Ultimamente non sopporto più nessuno

Katia

Pensavo di essere timida timidissima e in effetti poi lo sono ma mi sono sempre sforzata di stare con gli altri anche divertendomi ultimamente non sopporto più nessuno trovo noioso parlare parlare e ancora parlare cercare di prevaricare gli altri con “io faccio più ridere io sono il migliore” ogni volta che apro bocca sembra che tutti si annoino o cambino discorso e sono una persona molto ironica e auto ironica, spiegare il disagio in 4 righe è impossibile ma ho un odio una stanchezza nello stare con gli altri infinito, anche a lavoro ma li sono costretta. Noto che gli altri entrano più in connessione io forse non ho più voglia di mettere energia per il prossimo che tanto come giri l'angolo ti delude o ti parla dietro. Consigli? Ah no psicoterapeuti ne ho girati aiosa non c'è un motivo per cui io sia così devo accettare di esserlo però cerco una risposta. Purtroppo non posso evitare pranzi compleanni consuetudini perché vivo una relazione anche se credo che nn sia neanche essa equilibrata…saluti. Spero in una risposta in un piccolo consiglio grazie.

9 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Katia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Katia, noi entriamo in rapporto con gli altri così come le varie parti di noi comunicano tra loro e modelli relazionali li acquisiamo nell’interazione con le figure genitoriali nei primi anni di vita. Talvolta se c’è qualcosa nell’altro che ci dà fastidio potrebbe riguardare noi stessi o la nostra storia famigliare.

Scrive di aver "girato vari psicologi" che le hanno indicato di lavorare sull’accettazione. Accettare vuol dire superare l’ostacolo, come un’accetta che taglia un tronco. Come afferma qualcuno "è sufficiente un solo psicologo per cambiare una lampadina se la lampadina vuole essere cambiata".

Saper stare da soli e bene con se stessi fa parte del benessere, mentre l’insofferenza che lei descrive, può celare qualcosa su cui lavorare, da rielaborare e non solo da accettare. Nel senso comune spesso si confondono i sentimenti con le emozioni, in molti differenziano le emozioni in positive e negative, ma in realtà le emozioni sono protettive e ci proteggono dai pensieri negativi che abbiamo circa noi stessi. I pensieri sono solo pensieri: noi siamo le nostre emozioni. La sfera emotiva è come l’oro nell’arte del kintusgi, poiché ci dona un collante tra le varie parti di noi che ci valorizza e ci fa essere unici.

Tra le tecniche principali per lavorare sugli aspetti relazionali si annoverano la mindfulness, l’ipnosi, l’EMDR, il training autogeno e il Metodo del Disegno Psicoemotivo per l’Analisi e la Consapevolezza.

 

Prima però di definire la migliore modalità di intervento sarebbe utile effettuare un percorso di psicodiagnosi per approfondire (anche attraverso l'ausilio di test) la sua situazione.

In bocca al lupo.

Dr. Antonio Cisternino MDPAC (ricevo a Torino e online).

Buongiorno Katia,

sembra che ULTIMAMENTE l'umanità le stia un po' stretta, cosa le ha fatto? forse la causa sta lì!

Difficile dare consigli, penso sia necessario prendersi una pausa dall'"umanità" in genere, e poi vedere di comprenderne le cause.

Le ferie potrebbero essere una un'ottima opportunità

Dott.ssa Rosalba Anfosso Boscolo

Gentile Katia dice no psicoterapeuti però questo è un sito dove a rispondere sono proprio gli psicoterapeuti! E io tale sono! Chiede un consiglio nonostante sia molto delusa in generale dalle persone e anche da noi esperti! Non so che lavoro abbia fatto su di sé, se ha ottenuto vera e profonda consapevolezza di sé....certo il suo atteggiamento addirittura di odio non l'aiuta! Provare questo sentimento è molto costoso in termini di energie, lei è molto arrabbiata e finché non ne comprende il motivo vero non credo che possa modificare il suo senso di sfiducia nelle relazioni. Si affidi veramente a qualcuno con cui stabilire un'alleanza costruttiva e paritaria per imparare a non odiare più perché, come disse Umberto Eco, " ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria mancanza". Le auguro di imparare a stare bene Maddalena Bazzoli psicoterapeuta Torino 

Cara Katia

esprimi bene il disagio del nostro tempo. Siamo bombardati in continuazione a vivere secondo schemi e canoni che mortificano la nostra individualità e il nostro libero sentire. Tutto è appannaggio della pubblicità e dei mezzi di comunicazione che mirano a influenzarci su ogni cosa che facciamo. Se solo vuoi esprimere liberamente il tuo pensiero vieni spesso ostracizzato ed emarginato. Bisogna essere tutti allineati e seguire chi ha deciso ciò che devi fare e pensare. Non è un bel vivere. Cosa fare? Non far dipendere dagli altri il tuo star bene. Pensa con la tua testa e chiediti sempre cosa voglio e cosa piace a me. Poi vedi in che modo, con le tue forze puoi realizzare e mettere in pratica ciò che vuoi. Fai dipendere da te stessa il tuo star bene. Accetta i tuoi limiti e chiediti come posso migliorare. Non sopravvalutare i successi degli altri per denigrare le tue capacità. Si sempre te stessa al cento per cento.

