Un anno fa ho avuto un attacco di panico particolare

Andrea

Salve Sinceramente non sapevo se catalogare la mia domanda in Ansia, attacchi di panico,depressione o una vera causa fisica che mi ha portato in questo stato. Un anno fa ho avuto un attacco di panico particolare, particolare perchè mi scende un botto la pressione piu che darmi tachicardia e devo stare sdraiato con la gambe alzate per un po per riprendermi. Dopo quell' episodio diagnosticato al pronto soccorso come stato febbrile ansioso(perche avevo un 37,2 di febbre..) ho avuto piccole ricadute di abbassamenti forti di pressione con anche tachicardia a volte ogni mattina mentre lavoravo e dovevo smettere. Tutto questo nel tempo si è trasformato in nausea e problemi sempre diversi all apparato gastrodigerente ma mai diagnosticati come malattia.. Cosi infatti la mia dottoressa mi ha consigliato uno psicologo. Per via del lavoro e altro non ho fatto piu di 6 sedute in 6 mesi, ammetto però che con il tempo sono riuscito ad andare al lavoro e contenere le crisi, forse perche piu deboli forse perche non sono abituato.. AL giorno d'oggi ne soffro ancora ma va a momenti, episodi di ricadute dove la pressione si abbassa un botto, episodi di periodi di nausea altri di emorroidi o diarrea, e a volte non dormo fino alla mattina. Ho notato che piu mi tengo impegnato con cose che mi prendono e piacciono meno sento questo disagio ,piu sto fermo,faccio cose noiose o mi perdo a remuginare in me stesso piu le sento forti.. COn lo psicologo dove dovrei cominciare ad andare seriamente, ho lavorato sul trovare il problema o i problemi che mi hanno portato a questo,e che ancora mi sono oscuri. La mia domanda è essenzialmente quello che ho scritto all inizio, non so quale sia la mia patologia... Lavorando molto con me stesso e non trovando risposte fino ad ora, mi viene anke la paura che specialmente gli episodi dove la pressione mi si abbassa a livelli 60/30 sia dovuta a qualche problema vero e che la paura mi abbia portato anche all'ansia.. Oppure sbaglio ed è un problema comune per quanto riguarda gli attacchi di panico?

17 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Andrea, 

lavoro da anni con pesone che soffrono di attacchi di panico essendo consulente Lidap (lidap.it) e posso dirle che sicuramente i sintomi che lei riporta possono essere ricondotti all'ansia: lo testimonia anche il fatto che un brevissimo lavoro psicologico le ha permesso di controllare un po' meglio la situazione e poi se è interessato a quello che fa il disagio diminuisce...  

però...

1.  bisogna poter stare bene anche senza far niente, lasciando la mente libera di vagare su cose piacevoli e non ritrovarsi a rimuginare pensieri ansiogeni.

2. non sono un medico, ma la PA a 60/30 mi pare comunque un po' bassa - bisognerebbe vedere com'è quando sta bene - e tenere conto della circolarità fra ansia e abbassamento della pressione anche nella gestione delle emozioni E' possibile anche che, spaventato, abbassi la pressione in un processo che esiste anche negli animali in caso di grave pericolo e si chiama "freezing" e ha lo scopo di ridurre la percezione del dolore.

Le consiglio di riprendere seriamente il lavoro con il suo psicologo (visto che oltretutto ne trae beneficio!)  

A ottobre la mia associazione organizzerà dei corsi sull'ansia e altre emozioni, se è interessato scriva una mail a info@buenvivir.it   per essere informato.

In bocca al lupo e non lasci passare tempo: l'ansia va ascoltata, capita e poi gestita.

