Gentile Marzia,
è comprensibile la sua preoccupazione, ma è importante ricordare che spesso i comportamenti dei bambini sono una risposta a ciò che accade nell’ambiente attorno a loro. Più che cercare un’etichetta diagnostica, può essere utile osservare il “sistema” in cui cresce Michele: la gestione delle regole, le modalità comunicative, i modelli educativi e le reazioni degli adulti di riferimento.
Alcuni comportamenti apparentemente immaturi descritti possono rappresentare una richiesta di attenzione, sicurezza o controllo rispetto a qualcosa che il bambino vive con difficoltà. Il disagio non è sempre “dentro” al bambino, ma si esprime attraverso le sue difficoltà quando l’ambiente non riesce a gestirle in modo funzionale. Il suo gioco regressivo, la voce infantile, la difficoltà a rispettare le regole e i capricci sono modalità espressive che richiedono ascolto, ma anche l’uso di strumenti pratici e coerenti. Etichettare un bambino rischia di cristallizzare il problema; cambiare il contesto spesso cambia anche il comportamento.
Ecco alcuni spunti utili:
- Dare poche regole semplici, stabili e coerenti e farle rispettare con calma e fermezza.
- Evitare il braccio di ferro e gli scontri, attraverso strategie come:
- il potere della scelta (es. "È il momento di spegnere la tv, lo fai tu o lo faccio io?")
- lo scenario futuro (es. "Se non finisci i compiti in tempo, non ci resterà tempo per andare al parco")
- l’accettazione della frustrazione che il bambino prova come reazione ad un no (es. “Capisco che in questo momento sei arrabbiato perché non puoi più giocare con il tablet, ma è finito il tempo che avevamo concordato”)
- Potenziare l’autonomia: dare al bambino compiti adeguati alla sua età, lasciargli margini di scelta, responsabilizzarlo nelle piccole cose quotidiane (vestirsi, apparecchiare, preparare lo zaino…) rafforza il senso di competenza e riduce i comportamenti regressivi.
- Valorizzare i comportamenti maturi e le azioni positive, anche se piccole, per rafforzare l’identità competente del bambino. Allo stesso tempo, è utile ridurre l’attenzione ai comportamenti disfunzionali, per non rinforzarli involontariamente.
- Uscire dalla logica del controllo per entrare in quella della fiducia, lasciando spazio al bambino di fare da solo, anche sbagliando.
Ogni bambino ha le sue risorse, e spesso ha solo bisogno che gli adulti intorno a lui imparino a leggerle e sostenerle nel modo giusto. Un percorso di sostegno alla genitorialità può aiutarti a ritrovare strumenti concreti, serenità educativa e fiducia nel cambiamento.
Con piccoli cambiamenti quotidiani e uno sguardo nuovo, è possibile creare un clima familiare più sereno, in cui Michele possa crescere sentendosi compreso, sostenuto e valorizzato. Vi auguro di trovare il modo più adatto per trasformare le difficoltà in occasioni di crescita.
Un caro saluto, dott.ssa Ornella Cascino