Cura contro il rancore. Esiste?

Stefania

Salve. Sono Stefania, ho 40 anni e non riesco a mettere da parte il rancore ormai sedimentato che provo verso mio padre da quando ero piccola. I suoi comportamenti sono un continuo alimentare questa situazione. Da quasi vent'anni cerco di mettermi da parte per trovare una via giusta di comunicazione ma mi scontro sempre contro un muro di gomma. Io non penso che lo faccia apposta per offendere, ma per lui tutto ruota attorno a lui, gli altri non esistono, non hanno sensibilità e non si ferma a pensare se il suo comportamento può ferire o no. Lo invito a pranzo? Bene. Arriva, si siede, mangia dopo mille smorfie e va perché lo aspettano gli amici alle due e deve fare 20 km, mica che trovi traffico e fa tardi...Naturalmente dopo aver scrupolosamente controllato che piatti, posate e bicchieri siano splendenti (scusa ma quando li hai lavati? perché mi sembra di vedere un alone) si riserva di dirti che bè la carne non è la migliore perché quella che compra lui si che è buona. Oppure certo la pasta non era male ma ho dovuto prendere il malox alla sera perché il ragù ( che ha richiesto espressamente lui, fatto dalla mamma nonostante siano separati da anni e quindi l'ha mangiato per anni quando erano sposati) non lo digerisce perché l'hai fatto con i pelati e non con il passato, sai che a me piace con il passato, perché non l'hai fatto con il passato? Papà piantala, che la mamma è stata veramente fin troppo gentile a cucinartelo. E però lo sapeva la mamma che a me piace con il passato. No il caffè no grazie, vado a berlo al bar perché la tua moka non lo fa buono. Ma a uno così cosa vuoi dirgli??? Poi....se fai il coniglio il vino lo porto io perché il tuo è acido. Anzi no il coniglio non farlo perché nonostante sia allevato a mano dal contadino secondo me sbaglia mangime perché la carne è troppo soda e sinceramente è una porcheria. (Giuro che l'ha detto davvero!!). Poi....sai che mi hai rammendato il buco nel maglione? Eh ma non è durato, forse il filo che hai usato non andava bene. ( Perché invece il maglione che oramai è praticamente trasparente regge benissimo i rammendi.) e queste sono solo le cose più insignificanti perché a raccontare le offese vere, quelle che ti si attaccano dentro come una zecca e ti succhiano la felicità, l'autostima e l'identità sono troppo dolorose da raccontare e da leggere. Quindi io vorrei chiedere: davanti a una persona così, che neanche a spiegargli che non può comportarsi così non tiene botta, cosa si può fare? Come si fa ed evitare di provare rancore? Ora ho saputo che è malato, mi ha detto di avere dei seri problemi di salute, di quelli che non si scherza ma risolvibile. E si cura? No. Va avanti a mangiare e bere come se non ci fosse un domani, e di questo è liberissimo di scegliere. Ma non capisce né gli interessa che per me è ancora peggio perché dimostra ancora una volta quanto poco conta per lui l'affetto dei figli, (perché pur con tutti i difetti uno dice...be è pur sempre mio padre e di certo non diventa giovane quindi piuttosto che niente porto pazienza finché posso ancora parlarci) che in verità lui non ha mai coltivato ma solo preteso, senza mai dare ma convinto di dover ricevere per diritto indiscutibile. Quindi come si risolve un rancore così? Come si fa, con un padre tuttologo che è convinto di avere in tasca la verità su qualunque aspetto della vita e tutti dovremmo essergli grati per concederci le perle della sua sapienza? Come si fa con un padre che è il patrono di tutti i famosi elefanti in cristalleria? Io ogni tanto cerco di buttarla sul ridere, anche se è un ridere molto amaro. Però vorrei sganciarmi da questo rancore perché è un ulteriore dolore e anche inutile perché tanto non cambierà mai, solo che non so proprio come fare e mi crea un malessere che non voglio più dover sopportare. Grazie

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Stefania, dalle sue parole è possibile cogliere la sofferenza per questo legame così complesso e gravoso. E' possibile lavorare sulla rabbia e/o sui vissuti che prova ma all'interno di un percorso terapeutico. Le tematiche che propone trovo che possano essere oggetto di una psicoterapia ad orientamento psicodinamico o psicoanalitico. Cordiali saluti

Dott.ssa Marilyn Imperioso

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Milano

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Cara Stefania, immagino la frustrazione che prova dinnanzi ad un padre così fortemente criticante. Purtroppo il rancore che lei prova è un emozione comprensibile e l'unico modo per affrontare la situazione è iniziare un percorso psicologico con un professionista che la aiuti a non farsi travolgere da tutta questa negatività, prima che la situazione diventi insopportabile. Purtroppo non abbiamo il potere di cambiare gli altri ma possiamo trovare, con una persona esperta che ci segue, nuove modalità di relazionarci con il prossimo, imparando a non farci abbattere e a saper riconoscere le nostre emozioni provando ad accettarle. Per qualsiasi cosa rimango a sua disposizione.