Buongiorno Andrea,

se lei ha verificato di avere improvvisi sbalzi di pressione (lo ha verificato?), è possibile che la prima reazione ansiosa sia stata una reazione emotiva ad uno stato fisiologico che ha letto come un segnale di allarme e che le successive somatizzazioni (nausea, problemi gastrointestinali, insonnia) siano dovute ad un generale stato di disagio e allerme del suo organismo.

ora il punto, a mio avviso, è capire, se possibile (non tutto risulta chiaro, il corpo è un sistema complesso) da cosa dipendono gli sbalzi di pressione e se possono essere contenuti. E questa è una questione medica. Da un punto di vista psicologico sarebbe interessante capire perchè l'abbassamneto di pressione si è trasformato in un segnale di allarme che poi lei non è più riuscito a contenere (in una progressiva esacalation). E' un problema di controllo? la paura di perdere il controllo del corpo? e su questo si può certamente lavorare da un punto di vista psicologico.

Una cosa che mi sento di dirle è di rivalutare in termini positivi il "panico", perchè è una risposta fisiologica a una situazione di pericolo, o meglio ad una situazione percepita come pericolosa. Quindi comunque una competenza utile e tutelante per lei. I segnali di allarme non vanno ignorati, ma rispettati e ascoltati, questo vale anche per i sintomi. Distogliere l'attenzione dai segnali del corpo, evitarne l'ascolto, può produrre paradossalmente un incremento dei sintomi (come un bambino che deve urlare forte, per farsi ascoltare dalla mamma che non sente perchè ha chiuso la porta). Certo bisogna lavorare sulla qualità dell'ascolto, non parlo si un ascolto ossessivo, persecutorio, ma di un ascolto attento e benevolo.

Si prenda cura di sè, come un genitore attento e fiducioso.

Questo dal mio punto di vista il lavoro da fare. Quindi ottimo che lei abbia deciso di riprendere la terapia in modo costante.

Buongiorno Andrea,

 

escluse possibili cause organiche se lo vorrà potrà con coraggio e fiducia cercare di approfondire le sofferenze e le tensioni che portano il suo corpo a bloccarsi -ribellarsi- rendendole la vita così complicata. Il suo "stare fermo" la espone all'irruzione di pensieri ed emozioni difficilmente pensabili (perché dolorosi, non accettabili, ecc) che trovano sfogo nel suo corpo rendendolo teso, eccessivamente reattivo e stanco. Qualora lei voglia interrogarsi su tutto questo versante di vissuti interiori, al fine di capirsi meglio e stare meglio, le posso consigliare un percorso psicologico almeno inizialmente più intenso di quello già intrapreso. Il sottoscritto o qualunque altro psicologo di sua conoscenza possono aiutarla. Un caro saluto.

Salve, più che preoccuparsi di situare le problematiche descritte in ansia, attacchi di panico oppure ancora depressione, dovrebbe intraprendere una cura con regolarità. Svolgere 6 sedute in 6 mesi è evidentemente troppo poco.

Se le interessa sapere qualcosa di più sulle crisi di panico, mi permetto di consigliarle il mio libro "Senza confini. Considerazioni psicoanalitiche sulle crisi di panico" (Franco Angeli, Milano, 2007).

Io sono qua...

Buongiorno Andre

capisco lo stato di sofferenza e confusione che vivi e ti confermo che è una condizione comune a molte persone che hanno stati d'ansia. Anche la sintomatologia si innesta successivamente ad un episodio che potrebbe avere un'origine organica (anche temporanea di ipotensione) che resta come una sorta dio sindrome che accompagna lo stato ansioso. Il consiglio che posso darti è quello di non cercare la patologia di cui sei affetto, ovviamente dopo aver escluso patologie mediche sottostanti, ma di comprendere per quale motivo non riesco a raggiungere uno stato di benessere, se esistono conflitti inconsci o paure che mi ostacolano nel proseguire nel mio percorso evolutivo. Parti quindi dai tuoi desideri e bisogni e a canalizzare la tua energia per soddisfarli.

Spero di averti dato qualche spunto utile.

Dott. Umberto Garofalo

Dott. Umberto Garofalo

Monza e della Brianza

Il Dott. Umberto Garofalo offre supporto psicologico anche online

Caro Andrea, dalle informazioni che lei riporta sembrerebbe che gli esiti degli esami medici escludano una malattia di origine fisica. Come ha ben intuito rivolgendosi ad uno psicologo il suo malessere è di origine psicologica.

Il suo corpo le è "amico" e le sta dando segnali che la sua mente non ascolta.

