Da un anno circa soffro di vari disturbi fisici probabilmente dovuti a paure e ansia

Andrea

Salve , sono un ragazzo di 28 anni, e da un anno circa soffro di vari disturbi fisici probabilmente dovuti a paure e ansia. E' cominciato tutto un anno fa quando dopo piccolo episodi di distrurbi o mali inspiegabili( 1/2 giorni senza dormire e dolori alla schiena forti per un breve periodo ,esaminati su cui nn è stato possibile individuare il problema), è avvenuta la morte di una persona a me vicina... DI li a poco oltre ovviamente un po di tristezza, non ho piu accusato nulla, ma 3 mesi dopo ho avuto dopo una giornata in piscina un forte abbassamento di pressione preceduto da piccoli spasmi muscolari fra gli occhi ,dove mi sono fatto portare in ospedale , e il cui esito medico è stato lieve stato febbrile ansioso..(mi tremava tutto il corpo sulla barella ma non risultava alcun valore alterato) Premetto che di solito ho la pressione leggermente alta e non ho mai sofferto di cali anche lievi in vita mia, sono uno sportivo e conduco una vita che sana è dire poco. Per 2 giorni poi nulla, e il terzo è comiciata la crisi... Lievi ricadute di pressione continue, attacchi di panico , nausea quasi sempre e disturbi gastrointestinali a periodi , oltre che spasmi muscolari all'ordine del giorno. Per una settimana non sono riuscito a lavorare, poi mi sono fatto forza e uscivo , lavoravo e facevo la vita di prima stando però sempre in uno stato di malessere continuo... La dottoressa dopo avermi fatto fare visita dal cardiologo e analisi del sangue generali, mi ha consigliato uno psicologo. Ad oggi il problema è molto diminuito, non sò però se sono io che mi sono abituato a star male e non ci faccio caso o sta lentamente scendendo di forza.Ho sempre ricadute , distanziate nel tempo, e il senso di malessere continuo è molto piu gestibile. Lo psicologo dal quale son potuto andare poche volte per via del lavoro, dice che probabilmente è dovuto alla perdita della persona, alla consapevolezza che potrei perderne altre dopo l episodio. Io ho i miei dubbi perchè leggeri disturbi li avevo anche prima, come morroidi, o troppo sonno o carenza , dolori inspiegabili, e per il fatto che quando sto con amici a divertirmi, oppure mi riempio la giornata facendo cose che mi piacciono i dolori quasi spariscono, quando invece sto ore al pc , gioco a computer o vado in spazi chiusi come supermercati dove gira poca aria, i dolori si fanno man mano piu forti e questo non me lo spiego. Resta il fatto anche che i cali di pressione , la ancora frequente stipsi con diarrea accompagnata da morroidi mi danno ancora da pensare sulla mia salute e questo non mi rassicura. Secondo voi l'esito dello psicologo sulla probabile causa può essere veritiero? e i frequenti cali di pressione che durano da secondi a pochi minuti sono da attribuirsi a sintomi da ansia?  

11 risposte degli esperti per questa domanda

Gent. Andrea, penso che la perdita della persona a lei vicina possa effettivamente aver scatenato, aggravandoli, i sintomi da lei descritti; ma non può esserne considerata la causa. Sia perché già si erano manifestati in precedenza, sia perché il suo disturbo era comunque già presente, in forma latente, prima del lutto. Avendo questi disturbi una probabile base depressiva, la morte della persona cara può aver fatto emergere in forma chiara i sintomi. Il fatto poi che non avverta questi sintomi in momenti in cui è “distratto” da se stesso (amici, gioco…) mi sembra sia abbastanza naturale. Come forse sa, ad esempio, qualsiasi forma di dolore e malessere è avvertita in forma amplificata la notte, rispetto al giorno, proprio perché siamo maggiormente rivolti a noi stessi e meno al mondo circostante. Se posso, le consiglierei di affrontare questo problema con uno psicoterapeuta. E’ giovane, e ha molte possibilità di porvi rimedio efficacemente. Un caro saluto.

Caro Andrea, per rispondere subito alla tua domanda credo che lo psicologo a cui ti sei rivolto abbia considerato giustamente il lutto che hai subito come una possibile causa dell'ansia,che si manifesta probabilmente come paura della perdita. Bisognerebbe però poi anche capire se questa e' l'unica causa dei tuoi attacchi,che,mi sembra di capire,ti penalizzano soprattutto sul piano fisico. Personalmente io procedo chiedendo alla persona di fare dei test -un po' l'equivalente degli esami del sangue per il medico - che mi permettono di indagare il problema più in profondità,al di la della consapevolezza del soggetto,per strutturare un percorso terapeutico che sia efficace e risolutivo del problema. Capire l'origine della tua ansia,i suoi significati,vuol dire in qualche modo ascoltare emozioni,pensieri,sensazioni che possono così essere espressi ed elaborati senza più utilizzare il canale ansioso. Questo ovviamente presuppone un lavoro importante su di se,che prevede -in base alla mia formazione- anche l'utilizzo dell'ipnosi,una tecnica che permette appunto di mettersi profondamente in contatto con se stesso e li trovare la soluzione ai propri disagi. Spero di essere stata chiara,e ti faccio un grosso in bocca al lupo Andrea!!