Cordiali saluti, Dott.ssa Margherita Nobile

Dott.ssa Margherita Nobile

Dott.ssa Margherita Nobile

Roma

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Stefania,

Nelle sue parole leggo tanta rabbia, rabbia perché ama suo padre e non riesce a ricevere un segno di affetto o di comprensione da parte sua, gesto di cui sente il bisogno

Comprendo che un padre così segna il proprio modo di viverlo. Lei gli permette però di ferirla; è lei che sceglie di interpretare e dare importanza alle parole così dure.. certo non è facile prendere le distanze dal proprio padre. Non è responsabile del comportamento di suo padre ma è lei, Stefania, a poter controllare il modo di reagire. È importante che lei trovi dei modi per proteggersi da questi che lei vive come attacchi

Perché è così critico verso di lei e verso ciò che fa? Cercare di capire le sue motivazioni potrebbe aiutare ad appianare le vostre divergenze. Parli chiaramente con suo padre spiegandogli il modo in cui si sente di fronte al suo atteggiamento

Se la situazione diventa insostenibile le suggerisco di cercare il supporto di un professionista che può aiutarla a prendere consapevolezza dei suoi sentimenti e che le possa fornire delle strategie per gestire al meglio la situazione

Le auguro buona vita, resto a disposizione

Dott.ssa Gaia Impastato

Psicologa - Ipnologa a Stezzano (BG)

Dott.ssa Gaia Impastato

Dott.ssa Gaia Impastato

Bergamo

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Cara Stefania,

non si possono cambiare gli altri anche se sono persone che amiamo. La chiave di svolta e' accettarli per quello che sono anche se non condividiamo niente di ciò che fanno e dicono. Prendi solo il buono e non focalizzare troppo l'attenzione su l'altro. Riporta consapevolezza sul motivo per cui tu vuoi vedere tuo padre, ridimensionando aspettative irrealistiche. Soffri perché non ricevi quello che vorresti. Ricorda ognuno ama come sa e può fare.

Dott.ssa Enrica Des Dorides

Dott.ssa Enrica Des Dorides

Bergamo

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Gentile Stefania,
sono stata colpita dalla sua richiesta perché leggendo le sue parole emerge potente il dolore che sta provando e che prova da molti anni per la delicata situazione da lei descritta.
È indubbio che una mia risposta in questo contesto non può che essere generale e parziale.
Dalla descrizione che fa immagino quante volte abbia sperato che la situazione con suo padre potesse cambiare, che magari si mettesse anche solo un pochino in discussione o che lui addirittura potesse accedere ad un percorso psicologico personale. Purtroppo, come sa, nessuno di noi ha il potere di cambiare l’altro, anche se questo cambiamento potrebbe essere salutare.
Trovo però importante la sua richiesta: il ritrovare un suo benessere personale sganciato dal rancore di cui lei parla. Purtroppo non ho una risposta generale alla sua domanda su come poter evitare il rancore, ma mi sembra importante che si possa dare la possibilità di stare meglio valutando anche l’opportunità di un percorso psicologico. Affinché quel riso non sia più così amaro, perché possa riuscire a non mettersi più in disparte e possa ritornare a respirare con più serenità.
Le auguro tutto il meglio.
Cordialmente

Dott.ssa Colleoni

Buongiorno Stefania,
ho letto attentamente il suo messaggio. 
Mi sembra che lei abbia avuto un vissuto intenso come figlia, con un padre svalutante e con dei tratti narcisistici. Nonostante lei sia ormai adulta mi sembra che si porti addosso ancora alcune ferite infantili. 

Posso dirle che si può guarire dal rancore, si può arrivare ad un certo punto a vedere il proprio genitore per quello che è, con tutti i suoi limiti e fragilità fino ad arrivare a scaricarci la responsabilità di quelle ferite infantili. 
A volte un percorso su se stessi aiuta a capire come si è formato questo rancore e come arrivare a scioglierlo, a guardare in faccia il proprio vissuto passato e lasciarlo andare ritrovando il benessere.

Spero di esserle stata un po' utile in questo momento per lei faticoso.

Resto a disposizione.

Un abbraccio.

Dott.ssa Manola Gotti -Bergamo