, la pressione che avverte, i momenti di frustrazione e gli atti di autolesionismo indicano quanto sia necessario continuare a lavorare su questi aspetti, con un sostegno che possa aiutarla a trasformare l’autocritica in una maggiore fiducia personale.

La timidezza e l’introversione non rappresentano limiti invalicabili: in un contesto sicuro e accogliente possono diventare spunti per sviluppare nuove modalità di relazione, più autentiche e gratificanti. Pertanto, un lavoro mirato sul bisogno di “recuperare il tempo perso” e sull’urgenza che sente, potrebbe permetterle di alleggerire la pressione e di guardare alle sue scelte future, compresa l’eventualità di trasferirsi all’estero, con maggiore calma e fiducia.

Non è mai troppo tardi per costruire legami significativi e avvicinarsi a una vita più soddisfacente: con il giusto supporto i cambiamenti che oggi sembrano lontani possono diventare realizzabili.

Se desidera approfondire, resto a disposizione tramite il modulo di contatto presente qui.

Cordiali saluti,

Alessandra Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Milano

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Buongiorno Nicola, lei pone una domanda ma, di fatto, ha già dentro di sé la risposta. Necessita di riprendere un percorso psicoterapeutico, possibilmente di tipo psicoanalitico che la porti a sbloccarsi completamente.

Cordialmente

Gentile utente,

innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e sincerità le sue difficoltà. Non è semplice parlare di vissuti di vergogna, ansia e autolesionismo, e il fatto che lei riesca a farlo mostra una parte di sé che nonostante tutto continua a cercare un aiuto e una strada diversa.

Dalle sue parole emerge come il peso che sente oggi non riguardi solo la mancanza di esperienze relazionali o sentimentali, ma soprattutto il modo in cui interpreta queste mancanze, arrivando a giudicarsi con severità (“inadeguato”, “non al pari degli altri”). In realtà, ciò che descrive – timidezza, introversione, difficoltà a inserirsi in dinamiche sociali – non è un difetto personale, ma un tratto che può essere compreso, accolto e trasformato senza negare la sua unicità.

Il desiderio di costruirsi un futuro, avere una famiglia e persino l’idea di trasferirsi all’estero sono segnali di vitalità, progetti che parlano di quanto lei desideri andare verso la vita. Allo stesso tempo, però, è come se sentisse che per “meritarsi” questo futuro debba prima risolvere tutto ciò che percepisce come carenza. Questa pressione rischia di alimentare l’ansia e la rabbia verso se stesso, anziché favorire un cambiamento autentico.

Credo sia importante non pensare in termini di “tempo perso”, ma piuttosto in termini di tempo che può ancora costruire, a partire da quello che lei è oggi. Riprendere un percorso di psicoterapia, se possibile, potrebbe aiutarla a lavorare non solo sui pensieri di autosvalutazione, ma anche sulla gestione della rabbia e delle condotte autolesive che descrive, le quali segnalano un livello di sofferenza da non trascurare.

La sua età non è un ostacolo, ma un momento prezioso in cui può cominciare a dare spazio al suo modo di essere, imparando a costruire relazioni gradualmente, senza confronti schiaccianti con chi “sembra” più avanti. Spesso, la timidezza e l’introversione nascondono una grande capacità di profondità, sensibilità e ascolto, che possono diventare proprio le basi per relazioni autentiche.

Si dia il permesso di non dover correre né recuperare nulla: ogni passo che farà, se anche piccolo, potrà aprire strade nuove e più vicine al suo desiderio di vita.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giovanna Valentina Padalino

Psicologa

Dott.ssa Giovanna Padalino

Dott.ssa Giovanna Padalino

Bologna

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Ti ringrazio per aver condiviso con noi un aspetto così delicato della tua vita. Dalle tue parole traspare la grande sofferenza che stai vivendo, e comprendo quanto questo possa farti sentire a terra e con un peso difficile da gestire.

Credo sia importante dare spazio a ciò che stai provando, in particolare alla rabbia verso te stesso, ai pensieri che ti appesantiscono e ai comportamenti autolesivi che ne derivano.
Il fatto che tu abbia già intrapreso un percorso terapeutico è un segnale molto importante: dimostra la tua motivazione e il tuo desiderio di cambiamento. Ti incoraggio a continuare a cercare supporto psicologico, così da poter coltivare maggiore serenità e camminare con più leggerezza verso i tuoi obiettivi, anche in vista della tua esperienza all’estero, che potrà essere un’occasione di crescita preziosa.