Gentile Andrea, dai suoi racconti effettivamente sembra possano essere sintomi dovuti all'ansia; sicuramente il fatto che siano sapraggiunti dopo un lutto può essere un collegamento, ma visto che i sintomi erano presenti anche prima può essere stata “la goccia che ha fatto traboccare il vaso“. Il fatto che i disturbi siano ancora presenti significa però che qualcosa è ancora in atto e la questione non è stata sviscerata in tutta la sua complessità. Le consiglio di riprendere il percorso col suo terapeuta o eventualmente di rivolgersi a qualcuno di nuovo per riprendere in mano e concludere il discorso. Quando si arriva al nocciolo della situazione i problemi non dovrebbero più creare sintomi fisici alla persona, che dovrebbe liberarsi di queste fastidiose situazioni. Rimango a sua disposizione per altre domande o se lo desidera per un incontro in studio. Buona Giornata,

Dott.ssa Monica Pirola

Dott.ssa Monica Pirola

Milano

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Buongiorno Alessandro, bisogna tener presente che corpo e mente lavorano sempre insieme e che, spesso, disagi interni e meccanismi fisiologici si influenzano a vicenda. I Suoi sintomi potrebbero essere la testimonianza che nel Suo mondo interno c'è qualcosa che va svelato. In questo momento della Sua vita, probabilmente, il disagio emotivo interno si sta servendo del corpo ovvero di un linguaggio non verbale per “dirglielo“. Tenga presente, quindi, che i sintomi sono, spesso, dei messaggi in codice che vanno decifrati e per fare ciò si ha bisogno di qualcuno. I sintomi non sono qualcosa che va semplicemente messo a tacere ma qualcosa che va “ascoltato“. L'indicazione del Suo medico mi sembra sia stata frutto di una buona intuizione e per quanto riguarda ciò che Le ha detto il Suo psicologo circa il lutto sia in linea di massima corretto ma credo anche che la cosa abbia bisogno di essere approfondita. I lutti, spesso, rimettono in moto antiche dinamiche interne, possono riaprire delle ferite e far ritornare a galla vicende interne rimaste “silenti“ fino ad allora. In bocca al lupo.

Gentile....non so il tuo nome, quando si hanno disturbi fisici come quelli che avverti tu la prima cosa da fare è escludere una componente organica, ma questo mi par di capire che tu lo abbia già fatto. Quindi è verosimile che questi sintomi siano da definire come somatizzazioni di un disturbo d'ansia. Probabilmente il lutto di cui hai parlato nella tua lettera ha accentuato una situazione di malessere che prima di quell'evento si manifestava in forma più blanda o era in una fase iniziale. In ogni caso il tuo corpo sembra esprimere da tempo un disagio che verosimilmente ha origini psicologiche e riguarda con ogni probabilità sentimenti, stati d'animo, bisogni che sino ad ora non sono riusciti ad avere accesso alla tua coscienza e di conseguenza diventano, appunto, “somatizzazioni dell'ansia“. L'impatto che ha avuto su di te il lutto che hai vissuto è difficile da valutare, anche perchè non ne hai parlato in dettaglio. Ma potrebbe avere avuto un impatto emotivo di cui forse ancora non sei del tutto consapevole. In ogni caso sta a te valutare la tua motivazione a richiedere un aiuto specialistico da parte di uno psicoterapeuta, che ritengo in questo caso la soluzione migliore, anche solo per inquadrare meglio la tua situazione. Devi però mettere in conto, se vuoi un aiuto a risolvere il problema, un investimento di tempo e disponibilità che vada oltre un paio di colloqui o un semplice parere clinico. Occorre pazienza e un certo impegno per venire a capo di questo genere di disagi, che peraltro non necessariamente richiedono tempi lughi per essere eliminati. Se posso esserle utile non esiti a contattarmi ancora. Un cordiale saluto

