Avere paura di fare le cose

Davide

Salve a tutti sono un ragazzo di 24 anni convivo da due anni e ho una figlia di 18 mesi,da un anno o poco piu soffro di attacchi di panico ho paura di fare le cose mi sento sempre distratto e non riesco a controllare le mie paure. oltre a questo ho molti sintomi e disturbi quali mal di stomaco giramenti di testa ,nausea mancamenti di fiato dolore muscolare principalmente nella zona del petto stanchezza , malavoglia e altri sintomi . Ho fatto vari esami elettrocardiogramma ed esami del sangue e non è risultato nulla ,ho seguito un percorso con la mia psicologa che pero' onestamente non mi ha fatto un gran che calcolando che nella casa dove vivo con la mia compagna non ho una bella situazione oltre che al pensiero del lavoro perchè sono disoccupato dal febbraio scorso. Volevo sapere come e cosa posso fare perchè sia io che amici e famigliari non mi riconoscono piu e io sento un non star bene interiore susseguito da attacci di ansia anche per fare la minima cosa. Vorrei qualche suggerimento o consiglio vi ringrazio per il tempo che mi dedicherete Davide.

21 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, sappia che la terapia consueta per i disturbi d'ansia / panico prevede una cura con i farmaci (approccio medico) ed una psicoterapia o sostegno (approccio psciologico). Spesso entrambi - se fatti in qualche modo - si rivelano inefficaci. Il farmaco, poi, spesso tende a nascondere il disturbo invece che affrontarlo. Il punto di vista medico/biochimico pretende che ogni disturbo sia causato da uno squilibrio di certi neurotrasmettitori. Ma non ci si chiede perchè?? Ristabilendo "dall'esterno" il tasso di serotonina, ad esempio, si ritiene che tutto vada a posto. Spesso la psicologia comportamentale va in una direzione analoga. La psicanalisi la prende molto per le lunghe. e così via... La mia esperienza - che ultimamente vede molti pazienti giovani con DAP - mi dice che è opportuno lavorare diversamente. Ascoltare i segnali del corpo. Prendere coscienza del corpo, del respiro (e modificarlo) e dei vissuti che ci sono connessi... Ecc. So che non le sono stato d'aiuto più di tanto, ma volevo fare un poco di chiarezza. Se vorrà potrà contattarmi. Auguri
Dott. Marcello Schmid

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Lodi

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Caro Davide, leggendo che stai già facendo un percorso di terapia con una psicologa, posso dirti che stai già intraprendendo la via giusta per far fronte a questi problemi. Direi che le tue sedute sono il luogo ed il tempo piùopportuno per tirare fuori anche i tuoi dubbi sull'effettiva "riuscita" di questo percorso. Se sono attacchi di panico, come tu li hai definiti, non occorre spegnere il campanello di allarme (il sintomo in sè), ma occorre darsi il tempo di esplorare e di capire perchè questo allarme è scattato, cosa è successo dentro di te, quale conflitto non stai affrontando apertamente (per cui è il tuo corpo a parlare invece che la mente) e come fare per far sì che l'allarme non scatti più, via via. Prosegui il tuo percorso di terapia.
Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Padova

