Alienazione parentale?

Jessica

Gent.li Dott./Dott.sse,
Scrivo per avere un confronto con voi e cercare di trovare una soluzione.
Ho 32 anni, fidanzata da due con un mio coetaneo col quale convivo da 1 anno ed abbiamo un rapporto forte, stabile e sereno.
Lui è separato ed ha una figlia di 4anni e mezzo.
Con lei ho imparato a guadagnarmi fiducia, simpatia ed affetto (le voglio bene e la tratto come fosse figlia mia).
Da quando conviviamo la ex compagna trova periodicamente pretesti per non farcela vedere regolarmente, sia comunicando direttamente al mio compagno che la bimba vuole stare con lei/nonna materna (vivono nella stessa casa) o facendolo dire alla piccola (a volte credo sia la madre ad indurla a dire ciò) e mille altre scuse.
Con il padre e con me la bambina ha un bellissimo rapporto, gioca, è affettuosa e serena.
La ex ha avuto un compagno per un paio di anni circa, ha frequentato un ragazzo per un paio di mesi ed ora ne frequenta un altro da 6/7 mesi (tutti presentati alla bambina).
Da quando l'attuale compagno "è di casa" la bambina la stiamo vedendo molto meno, si rifiuta di salutare il papà al telefono (questo lo faceva da prima, a volte saluta a volte no), non lo vuole vedere.
L'ultima volta che è venuta a casa nostra è stata bravissima e molto più affettuosa del solito.. sopratutto con me..dall'ultima volta però purtroppo è trascorso quasi un mese!!
La bambina è molto nervosa, nei giorni scorsi all'asilo piangeva cercando la mamma (non so se lo fa ad oggi), rifiuta il padre, alle maestre ha detto che il mio compagno non è suo papà, le maestre sono ovviamente preoccupate. Lo so, sono di parte, ma so con certezza che l'uomo che ho accanto è un bravo papà, affettuoso, attento.
Più persone hanno constatato ciò.
Lui sta cercando di mantenere il sangue freddo, tutti i giorni chiama la piccola per salutarla (lei a volte lo considera altre no), la scorsa settimana si sono trovati al parco giochi (in presenza di mamma, nuovo compagno e cuginetta) ed ha giocato molto col padre.. sembrava volesse pranzare con lui e quando è stato il momento di dirlo alla madre la piccola è scoppiata in un pianto dicendo di voler stare con mamma.
Nei giorni scorsi lui l'ha incontrata di nuovo al parco (sempre con madre e compagno) e la piccola l'ha considerato pochissimo, per poi dirgli che lui non è suo padre e praticamente l'ha cacciato (nel mentre madre e compagno sghignazzavano).
A volte la ex collabora e cerca do convincere la bambina ad andare con papà, altre sembra far finta che vada tutto bene. (A mio avviso vuol sostituire al padre l'attuale compagno..idem per il compagno che aveva prima).
Trovo struggente, triste e grave tutto ciò.
Credo debbano rivolgersi alle maestre e ad un psicoterapeuta ma so che la madre non è dell'idea di andare da un professionista (il mio compagno appena si separarono le aveva proposto di rivolgersi ad un professionista ma la ex disse che non serviva e di andarci lui)..
Avrei mille altre aneddoti da raccontare ma mi sono già dilungata a sufficienza.
Cosa possiamo fare? Ho tanta paura che la situazione peggiori
Grazie in anticipo per l'attenzione
Saluti

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera Jessica, bisognerebbe fare un tentativo , il suo compagno ha parlato con la sua ex esprimendo dubbi e preoccupazioni sul comportamento della bambina ?

Un 'altra strada potrebbe prevedere il coinvolgimento di un  avvocato per poi rivolgersi ad un giudice.

Purtroppo spesso gli adulti attraverso i bambini cercano di far male all'altro mettendo in secondo piano i figli .

Resto a disposizione

Dott.ssa Luigia Cannone

Dott.ssa Luigia Cannone

Rimini

La Dott.ssa Luigia Cannone offre supporto psicologico anche online

Carissima Jessica,

posso comprendere la Sua difficoltà e preoccupazione per questa situazione.

Le separazioni non sono mai semplici e spesso e volentieri, purtroppo, anche i figli ne vengono pesantemente coinvolti.

In questa situazione è che ci sono molte cose che si potrebbero fare, quella più immediata ed opportuna in questo momento, se il dialogo con la mamma della bambina non porta a nulla (hanno provato a risolvere e a confrontarsi in merito? Pare che la madre non sempre sia oppositiva) per il Suo compagno, potrebbe essere quella di rivolgersi ad un legale: un avvocato competente in materia e con esperienza in questo genere di situazioni potrebbe essere d'aiuto.

Le opzioni successive vanno vagliate di volta in volta: regolamentare le visite, chiedere che la bambina venga seguita e supportata da un terapeuta...

Essendo una situazione vissuta in terza persona questo è quello che posso dirLe in questo momento.

Rimango a disposizione.

Cordialità

 

Buonasera Jessica, leggendo quanto scritto, alcune perplessità sulla serenità della bambina insorgono.

Suggerirei al papà di esplicitare chiaramente alla propria ex le sue preoccupazioni rispetto al comportamento della figlia, per vedere se c'è una visione condivisa, una preoccupazione, un disinteresse, o altro. Suggerirei anche una chiacchierata con le maestre, giusto per capire il comportamento della bimba all'asilo e l'eventuale riscontro di un disagio.

Mi chiedo anche se ci sono accordi sanciti per la gestione della bambina (giorni, orari) e se questi vengono rispettati.

Qualora questi tentativi non sortissero alcun risultato ed il papà è convinto che la bambina viva una situazione di malessere, suggerirei di rivolgersi ad un avvocato. La scelta ottimale sarebbe quella di rivolgersi ad uno specialista,ma, da quanto scritto pare essere un'opzione non valutabile dalla mamma della bambina.

Sono scelte difficili e dolorose, tuttavia la priorità è tutelare il benessere della piccola.

Resto a disposizione, anche per l'esplicitazione di dubbi che una tale situazione inevitabilmente suscita.

 

Cara Jessica,

L'unico consiglio sensato che mi sento di dare, in questa situazione abbastanza seria per lo sviluppo della bambina, è che il padre si rechi al Tribunale dei Minori e chieda udienza a un Giudice Onorario, per consultarsi e capire quale sia la cosa migliore.

La mamma della bambina ha posto le basi per una sindrome da alienazione parentale, che a tutt'oggi è considerata la forma di maltrattamento minorile emergente più comune. 

I Giudici Onorari sono professionisti della salute che affiancano i Giudici/avvocati, prestando la loro consulenza - si tratta infatti di psicoterapeuti o pediatri o assistenti sociali con lunga esperienza (esiste un'età minima x fare il concorso).

Prima di infilarsi in un iter di valutazione e riaffidamento,  che si faccia consigliare accurate strategie possibili.

Animo e forza!