Sono fidanzata da un anno con un ragazzo che faceva uso di cocaina

Claudia

Salve. Sono una ragazza di 22 anni. Sono fidanzata da un anno con un ragazzo di 30. Fa uso di cocaina da quando aveva meno della mia età. Tutto questo anno ho scoperto che lui non ha mai smesso. Ha sempre fatto uso di cocaina e negli ultimi mesi si è ridotto a farlo da solo in camera sua. Ora sono tre mesi che non lo fa e ne sono sicura per il semplice fatto che sta anche smettendo di fumare e lui non voleva assolutamente smettere. E inoltre gli ho chiesto di dirmi tutte le bugie a fin di perdonarlo e lasciarmi tutto alle spalle. Ora io non sono abbastanza scioccata dal fatto che sia così dipendente o, come dice lui, lo era. Il punto è che non sono sicura che dopo 10 e forse più anni di uso di cocaina in due mesi si possa dire che abbia smesso. Ora, io ho pensato di informarmi su qualche clinica di disintossicazione, ma lui lavora in proprio e non può assolutamente smettere di lavorare altrimenti la sua attività va in rovina. Però ha tre mesi a partire da ottobre completamente liberi, ma è troppo lontano e dovrei aspettare troppo per farlo andare in una clinica. Non so come fare e aiutarlo. Lui continua a dire che non la vuole più vedere e non ci ricasca e nemmeno ci vuole pensare. Ci posso anche credere ma se poi si presenta un occasione in cui possa cedere? Ha 30 anni e dovrebbe essere un uomo e io non posso sempre stargli appresso come una mamma. Sono giovane e di rovinarmi la vita con una persona che potrebbe continuare a farlo non ne ho voglia. Mi serve un consiglio su come risolvere il problema. Magari anche uno psicologo in zona con qualche terapia settimanale. Grazie

11 risposte degli esperti per questa domanda

Chi dipende da cocaina mette a rischio se stesso e gli altri. Si tratta di persone che per drogarsi mentono e manipolano. Nei trattamenti si incoraggia sempre massima severità. Può risolvere la dipendenza da solo o farsi aiutare. Gli aiuti in comunità hanno bisogno di tempo e di un tempo variabile di isolamento dal mondo e lui mi sembra non sua disposto ad accettarlo. Può farcela da solo o con l'aiuto di una psicoterapia privata. Se però non è disposto o non è in grado di farcela dovrebbe essere lei a prendere in considerazione l'idea di lasciarlo. Ha preso in considerazione questa scelta? Non è una scelta facile, ma ricordi che se non vuole o non è in grado di affrontarla come lui è allo stesso livello per quanto a dipendenza. Anche se si tratta di dipendenza affettiva, non di cocaina.

Cara Claudia capisco bene il suo disagio e i suoi dubbi. Dubbi non infondati per il fatto che l'uso continuativo di una sostanza come la cocaina non è facilmente superabile. La buona volontà, pur necessaria, che sicuramente riconosciamo al suo ragazzo, non è generalmente sufficiente, in quanto la condizione psicologica profonda che è coinvolta, è in primo luogo coinvolta, non è direttamente trattabile con i buoni propositi. Opero da anni in un servizio Dipendenze della Asl e so come facili siano le recidive. Però la cura è essenzialmente psicoterapeutica, in quanto c'è bisogno di ricostituire un proprio assetto psichico ed emozionale coinvolgendo il proprio mondo interno più precoce, quello nel quale eravamo dipendenti naturalmente da figure di attaccamento. Lì qualcosa di non sufficientemente rassicurante ha determinato una domanda di accudimento che è rimasta attiva e che si è rivolta illusoriamente alla sostanza. Detto questo, e anche quando compreso in profondità, è però necessaria una nuova sapiente relazione terapeutica per restaurare quel che non è andato bene, affidandosi a un curante, con pazienza fiducia e tenacia. Quanto a lei, si trova certo di fronte a una situazione non banale. Può dare a lui i suggerimenti giusti, anche ricorrendo al fatto di condividere con lui gli esiti di questa corrispondenza con lo psicologo. Se ritenete, potete contattarmi. Un saluto cordiale.

