Come capisco se lui è troppo violento?

Gilda

Sono una ragazza di 26 anni sto col mio ragazzo da cinque,
Abbiamo sempre litigato molto, siamo due persone molto testarde, sempre alzando la voce e facendo pace subito dopo.
L'anno scorso durante una discussione lui era molto arrabbiato ed è capitato che mi ha alzato le mani, nulla di grave, qualche pugno nel giro di una settimana i lividi erano spariti lui mi ha chiesto ripetutamente scusa e non ne abbiamo più parlato.
Questa settimana abbiamo avuto due brutte discussioni, la prima delle due ho alzato io le mani per prima dandogli un pizzico sul braccio, lui ha reagito sbattendomi con la testa nella porta della macchina e poi mi ha strangolato per qualche minuto, anche questa volta mi ha chiesto scusa ha pianto dicendo che era stata una risposta naturale vedendosi aggredito da me, anche questa volta non mi ha fatto nulla di grave ho avuto il livido al collo per qualche giorno, la seconda volta è avvenuta oggi durante una discussione, quando ho alzato la voce lui ha reagito con un pugno alla gola e due pugni allo stomaco, con molta rabbia, non ho segni evidenti stavolta ma il dolore è molto forte.
Vengo da una famiglia in cui durante le discussioni è normale alzare le mani, mio padre l'ha sempre fatto con me (non mi ha mai picchiato fino a farmi star male ma lo schiaffo, il pugno, il calcio..si) perciò non riesco a capire se sia normale che il mio ragazzo reagisca così durante una discussione?
Mi chiede scusa, piange si sente mortificato e dice che è un istinto naturale perché si sente aggredito da me, quindi è colpa mia?

3 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Gilda,

descrivi una tipica situazione di violenza. E' comprensibile che il fatto che per te sia un comportamento familiare ti andi in confusione al punto da non capire quale limite non debba essere superato.

Lui si scusa, ma poi lo rifà. Ti da la colpa e lo rifà. In qualunque circostanza e davanti a qualsiasi situazione, nessuno è autorizzato o giustificato nel picchiare, malmenare, tirare pugni ad un altro individuo, a meno che non si tratti di una lotta per la sopravvivenza! Se son lui la violenza si è presentata già più volte, vuol dire che è stato così e continuerà ad essere così, a meno che lui non lo riconosca e si faccia aiutare. Cosa poco probabile in base a quanto dici, al momento. Ma la cosa più importante ora è che tu chieda auito. Parlane ad una persona di cui ti fidi intanto, cerca supporto e il modo di uscirne.

Di pari passo, affidarti ad un esperto ti aiuterà a capire molte più cose di te stessa e di certe dinamiche, e ti renderà capace di difenderti da questo tipo di relazioni e ti supporterà in eventuali decisioni, qualunque esse siano, e nelle conseguenze che e deriveranno.

Resto a tua disposizione, sono esperta in violenza, abusi, dinamiche relazionali disfunzionali e problemi di coppia (ricevo anche online).

Spero tu riesca presto a vedere la realtà dei fatti, senza dubitare di te stessa!

Buona giornata,

Dr.ssa Annalisa Signorelli

Salve Gilda, la violenza ( fisica o verbale ) non è mai da sottovalutare e non va MAI GIUSTIFICATA.

Le reazioni che ha descritto da parte del suo ragazzo non sono reazioni normali, sono comportamenti di violenza cui segue un momentaneo senso di colpa da parte del suo fidanzato. Tuttavia è una modalità disfunzionale che può ripetersi più volte in modo ciclico. Le consiglio di prendere consapevolezza di tale aspetto e di non sottovalutarlo. Nonostante in una relazione delle problematiche, delle discussioni o reazioni verbali possano indurre nell'altro una reazione di rabbia, la reazione dell'altro non può e non deve mai essere un agito di violenza fisica. Se il suo ragazzo risponde ad una discussione con pugni o tentativi di strangolamento non deve sentirsi responsabile di questi comportamenti, non è colpa sua.

Capisco che non sia semplice comprendere questi aspetti e soprattutto accettare tale scenario specie se parliamo di una relazione che dura da diverso tempo, ma nell' AMORE non può esserci spazio per comportamenti di violenza.

La invito a riflettere su questi elementi ed eventualmente a richiedere un supporto.

Cordiali saluti 

Dottoressa Maria Anna Di Meo

Dott.ssa Maria Anna Di Meo

Dott.ssa Maria Anna Di Meo

La Dott.ssa Maria Anna Di Meo offre supporto psicologico anche online

Salve Gilda,

voglio innnzitutto dire una cosa: la violenza non è mai colpa di chi la subisce. Forse per lei, visto l'ambiente familiare in cui è cresciuta, nel quale certi atteggiamenti aggressivi e violenti erano accolti ed accettati come normali prassi educativa, ciò che accade con il suo compagno, quando ci sono delle discussioni, le appare nella norma. In fondo è un atteggiamento che ha sempre vissuto da piccola e, si sa, da piccoli la famiglia rappresenta tutto il mondo conosciuto.

Ora però si sta iniziando a porre qualche domanda, sta iniziando ad avere qualche dubbio. E ciò lo ritengo fondamentale. Significa che lei sta iniziando a capire che quella modalità di reazione, pur se "familiare" per lei, non è detto che sia normale e naturale. E non lo è. Qualsiasi situazione in cui viene meno il rispetto per sé e per l'altro è una situazione da evitare. Nonostante il suo compagno affermi che non dipende da lui, ma è una reazione che gli viene poiché si sente aggredito, ciò non giustifica la sua reazione aggressiva. La scelta di come reagire ad un nostro comportamento è dell'altro, non è propria.

Per cui, non si senta in colpa, piuttosto si senta responsabile verso se stessa e si chieda se, con il suo compagno, vuole ripetere una situazione relazionale che già conosce, o vuole vivere altro, dove anche vedute differenti e piccoli conflitti possano essere suparati con il dialogo e nel reciproco rispetto.

Buona giornata!