Questa ricerca di una "etichetta" che definisca le difficoltà che sta vivendo penso non le sia d'aiuto. La classificazione di un disturbo piuttosto che un altro serve allo specialista per avere un quadro orientativo e scegliere la modalità più utile per aiutarla, non si accanisca sulla ricerca dell'etichetta giusta per sè, tutti noi siamo diversi e manifestiamo le nostre difficoltà e risorse con sfumature uniche e personali.

Un percorso psicologico per portarle dei benefici ha bisogno di un impegno costante, di una certa continuità e di una base di fiducia. La invito pertanto a proseguire per andare a fondo della questione e trovare le sue risposte. Se può esserle d'aiuto ricevo a Milano, anche il Sabato mattina. Un caro saluto e buon percorso,

Gentile Utente,

Guardi che 6 sedute sono molto poche per poter vedere gli effetti.

Ce ne vogliono molte di più e più ravvicinate. Almeno una ogni settimana. Poi bisogna vedere che tipo di psicoterapia ha fatto perché di forme psicoterapeutiche ce ne sono molte e l’una si differisce dall’altra per assunti teorici e per i diversi tipi di intervento curativo.

Che sia un problema di carattere psicologico mi pare che sia stato appurato dai medici con una certa fretta. Occorrerebbe che i medici svolgano accertamenti più specifici, perché le forme di ansia e di panico, di solito, non possono dare effetti così rilevanti sulla pressione, con sbalzi tanto grandi.

Però se i medici, specialisti compresi, accerteranno che non vi sono cause di tipo organico, allora la psicoterapia si dovrà fare più intensa e più approfondita.Ma che tipo di psicoterapia ha fatto? Lei non dà informazioni più particolareggiate per dare giudizi in merito e per intervenire con consigli su quello che potrà ancora fare.

Cordiali saluti ed auguri.

Carissimo Andrea,

gli episodi che tu descrivi non sono diagnosticabili come attacchi di panico. Come tu stesso chiarisci non hai tachicardia, ansia e terrore di morire o impazzire, piuttosto ti accade una sorta di black out per cui il tuo corpo "smette di funzionare", o quasi. Questo potrebbe rientrare nei disturbi psicosomatici e/o ansiosi, ma in senso generico, come disturbo da conversione ansiosa a livello somatico di problematiche psicologiche, che trova, nel tuo caso, sfogo in questa forma di somatizzazione.  Spesso non viene fatta una diagnosi chiara proprio perchè sarebbe riduttivo minimizzare il problema con una categorizzazione che poi sarebbe fine a se stessa. Se senti di non aver fatto abbastanza varrebbe la pena provare ad approfondire ulteriormente con esami medici più specifici la questione fisica, per escludere la presenza di eventuali patologie, anche se, da come descrivi il problema, sembrerebbe proprio correlato al livello di stress e allo stile di vita. Fossi in te continuerei in maniera più assidua e seria la terapia psicologia, puoi anche decidere di cambiare psicologo se non ti sei trovato bene con quello attuale, e cercherei di approfondire la questione della gestione del tuo tempo e del perchè laddove fermi "la macchina in continuo movimento" arrivi a cedere completamente a livello fisico, sfinendoti, forse per evitare dei pensieri difficili da gestire. La strada che hai intrapreso è quella giusta, non mollare! 

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Gentile Andrea, i disturbi psicosomatici che lamenta sembrano davvero essere modi in cui il suo corpo le comunica un disagio utilizzando un canale fisico e quindi ben visibile e facilmente percepibile, come alternativa ad una comunicazione emotiva che forse non riesce a trovare altra strada per esprimersi. Le sarebbe di grande aiuto una consultazione psicodiagnostica per capire innanzitutto di quale disturbo si tratta e per impostare di conseguenza un percorso psicoterapeutico mirato e specifico, che sarebbe però opportuno seguire con una cadenza più frequente in modo da renderlo maggiormente efficace. Se lo desidera rimango a sua disposizione. Un cordiale saluto,

