Devo magiare sempre non riesco più a controllarmi

Simona

BuonGiorno Ho 44 anni,ho subito gia' due interventi bariatrici per perdere peso,il bendaggio gastrico(fallimento totale)e a maggio 2013 ho fatto il bypass gastrico(non una passeggiata)pesavo 132 kg,ora ne peso 100.Il mio cevello è andato in tilt,devo magiare sempre,non riesco più a controllarmi,il mio cervello mi dice in continuazione MANGIA MANGIA MANGIA e non riesco a fermarmi.Non so piu' che devo fare.Ho bisogno di aiuto

21 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Simona, 

Comprendo la difficoltà della sua situazione e accolgo il suo grido di aiuto. 

Se lo desidera può chiamarmi per fissare un appuntamento nel quale decidere un eventuale percorso di psicoterapia. 

I disturbi della sfera alimentare, così come sono chiamati in gergo, hanno la complessità di mischiare un automatismo compulsivo con significati simbolici sottesa alla patologia alimentare stessa (non solo il rapporto col cibo,  ma anche con la propria femminilità, la storia familiare, ecc ), quindi spesso richiedono una psicoterapia.

Cordialmente

Cara Simona, capisco benissimo la sua sofferenza di fronte al fallimento di tutti i suoi tentativi di risolvere il suo problema di peso. È normale sentirsi scoraggiati e fragili dopo avere speso tante energie. Nella sua lettera non c'è scritto se durante questo lungo percorso di interventi medici abbia avuto una preparazione e un supporto psicologico, molto importanti per poter poi reggere nel dopo - intervento. L'obesità, accanto alla sua evidenza fisica, ha dei correlati emotivi e psicologici che non possono e non devono essere trascurati durante un percorso di intervento sulla malattia. Le consiglio quindi di chiedere un aiuto terapeutico che possa supportarla non solo nel gestire nell'immediato questa sua sensazione di non controllo della fame ma che la possa accompagnare a ricercare e comprendere ed eventualmente modificare il suo rapporto con il cibo. Facilmente alla base dei disturbi dell'alimentazione troviamo dei grandi dolori e delle forti sofferenze, situazioni che sfuggono al nostro controllo: ecco che allora il cibo diventa un modo per riprendere questa sensazione di controllo sul proprio mondo e si inizia ad utilizzarlo in modo strumentale per lenire il dolore. Si rivolga con fiducia ad uno psicoterapeuta specializzato oppure si rivolga ad un ambulatorio che si occupa di disturbi dell'alimentazione. Se vuole può contattarmi senza alcun problema telefonicamente. Le auguro una buona ripresa. Cari saluti.

Dott.ssa Francesca Boracchi

Dott.ssa Francesca Boracchi

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Francesca Boracchi offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Simona, il suo è un problema ben noto e per nulla originale nello spettro dei problemi legati al cibo. Può contattare un terapeuta per intraprendere la soluzione al suo problema. Mi permetto di consigliare un terapeuta nella sua zona affiliato al Centro di Terapia Strategica di Arezzo dove (sul sito web) potrà documentarsi sull'efficacia della terapia. Poi, naturalmente, decida come riterrà più opportuno.

Cordialmente

Signora buongiorno, i disturbi dell'alimentazione sono molto spesso riconducibili a rapporti conflittuali in età adolescenziale. Nonostante gli interventi che lei ha effettuato, la sua difficoltà permane, e probabilmente è dovuta a cause riconducibili al suo inconscio e a come il suo equilibrio interiore sia alterato. Mi chiami, e fisseremo un incontro del tutto gratuito nel mio studio a Bergamo, nel quale potrò illustrarle la mia metodologia di intervento. Cordiali saluti

Gentile Simona,

il suggerimento che mi sento di darle è quello di non lasciare cadere la sofferenza che vive ma di darle spazio e ascolto. Un primo passo di richiesta di aiuto lo ha già fatto scrivendo queste righe; il secondo potrebbe essere quello di intraprendere un percorso psicologico.

 La mia proposta è quella di incontrarci per un primo colloquio gratuito conoscitivo ed informativo.