Buonasera Katia,

ho letto più volte la descrizione di come sta e più che darle un consiglio, mi verrebbe da farle queste domande:

"Con chi è arrabbiata?" 

"Cosa le manca in questo momento?"

Dott.ssa Sara Lauria 

Dott.ssa Sara Lauria

Dott.ssa Sara Lauria

Torino

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Buon giorno Katia, non credo che non ci siano motivi per cui lei è così e non credo nemmeno lei debba accettare di essere così, senza avere delle risposte e, infatti, lei stessa dice di avere bisogno di una risposta. Mi dispiace che lei abbia avuto esperienze negative con gli psicoterapeuti con cui è entrata in contatto, ma sono anche convinta che lei non abbia ancora trovato lo psicoterapeuta giusto!

Siccome dice che ultimamente la sua situazione è peggiorata, potrebbe provare a riflettere su che cosa è successo ultimamente e non credo sia un caso che lei incontri più facilmente persone che la deludono. Infatti, incontrare continuamente persone che ci deludono spesso è indice del fatto che non accetteremmo di relazionarci con persone che ci amano, perchè noi per primi pensiamo di non meritare il loro amore. Che ne dice? Potrebbe essere questo il suo caso? Volersi bene, se si proviene da una famiglia in cui nessuno poteva fidarsi di nessuno, non è facile e se fin da piccoli, siamo stati cresciuti da persone poco affidabili, continueremo anche da adulti a non fidarci e a subire delusioni continue. E' un circolo vizioso che si può interrompere solo grazie ad una psicoterapia individuale o familiare e ad un terapeuta che ci capisca e che ci faccia sentire accolti e non giudicati. Ed è per questo che le chiedo: Lei che bambina è stata? Come si sentiva nella relazione con la sua mamma? e nella relazione con suo papà? Ha dei fratelli? Se si, quali rapporti ha con loro? Positivi o negativi? Provi a riflettere su questi aspetti e a capire se possono far parte della sua storia di sviluppo. E provi a riflettere anche sul fatto che se non si vuole bene e non ha prima di tutto un rapporto abbastanza equilibrato con se stessa, è normale che non possa avere una relazione equilibrata con il suo compagno. Infatti, nel rapporto con lui, probabilmente si ritroverà spesso, a pensare: Mi posso fidare di lui? Potrò continuare a fidarmi di lui o anche lui si dimostrerà un'ulteriore delusione?

Sono a disposizione per un colloquio, anche on line.

Arrivederci

Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Dott.ssa Chiara Moretti

Venezia

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Buongiorno Katia,

Nel suo scritto tocca delle questioni inerenti i rapporti umani, quali il voler primeggiare, il voler dimostrare di non essere da meno degli altri mettendosi in gara con loro, che purtroppo sono ampiamente sottovalutate come ragioni di stati interiori sofferti. In realtà generano frequenti crisi nella propria autostima, stati di ansietà e un “malumore” alimentato dal continuo paragonarsi guardandosi l’un l’altro, misurando il proprio valore sulla base di ciò che pensano e fanno gli altri.

Sottovalutiamo queste questioni esistenziali perché ci riteniamo “superiori”  a certe dinamiche, ma in realtà nessuno di noi è tale e abbiamo bisogno di formare molta consapevolezza a riguardo. Il problema non riguarda solo gli altri ma ci tocca in prima persona vista la distanza  spesso presente dalla nostra dimensione interiore, profonda. In assenza di questo riferimento interno si inseguono idee di valore esterne, prese a metro di misura di se stessi.

Il predominio della parte egoica rispetto a quella profonda, da cui spesso si è slegati, porta a queste dinamiche cariche di malessere. Sono dinamiche egoiche sterili poichè  “vincere”, “primeggiare”, “risultare bravi agli occhi degli altri”  sono dinamiche fini a se stesse, non sono generative di alcun senso, svuotano.

E’ l’incontro con la dimensione profonda a restituire la dimensione del senso, nutrendo l’esistenza di una linfa tutta diversa sia a livello personale che nei rapporti, altrimenti si rischia di rimanere appiattiti in queste dinamiche da cui si rimane passivamente agiti. Mi auguro che lei si dia la possibilità di scoprire questa preziosa risorsa che abbiamo dentro di noi perché ha delle potenzialità purtroppo largamente misconosciute. Rimangono sconosciute proprio perché spesso ci si muove solo nella parte razionale, più superficiale della psiche, quella egoica, senza legame con l’inconscio…

Laura Lopopolo

Gentile Katia,

comprendo la sua stanchezza, la grande delusione e la fatica a stare con gli altri ( compreso il terapeuta), a dovere sostenere ciò che gli altri portano nella relazione, ascoltare i loro pensieri, i loro desideri ma ... Katia in tutto questo dove è? Dove stanno i suoi desideri, i suoi bisogni? E' fondamentale legittimare noi stessi per affrontare e immergerci in una relazione costante che possa diventare interessante e curiosa, che possa stimolarci senza annoiarci.

Questa per me è la buona notizia! La cattiva ( per lei) è quella di doversi sforzare a fidarsi dell'altro, magari iniziando da un terapeuta con il quale può rivedere tutta la sua vita.

 

Dott.ssa Aida Faraone

Dott.ssa Aida Faraone

Palermo

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