Mi sento come se la mia vita fosse finita

concetta

Buongiorno, sono una ragazza abbastanza giovane, laureta, con un lavoro che mi appaga relativamente e ho un fidanzato che mi ama veramente tanto. A gli occhi degli altri sembro una persona molto solare, allegra e disponibile, ma dentro mi sento logorare. Ho un passato di violenza in famiglia, una madre soggiogata da un padre quindi sin da piccola mi sono trovata a farmi forza da sola, cercando di proteggere mia madre e mia sorella dalle violenze di mio padre, violenze sia fisiche che psicologiche. Oggi a quasi 30 anni mi ritrovo a logorarmi dentro, immersa in uno stato d'ansia perenne che non solo mi porta ad isolarmi dagli altri ma suscita in me pensieri negativi, certe volte vorrei infliggermi delle autopunizioni. Mi sento come se la mia vita fosse finita, eppure cerco di convincermi che sono ancora giovane e che posso fare molto, allora mi risollevo, ma cado dinuovo, cado e ricado, poi cerco di alzarmi e poi cado. Tempo fa ho conosciuto un uomo, sono caduta nel tradimento, questa cosa mi sta facendo impazzire, non solo perché ho mancato di rispetto a un uomo che mi ama, ma anche perché questo uomo mi ha rifiutata più volte e in me è nata una sorta di fissaizone,mi sento umiliata, più mi rifiuta più gli corro dietro, non riesco a vedere via d'uscita. HO bisogno d'aiuto!!!! E' la primissima volta che esprimo queste cose

12 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Concetta, grazie per essersi affittata a un sito e a professionisti che non conosce per lanciare il suo grido di aiuto. Credo che lei abbia bisogno urgentemente di ricorrere a qualcuno che la possa seguire, noi da questa parte dello schermo, possiamo fare ben poco. Non ci sono servizi territoriali nel luogo in cui vive? Consultori, Centri di salute mentale..credo che possa trovare una struttura della ASL, anche nella vicina città capoluogo che possa seguirla. Ne ha diritto. Oppure, associazioni di donne o di volontariato. Ha bisogno di elaborare tutto il carico di violenza che ha subìto, rimettere in gioco i suoi rapporti con la famiglia, ricostruire un'immagine di figura maschile che sia tenera e affidabile. Non è facile uscirne da sola.  

Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

Roma

La Dott.ssa Mirella Caruso offre supporto psicologico anche online

Cara Concetta, se ci rifletti anche tua madre è stata più volte " umiliata da tuo padre " e più tuo padre la umiliava e più lei le correva dietro. Questo tuo " malessere e per tè incomprensibile comportamento " io lo chiamo " Emulazione del mito genitoriale " causato da eventi frustranti vissuti nel passato che ci condizionano nel presente. Pertanto credo che sia opportuno che tu consulti uno Psicoterapeuta che possibilmente utilizzi l'Ipnosi Terapia Vigile al fine di " resettare il tuo vissuto " Se vuoi mi puoi contattare per telefono per poi eventualmente incontrarci tramite Skype. Ciao, a presto.

Dott. Artabano Febo

Dott. Artabano Febo

Pescara

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Gentile Concetta, mi sembra un passo importante quello che l'ha condotta ad esprimere questo suo malessere attraverso questo sito web. Forse è giunto il momento che chieda un aiuto ad un bravo psicoterapeuta, per capire cosa dentro di lei le impedisce di godere in modo più sereno della sua vita. Purtroppo, le esperienze del passato, possono continuare a condizionare la nostra vita anche da adulti. Ha fatto un passo importante, ne faccia un altro. Sicuramente può trovare un bravo professioista nella sua zona di residenza.

Dott.ssa Maria Rita Milesi

Dott.ssa Maria Rita Milesi

Bergamo

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Gentile Signora,

in virtù di quanto riferisce, il suo caso ritiene una particolare attenzione. Pertanto le propongo di compiere un ciclo di colloqui psicologici in modalità online, mediante skype, al fine di una valutare ed orientare nella giusta risoluzione la sua questione. Occorre un pc e una Webcam

Cordialmente

E' possibile che lei sia attratta dall'uomo con il quale ha tradito il suo fidanzato perche' lo sente simile a suo padre. Non e' strano che lei si senta in un perenne stato di ansia dato che ha avuto un'infanzia difficile. Se vuole mi puo' contattare alla mia e-mail per prendere un appuntamento. Non posso dirle molto per aiutarla visto che so poco della sua storia le consiglio in ogni caso di farsi aiutare. Cordialità