Qualora fosse interessata non esiti a contattarmi.

Dott.ssa Valentina Delfrati

Dott.ssa Valentina Delfrati

Milano

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Buongiorno Signora

per darle una risposta ci sarebbe bisogno di avere maggiori informazioni su di lei, la sua vita attuale e passata, come vive, cosa fa, lavora, ha famiglia, come sono i suoi rapporti interpersonali se ha altri interessi, ecc.

le consiglio un primo colloquio privato con uno/a psicologo . Non dice se ci è già andata o meno. Ritengo che un lavoro psicoterapeutico sia basilare per aiutarla a uscire dal suo problema, che pare cronicizzato e ostico a qualunque intervento di tipo "fisico". Quindi è probabile che la causa sia a monte, di tipo psichico appunto.

Se vuole contattarmi personalmente, io ricevo a Milano, la zona è a nord di Milano. in alternativa a Binasco , che pero' è raggiungibile in circa 40 minuti da Cinisello.

Mi scriva a: paolafedera@gmail.com Grazie, un cordiale saluto

Buonasera,

innanzitutto complimenti per essere riuscita a chiedere aiuto! Non è facile, soprattutto quando si cerca di avere "il controllo". Da quello che racconta credo che il cibo per lei rappresenti probabilmente una soluzione a difficoltà che vanno indagate,  per poi poter rinunciare a tale soluzione e capire quali possano essere dei "degni" sostituti che non le creino tanta sofferenza. Se è disposta, possiamo incontrarci per una consultazione. Può chiamarmi.Saluti!

 

 

Buongiorno,

riconoscere il bisogno di un aiuto è un primo passo importante. Oltre a parlarne con i medici che l'hanno seguita - al fine di occuparsi degli aspetti legati alla salute del suo corpo - credo possa esserle utile una consulenza nutrizionale affiancata ad un percorso psicologico mirato a meglio comprendere e superare il difficile rapporto con il cibo a cui ha accennato.

Un saluto.

Dott.ssa Annalisa De Filippo

Dott.ssa Annalisa De Filippo

Milano

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Buongiorno Simona,

da quello che scrive si evince molta sofferenza. Spesso il cibo viene investito di significati profondi, diventa veicolo di emozioni e pensieri inaccettabili, che possono essere controllati solo se "ingeriti", "introiettati", e poi digeriti e ripuliti simbolicamente della parte "sporca", facendo del nostro corpo un tramite significativo per svolgere tale funzione. Per capire se davvero ci sia una componente di questo tipo sottostante alla sua problematica le consiglio di rivolgersi ad uno specialista della sua zona e provare la strada della consulenza e del sostengo psicologico. Spero di esserle stata d'aiuto.

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Gentile Simona, la problematica alimentare spesso è associata a difficoltà nella gestione delle emozioni, per questo, in fase di valutazione, prima di un intervento di chirurgia bariatrica, è necessario che il paziente venga valutato attraverso una serie di colloqui approfonditi, compreso quello con lo Psicologo. In questo senso, le consiglio di rivolgersi al Centro dove si è sottoposta agli interventi e di contattare lo Psicologo che l’ha seguita nell’iter pre e post intervento (generalmente, di prassi, si fissano 3 colloqui di controllo), per iniziare un percorso di supporto psicologico che possa aiutarla a gestire la nuova situazione. Mi metto a disposizione per eventuali, ulteriori chiarimenti Cordialmente

Allora l'ipotesi è che il problema che va risolto è la compulsione a mangiare e non tanto la riduzione del peso In sé. Quella è solo una conseguenza. Non ha mai provato ad affrontare una psicoterapia? Consigli on line possono offrirle un' idea ma il suo mi sembra un problema e che richiede un intervento serio Che addirittura,per essere assecondato, la porta a fare interventi e chirurgie

Salve in merito alla sua richiesta le consiglio di rivolgere ad un collega della sua città per iniziare una terapia privata, oppure di rivolgersi ad un centro per i disturbi alimentari nella sua città, dove potrà affrontare questo problema con un collega e cercare di trovare un modo per interrompere questi pensieri, esistono numerose tecniche cognitivo comportamentali per cambiare il proprio modo di pensare ed agire. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.