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Caro Davide, mi sembra di capire che in questi due anni sono successe molte cose che hanno cambiato la sua vita: è diventato padre, le cose in casa non vanno bene, ha perso il lavoro.Mi colpisce il fatto che le difficiltà che sta attraversando arrivino proprio ora che la sua vita sta prendendo un forma o vorrebbe. Il mio consiglio è di proseguire il percorso con la sua psicologa, avendo cura di non pretendere da sè troppo e troppo in fretta.
Buon giorno Davide, il suo malessere mi sembra importante, lei sta proprio male da come si descrive.Credo che abbia bisogno di continuare il suo percorso psicologico, magari se necessario, supportato anche da una terapia farmacologica. C'è una bimba piccola, problemi di lavoro...insomma motivi per essere preoccupati ci sono, ma deve affrontarli e cercare di stare bene. Considerando i problemi economici, magari potrebbe essere utile avvalersi del servizio pubblico: un CPS potrebbe fare al caso suo. In bocca al lupo!
Caro Davide, la tua situazione appare molto seria e posso comprendere che il livello di sofferenza sia molto elevato. In effetti dalle informazioni che hai scritto, la tua vita ha subito una trasformazione a più livelli da circa due anni. Ognuno di noi necessità di tempo per poter affrontare cambiamenti e trasformazioni. Diventare padre, perdere il lavoro e iniziare una convivenza sono elementi che possono produrre delle situaizoni in cui ci si sente "sopraffatti", e in cui si sente di non avere la necessaria energia per affrontare anche le cose più quotidiane. Difficile poter dare un consiglio semplice e immediato per risolvere la situazione, per la quale occorrebbe avere del tempo a diosposizione e magari qualche incontro.( anche se la precedente esperienza con una psicologa non ti ha soddisfatto non è detto che sia sempre cosi). In attesa , eventualmente di poterci incontrare , ti direi di cercare di provare a non sovrapporre tutti i problemi ma cercare di affronarne uno alla volta. Un giorno alla volta. Organizzando la tua giornata in modo da assolvere ai doveri che comunque ti trovi a dover sostenere ma anche lasciandoti degli spazi di "sollievo", con attività che ti possono dare piacere e farti dimenticare, anche solo per un attimo , di te stesso. in questo senso l attività fisica è un eccellente aiuto ( nel caso a te piacesse). spero di poterti essere stato di aiuto e ti rinnovo l'invito a poterne parlare di persona. Buona giornata!
Sig. Davide, quante e quali sono le responsabilità che sta vivendo, in un clima familiare non proprio sereno, provi a valutare cosa esattamente sta pesando nella sua vita, per cui ha la sensazione di non farcela. Se ha già fatto un percorso con una Psicologa, ma non ha ottenuto risultati soddisfacenti, credo comunque che abbia bisogno di farsi aiutare. L'ansia e tutti i sintomim correlati che lei descrive, sono una reazione ad una condizione di disagio, di difficoltà che sta vivendo e che ad un certo punto ha cambiato la sua vita. Oltre a capire l'origine del malessere è altrettanto importante individ cosa mantiene il disagio e come uscirne.
Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Dott.ssa M. Piera Nicoletti

