Che senso ha vivere nella paura?

Elena

Ciao, vi ringrazio in anticipo per il tempo che mi concedete.
È il mio compleanno oggi, ma sento di non avere nulla da festeggiare. Forse il mio corpo stesso ha voluto ricordarmelo quando, a mezzanotte e quattro minuti di stanotte, ho avuto un attacco di panico, dopo diversi giorni che non ne avevo uno.
Soffro di ansia generalizzata da due/tre anni, la fobia di vomitare (che ho sin da bambina) mi ha stravolto l'esistenza in questo periodo.
Premettendo che ho fatto un percorso di diversi mesi con una psicologa e che ora sto seguendo invece una psicoterapeuta da alcune settimane, sento che per quanto la situazione sia migliorata (non ho più molteplici attacchi di panico al giorno come un tempo, sono sporadici ma presenti, e sono le ricadute che più mi distruggono) non riuscirò mai ad arrivare a una guarigione al 100%.
Il problema è che ho solo un anno di tempo per riuscire a stare meglio, o tutti i miei progetti futuri saranno rallentati o addirittura annullati per colpa della mia paura.
Ma sono stanca delle ricadute, sono stanca di continuare a provare. Ogni volta che provo a prendere in mano la mia vita, a staccarmi da coloro da cui dipendo per dimostrare che posso farcela da sola, ho una ricaduta.
Oggi dovevo vedere l'appartamento che avrei eventualmente condiviso per frequentare più facilmente l'ultimo anno di liceo (mi sono ritirata l'anno scorso dalla mia vecchia scuola, perdendo un anno. Ho già ritardato fin troppo), sarebbe stata un'occasione per me per provare a cavarmela anche da sola, perché quando andrò all'università sarò lontana dalla mia famiglia, e se dovessi avere attacchi di panico avrei lontana l'unica persona che mi sta aiutando veramente quando ho quei momenti, ovvero mia mamma.
So già che un anno è troppo poco tempo, e so che non ho abbastanza coraggio per affrontare ciò che mi spaventa,
Vorrei solo farla finita, se mi suicidassi sarebbe tutto più semplice. Non dovrei affrontare per anni una paura che mi impedisce di vivere serenamente, ma solo un momento. Non ho paura della morte a dire la verità, lo vedo come un passaggio e una trasformazione, ho solo paura del modo in cui si muore, della sofferenza che si può provare. Se non avessi la fobia di vomitare, probabilmente mi sarei presa tutti i farmaci insieme, ma il terrore di fallire e dovermi sottoporre alla lavanda gastrica mi terrorizza... Il motivo principale per cui non l'ho mai fatto è questo.
Ci penso così tanto che mi sembra assurdo che non l'abbia ancora fatto neanche in altri modi, anche se i sensi di colpa mi divorerebbero.
Per questo... Penso di non avere nulla da festeggiare in questo giorno. Certo, vuol dire che anche oggi ce l'ho fatta, anche oggi ho resistito. Penseranno: "è un traguardo".
No, non lo è. Perché se vivere significa sopravvivere condizionata dalla paura anziché vivere realmente, allora non ha senso resistere e andare avanti.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Perché è così dura con se stessa. Lei sta facendo un terribile braccio di ferro con se stessa per dimostrare a se stessa e agli altri di essere autonoma ed in grado di farcela da sola. Si ami un pò di più e si dia tempo. La psicoterapia è efficace ma ha bisogno dei suoi tempi. Tenga presente che al di là dei suoi vissuti soggettivi e delle sue problematiche che vanno affrontate in ambito psicoterapeutico, le sue paure ed ansie sono dovute alle caratteristiche di funzionamento del cervello. Una volta che si presenti un pensiero o si determini un comportamento il cervello, diciamo così, tende a ripeterlo. Questo accade anche per i pensieri negativi, le paure le ansie che rischiano di allargarsi a macchia d'olio. Accanto alla psicoterapia che lei deve assolutamente seguire potrebbe trovare beneficio nella Mindfulness un approccio che aiuta ad interrompere meccanismi mentali dannosi e nocivi. Si rivolga ad un centro mindfulness accreditato

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Frosinone

La Dott.ssa Maria Felice Pacitto offre supporto psicologico anche online

Buongiorno signora Elena,

Mi viene da pensare che la paura sia un sintomo ovvero sia come la febbre che di per sè non è una malattia ma segnala la presenza di un disagio profondo e nascosto. La fobia del vomito potrebbe essere proprio il timore di esprimere con le parole -buttare fuori- questo disagio di cui dicevo. Le consiglio di lavorarci in una psicoterapia e, se vorrà, sono a sua disposizione e può contattarmi.