Consulto su una diagnosi

Mattia

Salve, poco tempo sono stato al CSM a una seduta con uno psicologo e un neuropsichiatra al termine della quale è stato comunicato che la situazione non si presentava urgente ma un intervento era necessario, quindi mi è stata consigliata la psicoterapia. Non c'era una diagnosi specifica. Poco tempo dopo mio padre parlò con quello psicologo che gli disse che il problema era comune nelle persone come me e che da quella seduta avera capito che ero molto intelligente. Non sono mai riuscito a fare una seduta di psicoterapia per ovvie ragioni... Tuttavia ho cercato su internet i miei sintomi nella considerazione del fatto che il mio era un problema comune. So che le autodiagnosi non hanno senso di esistere ma ho notato affinità con il borderline (non credo sia la diagnosi perché altrimenti credo mi sarebbe stato comunicato il nome del mio problema). Volevo semplicemente chiedere (nella considerazione che nemmeno io lo credo molto probabile) se fosse possibile che dopo una seduta di fronte a due specialisti del CSM potesse sfuggire una diagnosi di borderline. Spero di essere  stato esaustivo ma se sarà necessario aggiungerò altri dettagli della vicenda. Grazie in anticipo per la risposta.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Caro Mattia, al CSM sono stati corretti, perchè una sola seduta non consente in nessun caso di esprimere una diagnosi, sarebbe deontologicamente scorretto oltreché dannoso. In ambito psichiatrico e psicologico si inizia da un'ipotesi, che va eventualmente avvalorata dopo un attento assessment che può durare anche parecchi colloqui, test, osservazione diretta. Il disturbo borderline di personalità spesso viene confuso con altri disturbi e in una sola seduta non si può comunque appurare.

Detto ciò, caro Mattia, sappi che la personalità di ciascuno è unica, per nulla riconducibile ad una diagnosi-etichetta che non vuol dire, di fatto, nulla. L'autodiagnosi, come osservi giustamente, non ti serve ad uscire dal disagio che accusi, di cui non fai peraltro menzione nel tuo scritto.

Appena ti sarà possibile, ti consiglio di individuare un serio professionista con cui stabilire una buona alleanza terapeutica che sicuramente ti aiuterà ad affrontare il disagio di cui soffri.

In questo periodo personalmente ho attivato i consulti online e se vuoi spiegazioni più approfondite resto a disposizione, consulta il mio sito eventualmente. Un caro saluto

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Padova

La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online

Carissimo,

Il suo incontro è avvenuto con due professionisti diversi, che tra le loro attività hanno quella di fare diagnosi. Pertanto reputo improbabile che possa essere loro sfuggita. Le hanno consigliato un intervento psicoterapeutico che è quello su cui deve concentrarsi. Non stia a cercare su internet, non serve a nulla. Il processo per fare una diagnosi richiede tempo ed attenzione... Una diagnosi necessita di sintomi che devono essere soddisfatti in un arco di tempo ben determinato, somministrazione test, anamnesi familiare e personale dettagliata.

Se posso darle un consiglio non si focalizzi sulla diagnosi ma bensì sul problema, su quello che le hanno consigliato di fare. Perché sarà quello ad aiutarla nel suo percorso.

Cordiali Saluti.

Una diagnosi è una specie di etichetta che serve per attuare un trattamento, farmacologico o psicoterapico, un colloquio non lo ritengo generalmente sufficiente per mettere questa "etichetta" al massimo per fare delle ipotesi diagnostiche che però giustamente devono essere poi verificate. I sintomi comuni spesso rappresentano molte ipotesi, come in campo medico "la febbre" può indicare moltissime patologie.

Teniamo conto che spesso le ipotesi diagnostiche si modificano nel corso degli approfondimenti, e ma questo non è sempre importante, l'importante che il trattamento fatto permetta alla persona di stare meglio.

Salve Mattia, da quanto lei riferisce il consulto che ha avuto con lo psicologo e il neuropsichiatra non era volto ad una valutazione e per questo motivo non le è stata fornita una diagnosi. In tal senso però ritengo che l'invio a colloquio con uno psicoterapeuta possa essere la modalità più consona per approfondire al meglio i suoi dubbi e un'eventuale diagnosi. Dal mio punto di vista ci tengo comunque a sottolineare quanto sia meglio parlare delle risorse delle persone piuttosto che focalizzarsi sulle etichette diagnostiche. 

Dott.ssa Francesca Imperatori

Dott.ssa Francesca Imperatori

Ancona

La Dott.ssa Francesca Imperatori offre supporto psicologico anche online

Salve Mattia,

Ti darò del tu solo per la tua giovane età.

Dunque, il disturbo borderline in questione su cui ti sei documentato è un disturbo di personalità e quindi un disturbo piuttosto pronunciato ed evidente a livello comportamentale oltre che psicologico. Sarebbe utile sapere per quali sintomi hai notato un'affinità con il tuo problema. 

Certo è che spesso un solo colloquio non è sufficiente per fare una diagnosi accurata e approfondita per quanta attenzione e professionalità ci possa essere da parte dei professionisti.

Ad ogni modo io ti consiglio vivamente di seguire il suggerimento degli specialisti e di provare a intraprendere un percorso psicoterapeutico (di cui molte persone beneficiano pur non avendo disturbi gravi) e in quello spazio potrai non solo dare un nome al tuo disagio, cosa che mi pare ti preme molto, ma esprimere la tua soggettività e comprendere meglio la tua sofferenza, il tutto affiancato da qualcuno competente per affrontarla. 