Pordenone

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Gentile utente, la perdita del lavoro e la condizione di disoccupato a fronte della nascita della sua bambina mi sembra un buon motivo per soffrire di attacchi di panico. La mancanza di lavoro e' in grado di toglierci ogni minimo riferimento, noi in quanto uomini cerchiamo la stabilita delle routine quotidiane che ci contengono e placano le nostre ansie e paure. Per giusta diventa anche difficile pensare di andare da un professionista a spendere soldi quando si e' disoccupati! Che dire si trova proprio tra l' incudine e il martello, pero' da una crisi si può sempre rilasile. Ha qualcuno nella sua famiglia con cui parlare e che la sostiene ? Ci sono amici fidati con cui ricaricarsi di energie ? Partecipa a qualche gruppo sociale, ricreativo ecc...?
Ora che hai ricosciuto di avere un problema come gli attacchi di panico hai fatto già un primo passo a questo ne devono seguire altri e nel tuo percorso ti può aiutare un terapeuta, sicuramente ce ne sono tanti dalle tue parti forse c'è anche un servizio pubblico presso la tua usl. Davide riprendi in mano la tua vita, chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza ma di profonda maturità!!
Buongiorno, insuoi sintomi sono tipicamente collegati alle situazioni ansiose ovvero ciò che prova è direttamente collegato alla sua ansia quotidiana. Controllare quest'ansia è un termine non corretto, dovremmo cercare di contenere l'ansia e soprattutto i condizionamenti che questa genera. Sarebbe opportuno sviluppare ed apprendere tecniche di rilassamento unite alle esposizioni alle situazioni che lei trova ansiogene nella sua giornata. Infine sarebbe opportuno individuare ciò che è importante nella sua vita, i suoi valori, e cercare di tradurli in azioni efficaci ovvero attività che possano contribuire al suo rilassamento. Distinti saluti
Caro Davide, così come appurato dagli esami medici il suo non è un disturbo fisico. L’ansia spesso, soprattutto quando è intensa si manifesta a livello somatico, è un ulteriore segnale del disagio d’animo. Per quanto ho compreso i suoi attacchi d’ansia sono insorti poco dopo la nascita di sua figlia e ad aggravare la situazione c’è la mancanza di lavoro. Il suo ruolo di padre di famiglia sembra essere in crisi. Sentirsi impotente accresce il suo disagio di inadeguatezza e le sue paure. Potrebbe rivolgersi ad un neurologo che potrebbe prescriverle farmaci che tengano sotto controllo i sintomi, e proseguire con un percorso psicoterapico presso l’asl di riferimento, per usufruire così di uno/a psicoterapeuta e di un prezzo contenuto.
Buongiorno, dato che gli attacchi di panico rispondono bene ad alcuni antidepressivi credo che sarebbe utile una valutazione da parte del medico psichiatra per impostare una cura farmacologica. Successivamente sarebbe opportuno affiancare anche un percorso psicologico di sostegno dato che la combinazione di questi elementi, la cura farmacologica ed il sostegno psicologico, danno i migliori risultati. La saluto molto cordialmente e rimango a sua disposizione.
Gentile ragazzo, certamente la sua situazione lavorativa e familiare non è la migliore per favorire una certa tranquillità. Infatti è normale che la mancanza di lavoro e il pensiero di dover mantenere una bimba di soli 18 mesi, in mancanza di altre fonti certe di reddito personale possa scatenare uno stato ansioso. In questi casi tuttavia cercare di recuperare un po' di calma e di lucidità è anche essenziale per trovare delle vie di uscita a questa difficile situazione e uno psicologo, magari con competenze anche del lavoro, dovrebbe aiutarla in questo. Inoltre lei potrebbe essere predisposto agli stati d'ansia per fattori risalenti a fasi precoci dello sviluppo e questi potrebbero essere corretti da uno psicologo psicoterapeuta. L'approccio psicoterapeutico Strategico Breve è molto efficace per i disturbi d'ansia, anche gli psicologi-coach o gli psicologi del lavoro dovrebbero poterla aiutare. Se non si è trovato bene con la precedente psicologa, le consiglio di cercare i professionisti citati.
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buongiorno Davide, gli ultimi due anni per te sono stati probabilmente molto stressanti perchè hanno comportato grandi cambiamenti e forse temi di non avere le risorse per gestire la tua nuova vita da "adulto". Le sensazioni che descrivi sono tipiche dell'attacco di panico. Quando percepisci questo campanello d'allarme inizia con una respirazione profonda, ti aiuterà a disinnescare lo schema disfunzionale di pericolo. Naturalmente questo non è sufficiente, sarebbe utile che imparassi delle tecniche cognitive comportamentali e di mindfulness specifiche per i disturbi d'ansia che ti aiutino a modificare i pensieri negativi disfunzionali e ad approcciarti alle difficoltà in un modo differente, solo così il livello d'ansia sarà molto più gestibile e i tuoi comportamenti più efficaci a raggiungere i tuoi obiettivi. Il percorso potrebbe non essere lungo, potrebbero essere sufficienti 8-10 sedute più una terapia farmacologica con un ansiolitico per poter lavorare meglio dal punto di vista psicologico. Un saluto
Salve Davide, quello che mi sento di dirti è di chiedere aiuto e sostegno per la tua difficoltà ad uno psicologo o uno psicoterapeuta della tua zona. Se vuoi puoi anche rivolgerti al consultorio della Asl che offre un servizio gratuito ed efficace. Buona fortuna e spero di esserti stata d'aiuto.
Caro Davide, sono spiacente che il tuo percorso con la psicologa sia stato deludente, mi sento di consigliarti per i sintomi di cui parli la terapia cognitivo- comportamentale, poichè è scientificamente risultata molto efficace per diminuire drasticamente i sintomi di cui parli. Probabilmente la situazione, con la perdita del lavorò, avrà peggiorato il tuo umore, questo andrebbe affrontato anche con una terapia farmacologica. So che è un momento difficile per te e per la tua famiglia, ma so anche con certezza, che i sintomi che riporti, non spariranno ignorandoli. Distinti saluti.
