Da un po' di tempo mi sento sempre ansiosa

Carmen

Salve sono una ragazza di 24 anni iscritta al corso di laurea di farmacia. Sono al 2 anno fuori corso e nel frattempo sto eseguendo una tesi sperimentale da ormai un anno e mezzo. Ho sempre vissuto l’esperienza universitaria con alti e bassi, ci sono stati momenti di forte angoscia dove ho avuto persino pensieri molto brutti dove pensavo che fosse meglio farla finita che sopportare lo stress e l’ ansia che gli esami mi causavano. Nonostante cio sono sempre riuscita a trovare la forza di rimettermi sui libri dopo le varie bocciature, ma questa volta non vedo una via di uscita. Mi mancano gli ultimi 3 esami, di cui ad uno sono stata bocciata 2 volte e da piu di un mese mi sento sempre triste e stanca con pianti improvvisi, mal di stomaco, con un peso addosso e demotivazione in qualsiasi cosa, anche andare in laboratorio sta diventando pesante. È come se dovessi continuare perche devo farlo e non perche ne ho la voglia, non so come uscire da questa situazione e rimettermi in carreggiata. A volte preferire scomparire che sopportare tutta questa situazione ma non riesco a trovare la forza di affrontare questi problemi. Vorrei davvero capire come uscire da questa situazione

11 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Carmen, 
da quello che ha gentilmente condiviso mi pare di capire che si tratti di una situazione che va avanti da anni ormai. Sembra che l'università nel suo sistema prestazionale l'abbia in qualche modo assorbita mettendo in primo piano ansia e un umore decisamente basso, mentre si trova lontano sullo sfondo ciò che l'università avrebbe lo scopo di rappresentare, fornire conoscenze ed esperienze per poi poter costruire una professione. 
Dato che non si tratta di una situazione recente, ma qualcosa che va avanti da tempo, probabilmente ha già tentato le varie strategie che potevano venirle in mente. Per questo motivo, mi sentirei di consigliarle di valutare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico per poter avere gli strumenti per gestire queste difficoltà e ritornare ad uno stato di benessere. 
Si ricordi che può uscire da questa situazione.

Le auguro una buona giornata

Dott.ssa Beatrice Tinelli

Dott.ssa Beatrice Tinelli

Dott.ssa Beatrice Tinelli

Venezia

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Ciao Carmen, 

Grazie per aver condiviso la tua esperienza, non è scontato. 

Capisco la tua frustrazione, non è affatto semplice sentire la pressione di dover finire, ma allo stesso tempo non essere motivata e non vedere una via d'uscita. 

Quando inizi l'università è normale sentire il peso delle scadenze, il confronto con gli altri studenti e avere la pressione del tempo. Il fatto è che ogni persona è diversa e non c'è un percorso simile per ognuno. Probabilmente se in questo momento ti senti stanca, triste e con un peso addosso è arrivato il momento di fermarsi un attimo, respirare e rallentare. Perchè no, provare nuove esperienze o esplorare nuovi posti. Non c'è nessuno che ti corre dietro, puoi finire il tuo percorso con calma. 

Oltre a questo, approfitterei di questa pausa e rallentamento per capire bene e interrogarti del motivo di questo periodo, magari provando a rivolgerti a qualcuno per un supporto. 

Ti faccio un grande in bocca al lupo 

Resto a disposizione 

Dott.Roberto Miceli

Cara, leggendo le tue parole colpisce il contrasto tra “devo andare avanti” e “non ne ho la voglia”: più che una scelta, sembra un obbligo. Quello che descrivi non è soltanto stanchezza, ma un insieme di segnali emotivi e fisici che cercano di comunicare qualcosa: quando il corpo somatizza e la mente razionalizza (“devo continuare”), è un campanello d’allarme.

Questo modo di sentire può diventare molto pesante e portare a pensieri di fuga o scomparsa; non è segno di debolezza, ma di sofferenza. Ti incoraggio a parlarne subito con qualcuno di fiducia e a cercare un confronto professionale — lo sportello di psicologia dell’università, un professionista del portale - possono essere punti di partenza.

In uno spazio sicuro potrai esplorare cosa ti manca, le pressioni che senti e costruire insieme un percorso concreto per stare meglio. Non devi affrontare tutto da sola.

Un caro saluto 

Dott.ssa Giovanna Padalino

Dott.ssa Giovanna Padalino

Bologna

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Salve Carmen, 

Sento molto dispiacere per quello che stai vivendo.

Una strada c'è per uscire da questo blocco e questa angoscia ed è iniziare un percorso di psicoterapia.