Buongiorno, senza dubbio potrà chiedere il sostegno presso le unità che si sono occupate di lei per le operazioni chirurgiche, le quali dovrebbero poterla indirizzare ad uno Psichiatra che potrà seguirla sia fornendole i farmaci necessari a superare la dipendenza da cibo, sia effettuando una consulenza terapeutica o suggerendole un collega Psicoterapeuta esperto in disturbi alimentari/dipendenze da cibo.

Trovo strano non sia stato previsto un passaggio dai suddetti professionisti prima, nel corso dell'operazione, e dopo la stessa, nel reparto che l'ha seguita per i bendaggi e il bypass gastrico (a meno che lei non abbia rifiutato la visite proposte).

Non è assolutamente possibile aiutarla attraverso le pagine di questo forum

Cordialmente

Dott.ssa Claudia Popolillo

Dott.ssa Claudia Popolillo

Lodi

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Cara Simona, spesso le tematiche relative al peso non sono solo di carattere fisico. Dietro al proprio peso c'è un significato profondo, che incontra in qualche modo la nostra storia. Dimagrire senza aver compreso che significato ha per noi questa "massa corporea", a livello psicologico e che funzione ha per la nostra vita, può porci di fronte ad insuccessi. Proprio quando la persona raggiunge il peso che avrebbe desiderato si scatena una parte "boicottante" che rovina il lavoro fatto. Le consiglio un percorso di psicoterapia per prendersi cura di questo aspetto e poter finalmente apprezzare la propria immagine di sè. Se vuole ricevo a Milano, zona Loreto Buenos Aires. Mi contatti pure. Un caro saluto

Gentile Simona, avendo pochi dati a disposizione e non conoscendo la sua storia clinica, possiamo qui' solo fare alcune considerazioni di carattere generale. Ha fatto due interventi chirurgici per perdere peso e, di recente, anche un bypass gastrico. Pesava 132 Kg. ora ne pesa 100. In qualche modo, un risultato c'è stato: ha perso 32 Kg. Il problema però è che non è riuscita a placare la fame, quello stimolo fastidioso e opprimente che la spinge a mangiare in continuazione è rimasto immutato, forse si è amplificato. Mi pare che ci sia un problema emotivo, psicologico una sua domanda interiore che non è stata minimamente presa in considerazione. O meglio, si è affrontato un problema anche e soprattutto psicologico, con una risposta di tipo medico, anzi, chirurgica. Il suo "cervello" la spinge a mangiare, ancora e ancora. Direi che è arrivato il momento di prendere in  considerazione cosa possa rappresentare per lei quella fame vorace, cosa indica. E' fame di cosa?  

Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

Roma

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Gentilissima Simona ho letto la sua lettera in cui ha omesso alcuni dati come la sua altezza e da quanto tempo è affetta da questo suo problema . Come Lei ha constatato i suoi interventi chirurgici non hanno risolto il suo disagio e allora Le consiglio di indagare anche a livello psicologico profondo. Ha anche omesso di dire se è sposata ,se ha figli e se la sua vita familiare e sentimentale è serena. So che a volte è difficile dire in pubblico le proprie difficoltà ma così facendo potrebbe facilitare chi può darle qualche suggerimento. Le patologie che riguardano il cibo oggi sono molto diffuse a causa della vita che si fa sempre più difficile e allora risulta semplice gratificarsi con ciò che è più a portata di mano e cioè il cibo.