Se si instaura una buona relazione con il terapeuta questo permette di conoscersi meglio e di trovare soluzioni adeguate alle proprie esigenze. La diagnosi omologa (rende uguali), la psicoterapia invece è calibrata sulla persona (che è unica e diversa da tutti gli altri).

Ti auguro di trovare le risposte alle tue domande e soprattutto l'aiuto necessario per vivere al meglio.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Un saluto

Gentile Mattia,

Come lei stesso ha già compreso, io non credo che le autodiagnosi abbiano senso... e, in verità, penso che, se lei ha portato con onestà il suo problema ai colleghi del CSM, questi non possono non essersi resi conto... 

Il problema della diagnosi è molto complesso (tempo fa gli ho dedicato un articolino di cui le metto il titolo: - Per un approccio alla diagnosi... "in sintesi"! - se ha tempo e interesse lo legga).

Non tutti i pazienti desiderano ricevere un feedback diagnostico e non tutti i clinici usano darlo, soprattutto in prima battuta.

Il rischio più grande è che ne venga recepita solo l'etichetta, mentre quello che conta è il modo in cui la persona esprime quel sintomo e lo gestisce nella sua vita; il motivo per cui il disagio si esprima con quei caratteristici sintomi o il motivo per cui una persona  abbia strutturato quel certo tipo di personalità: i sintomi, un carattere, i disturbi di personalità, ecc, si organizzano in ragione di molti fattori (soggettivi, genetici, relazionali...) per adattarsi nel migliore dei modi alĺ'ambiente e sopravvivere psicologicamente.

Altro punto fondamentale è cosa poi ci si faccia con la diagnosi ricevuta. Infatti una diagnosi non è un titolo statico, ma un punto di partenza per impostare un lavoro terapeutico affinché il paziente ne tragga giovamento.

Le vorrei infine domandare: - cosa vuol dire che non ha mai fatto psicoterapia "per ovvie ragioni"? -

Glielo chiedo perché secondo me si può fare molto con una psicoterapia (anche di gruppo) a 18 anni! ...può fare la differenza per la sua vita futura.

Le consiglio di pensarci, di affidarsi ad un/una professionista e di stabilire con lui o lei una buona relazione... parte tutto da lì... 

Le faccio un grande in bocca al lupo.

Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti, mi può contattare dal modulo "scrivimi" presente sulla mia scheda.

Un saluto :)

Gentile, molte volte le etichette diagnostiche non vengono comunicate al paziente perché nella clinica psicologica questo spesso determina un effetto negativo di stigma. Può darsi che i suoi sintomi riconducano a una struttura borderline, ma in ogni caso tenti appena potrà una psicoterapia. Potrebbe esserle di grande aiuto nella vita e nelle sue relazioni.

Cordialmente.

Salve, come lei stesso ha giustamente detto, le autodiagnosi sono sicuramente da evitare. Talvolta gli stessi professionisti hanno bisogno di parlare con i colleghi per capire in maniera più nitida la propira situazione e ciò accade perchè inevitabilmente nel pensare a se stessi si è vittima di molti pregiudizi e di conseguenza si perde oggettività.

Detto ciò per rispondere alla sua domanda, uscito dal CSM è molto improbabile che possa essere sfuggita una diagnosi. Il professionista se ha dei dubbi di qualunque tipo chiede approfondimenti. Ciò in virtù di molti di fattori sia deontologici che di responsabilità. 

Cordialità

Buongiorno,

per essere molto sintetica la diagnosi è ed è stata uno strumento per seguire protocolli terapeutici o per motivi di studio. Invece di diagnosi parlerei di un processo diagnostico che di compie in itinere e non certo attraverso una singola seduta. 
Sull'argomento diagnosi esistono molteplici modelli di pensiero. Al momento non mi preoccuperei di questo ma di come si sente cercando di stare nel qui e ora cercando di impegnarsi in attività che le fanno bene.

Buona Pasqua 

 

Dott.ssa Silvana Russo

Dott.ssa Silvana Russo

Firenze

La Dott.ssa Silvana Russo offre supporto psicologico anche online

Salve Mattia, una diagnosi è in fondo un punto di partenza, ma potrebbe anche  essere  un punto di arrivo, gli specialisti del CSM non hanno voluto risponderti con una diagnosi, forse per darti la possibilità di trovare un aiuto al di là di un inquadramento puramente teorico e di riferimento.

Ti sconsiglio di cercare una auto-diagnosi su internet, dove, sicuramente riusciresti a trovare tutti i sintomi in sintonia con ciò che ti accade... Se senti delle difficoltà nella tua vita rivolgiti ad uno specialista che ti potrà aiutare a sciogliere e ad elaborare ciò che ti accade per trovare un tuo benessere psicologico.

Salve, ritengo poco importante per il benessere della persona l’etichetta o la diagnosi che gli specialisti fanno. Più importante sono gli interventi per fare stare bene chi soffre e soprattutto orientata a dare equilibrio stabilità quotidiana alla persona stessa.

Quindi, sono del parere, che lei possa pensare, per il proprio benessere, di intraprendere ed accettare un serio percorso psicoterapeutico al di là della preoccupazione se è veritiera o no una diagnosi all’acqua di rose!

Cordiali saluti

 

Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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