Caro Andrea, il potere della nostra mente nel procurare effetti che ci sembrano ancora oggi sorprendenti e inspiegabili, è davvero grande. D’altra parte un sintomo che compare all’improvviso destando la nostra preoccupazione e mettendo alla ricerca di una soluzione è anche un evento positivo. Ci spinge appunto ad una ricerca, ad una interrogazione su noi stessi, interrogazione che può essere il primo passo per mettere in discussione qualcosa della nostra vita. E’ un segnale da non sottovalutare ma neanche di cui spaventarsi. Bisogna prenderlo come un’occasione appunto per interrogarsi, per rivedere qualcosa della nostra vita. Perché no? Perché non interrogarsi sotto la guida di un esperto dell’ascolto e dell’uso della parola? Uno psicologo è anzitutto questo : un esperto sì dei ‘meccanismi’ della ‘psiche’, se vogliamo dir così, ma anche ‘semplicemente’ qualcuno che, con una preparazione e una esperienza nel campo, ci ascolta e ci guida con domande precise e mirate in questa interrogazione su di noi. L’essere ascoltati e guidati in una sorta di ‘viaggio intorno a se stessi’, a ciò che ci muove, ci tocca, ci disturba anche, ma ci piace pure. E’ il viaggio più interessante che si possa fare. Davvero impagabile, se si trova la persona giusta con cui farlo. E certamente non può rimanere senza effetti, a partire da quelli che si sono prodotti nel corpo. D’altra parte c’è un criterio preciso per decidere del ‘funzionamento’ di una cura: se nell’arco di qualche settimana,si producono effetti, a cominciare proprio da quelli del corpo, vuol dire che qualcosa si è messo in moto… Gli attacchi di panico producono effetti incredibili sul corpo, non identici per tutti. Ho visto persone paralizzate dagli attacchi di panico, terrorizzate e convinte di essere prossime alla morte. Nessuno che non abbia risposto ‘positivamente’ cominciando a parlare, a parlare di sé. E’ veramente incredibile qual è il potere terapeutico della parola, quando viene ‘depositata’ in un luogo dove c’è un ‘soggetto supposto sapere’ che se ne occupa, che la custodisce, e la interroga con attenzione e sapienza. Si tratta solo di trovare la persona giusta… non scoraggiandosi se non la si scopre subito. Buona ricerca!

Gentile utente, a quanto pare i medici le hanno diagnosticato dei disturbi d'ansia e il fatto che se ha la mente impegnata sta meglio depone per essi. In ogni caso è bene che i medici, penso forse anche un cardiologo, escludano fattori organici. Quanto ai fattori psicologici che possono sottostare ai sintomi d'ansia o gastroenterici descritti, vanno ricercati assieme allo psicologo, e dovrebbe essere principalmente quest'ultimo ad individuarli, tramite anche un'analisi delle attuali condizioni di vita e della sua storia passata, anche remota. Le segnalo un mio articolo sugli attacchi di panico dove ci sono indicazioni sulla diagnosi e la psicoterapia http://www.psicologi-italia.it/psicologia/attacchi-di-panico/1254/attacchi-di-panico-cura.html cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buongiorno Andrea, Mi dispiace molto per il problema che l'affligge. Senz'altro riprendere il percorso psicologico le può servire, stabilire una frequenza di una volta al mese nel suo caso non mi sembra invece una buona idea. Molti colleghi me ne vorranno ma..se per lei è importante avere una diagnosi, un nome per il suo disturbo, chieda una vera e propria valutazione psicodiagnostica. Anche questa richiesta/necessita puo' rivelarsi un ottimo spazio di lavoro ed uno spunto terapeutico per lei ed il suo pdicologo/psicoterapeuta. Se vuole fare una chiacchierata può contattarmi al numero indicato. Saluti,

