Pianto da ansia e insicurezza o vizio per attirare attenzione?

Rita

Salve sono la mamma di un bambino di 5 anni, premetto che il bambino è molto molto attaccato a me. Ogni mattina piange che non vuole andare a scuola. Dice che piange perché li manco. Poi mi dice che ha paura di sbagliare le schede difficili. Arriviamo all'ora di cena che va in crisi, mi chiede se all'indomani lo lascio a casa e se ci sono schede difficili da fare a scuola che ha paura di sbagliare. Stessa cosa per andare a calcio ....piange che non vuole andare. E molto chiuso non esulta se segna con gli altri compagni ma corre da me per un bacio...e poi torna a giocare. Poi mi chiede se sta per finire l'allenamento venti volte. E piange... poi riparte e sembra anche tranquillo e che si diverta...però deve sempre piangere. Poi magari si avvicina e mi chiede: e se non faccio goal? Io: Amore mio non fa niente vai corri e divertiti! Riparte a giocare ma non è mai convinto.
Io cerco di rassicurarlo di non piangere...ma la situazione non cambia anzi tra quarantena e chiusure scuola mi sa che la situazione è anche peggiorata. Ho provato a mandarlo con i Nonni a scuola e a calcio ma lui vuole mamma e la situazione non cambia....e se non piange diventa triste.
Avvolte di mattina lo preparo e come mi giro per prendere la borsa lo trovo rannicchiato in un angolo triste. Passiamo del tempo anche a parlare del perché piange di non farlo che la scuola è bella che il calcio è bello....che i bambini devono essere felici....ma niente non c'è storia piange sempre. Quando siamo a casa mi chiama ogni tanto e
mi dice: mamma sono triste. Con la faccia triste.
Ed io: perché sei triste?
Lui: Perche tu oggi mi hai fatto poche coccole.
Li faccio le coccole e riparte felice e contento.
Li ho chiesto di scegliere un altro sport, ma no... vuole solo andare a calcio. Non so cosa fare devo chiedere aiuto ad uno psicologo o sarà allo una fase transitoria lunga. Non riesco a capire se sia un abitudine per attirare attenzione...ma aiutatemi perché avvolte penso di sbagliare anch'io come mamma ma non capisco dove.
Grazie mille.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile mamma,

da come scrive sembrerebbe proprio che il suo bimbo vive male la separazione da lei.

Quando lo saluta cosa fa? C'è una routine specifica? Lei a livello emotivo come si sente?

All'età dei 4-5 anni può essere presente questo "innamoramento" verso la propria mamma. E' successo o cambiato qualcosa inoltre in famiglia? Nuovo lavoro o nuovi orari, una malattia, ecc.?

Si potrebbe provare con dei giochi che gli piacciono. Quando lo vede immerso nel gioco, provi ad alzarsi e allontanarsi da lui qualche centimetro, dopo un po' provi ancora di più qualche metro, senza mai smettere di parlargli, in modo che si renda conto che lei è li. Coi giorni potrebbe provare fare la stessa cosa a casa dei nonni e poi provare a salutarlo.

Se le difficoltà persistono le consiglio di valutare un supporto alla genitorialità per essere voi accolti, ascoltati e aiutati anche dopo aver conosciuta la storia di vita e di sviluppo di vostro figlio a gestire l'affetto e il distacco dalla figura di attaccamento come la madre.

Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Le auguro di trovare presto una soluzione al suo problema.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia e online

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

La Dott.ssa Federica Ciocca offre supporto psicologico anche online

Gentile Rita, la situazione sicuramente può migliorare tramite un percorso per voi genitori. Non mi è chiaro se il papà ci sia, ma nel caso andrebbe coinvolto, con te, in un percorso genitoriale. 

Sembra, ma è opportuno fare colloqui e osservazioni, che il tipo di legame tra te e il bambino sia in parte buono, di fiducia, in parte eccessivo, con insicurezze che emergono con pianto, con domande ecc.. È opportuno lavorare per capire come muovere i fili di questa relazione bellissima tra madre e figlio, rendendo al bambino la bellezza dell'esplorare e dell'allontanarsi da te, e a te, la certezza di essere una buona madre anche quando lo lascerai andare. 

Spesso infatti ci sono dei messaggi quasi inconsapevoli che si danno ai figli, che sono messaggi bloccanti, molto invischiati e vincolanti. 

Sarà necessario lavorare su tutto questo. Consiglio un percorso sistemico relazionale.

Un saluto

Gentile Rita, la situazione sicuramente può migliorare tramite un percorso per voi genitori. Non mi è chiaro se il papà ci sia, ma nel caso andrebbe coinvolto, con te, in un percorso genitoriale. 

Sembra, ma è opportuno fare colloqui e osservazioni, che il tipo di legame tra te e il bambino sia in parte buono, di fiducia, in parte eccessivo, con insicurezze che emergono con pianto, con domande ecc.. È opportuno lavorare per capire come muovere i fili di questa relazione bellissima tra madre e figlio, rendendo al bambino la bellezza dell'esplorare e dell'allontanarsi da te, e a te, la certezza di essere una buona madre anche quando lo lascerai andare. 

Spesso infatti ci sono dei messaggi quasi inconsapevoli che si danno ai figli, che sono messaggi bloccanti, molto invischiati e vincolanti. 

Sarà necessario lavorare su tutto questo. Consiglio un percorso sistemico relazionale.

Un saluto

Gentile Rita,

credo che suo figlio abbia un particolare  bisogno di essere incoraggiato e di ricevere conferme. In nessun modo lo vedrei come un vizio o un capriccio, solo una grande sensibilità. È molto bella e utile questa cosa del tempo passato a parlare insieme. Potrebbe essere utile a questo proposito stare con lui anche nella tristezza, confortarlo sul fatto che vada bene essere tristi ogni tanto, che a tutti capita di esserlo, anche agli adulti, e che anche i bambini possono sentirsi tristi. Questa condivisione potrebbe rassicurarlo e aiutarlo poi a capire i motivi della sua tristezza ed esternarli.

Cordiali saluti 

Dottoressa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Bergamo

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