Le sono profondamente vicina per le difficoltà che riguardano il superamento di questo grosso problema senza l'aiuto di qualcuno che possa comprendere la causa profonda del suo disagio. E' chiaro che la sua impellente voglia di mangiare in continuazione nasconde una profonda ansia che è sintomo di qualcosa di molto profondo che può essere chiarito, secondo il mio parere, con l'aiuto di uno psicoterapeuta a orientamento psicodinamico. Spero che queste mie righe Le possano essere di aiuto per indirizzarla a persone che possano aiutarla. Tantissimi auguri 

Buon giorno,

sono la dott.ssa Allodi mi occupo di disturbi del comportamento alimentare da oltre 10 anni ho lavorato all'ABA di Milano e già da tempo mi arrivano richieste da donne che hanno fatto interventi bariatrici. In ospedale c'è il colloquio dello psicologo prima dell'intervento, purtroppo però il Sistema Sanitario Nazionale nn prevede interventi di sostegno post operatorio e se il corpo risponde alla chirurgia, la mente purtroppo rimane "bulimica".

Le consiglio una psicoterapia, se vuole può contattarmi.

Cordiali saluti

Gentile signora, mi spiace molto che non abbia trovato sollievo al suo sintomo di "compulsione", come viene chiamato. Effettivamente le cure mediche e chirurgiche sono state un intervento di pronto soccorso necessario a tutelare minimamente la sua salute fisica, anche per ovviare a un'alterazione metabolica possibile. Immagino che sia in corso anche un trattamento psicofarmacologico. Le consigliere vivamente di intraprendere una psicoterapia di stile psicanalitico, perché può darsi che gli input che le avranno dato i colleghi psicologi di scuola cognitivo-comportamentale non siano stati sufficienti a orientare un comportamento di adattamento efficace. Nel caso della terapia psicanalitica si tratta di affrontare un percorso più mirato alle cause inconsce del suo malessere. Può consultarmi scrivendo a pietro.andujar@hotmail.it o cercando riferimenti sul sito "Inconscio e Civiltà" dove troverà i recapiti adeguati. Il mio studio è a Milano in zona metrò Gioia e a Monza in zona Villa Reale.

Cordiali saluti

Gent.ma Sig.ra,

Mi sembra di percepire una certa sofferenza e un forte disagio nella sua domanda. La ringrazio per averci scritto, non è sempre semplice chiedere aiuto e comprendere quando rivolgersi a un professionista di competenza. Il rapporto che ognuno di noi instaura con il cibo è unico e dipende da diversi variabili bio-psico-sociale e da dinamiche socio-culturale che si creano e consolidano durante la nostra vita e con le persone più significative della nostre esistenza. Il rapporto con l'alimentazione è molto complesso e può avere delle ripercussioni non soltanto sul proprio aspetto fisico e sulla propria condizione di salute ma anche sulla propria mente e sulla propria relazione con il mondo circostante. A volte non basta modificare il proprio aspetto fisico per migliorare il proprio rapporto con il cibo. La relazione che ognuno di noi ha con il cibo è complessa e articolata. Questa relazione è spesso determinata da diversi aspetti interconnessi tra di loro che necessitano di una presa in carico non soltanto a livello fisico (interventi) ma anche a livello psicologico. Forse iniziando un percorso di sostegno con uno psicologo potrà comprendere quali sono i meccanismi e le dinamiche che il cibo scaturiscono in lei, portando il suo cervello a voler compensare con il cibo "il mio cervello mi dice in continuazione MANGIA MANGIA MANGIA e non riesco a fermarmi" .

Spero esserle stata di aiuto, nella speranza che possa al più presto ritrovare un livello di benessere psicologico soddisfacente, la saluto cordialmente.

Gentile utente,

immagino abbia compreso che il suo problema non è il peso o il volume del suo corpo, ma quello che si nasconde dietro, i "pesi" emotivi che si porta dentro e che non sono stati mai elaborati.

Ha mai preso in considerazione l'idea di consultare uno psicoterapeuta? 

Un caro saluto

Dott.ssa Valentina Nappo

Dott.ssa Valentina Nappo

Napoli

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Buongiorno,  

il percorso che lei ha descritto è sicuramente molto faticoso ed il bisogno di aiuto che nasce da questa descrizione è molto forte ed intenso. Sicuramente la percezione di perdita di controllo e la difficoltà nella gestione alimentare potrebbe migliorare se si iniziasse un percorso per il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata. Nel caso fosse interessata a ricevere ulteriori informazioni in merito resto a sua completa disposizione. Cordialmente.