Tendo a lasciare x mettere alla prova

elisa

In tutte le relazioni che ho avuto ho riscontrato che tendo a lasciare x mettere alla prova... Senza volerlo, con l'intento di spronarli, tendo a massacrarli verbalmente col risultato opposto:si sentono inadeguati e si chiudono. Sto con una persona che adoro e dopo 4 mesi circa mi sono sentita offesa perché lui è perfettamente inserito nella mia vita e io invece non conosco ancora la sua famiglia,amici e figlio. Lui è separato da poco e vive frenandosi molto io invece vorrei fossimo una famiglia... Così l'ho lasciato per metterlo alla prova, aspettandomi grandi gesti d'amore... Lui invece si è chiuso e mortificato accetta la mia decisione...cosa posso fare?

8 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Elisa, 

capita spesso che ricerchiamo la conferma dell'amore attraverso piccoli "test" o vere e proprie "trappole" (direi sia per noi che per l'altra persona), abbiamo bisogno di vedere come l'altro si comporterebbe sotto la minaccia di perderci. Mi sembra di capire che lei ha una buona consapevolezza di queste modalità con cui spesso "mette alla prova" l'altro, ma nonostante conosca già l'esito (che spesso l'altro si chiude e si sente inadeguato) non riesce a non farne a meno. Mi sembra che ci sia una incapacità o difficoltà nel comunicare con l'altro se non attraverso queste modalità che alle volte non arrivano come noi vorremmo. Chissà l'altro come le vive? Probabilmente anche lui come disconferme del suo amore/interesse, probabilmente proprio come dice lei facendolo sentire inadeguato. E chi vorrebbe stare o si può innnamorare di qualcuno che ci fa sentire inadeguati? 

Il problema con la sua storia mi sembra in questo caso centrato sull'ex compagna e famiglia di lui. Non è facile convivere e condividere un uomo con un figlio e una famiglia che di noi non conosce nulla. Ma non è tramite l'allontanamente che queste cose si possono risolvere o migliorare. Lui ha assecondato la sua scelta, probabilmente non condividendola, ma ritenendola comprensibile per non farle del male. Non significa che non ci sia amore, ma solo una difficoltà di gestione della situazione. D'altronde 4 mesi non sono niente se pensiamo ad una vita futura. Il mio consiglio rimane quello della parola... parlare e comunicare i nostri pensieri, così come sono, senza giri di parole ritengo che nella coppia sia il modo migliore per farla crescere. 

Rimango a disposizione per parlarne più approfonditamente. 

A presto. 

Penso che tu abbia già tutte le risposte, sai già che mettendo alla prova finisci per perdere le persone che ami.

Vedo anche come per te sia difficile fare diversamente, visto che sei consapevole del processo che metti in atto ma continui a riprodurlo. Quindi credo che sarebbe importante che tu lavorassi su te stessa per cambiare questa modalità e che alla base di tutto ci sia una forte insicurezza e un intenso timore di perdere le persone amate tanto da lasciarle o da fare in modo di essere lasciata prima che la relazione diventi più importante e che tu possa soffrire ancor di più per la conclusione della relazione.

Quando si chiedono prove d'amore e conferme, si rischia sempre di aver prima o poi la disconferma; il processo opposto è potersi confermare da soli nella relazione avendo fiducia nell'altra persona e nella possibilità di durata della relazione.

Buongiorno. E' curioso che lei sia riuscita ad individuare un fattore comune a tutte le sue relazioni "tende a lasciare per mettere alla prova". Ovviamente lei nella lettera non menziona il suo passato ma penso che qualcosa che l'ha molto ferita le sia accaduto e quello che lei ripropone nel suo presente ha a che vedere con questo. Forse intrapprendere un  percorso terapeutico in questo senso l'aiuterebbe non solo per recuperare la relazione presente ma anche per capire meglio se stessa e non riproporre più gli stessi copioni. un cordiale saluto.

Trovo che il suo atteggiamento sia alquanto contraddittorio, poiché il messaggio che comunica a chi le sta accanto nel momento in cui lo lascia è quello di voler rompere la relazione ma poi si aspetta che l'altro lo interpreti diversamente. È un po' come se dicesse nero ma si aspettasse che l'altro capisse bianco! Io credo invece che le sia più utile dire chiaramente ciò che vorrebbe onde evitate inutili fraintendimenti: se lei rifiuta l'altro, l'unica cosa che l'altro può comprendere è che lei non è intenzionata a portare avanti la relazione per cui è molto probabile che ci si astenga dal cercare di riconquistare perché tendiamo ad evitare la brutta esperienza di subire un ennesimo rifiuto. Mi chiedo da dove deriva questa sua tendenza a mettere l'altro alla prova. Per capirlo e per evitare che il suo percorso di vita la porti a ripetere ciclicamente lo stesso errore potrebbe essere utile intraprendere un percorso terapeutico. Nel caso avesse altre domande, mi rendo disponibile a risponderle anche telefonicamente. Cordiali saluti,

Gentile sig.ra Elisa,

le dico subito che la mia riposta sarà probabilmente poco esaustiva poichè mi devo basare sulle poche informazioni, se pur estremamente chiare,  da lei inviate. Sarebbe invece necessario almeno un colloquio per poter comprendere appieno la natura del problema. La difficoltà che lei riporta sembra avere a che fare con le sue relazioni sentimentali: il suo bisogno di mettere alla prova l'altro, di trovare delle certezze che possano renderla certa dell'amore che l'altro prova per lei, sembra non essere mai soddiffatto sino in fondo e i comportamenti conseguenti a questo bisogno che lei mette in atto sembrano avere il risultato opposto a quello che lei si prefigge: di allontanare il partner. Immagino che questo possa essere altamente frustrante per lei: allontana proprio l'uomo che più desidera, con l'intento opposto, cioè quello di sentirlo più suo.