caro Andrea, l'unico modo oper escludere di avere qualche patologia organica è fare tutti gli esami clinici necessari. Se questo lo hai già fatto allora puoi orientarti decisamente verso una cura psicologica, perchè il tuo disturbo è di quella natura. In particolare si può trattare di un disturbo d'ansia con evidenti somatizzazioni. Come già altri colleghi ti hanno detto, ritengo non sia importante cercare di dare il nome preciso a questa forma di disagio che, come ho detto, rientra nei disturbi d'ansia. Naturalmente occorre motivazione e costanza per seguire una psicoterapia, senza le quali un trattamento del genere difficilmente può funzionare. Il che non significa che debba essere necessariamente un percorso lungo. Ho una certa esperienza nel trattamento dei disturbi d'ansia, e ti posso dire che conosco tecniche che possono eliminare anche in tempi ragionevolmente brevi(in molti casi ci sono riuscito con i miei pazienti)questi fastidiosi sintomi. Ricorda comunque che il nostro corpo a volte ci manda questi segnali per costringerci ad ascoltarci, quando siamo diventati troppo sordi a certi nostri bisogni, forse non così facili per noi da riconoscere. T'invito quindi a farti seguire con fiducia da un terapeuta esperto in questo campo. Se vuoi una consulenza io lavoro nell'hinterland milanese. Auguri!

“Ansia, attacchi di panico, depressione o una vera causa fisica“... gentile Andrea, potrà trovare una risposta alla sua domanda soltanto dopo aver completato tutte le indagini biochimiche e strumentali necessarie a escludere un problema di tipo organico. La sua dottoressa le ha consigliato il consulto di uno psicologo e l'inizio di una psicoterapia, ma ha fatto solo sei sedute. Per via del lavoro? Altro? Lei riesce a trovare del tempo da dedicare a se stesso? Scrive che riesce ad autoanalizzarsi, ma non ha trovato nulla che possa essere messo in relazione con i suoi disturbi, ma, vede, sottoporsi ad autoanalisi non è la stessa cosa che fare una psicoterapia, perché il dialogo che si fa con se stessi ha un limite: ci va vedere solo ciò che vogliamo vedere, cioè una piccola parte, quella più razionale e meno profonda della personalità. Ci fa accettare più o meno consapevolmente gli autoinganni e le pseudorazionalizzazioni che la persona fa a se stessa. E' necessario fermarsi per capire fino in fondo cosa sta succedendo e, se quei sintomi sono espressione di una qualche problematica psichica, capire qual è il segnale, il campanello d'allarme che la nostra psiche mette in atto per obbligarci a fermarci e magari orientare la vita in modo diverso. E' il suo caso?

Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

Roma

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Andrea,l'ansia e' un problema spesso legato a come si percepiscono le realtà' con le quali abbiamo tutti i giorni a che fare e a che tipo di ordine decidiamo di dare alle difficoltà' che ci si presentano. Potrebbe esserci un problema organico alla base e per questo e' importante fare le opportune analisi affinché' si faccia maggiore chiarezza a riguardo. Per quanto riguarda l' aspetto psicologico credo sia opportuno cominciare a seguire un percorso costante e continuativo dove il lavoro sui propri problemi sia accurato e non un po' all'acqua di rose. Ci sono tecniche precise per alleviare e sconfiggere gli attacchi di panico tuttavia una buona psicoterapia può' dare maggiori risultati soprattutto per quel che riguarda una percezione corretta dei propri stati emotivi non solo sul breve ma soprattutto sul lungo periodo. Se vuole ci possiamo sentire via telefono io sono a Milano una volta alla settimana. Distinti saluti.

Buongiorno Andrea, i disturbi d'ansia di cui sembra soffrire sono al giorno d'oggi molto diffusi e, giustamente, dopo i dovuti controlli su possibili cause organiche, il suo medico l'ha indirizzata ad uno psicologo. Forse, se leggo bene tra le righe, la sua domanda è PERCHE' questi disturbi siano insorti e se davvero si tratti di un problema non solo fisico. Credo che solamente quando riuscirà a instaurare con il suo terapeuta un rapporto più costante e basato sulla fiducia potrà davvero iniziare un percorso che la porterà a chiarire queste domande e soprattutto a stare meglio. Molti auguri

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Francesca Fontana offre supporto psicologico anche online

Caro Andrea, Non esistono problemi comuni. Ogni etichetta nasconde sempre una persona con la sua storia. La nostra scelta è quella di occuparci o meno di dare lo spazio dovuto a questa storia. Cordialmente,