Ciao Carmen, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Da quello che scrivi emerge una sofferenza molto forte: ansia costante, tristezza, stanchezza e pensieri pesanti legati al desiderio di scomparire.  Quello che descrivi – pianti improvvisi, mal di stomaco, mancanza di energia, perdita di motivazione e voglia di “sparire” – somiglia molto a un quadro di forte stress che potrebbe essere legato anche a una depressione o a un’ansia molto intensa. Non significa che tu non sia “abbastanza forte”: significa semplicemente che stai vivendo una situazione che va oltre le tue sole forze ed è giusto chiedere supporto. Ti invito caldamente a: Rivolgerti a uno psicologo o a uno psichiatra: non è un fallimento, ma un atto di coraggio. Molte università offrono uno sportello di ascolto gratuito o a costi ridotti per studenti: potresti informarti se anche la tua lo prevede- Darti il permesso di rallentare: sei stata molto resiliente fino ad ora, ma non significa che devi andare avanti a forza. Fermarsi, prendersi cura di sé, chiedere una pausa non equivale a “fallire”. Capisco quanto possa essere difficile vedere una via d’uscita adesso, ma con l’aiuto giusto le cose possono davvero cambiare. Non sei definita dai tuoi esami o dal percorso universitario: sei molto di più. Carmen, la cosa più importante adesso è che tu non resti sola con questi pensieri. Parlane oggi stesso con qualcuno di cui ti fidi e valuta di rivolgerti al più presto a un professionista della salute mentale.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Sembrerebbe che il suo sia un problema di metodo di studio per il quale la psicologia, in particolare la Terapia Breve Strategica può fare molto, ma sarebbe comunque bene anche valutare la sua motivazione che l'ha  portata a fare una scelta universitaria e di tesi sperimentale. La Terapia Breve Strategico-Gestaltica che applico può perseguire con successo ambedue questi obiettivi. Su internet può anche trovare un libro di A. Bartoletti sui problemi di studio. La invito a cercare una psicoterapia che con gli strumenti adeguati può aiutare a risolvere la sua impasse in tempi brevi. Le sedute on line hanno stessa efficacia di quelle in presenza.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Gentile Carmen,

secondo me c'è un punto cruciale nella tua descrizione: "È come se dovessi continuare perché devo farlo e non perché ne ho la voglia." Sembra esserci un grande scarto tra ciò che la tua esperienza interiore ti sta dicendo e ciò che il mondo esterno o le aspettative ti chiedono di essere. Se riassumo nel modo corretto, in questo momento ti senti stanca, triste e demotivata. Cosa dice di te tutto questo?

Forse converrebbe partire da qui, da queste sensazioni, esplorarle e trovare le tue risposte alle tue domande. 

Hai trovato la motivazione per scrivere qui, prova a capire se desideri iniziare un vero e proprio percorso psicologico.

Un caro saluto.

Dott. Paolo Ferrari

Dott. Paolo Ferrari

Como

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Ciao Carmen.
📌 Come prima cosa mi complimento con te per la forza di chiedere aiuto, non è una cosa scontata.
📌 Grazie, anche, per la descrizione che ci fornisce i primi elementi di riflessione.

● Ti faccio ragionare su un esercizio pratico che utilizzo spesso nelle situazioni come le tue:
1)-pensa a te all’interno di una bolla che ti circonda completamente, non sei in grado di vedere bene perché sei all’interno della bolla. Ti "spaventi" perchè non caomprendi,

2)-pensa a qualcuno che vede te dall’esterno, è in grado di vedere bene perché può “girare” intorno alla tua bolla ed analizzarne il contenuto da differenti punti.

● Bene, tu, con quello che descrivi, sei all’interno di una bolla “lo studio” a cui stai dando valori ed interpretazioni senza analizzarla correttamente dall’esterno. Molti di noi, che leggono la tua storia, danno un valore, un peso, un sistema di soluzioni ben differenti dalle tue.

● Sicuramente sei in una situazione difficile ma, anche sicuramente, non è una strada “senza uscita” come ti sembra. Devi “riposizionare” i giusti valori, i giusti tempi, i giusti approcci.

● Affidati con serenità ad un Professionista valido che ti aiuti a guardare la tua situazione dall’esterno.

● Conosco un ragazzo che ha fatto per 8 ( e dico 8 ) volte lo stesso esame ed ora è sereno e tranquillo al lavoro in un’azienda. Capita anche questo nella vita, capita.

📌 NON continuare da sola perché “sei in discesa” e non vedi nemmeno dove, oggettivamente, potresti “aggrapparti”.
📌 Fermati e cerca un “bastone” su cui poggiarti e fai qualche passo con questo/a Professionista.

Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Milano

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Cara Carmen,
grazie per aver trovato il coraggio di scrivermi e condividere con me un momento così difficile della tua vita. Dalle tue parole emerge una sofferenza profonda e costante, fatta di stanchezza, ansia, pianti improvvisi e pensieri molto pesanti. È importante che tu sappia che non sei sola e che il fatto di aver deciso di parlarne è già un segno di grande forza.