Salve,

è del tutto comprensibile e giustificabile la sua preoccupazione; ha buoni motivi per credere che una ricaduta sia possibile ed ha tutte le ragioni per proporre e consigliare al suo ragazzo un consulto e un eventuale percorso con professionista. Sarebbe opportuno per il suo ragazzo seguire un percorso psicologico così da poter comprendere la motivazione che l'ha spinto a far uso di sostanze stupefacenti; comprendendo le reali cause e dinamiche che sottendono il fenomeno sarà possibile lavorare su quest'ultime così da poter risolvere il problema della dipendenza.

Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Qualora avesse la necessità di contattarmi privatamente può scrivermi attraverso il forum che troverà sul mio contatto.

Buongiorno Sig.ra Claudia,

da quello che scrive mi pare di capire che stia vivendo un momento di grande disagio, dovuto alla dipendenza da sostanze del Suo compagno. E' noto che in casi simili la problematica rientra in un quadro sintomatologico costituito da sintomi psico-cognitivi, fisiologici e comportamentali correlati all'uso ripetuto di una certa sostanza, che incidono patologicamente sulle varie sfere vitali dell'individuo, e di conseguenza sulla coppia e sulle persone vicine, come Lei per esempio. Il processo che porta allo sviluppo di una dipendenza è complesso ed articolato, visto che alla sua base vi sono molteplici fattori causali che si intersecano e si influenzano tra loro. Esso dunque è sospinto dalle proprietà psicoattive della sostanza stessa, ma anche dalle dinamiche situazionali nelle quali essa viene assunta e, non ultime, dalle caratteristiche personali, come ad esempio stress ed ansia interna, insicurezza, umore altalenante, disagi socio-familiari e/o lavorativi, difficoltà emotive ed affettive e così via. Ulteriori fattori possono essere lo status economico del consumatore ed il contesto sociale nel quale egli è inserito. Pertanto, ogni singola casistica va valutata ed analizzata ad hoc nello specifico.

Se necessita di un supporto Le offro la mia consulenza presso il mio studio a Roma, in Via Monza n. 9. Mi può comunque contattare per fissare un appuntamento anche telefonicamente.

Buona giornata

Buongiorno Claudia, la situazione che lei descrive è molto coinvolgente emotivamente. Il suo fidanzato dovrebbe chiedere aiuto al Ser.T del suo territorio perchè il trattamento per queste problematiche coinvolge diverse figure professionali. C'è un progetto della Regione Lazio che è attivo ed è rivolto alla cura della dipendenza da cocaina nei week end e in questo modo sin potrebbe ovviare alla problematica relativa al lavoro ovviamente prima dell'accesso c'è una valutazione accurata del caso. Rispetto a questo mi permetto di rilevare che la cura dovrebbe avere la priorità rispetto a qualsiasi attività ...

Se desidera un supporto psicologico sono a disposizione. 

Cordiali saluti 

Dott.ssa Federica Buffoni

Dott.ssa Federica Buffoni

Roma

La Dott.ssa Federica Buffoni offre supporto psicologico anche online

Buonasera Claudia, uscire da una  dipendenza non è cosa immediata e spesso possono esserci ricadute. Sono d'accordo con lei di non aspettare ottobre ma d'iniziare a fare qualcosa subito in virtù della motivazione espressa dal suo fidanzato di voler smettere. La soluzione migliore sarebbe rivolgersi al SerT dell'ASL della sua zona di appartenenza che è un servizio specializzato in tossicodipendenze. La psicoterapia individuale è un valido supporto. Io lavoro con sedute a cadenza settimanale. Il mio studio si trova ad Aprilia in provincia di Latina per avere altre informazioni può contattarmi direttamente. 

