Non riesco a lasciare andare e mi sento in colpa per costringerlo a dimostrarmi

Giulia

Salve, ho avuto una frequentazione con questa persona, mia amica, per sette mesi. Iniziata con io scettica e lui che era presente e cercava in ogni modo di farmi capire che ci teneva a me. Lui uscito da una relazione da poco. Ha sempre avuto relazioni lunghe.
A un certo punto, quando la cosa stava diventando più seria, ha cominciato a essere più distante dicendo che aveva paura di una relazione. Che non si sentiva degno. Che non era capace di portare avanti una relazione. Io ho iniziato con pare di essere sbagliata: perché con le due precedenti ragazze era riuscito e con me no? Non sono così importante.
Lui diceva che non aveva mai provato qualcosa di così forte e che questa cosa gli metteva paura. Lui ha un passato difficile da piccolo, mai affrontato. E vive male il lavoro. Gli ho suggerito di andare da uno psicologo. Lui ha iniziato il percorso per risolvere sua bassa autostima, senso di inadeguatezza e un importante lutto quando era piccolo.
Vedendo che per lui era comunque difficile portare avanti il rapporto ci siamo lasciati. Abbiamo provato a essere amici ma è stato molto difficile. Da gennaio questo limbo di amicizia stava diventando per me difficile da gestire. Con lui che si riavvicinava quando mi allontanavo e si riallontanava quando ci riavvicinavamo.
Diceva che ero importante, che forse la sua era paura perché ero più grande, non sapeva cosa fare della sua vita, che non si sentiva di meritarmi perché io c’ero sempre e lui non riusciva a esserci. Che però ero importante. Però non volendo una relazione, che non era pronto per gestire una relazione, ho detto no.
Ho avuto un mese difficile a febbraio. Durante questo mese lui c’è stato, ma solo via messaggio. A me sembrava fosse bastato perché sapevo che era quello che riusciva a fare. Pensavo di essere riuscita a trovare un equilibrio. Ci sentivamo, aveva iniziato a farsi sentire anche lui come un tempo quando eravamo solo amici.
Recentemente ci siamo visti. In questo frangente ha detto che voleva andarsene perché comunque non aveva nulla che lo tratteneva qui. Non aveva una morosa, etc. Io ci sono rimasta male, sicuramente sbagliando. Gli ho detto che comunque lui non mi aveva mai considerata. Ha detto che non dovevo interpretare, che probabilmente certe cose non me le diceva. E che sapevo cosa prova per me.
Dopodiché si è allontanato di nuovo e io sono sbroccata perché mi sono sentita presa in giro per l’ennesima volta. Sbagliando gli ho detto che probabilmente a sto punto non sono mai stata importante. Che non sono vere tutte le cose che mi ha detto. Che mi ha presa in giro dicendomi che ero importante. Che non riuscivo più a gestire questo suo funzionamento.
Gli ho chiesto come mai non riuscisse a superare le paure. Come mai provasse ansia per vederci, anche se diceva di volere solo una amicizia. Mi ha detto che forse non sono così tanto importante da permettergli di superare certe sue paure. Che è l’unica cosa che gli veniva in mente ma non sapeva dare una risposta.
Io l’ho presa sul personale, come se tutte le cose che avevo pensato avesse finalmente il coraggio di dirle. Mi sono sentita presa in giro per le volte in cui diceva che quello che provava per me era così forte da fargli paura. Con questa frase ovviamente difficile da credere.
Ho detto basta, che con queste basi non poteva pretendere che gli rimanessi amica. Quando ci avevo provato e ogni volta succedeva così.
Però ho una parte di me che continua a giustificarlo, perché comunque è confuso e so che non l’ha fatto con cattiveria. Quindi una parte che vorrebbe continuare a stargli vicino anche in amicizia se lui capisse che però non si può essere amici con questi presupposti.
E ho anche una parte che si sente in colpa per avere preteso di essere importante per lui e di avergli chiesto di darmi cose che magari, proprio perché inconsciamente per lui non ero importante, non poteva o non voleva darmi.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Giulia, quello che stai vivendo è un intreccio di sentimenti comprensibilissimi: amore, confusione, senso di colpa, bisogno di chiarezza, delusione. Hai investito tempo, energie emotive, e anche una parte vulnerabile di te stessa in una relazione che, purtroppo, non è riuscita a darti la reciprocità che meritavi

1. Hai dato tanto e chiesto il minimo: verità e presenza. Tu non gli hai chiesto la perfezione. Gli hai chiesto chiarezza, coerenza, una forma di presenza emotiva — anche solo come amica. Non era una pretesa, era un bisogno sano. Voler sentire di essere importante per qualcuno con cui hai condiviso affetto non è esagerato: è umano.

2)È evidente che quest’uomo stia attraversando una crisi personale profonda: passato difficile, lutti irrisolti, bassa autostima, paura dell’intimità vera. Ma nulla di tutto questo giustifica la confusione che ha scaricato su di te. Anche se non l'ha fatto con cattiveria, ha avuto comportamenti che ti hanno ferita. La confusione non è una scusa per rendere opaca la verità o per chiederti di restare a metà.

3)Quando ti ha detto: "Forse non sei così importante da permettermi di superare certe paure”, ha semplicemente parlato da un posto di profonda disorganizzazione emotiva. Ma tu l’hai letta come una sentenza sul tuo valore. È comprensibile, ma non è corretto: il problema non è chi sei tu, è che lui non riesce a essere disponibile per nessuno, nemmeno per sé stesso.

4)Ti senti in colpa per “aver chiesto troppo”. Ma ciò che hai chiesto non era troppo. Forse, da qualche parte, sei abituata a credere che per essere amata bisogna essere “comprensive, disponibili, forti, pazienti”, anche a costo di soffocare i propri bisogni. Questo ti porta a giustificarlo, a farti carico anche del suo dolore, fino a sentire di essere tu il problema. Ma non lo sei.

5)La relazione è stata piena di alti e bassi, avvicinamenti e distacchi, parole dette e poi negate. Una dinamica altalenante che logora. Tu gli hai detto basta, e forse è la prima vera scelta di amore verso te stessa che stai facendo. È difficile, ma sano. Non puoi salvare qualcuno che non vuole o non può essere salvato da te.

Cosa puoi fare ora?

  • Datti il diritto di essere arrabbiata, delusa, triste. Non sei sbagliata perché ti senti così. È la reazione di chi ha amato, e ha perso qualcosa.

  • Non cercare di capirlo più di quanto lui capisca sé stesso. La tua lucidità è già superiore alla sua. Non puoi fare da specchio terapeutico per lui: questo è il lavoro del suo psicologo.

  • Riprenditi il tuo valore. Il fatto che lui non sia riuscito a vedere quanto vali non significa che non valga la pena amarti. Significa solo che non era in grado di farlo.

  • Se tornerà — come ha già fatto — chiediti: che spazio ha nella mia vita una persona che non riesce a essere coerente? Se davvero cambierà, lo farà con costanza, nel tempo, non con messaggi intermittenti.

Ti meriti una relazione in cui non devi continuamente dimostrare di valere. Dove “importante” non è solo una parola detta quando ti perdi, ma un gesto costante quando ci sei.

Con affetto e rispetto per il coraggio che hai avuto nel raccontarti

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online