Sono preso da un forte senso di solitudine e vuoto e vorrei capire come smettere

Daniele

Salve, sono un ragazzo di 24 anni e sarà la prima volta che scrivo come mi sento, da un po' di anni ho dei momenti in cui un forte senso di solitudine e vuoto mi investe. all'inizio era lieve e non frequente ma andando avanti con gli anni aumentava l'intensità e le volte, penso che siano iniziati 3 anni fa. in quei momenti mi sento solo, ad oggi non ho amici o nessun altro con cui parlo, solo la mia famiglia, e quando guardo il telefono su WhatsApp ad esempio o Instagram questa sensazione di solitudine si fa forte e mi viene da piangere e strillare. so che sui social tende tutto a essere idealizzato ecc ma non posso fare a meno di sentirmi triste e di invidiare gli altri. io vorrei provare a fare amicizia ma quando mi ritrovo con altri mi blocco e vorrei ritornare a casa a giocare ai videogiochi o leggere. ho paura di parlare e di dire le cose sbagliate, o strane, tendo a fantasticare sul tipo di amicizia che ho ha immaginare e forse questo potrebbe influenzarmi non lo so, passo troppo tempo a immaginarmi di vivere che di vivere veramente. sento anche un vuoto dentro, che non riesco a descrivere, non so cosa fare mi sento perso, mi sono laureato a marzo e ho paura di non trovare lavoro nel campo che voglio, domani presento il progetto per un dottorato ma sono sicuro di non farcela. vorrei solo capire come smettere di provare questo o almeno di diminuire un po queste sensazioni perche mi fanno male anche grazie per l'attenzione

9 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Daniele, grazie per aver scelto di condividere per la prima volta come si sente.

Questa sensazione di solitudine è più frequente di quanto si pensi e la possibilità di risalita esiste, sarebbe utile per lei esplorare le origini di questo vissuto e di questo senso di inefficacia pervasiva che la paralizza nelle amicizie e che la fa sentire inadeguato nel mondo del lavoro.

La inviterei  a cercare un confronto e ad iniziare un percorso di supporto.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento,

Un saluto

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Roma

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Gentile Daniele,  grazie per aver condiviso qui cosa stai vivendo.

Capisco quanto possa essere doloroso sentirsi soli e avere la sensazione di vuoto, soprattutto quando sembra che i momenti difficili arrivino sempre più spesso e con maggiore intensità. È umano temere di dire le cose sbagliate o di non riuscire a stare al passo con gli altri, e il fatto che tu sia consapevole di questi meccanismi è già un segnale di attenzione e possibilità di comprenderti meglio.

Mi dispiace che tu stia vivendo questa incertezza riguardo al lavoro e al futuro accademico. Percepire l'ansia legata a progetti, colloqui o possibilità non significa non "essere capace": significa solo che stai attraversando una fase di intensa pressione.

E' importante che tu sappia che non sei solo in questo. Anche se ora sembra che la solitudine sia l’unico accompagnamento, hai già identificato punti chiave della tua esperienza (vuoto, malinconia, confronti con gli altri sui social, timore di parlare). Questi segnali meritano attenzione e possono indicare che stai vivendo qualcosa che vale la pena esplorare in uno spazio di ascolto sicuro.

Sono disponibile per un eventuale incontro e supporto psicologico (sono di Vc).

Un caro saluto

Dott.ssa Chiara Lorenzetti

Dott.ssa Chiara Lorenzetti

Vercelli

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Daniele, non c'è da smettere di provare questi sentimenti. Sono li per un motivo. 

Quello che si può fare è imparare ad ascoltare cosa ha da dirti questo senso di solitudine e vuoto. 

L'invito che ti faccio e che faccio ai miei pazienti è quello di Smettere sì, ma smettere di non volere questi sentimenti evitandoli e iniziare a starci insieme e ascoltarli veramente. 

Solo così da questi spiacevoli sintomi possiamo trovare l'energia e la direzione della cosa giusta da fare e trovare un nuovo benessere. 

Se sei interessato a conoscermi meglio sentiamoci per telefono o fissa un'appuntamento.