Davide, i sintomi da Lei descritti possono essere considerati per una diagnosi di 'disturbo da attacchi di panico'. Di solito questo disturbo riguarda il significato che il nostro inconscio dà agli eventi della nostra vita. Ogni persona interpreta in modo diverso un qualsiasi stressor esterno ed a seconda di questa peculiare e soggettiva interpretazione (per formazione personale: familiare -emotivo/affetiva - sociale)può emergere (o no) l'attacco di panico! Ci sono persone più vulnerabili sotto il profilo psicologico in cui é più facile che gli stati di ansia non adattivi possano tramutarsi in attacchi di panico. Ad esempio nel Suo caso io non ritengo sia casuale che i Suoi disturbi siano iniziati circa 1 anno (anno e 1/2) dopo la convivenza e la nascita di Sua figlia!! Davide, credo che per Lei l'approccio psicoterapeutico sia di valido supporto per la remissione del Suo disturbo. Lei riferisce di aver già seguito un percoso con una psicologa ma di non averne tratto vantaggio. Forse non era la terapia adatta per i Suoi disturbi. Le preciso che - nel Suo caso - la terapia più efficace é quella di tipo cognitivo-comportamentale ed in alcuni casi, all'inizio, insieme al terapeuta si può decidere anche una terapia farmacologica di appoggio per un breve periodo. Infine in considerazione dell'attuale problematiche economiche da Lei evidenziate Le consiglio di chiedere di poter effettuare psicoterapia nei Centri di Diagnosi e Cura esitenti presso gli Ospedali e per questo deve rivolgersi al Suo medico di Famiglia. Le faccio i miei auguri e a disposizione per altri chiarimenti La saluto cordialmente..
Caro Davide, la sua psicologa certamente non può cambiarle le condizioni di vita in cui si trova, nè sarebbe saggio pensare che possiamo stare meglio se il mondo che ci circonda diventa perfetto o corrispondente alle nostre esigenze. Il punto è proprio avere la forza di accettare ciò che non possiamo cambiare, il coraggio di cambiare ciò che possiamo e la saggezza di riconoscerne la differenza! Se lei soffre di attacchi di panico è forse perchè c'è qualcosa che lei non riconosce coscientemente che vuol essere ascoltato. La strategia migliore in questi casi è affrontare ciò che ci fa paura ed EVITARE DI EVITARE. Le auguro di stare meglio quanto prima.
Buongiorno Davide, il suo problema come è stato esposto è ben noto e NON ORIGINALE nella sua sintomatologia. Può trovare come risolverlo efficacemente ed in tempi brevi (tempo medio di trattamento fra la 7
Buongiorno Davide. Capisco come il momento che sta attraversando possa essere vissuto da lei e dalla sua famiglia con grande preoccupazione. Alle persone che si rivolgono a me per difficoltà simili alle sue sono solito spiegare come gli attacchi di panico siano la manifestazione di una emersione di aspetti della propria personalità e di emozioni provate verso sè stessi e verso gli altri, di cui spesso non si è consapevoli ma che tentano di irrompere nella notra vita. Si può provare a metterle a tacere con dei farmaci, ma questo pur alleviando il sintomo, non ne risolve la causa. La psicoterapia è la strada che personalmente utilizzo con i miei pazienti, alla ricerca di quelle parti vitali che possono spaventare, mandare in crisi, portare panico. Dispiace che il suo precedente percorso con una psicologa non l'abbia aiutato. Va precisato che per essere aiutati ci devono essere la volontà e la motivazione per affrontare quanto sopra detto, senza aspettarsi che lo psicologo risolva magicamente le difficoltà e i problemi. E' un percoso che si cotruisce assieme, trovando la fiducia reciproca, nel tempo. Le auguro una buona giornata.
Salve, descrive una situazione che sembra arrecarle molta sofferenza. Ha fatto bene a eseguire gli accertamenti medici, è il primo passo per appurare che il disagio sia di tipo psicologico e non dovuto a una compromissione fisica. Anche se questo non è il luogo e il mezzo adatto a definire una diagnosi, i sintomi che descrive richiamano alla mente un disagio di tipo ansioso-depressivo. Visto che la sintomatologia crea una compromissione delle attività quotidiane e della vita relazionale ha fatto bene a chiedere aiuto. Spesso questo è il passo più difficile e si tende ad aspettare che le cose peggiorino drasticamente. Riporta di aver intrapreso un percorso psicologico con scarso successo, ma non si deve scoraggiare. Le cause possono essere molte ma si possono affrontare. Non specifica se il trattamento era di tipo psicoterapeutico, quanto è durato ecc. perciò è difficile capire dova possa essere la falla e come tamponarla. Le consiglio di intraprendere un percorso di tipo psicoterapeutico. A differenza dello psicologo la cui pertinenza è di adoperarsi per promuovere il benessere psicologico, lo psicoterapeuta interviene sul trattamento delle psicopatologie. Se è uno psicoterapeuta e se si è trovato bene col precede professionista può provare a continuare il trattamento con lo stesso, altrimenti valuti altre possibilità. Qui può trovare alcune informazioni sull'ansia e il suo trattamento ad orientamento cognitivo-comportamentale: http://psicologovarese.wordpress.com/la-terapia-cognitivo-comportamentale/psicoterapia-dei-disturbi-dansia/ A presto
Caro Davide, la sua situazione mi ha colpito molto. Lei è molto giovane con una una figlia di 18 mesi e una famiglia, in più da quasi un anno non ha lavoro. Spesso i sintomi di cui parla compaiono proprio in relazione a situazioni di cambiamento. Avere una figlia e una famiglia soprattutto a 24 anni è un cambiamento della propria vita, del proprio ruolo, delle proprie abitudini. Credo che tutto quello che descrive sia effettivamente da considerare e elaborare in una buona psicoterapia come sta facendo. I risultati certo non si vedono subito, bisogna avere un pò di pazienza e costanza. Da quanto tempo sta andando in terapia? che tipo di terapia sta affrontando? si dia un pò di tempo. Se i sintomi sono molto forti le consiglio, se non lo ha già fatto, di consultare anche uno psichiatra che potrebbe prescriverle qualche blanda terapia di supporto. Mi aggiorni sulla situazione se le va. Saluti.