Il suo partner attuale, da quello che lei scrive, sembra particolarmente cauto nell'intrapprendere una relazione più intima, mentre lei si sente pronta a tal punto da averlo  presentato alla sua famiglia. Lei vive, mi sembra,  questa sua incertezza come un offesa personale e non come ad esempio una sua paura ad intrapprendere una nuova relazione o un suo modo per tutelare il figlio. Sembra che stiate attraversando due fasi del ciclo della relazione diverse: lui forse ancora scottato dalla precedente relazione (mi scrive che è separato da poco) mentre lei sente il desiderio di ricreare una nuova famiglia. Capita spesso avere "tempi emozionali" diversi. Forse è necessario aspettare che entrambi siate pronti per fare quel passo. Fa anche questo parte del rapporto di coppia: accettare i punti di debolezza dell'altro e i propri e fare in modo che i tempi emozionali coincidano per poter fare assieme il passo successivo.

Spero di essere stata chiara.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Raffaella Ceccarelli

Dott.ssa Raffaella Ceccarelli

Forlì-Cesena

La Dott.ssa Raffaella Ceccarelli offre supporto psicologico anche online

Salve, credo sarebbe utile chiedersi se davvero questa dinamica che lei sente di mettere in atto sia dovuta al bisogno di spronare le persone al suo fianco o piuttosto non possa attivarsi per paura di perdere quelle persone. Cerco di spiegarmi, si parla di trasformazione del "passivo in attivo" quando si fa attivamente qualcosa che in realtà si teme di subire passivamente . In un certo senso potrebbe essere che lei "giochi d'anticipo", potrebbe essere allora che lei lasci le persone che diventano per lei importanti prima di subire quel temuto abbandono da parte loro. È solo un'ipotesi, dal momento che è difficile poter interpretare un comportamento senza sapere più approfonditamente altre sfaccettature della sua esperienza di vita, ma spero di averle dato uno spunto utile di riflessione.

Gentile Elisa,

sembra che il suo rapporto con quest'uomo sia un rapporto alquanto sbilanciato e non, come dovrebbe, paritario ovvero biunivoco, sincrono e simmetrico. Quest'uomo è entrato nella sua vita, presumo perchè lei gli ha dato la sua massima disponibilità. Di lei conosce tutto ciò che c'è da conoscere, financo amici e parenti. A quanto capisco, tuttavia, fino ad oggi, lei non ha avuto accesso alle di lui frequentazioni e parentele, non si capisce se per una eccessiva prudenza di lui (forse giustificata, 4 mesi non sono un tempo così lungo come a lei pare per fidarsi di presentarla al figlio esponendo quest'ultimo al rischio di un attaccamento), o se per una malfidenza che potrebbe essere interpretata come un voler "tenere la distanze" tra sè e tutto ciò che lo riguarda (la sua paternità, il figlio, i rapporti con la moglie, il parentado, e le frequentazioni amicali) con ciò che riguarda lei, Elisa. E' certa che sia legalmente separato? Le ha mai ventilato il desiderio di una convivenza a tre, figlio incluso? Può essere che lei, come dice, abbia la tendenza a "lasciare per mettere alla prova" (della serie, in amor vince chi fugge), ma può anche essere che il suo istinto, Elisa, le abbia suggerito di non fidarsi di eventuali rassicurazioni verbali prive di sostanza da parte di un uomo che fino ad ora non sembra essersi sbilanciato granchè e che ancora sembra intenzionato a tenerla scissa dalle persone e dagli ambienti che più contano per lui, più come una cara amante (colei che ama) che come la donna della propria vita con cui vivere facendo progetti. Disponibile ad un primo colloquio anche gratuito, data la vicinanza (Faenza- Terra del Sole), resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti. In bocca al lupo!

Cara Elisa tutti noi ci costruiamo, nelle relazioni primarie, cioè con i genitori o on coloro che ci accudiscono, in età infantile, degli schemi, cioè delle cognizioni mentali ed emotive profonde, che riguardano noi stessi, le relazioni con gli altri e il mondo. Alcuni di questi schemi possono essere maladattivi, se li portiamo con noi anche nella vita e nelle relazioni adulte. Per esempio un bambino trascurato, non sufficientemente amato e protetto, non riconosciuto nelle sue esigenze emotive o addirittura soggetto a abusi (ovviamente non sto dicendo che sia il suo caso)potrebbe sviluppare una diffidenza di base, nelle relazioni intime, per cui si sente spinto continuamente a mettere alla prova le persone, per verificare se lo amano davvero, o lo vogliono come amico, oppure interpreta come mancanza di interesse e amore vero qualsiasi piccola disattenzione, per cui manifesta un'attenzione ipervigilante. Non so se possa aiutarla questa breve spiegazione, però la inviterei ad approfondire, magari con qualche colloquio psicologico. Se vuole un primo colloquio, gratuito, con me, mi può telefonare. Poi deciderà se vuole proseguire, senza impegno. Intanto le faccio un grande in bocca al lupo.