Ti invito anche ad un seminario esperienziale gratuito che tengo Domenica 14 dove ci sarà possibilità di aprirsi e lavorare in gruppo sui propri blocchi, molto potente. 

Dott. Matteo 

Dott. Matteo Cornacchini

Dott. Matteo Cornacchini

Padova

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Ciao Daniele, grazie per aver trovato il coraggio di scrivere tutto questo: non è affatto facile dare voce a un dolore così profondo e al senso di vuoto che descrivi. Dal tuo messaggio traspare chiaramente quanto tu stia soffrendo e quanto desideri trovare un modo per stare meglio. Quello che racconti tocca tanti aspetti diversi della vita: la solitudine, la paura del giudizio, il confronto con gli altri, il futuro incerto. Non sei l’unico a provare queste sensazioni, anche se in certi momenti può sembrare di essere completamente soli.         Quel senso di solitudine e vuoto non va negato o scacciato a forza: più cerchiamo di “non sentirlo”, più si fa presente. Può essere utile iniziare a guardarlo come un segnale, non come un nemico: ti sta dicendo che hai un bisogno forte di connessione e significato.                 Hai già colto bene che i social amplificano il confronto e la sensazione di essere “indietro” rispetto agli altri. Non serve eliminarli per forza, ma puoi provare a:

  • limitare i momenti della giornata in cui li apri,

  • scegliere contenuti che ti ispirano invece di quelli che ti fanno sentire inadeguato,

  • ricordarti che dietro le foto non c’è quasi mai tutta la verità.

È comprensibile che nei rapporti ti senta bloccato e con paura di dire “le cose sbagliate”. Un passo utile può essere spostare il focus: non pensare a come vieni giudicato, ma a essere curioso dell’altro.
Puoi iniziare da piccoli contesti che hanno un interesse in comune con te (un gruppo di lettura, un’associazione, un corso, magari anche online): avere una base condivisa rende più facile rompere il ghiaccio.

Immaginare è una risorsa — ti fa sognare e ti dà visioni — ma se resta solo nella testa rischia di diventare un rifugio che aumenta il senso di distanza dalla realtà. Puoi provare a trasformare una delle tue fantasie in una piccola azione concreta, anche minuscola, nella tua giornata. Ad esempio: se immagini un’amicizia fatta di chiacchiere leggere, prova a mandare un messaggio breve a un conoscente o a un parente, giusto per condividere qualcosa.

Il vuoto che descrivi, così intenso da farti piangere o urlare, merita attenzione seria e non devi portarlo da solo. Parlare con uno psicolofo/a potrebbe aiutarti a capire da dove nasce questa sensazione e a costruire strumenti per affrontarla.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Scusami per il 'tu' ma sei molto giovane....penso tu subisca grave insicurezza e carenza di investimento nei vari ambiti esistenziali...problematiche ben affrontabili in un percorso di psicoterapia. 
Ti consiglio comunque di leggere il mio libro: 'faccio di tutto per stare peggio' Gaetano Tizza, dove troverà argomenti attinenti ed un capitolo dedicato alla frustrazione esistenziale...buona vita 

Dott. Gaetano Tizza

Dott. Gaetano Tizza

Ragusa

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Caro Daniele,

hai detto molte cose in poche righe. Personalmente mi ha colpito molto l'incipit del tuo messaggio. E allora, ti faccio una domanda: cosa hai provato nello scrivere per la prima volta come ti senti? Cosa hai sentito? Ci hai fatto caso?

Mi sembra che tu riesca a dirigere il tuo sguardo al tuo mondo emotivo, perché sei in grado di nominare diverse sensazioni.

Mi arriva forte e chiaro il desiderio di vivere delle relazioni in modo significativo e il peso della paura di non farcela. 

Buona parte di un percorso psicologico consiste proprio nel dare voce a ciò che senti. Forse potrebbe essere un buon punto di partenza. Che ne pensi?

Un caro saluto.

Dott. Paolo Ferrari

Dott. Paolo Ferrari

Como

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● Daniele, hai 24 anni e tanto spazio avanti a te. Sembra, solo, che tu non sappia dove e come mettere i piedi per i tuoi passi.