Cara Concetta,

la tua infanzia difficile e la tua storia familiare hanno accentuato la predisposizione alla sofferenza di cui ancora adesso non riesci a liberarti. Anche i sensi di colpa di cui soffri sebbene scaturiti dal tuo tradimento hanno radici assai lontane. Credo ti sarebbe molto utile un supporto psicologico per liberati dallo stato di affanno in cui vivi e ritrovare la serenità che meriti. La sofferenza  se non viene rielaborata pesa come un macigno e impedisce la serenità della mente. Se credi possa esserti d’aiuto non esitare a scrivermi ancora.

Ti auguro una buona giornata!

Gentile Concetta,

innanzitutto non c’è niente di cui tu ti debba punire. Credo comunque che la soluzione migliore per te sia quella di rivolgerti ad uno psicoterapeuta che possa aiutarti ad elaborare tutto il dolore che senti e che ti porti dentro e che solo ora inizi ad esprimere. E’ probabile che la pesante sofferenza che ti sei sempre tenuta dentro, anche dovuta alle esperienze di violenza familiare, ti logori al punto da non lasciarti sufficiente energia per vivere la tua vita da trentenne davvero solare, allegra, disponibile e con la voglia di realizzare tutto ciò che vorrebbe per se stessa. E che senta di meritarsi di poter vivere una relazione d’amore e non di doversi punire in una relazione di rifiuto.

Dott.ssa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Bergamo

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Gent.ma Concetta,

intanto grazie per aver chiesto aiuto ed aver trovato il coraggio di parlare della sua situazione. E' un buon inizio.

Il suo stato d'ansia è legato ad una serie di fattori che con molta probabilità partono dalle esperienze familiari e continuano in una successione della quale bisogna pesare l'influenza sulla sua personalità.

Il mio consiglio è di intraprendere un ciclo di sedute di psicotarapia al fine di identificare le sorgenti della sua ansia e programmare le modalità con le quali poterla superare.

Non si disperi e consideri questo primo passo come un inizio per riprendere fiducia nelle sue possibilità e di riacquistare il suo equilibrio.

Cordiali saluti

 

Gentile Signorina Concetta,


come prima cosa vorrei ringraziarla per il suo coraggio: non sempre è facile buttare fuori quello che ci rode dentro, a volte quanto più esso è importante per noi tanto meno riusciamo a comunicarlo. Quindi, se questa è come lei dice la prima volta che ne parla, lo prenderei subito come un segno del fatto che lei vuole davvero un aiuto e che, se vuole, può ottenerlo.

La sua vita non è affatto finita, mi creda, per quanto questo sia un semplice esame di realtà: la vita finisce quando finisce davvero, quindi credo lei abbia tutto il tempo per venire a capo della sua drammatica storia.

La sua vita, però, mia cara signorina, sembra essere giunta ad un "empasse", uno di quei punti cruciali in cui o facciamo i conti con noi stessi o non andiamo più da nessuna parte, come avessimo perso la bussola del nostro viaggio.

Potrei girare attorno al punto come un buon percorso terapeutico vorrebbe, ma questa è solo una mail non una seduta di psicoterapia, quindi spero non me ne vorrà se vengo subito a quello che, a mio modesto parere, mi pare essere il nocciolo della sua questione.

Credo che il suo nodo irrisolto stia in ciò che è o è stato il rapporto con suo padre, un indizio di tale nodo sta in quella che lei chiama la sua "fissazione" (e mi creda ha davvero azzeccato la parola giusta: "fissazione" in gergo tecnico è un termine che indica quando una parte di noi rimane attaccata, legata, "fissata" appunto ad un nostro nodo, riuscendo così noi solo a riviverlo, senza però risolverlo) per questo "altro" uomo che continua a rifiutarla e nel suo rifiuto si rende per lei tanto più ossessionante. Tanto che viene da chiedersi come reagirebbe se questa persona dovesse dirle si... Lo rincorrerebbe ancora o finirebbe egli col perdere tutto il suo fascino attrattivo su di lei come succede col suo fidanzato che pure, lei dice, la ama tanto, e non intendo porre dubbi su quest'ultimo punto, sia chiaro.

