Riflessione personale su me stesso e chi sono

Gabriele

Buongiorno Sono un ragazzo di 25 anni e da un anno e qualcosa mi dispiego nella mia mente tra alti e bassi alla ricerca di risposte. Premetto che sono un ragazzo ansioso e rimugino molto. Una domanda perenne nella mia mente è chi sono io, come faccio a pensare e la cosa mi destabilizza. Mi destabilizza perché chiaramente è un paradosso in quanto io penso e rifletto sulla cosa ma di conseguenza non so da dove arrivano quei pensieri e quindi è come un cane che si morde la coda. Io sono qui e sono presente ma mi sento estraneo a tutto questo e senza risposte

6 risposte degli esperti per questa domanda

Gentilissimo Gabriele,


dalle sue parole si percepisce quanto stia vivendo un forte stato di ansia e di confusione interiore.

Le domande che descrive (“chi sono io?”, “da dove arrivano i miei pensieri?”) sono interrogativi profondi che appartengono all’essere umano ma, se vissuti con intensità e continui rimuginii, possono trasformarsi in un circolo vizioso che genera destabilizzazione e senso di estraneità da sé.

Il fatto che si senta come “un cane che si morde la coda” mostra bene il meccanismo che la intrappola: più cerca di trovare una risposta razionale ed esaustiva, più cresce la sensazione di smarrimento. Questo accade spesso nei quadri di ansia e ruminazione, dove i pensieri diventano così ricorrenti e invasivi da alimentare il disagio stesso.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare un senso a queste esperienze, a riconoscere il valore delle sue domande esistenziali senza viverle come minacce, e soprattutto a trovare modalità più funzionali per gestire l’ansia e interrompere il rimuginio. Sentirsi “estraneo a se stesso” è una condizione che può spaventare ma non significa che non ci sia una via d’uscita: al contrario, lavorare insieme a un professionista può restituirle un senso di presenza più saldo e un rapporto più sereno con i propri pensieri.

Se desidera approfondire, resto a disposizione: può contattarmi tramite il modulo di contatto qui.

Un cordiale saluto,
Alessandra Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni

Milano

La Dott.ssa Alessandra Anna Maria Toni offre supporto psicologico anche online

“Quello che mi racconti, il sentirti a volte estraneo a te stesso e al mondo, e il farti domande profonde su chi sei e da dove arrivino i pensieri, non è qualcosa che parla necessariamente di un problema o di una malattia. Anzi, spesso è il segno di una sensibilità particolare, di una capacità di introspezione che non tutti hanno.

È comprensibile che questo ti destabilizzi, perché quando ci si guarda dentro con tanta intensità ci si può sentire un po’ disorientati, come se mancasse un terreno solido sotto i piedi. Ma in realtà questa ricerca può diventare un punto di forza: è la tua possibilità di costruire un senso personale, un modo di vivere che non sia soltanto quello che viene imposto dalla società, ma che ti assomigli davvero.

Il nostro lavoro insieme può essere proprio questo: non spegnere le tue domande, ma provare a dare loro una forma che ti aiuti a sentirti più radicato e meno smarrito. Possiamo esplorare insieme come trasformare questo tuo modo di pensare e sentire in una risorsa, e allo stesso tempo trovare i modi per stare bene nella realtà che ti circonda, senza rinunciare a chi sei.”

Dott.ssa Ilenia Pagliara

Dott.ssa Ilenia Pagliara

Forlì-Cesena

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Buongiorno,

capisco bene la sua fatica: dalle sue parole emerge un forte bisogno di dare senso alla propria esperienza interiore, che però si trasforma in un rimuginio senza fine, un “cane che si morde la coda”. È comprensibile che domande come “chi sono io?” o “da dove arrivano i miei pensieri?” la destabilizzino: più ci si concentra per trovare una risposta definitiva, più cresce la sensazione di smarrimento e di estraneità.

Questa ricerca incessante non è un segno di follia, ma un meccanismo tipico dell’ansia e del rimuginio: la mente cerca certezze assolute su domande che, per loro natura, non hanno una risposta logica o definitiva. È come voler fermare l’acqua con le mani: più stringe, più scivola via.

Il punto non è risolvere il paradosso, ma uscire dalla trappola di questi pensieri, imparando a gestirli in modo diverso. Un percorso mirato può aiutarla a:

  • interrompere il circolo vizioso del rimuginio,
  • ridurre la sensazione di estraneità e “distacco da sé”,
  • recuperare presenza e serenità nel quotidiano.

Se desidera, possiamo approfondire insieme la sua situazione e lavorare con strumenti pratici per gestire questi meccanismi. Ricevo sia online che in studio a Corigliano-Rossano.

Un cordiale saluto,

Giovanni Noè – Psicologo

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

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Sei in una fase della vita in cui è naturale iniziare a porti queste domande. A 25 anni, molti iniziano,spesso per la prima volta in modo profondo, a confrontarsi con la propria identità, con i significati della vita, con il modo in cui funziona la propria mente. Non è semplice, soprattutto in un mondo che ci chiede risposte immediate, performance costanti e poca pazienza.

Il fatto che tu stia cercando, che ti stia ponendo delle domande, è già un segnale di consapevolezza e di desiderio di capire te stesso. Questo è il primo passo di un percorso di conoscenza che richiede tempo, cura, e soprattutto pazienza.

Proprio per questo, potrebbe esserti utile iniziare un percorso psicologico, uno spazio protetto in cui poter dare un senso a quello che vivi, mettere ordine nei pensieri e iniziare a costruire un dialogo più gentile e stabile con te stesso. Non sei solo in questo, e non sei "sbagliato" perché ti poni certe domande. Anzi, è proprio da lì che può iniziare qualcosa di importante.

Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Roma

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Ciao Gabriele,

io dopo aver letto il tuo messaggio sono ritornato immediatamente al titolo. A tuo avviso, il tuo bisogno di avventurarti come un esploratore nel mondo dei tuoi pensieri, cosa dice di te?

Un percorso psicologico potrebbe essere un'occasione per andare più a fondo sulla questione.

Un caro saluto.

Paolo

Dott. Paolo Ferrari

Dott. Paolo Ferrari

Como

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