Se lo desideri, mi rendo disponibile ad offrirti un supporto psicologico: ricevo a Torino e anche online. Un saluto


Dott.ssa MacMillan Kelly

 
Dott.ssa Kelly MacMillan

Dott.ssa Kelly MacMillan

Torino

La Dott.ssa Kelly MacMillan offre supporto psicologico anche online

Il tuo messaggio esprime con grande lucidità un conflitto interiore profondo, che merita ascolto, comprensione e rispetto.

Vorrei dirti, con fermezza e sincerità, che non esiste un tempo perso. Il tempo che viviamo, anche quando ci appare come sospeso, incerto o doloroso, è comunque parte di un processo di crescita e di conoscenza di sé. Spesso è proprio attraverso questi momenti di impasse che abbiamo l’opportunità di comprendere più a fondo chi siamo, quali sono i nostri bisogni autentici, e quali direzioni desideriamo dare alla nostra vita.

Viviamo in un contesto sociale caratterizzato da stimoli continui, aspettative elevate e modelli di riferimento spesso irrealistici. In uno scenario così complesso, è del tutto comprensibile sentirsi disorientati, inadeguati o in ritardo rispetto a una presunta “norma”. Ma ogni percorso individuale ha i suoi tempi e le sue tappe. Confrontarsi rigidamente con gli altri o con ideali esterni può generare solo ulteriore ansia e frustrazione.

In questo momento, più che proiettarti nel futuro — che appare fonte di preoccupazione e pressione — potrebbe essere utile spostare l’attenzione sul presente e su ciò che questo presente ti sta chiedendo. A volte è necessario tornare a rileggere il passato con nuove lenti, elaborare i significati che attribuiamo alle nostre esperienze, per poter vivere il qui-e-ora in modo più libero e consapevole.

Saluti, 

Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Roma

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Buongiorno Nicola, credo che possa esserle utile riprendere il suo percorso di terapia. Occorre che lei affronti la sua paura e soprattutto comprenda meglio le ragioni che attivano la sua parte spaventata. Da che cosa la protegge? Quali sono i pericoli che vede nella relazione con gli altri, in particolare con le ragazze? E la sua famiglia? Ci sono forse ragioni implicite e nascoste che portano la sua famiglia a trattenerla al suo interno invece di favorire il suo andare per il mondo? Le auguro giorni più sereni. Dott.ssa Vocaturi

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno,

grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto stia soffrendo: il senso di inadeguatezza, l’ansia legata al futuro e la difficoltà nelle relazioni sociali le stanno pesando molto, fino ad arrivare a gesti autolesivi come pugni contro il letto. È comprensibile sentirsi sopraffatti quando si percepisce un “ritardo” rispetto alle proprie aspettative e a quelle sociali, e quando il desiderio di cambiamento si scontra con la paura e l’ansia.

Prima di tutto, è importante che non affronti tutto questo da solo. I pensieri di autolesionismo vanno presi sul serio, perché indicano che il livello di stress è molto alto. In questi momenti:

  • se l’impulso di farsi del male diventa forte, contatti immediatamente il 118 o si rechi al pronto soccorso più vicino;
  • può anche chiamare il numero verde Telefono Amico (02 2327 2327) o il numero 1522, attivi tutti i giorni, per parlare subito con qualcuno in sicurezza.

Sul piano psicologico, ciò che lei descrive non significa incapacità permanente o “difetto” personale, ma è un blocco che può essere affrontato con strumenti mirati: gestione dell’ansia, esposizione graduale a situazioni sociali, riduzione dei pensieri autovalutativi negativi e costruzione di un progetto realistico per il futuro.

Riprendere un percorso terapeutico, anche online, può aiutarla a:

  • ridurre l’ansia legata alle relazioni sociali e sentimentali;
  • lavorare sull’autostima e sulla percezione di sé;
  • progettare piccoli passi concreti per affrontare il trasferimento o altre scelte importanti senza sentirsi sopraffatto.

Se desidera, possiamo parlarne insieme e costruire un percorso su misura, online o in studio a Corigliano-Rossano, per aiutarla a gestire ansia, autovalutazione e tensione verso il futuro.

Non affronti tutto questo da solo: chiedere aiuto in questa fase è un passo fondamentale per vivere più serenamente.

Un cordiale saluto,
Giovanni Noè – Psicologo

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

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