Il fatto è, mia cara signorina, che forse, dico forse, lei non sta correndo dietro una persona specifica, ma dietro un rifiuto - quello di suo padre nei suoi confronti - cercando di cambiare la sua storia ma riuscendo solo a riviverla in tutta la sua drammatica frustrazione e forse, mi viene da pensare, anche senso di colpa. Il senso di colpa di chi si sente inaccettato, inadeguato, respinto.

Mi perdoni se preferisco, in questa sede, non andare oltre questo punto. La sua storia non si ferma certo qui. E se pure le riuscisse chiaro il "chi/che cosa" lei stia inseguendo, le rimane ancora da capire il "perché" ed è quel tipo di perché spesso risolutivo che scioglie il nostro nodo e ci fa vedere chiaro dentro i nostri sentimenti, quali che siano.

Sperando di esserle stato in qualche modo d'aiuto, la esorto, ove possibile, a cercare un aiuto specifico: il suo è un percorso sicuramente difficile, ma, mi creda, non impossibile da superare.

La sua vita non è finita, mia cara signorina, è solo giunta ad una svolta importante che preme e si fa sentire per essere affrontata.

Con i miei migliori auguri di tutto

Carissima, la sua lettera è toccante, il suo passato doloroso nel quale si è sentita di dover proteggere, da piccolina, sua madre e la sua famiglia da un padre violento spiegano senz'altro le sue attuali insicurezze, e la ricerca di esperienze “sbagliate”. Quando da piccole si avverte di doversi prendere delle responsabilità adulte si possono alimentare delle insicurezze e delle ansie perché non si è ancora preparati ad affrontare situazioni così difficili.  Da piccoli si ha bisogno di essere accompagnati e supportati di fronte alle difficoltà e a lei ciò è mancato. Spesso inoltre chi vive esperienze di violenza e trascuratezza nell'infanzia, da adulto va alla ricerca proprio di esperienze simili, quasi a voler dare una svolta al proprio passato e risolverlo nel presente. La invito a  leggere il mio articolo “mal d'amore si può guarire?” presente nel mio blog: http://psicoterapeutamilano.blogspot.it . Sicuramente potrebbe essere importante per lei affrontare un percorso psicologico per ritrovare una sicurezza interiore e imparare ad amarsi fino in fondo e a cercare nella vita il suo bene.

Cara Concetta, non creda che la sua sia una situazione rara, le violenze in famiglia sono all'ordine del giorno:i padri/padrone sono più di quello che si pensi!

Purtroppo il tipo di violenza da lei subita (se non quelle peggiori) lasciano segni evidenti o nascosti per tutta la vita, nel suo caso però vi sono ottime speranze di poter superare questi stati d'animo.

Intanto lei è ancora piuttosto giovane e possiede un alto livello culturale, e questo aiuta molto, poi ha un fidanzato che è, come dice, molto innamorato.

Su quello che chiama "tradimento" ci sarebbe molto da dire, se infatti si tratta di casi sporadici possono essere modi per provare a se stessa quanto ami il suo fidanzato ed ecco il senso di copla e il desiderio di autopunizione.

Se invece le "ricadute", come lei le definisce, sono sono continue allora la casistica è più varia e bisognerebbe analizzare meglio la situazione nel suo complesso.

Il fatto che riesca ad esprimere i suoi stati d'animo è molto importante, manca solo una "guida" e tanta, tanta buona volontà da parte sua!

Sono sicura che nelle sue vicinanze vi siano degli ottimo psicoterapeuti, si affidi con fiducia ad uno di questi, possibilmente donna, in quanto alcune cose si possono comprendere soltanto da donna a donna.

Io, purtroppo, ho studio a Palermo e posso dare, tramite questo mezzo, soltanto pareri di carattere generale, ma, se posso esserle utile, invii pura una mail al mio indirizzo privato, nei limiti del possibile le risponderò.

Le invio il caloroso augurio che possa al più presto risolvere i suoi problemi.

Salve Concetta

mi dispiace molto per la sua sofferenza. La sua storia chiaramente è pesante e difficile. L'uomo che rincorre infondo la tratta male e la rifiuta come il modello di coppia che le hanno sempre presentato i suoi genitori. deve assolutamente dedicarsi ad una psicoterapia per la sua vita di donna ma anche per il futuro della sua coppia. Se non sa a chi rivolgersi le posso dare delle indicazioni. Mi faccia sapere