Il percorso universitario, soprattutto quando è lungo e impegnativo come il tuo, può mettere a dura prova la salute emotiva: non è segno di debolezza sentirsi sopraffatti, scoraggiati o pensare di “non farcela più”. Dopo tanti sforzi, bocciature e pressioni, è naturale che tu senta di aver perso la motivazione e la fiducia in te stessa.

Quello che stai vivendo – tristezza persistente, demotivazione, sintomi fisici legati all’ansia, pensieri di scomparire – è un segnale importante che il tuo corpo e la tua mente ti stanno mandando: hanno bisogno di ascolto e di cura. Non devi affrontare tutto questo da sola. Un supporto psicologico può offrirti uno spazio sicuro dove esprimere il tuo dolore, capire le radici di questa sofferenza e costruire insieme strategie per gestire l’ansia e recuperare le tue energie.

Al tempo stesso, anche piccoli passi quotidiani – come scandire meglio i tempi di studio e riposo, condividere le tue difficoltà con una persona di fiducia, o inserire attività che ti aiutano a scaricare la tensione – possono contribuire ad alleviare il peso che stai vivendo.

Non sei “sbagliata” né “debole”: sei una giovane donna che sta affrontando una situazione molto stressante, e chiedere aiuto è un atto di forza e di cura verso te stessa. Con il giusto supporto, è possibile uscire da questo stato di sofferenza, ritrovare energia e rimetterti gradualmente in carreggiata.

Un caro saluto

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

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Cara utente,

da ciò che scrive emerge come la situazione che sta vivendo sia divenuta molto pesante e difficile da sostenere.

Nella vita ci poniamo diversi obiettivi e, quando fatichiamo a raggiungerli, proviamo un forte senso di frustrazione. Per poter raggiungere gli obiettivi stabiliti, tuttavia, è necessaria una certa serenità psicologica. Il rimanere in uno stato di sofferenza può rendere difficile il mettere in campo delle buone prestazioni e ciò, a lungo andare, porta alla convinzione di sentirsi incapaci. Più che di incapacità, tuttavia, si tratta di sofferenza. Dato il protrarsi della situazione, forse è giunto proprio il momento di dare spazio a ciò che sta vivendo all’interno di un percorso psicologico, che possa aiutarla a ritrovare le risorse che già possiede e che, in questo momento, risultano un po’ offuscate.

Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento!

Ciao Carmen,

dalle tue parole si sente quanto stai lottando, cercando di andare avanti anche quando la stanchezza e la tristezza sembrano prendere tutto lo spazio. È come se la pressione, gli esami e il tempo che passa avessero gradualmente tolto luce e significato a ciò che stai facendo, fino a lasciarti in una sensazione di peso costante.

Ciò che descrivi — il senso di sfinimento, i pianti improvvisi, la mancanza di energia e la difficoltà a trovare piacere nelle cose — sono segnali di una sofferenza che va accolta con attenzione, non di debolezza. Hai già dimostrato di avere forza: hai superato momenti difficili e sei ancora qui, a chiedere aiuto. Questo è un segno di grande consapevolezza, non di fragilità.

A volte, dopo anni di tensione, lo stress diventa così profondo da toccare la sfera emotiva e corporea insieme: il corpo si stanca, la mente si chiude, e tutto ciò che prima era “dovere” perde senso. In questi momenti, non serve spingere di più, ma fermarsi un attimo per capire cosa ti sta chiedendo questa stanchezza. Forse non ti sta dicendo di mollare, ma di cambiare modo di stare dentro a ciò che vivi.

È importante però che tu non resti sola, soprattutto se tornano pensieri di morte o di voler “scomparire”. Ti invito a parlarne subito con qualcuno di fiducia o a contattare un servizio di emergenza se senti di non riuscire a gestirlo:

📞 Numero unico 112 o 118 se la crisi è acuta.

📞 Telefono Amico (02 2327 2327) o Samaritans (06 77208977) per un ascolto immediato e anonimo.

Oltre a questo, un percorso psicologico può offrirti un luogo sicuro in cui esplorare la tua ansia, la paura del fallimento e la pressione che senti di dover sostenere. Non si tratta solo di “tornare in carreggiata”, ma di ritrovare un senso, una direzione che parta da te e non solo dagli obiettivi esterni.

Se senti che non riesci più a farcela da sola, concediti uno spazio di ascolto psicologico. A volte il primo passo per ricominciare non è “fare di più”, ma lasciarsi aiutare a capire cosa ti sta chiedendo la tua stanchezza, per trasformarla in una nuova forma di forza.