● Sentirsi solo, oggi, nell’era del distacco informatico è molto più comune di quanto tu possa immaginare. Uscirne, però, si può. Hai, forse, bisogno di tanta concretezza e “cose da toccare”. Prova ad uscire dal tuo ambito di distacco ed immergerti nella realtà quotidiana. Concreta, viva, con pro e contro.

● Tu ti senti “sbagliato” come potrebbero sentirsi “sbagliati” numerosi che hai davanti agli occhi me che, interpreti, come “migliori di te”.

📌 Ti propongo un esercizio pratico: scrivi su un foglio tutte le cose positive che hai “in tasca” ma non iniziare dicendo …”non ne ho”. A volte, basta iniziare da una per trovare lo spunto. Ovviamente non è necessario, come primo esercizio, scrivere le cose negative, su quello sei già “allenato” e ne scriveresti decine “incartandoti” ulteriormente…

📌 Poi, prendi forza e contatta un Professionista di tua fiducia. Sei “nel fango” e, da solo, non ce la puoi fare, semplicemente perché non sembri più in grado di trovare dove “appigliarti”. Un Professionista bravo ti supporterà con mota più facilità e pertinenza.

● PS: del Dottorato parlane con il tuo professionista perché, forse, esserne escluso potrebbe essere un regalo piuttosto che un fallimento.

💡 Non mollare!

Falino Fabio

Dott. Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Milano

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Buongiorno Daniele

Mi spiace molto per la sofferenza che sta provando .

Ritengo che in questo momento lei ha fatto un passo molto importante e significativo nel riuscire ad aprirsi e a parlare di sé. Questo dimostra che dentro di sé la voglia di aprirsi alle relazioni è forte e profonda.

Le sarebbe utile confrontarsi con uno specialista per poter comprendere le.cause e le paure che la portano a questo isolamento sociale per poter poi investigare insieme le modalità più opportune per superare questo circolo vizioso emotivo che le impedisce di raggiungere la serenità sperata .

Sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento e se lo desiderasse anche per intraprendere un percorso di sostegno psicologico con sedute online. 

Cordiali saluti

Dott.ssa Tricarico Valentina 

Dott.ssa Valentina Tricarico

Dott.ssa Valentina Tricarico

Genova

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Buongiorno Daniele io credo che il vuoto e la solitudine che descrivi non sono solo un sentimento, ma un vero e proprio dolore che va riconosciuto e accolto. È un dolore autentico e legittimo, e il coraggio che hai avuto nello scriverne è il primo passo verso la sua guarigione. Le sensazioni che provi, quel senso di solitudine e vuoto, il desiderio di piangere, non sono un capriccio, ma la tua anima che cerca di comunicare un bisogno profondo: il bisogno di connessione con gli altri. Non hai bisogno di vergognarti di questo, ma di accettare che c'è una parte di te che non è ancora stata nutrita. Quando dici "passo troppo tempo a immaginarmi di vivere che di vivere veramente" stai descrivendo il conflitto tra il tuo desiderio di aprirti e la paura che ti blocca. È una paura che ti protegge, ma che allo stesso tempo ti tiene isolato. È un muro che ti impedisce di uscire dal tuo spazio sicuro e di vivere appieno. Il primo passo per "diminuire" queste sensazioni è proprio questo: riconoscere e accettare che esistono. Non sei solo in questa lotta, e il fatto che tu abbia scritto è la prova che una parte di te desidera ardentemente un cambiamento. 

In base a quello che mi hai raccontato, con la massima delicatezza e sensibilità, mi sento di dirti che non devi affrontare tutto questo da solo. A volte, i pesi che portiamo sono troppo grandi per essere gestiti in autonomia, e chiedere aiuto è il gesto più grande di coraggio e amore verso sé stessi. Un professionista può aiutarti a sciogliere quel nodo e a trovare gli strumenti per superare questo momento, senza smettere di essere te stesso, ma in una nuova forma, più forte e più serena. Un caro saluto 

Dott.ssa Barbara Ponzinibio

Dott.ssa Barbara Ponzinibio

Forlì-Cesena

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