Cari saluti 

Cara Claudia, fai bene a chiederti se due messi possono significare che il tuo ragazzo abbia smesso per sempre o meno. Le dipendenze sono difficili da affrontare sopratutto senza un aiuto professionale oltre a quello che naturalmente gli dai tu. La motivazione però a cercare di capire come mai lui abbia cominciato e cosa lo porta verso la droga dovrebbe essere sua. Penso tu possa solo consigliarlo. Se ti serve un supporto o serve a lui io lavoro a Roma a via ardea. Contattami pure.

Hai pienamente ragione in queste situazioni, così difficili e strutturate da molto tempo, anche se in maniera saltuaria, il rischio che corre il partner del consumatore, è quello di assumere il ruolo di crocerossina o di mamma. Devi convincere e sostenere lui nel farsi aiutare da persone del settore. Sul territorio ci sono i SERT delle strutture pubbliche che possono aiutarlo. 

Cara Claudia, ti faccio i miei complimenti per la saggezza che dimostri alla tua età!! Cosa rara oggi!  Ho letto attentamente il tuo scritto relativo alla richiesta di un consiglio per risolvere la situazione del tuo ragazzo tossicodipendente. A tale proposito o poche cose da dirti: hai ragione tu, due mesi non sono affatto sufficienti per dire che lui sta uscendo dal problema! Molto probabilmente le sue intenzioni sono valide ed anche la motivazione con lo spinge a volere smettere. Ma questo tipo di problematiche - che coinvolgono sia il fisico che soprattutto la psiche - sono molto ostiche e complesse e per affrontarle adeguatamente c'è bisogno di un valido aiuto esterno alla persona. Ti consiglio quindi di rivolgerti  ad uno psicologo/a esperto/a  per la tossicodipendenza. Puoi senz'altro cercare un nominativo presso il Sert (Servizio per la Tossicodipendenza) presso la sede della tua ASL territoriale (o quella del tuo ragazzo se lui non è nella tua zona) per chiedere un nominativo nel privato o tentare direttamente con gli psicologi del Sert stesso. Con i miei migliori auguri ed un cordiale saluto.   

Il Ser.T della sua ASL può offrire il servizio e l'aiuto giusto a lui e magari anche a lei, sia dal punto di vista sintomatologico che da quello psicologico, e insieme come coppia

Può aiutare il suo compagno con la presenza e l'amore ma è lui che deve aiutare se stesso principalmente con professionisti indicati

L'uso di sostanze nasconde sempre, al di là del piacere, un vuoto da riempire ma non è immediato capire da dove arriva e come risolverlo diversamente

La cocaina è un potente antidepressivo ma poi arriva il down e l'ansia ed è peggio di prima

Normalente chi ne fa uso cerca di nascondere e negare e l'interrogatorio o il ricatto o l'accusa servono a poco

Lei però non deve all'opposto colludere e quindi tenere una linea ferma ma non fargli da mamma e tutto questo richiama i suoi vissuti come donna e come figlia

Si chieda perchè ha scelto proprio lui

Auguri

 

Buongiorno Claudia

Sono la dott.ssa Suciu Ioana Maria.

Nel caso delle dipendenze patologiche di solito esistono sul territorio provinciale dei Servizi Territoriali per le Dipendenze Patologiche (SERT) dove le persone che decidono di "smettere" l'uso di sostanze e prendersi cura di se, si possono rivolgere per una presa in carico in un programma di trattamento psicoterapeutico e farmacologico dove è il caso. Per un buon esito del percoso è' molto importante che la motivazione della persona per la cura sia intrinseca (ossia personale della persona che usa le sostanze e che non sia imposta dall'esterno da parte di altre figure di riferimento come possono essere familiari, fidanzate, amici, etc.).

Mi sembrava utile dirti questo, visto che hai parlato nel tuo post del uso di sostanza del tuo ragazzo.

Per quanto riguarda te e importante che rimani concentrata sul tuo sentire, sui tuoi bisogni e le tue necessità e  non "stargli a presso come una mamma" come hai già detto molto bene te.

Cordiali saluti