Caro Andrea, mi sembra di avere un quadro abbastanza chiaro della tua situazione: si tratta di disturbi di tipo psicosomatico dovuti ad ansia e stress. Se la causa di ciò è la morte di una persona a te cara lo si può solo ipotizzare ,ma per risolvere il tuo problema poco importa risalire alle motivazioni. Per affrontare ed uscire da questo tipo di disturbo sarebbe comunque necessario intraprendere un percorso psicologico maggiormente focalizzato sulla risoluzione del problema. Per qualsiasi altra informazione resto a sua disposizione

Caro Andrea, da quanto emerge dal quadro da te descritto pare proprio che i sintomi fisici rimandino ad una problematica psicologica. Forse la perdita della persona cara non è la causa scatenante, dal momento che dici di aver riscontrato i disturbi anche prima dell'accaduto. Tuttavia sicuramente ha acuito il disturbo, tanto da procurarti un vero e proprio problema che adesso ti trovi a dover gestire, anche se racconti si sia ridotto di intensità. Forse scaricare nel corpo la tensione, l'ansia e lo stress è il tuo modo per difenderti dalle sensazioni dolorose che queste potrebbero procurarti se avvertite a livello emotivo, è la tua difesa contro ciò che temi e che, in realtà, costituisce il reale problema. Probabilmente la problematica è più profonda di quella convenuta dal tuo psicologo, forse la causa deriva da una tua insicurezza più radicata, che puoi decidere di accettare, di affrontare, di risolvere o di trascurare. Sta a te la scelta. Proseguire nella terapia psicologica e pensare eventualmente di farti prescrivere dal medico di base degli ansiolitici potrebbe essere un modo per meglio gestire i sintomi fisici, oltre che, gradualmente, andare a lavorare su quelli emotivi. Spero di esserti stata d'aiuto!

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Buonasera Andrea, ciò che descrive fa pensare ad uno stato ansioso con somatizzazioni fisiche. Ha fatto benissimo a sottoporsi a vari controlli clinici, che hanno escluso cause organiche. Ha raccontato che questi sintomi sono antecedenti al lutto che ha provato e che le ha provocato momenti di tristezza, come è fisiologico dopo la perdita di una persona cara. Non è mai facile individuare le cause specifiche di un malesssere psicologico, ciò che può essere davvero utile è metterlo in relazione con ciò che accade nella sua vita: dimensioni affettive,stress lavorativo, percezione di sè, l'area delle relazioni familiari e sociali ; questo le permetterebbe di mettere maggiormente a fuoco le aree delle difficoltà, ma anche le aree delle risorse attraverso le quali potere gestire situazioni critiche. Una psicoterapia potrebbe essere uno valido strumento di aiuto.

Caro Andrea, la risposta che hai ricevuto dallo psicologo è senz'altro vera, così come la relazione tra i cali di pressione e gli stati d'ansia. Ti consiglio però di fare ulteriori accertamenti per escludere altre cause. Certamente sei un ragazzo sensibile e devi aver risentito molto della situazione di lutto che incide a volte non immediatamente ma lentamente e nel tempo. Cerca di avere una stabilità affettiva, tieni sotto controllo la pressione e se ti è possibile dedicati ad attività fisiche che aiutano la mente a raggiungere la serenità e il benessere. Ti auguro una buona giornata.

Buon giorno Andrea,da quanto scrive mi pare che il suo malessere psico-fisico sia peggiorato e,non incominciato,da un evento emotivamente molto stressante,quale la morte di una persona a lei vicina. Lei,probabilmente, è una persona che tende a somatizzare i propri stati d'animo negativi. Il nostro corpo spesso ci dà dei segnali d'allarme, attivati da situazioni di diagio, che non sempre riconosciamo. Come ha già iniziato a fare, sarebbe utile che lei capisse i momenti, le situazioni che scatenano ciò che lei definisce “attacchi di panico“ e i problemi intestinali. Uno psicologo potrebbe aiutarla in tal senso,per poi imparare a sapere gestire efficacemente le proprie emozioni e difficoltà.

Gentile Andrea, l'attacco di panico è un momento nel quale l'ansia si manifesta ad un picco molto alto e per questo è percepibile dalla persona, spesso è collegato ad evento significativo nella vita della persona o ad un periodo significativo. Tuttavia tali attacchi si manifestano in persone che posseggono già un livello di ansia “di base“ piuttosto elevato e costante e tuttavia non ne sono consapevoli perché vi hanno “convissuto“ da sempre. Pertanto non mi stupisce il fatto che lei avesse una sintomatologia somatica che si è espressa anche prima di questo evento. Le consiglio pertanto un percorso psicologico dove prendersi cura di questo stato di ansia “sottostante“ e cambiare la qualità e il “life motive“ della sua esistenza. Se vuole ricevo a Milano, anche il Sabato mattina, in Via Soperga 41. Mi contatti pure per un colloquio o per avere ulteriori informazioni.