La mia famiglia non mi aiuta

Irene

Sono una donna di 39 anni e da un paio di anni mi sento " smarrita ". Mi sono laureata 11 anni fa in ritardo perché in Estate ho lavorato per 5 anni in un supermercato, con la speranza di entrare con un indeterminato, purtroppo mai realizzato. In realtà ho iniziato a lavorare nel fine settimana fin da subito dopo il diploma , ero promoter. Dal momento che al supermercato non potevo più lavorare avendo esaurito la possibilità di essere riassunta, ho tentato vari concorsi, senza successo. Ho lavorato dappertutto pur di guadagnare qualche soldino in più, persino a fare le pulizie. A 33 anni ho conosciuto il mio attuale compagno. Lui ha un buon posto di lavoro, sicuro e ben pagato. Ho lasciato il lavoro alle pulizie per problemi di distanza e mia madre mi ha aiutata per qualche mese a pagarmi le bollette e altre spese che potevo avere, per convivere con lui. Ho apprezzato il gesto ma dovevo uscire da quella situazione, mi faceva stare male non essere indipendente. Attualmente io seguo privatamente i ragazzi con difficoltà scolastiche...ci guadagno abbastanza ma purtroppo lo " stipendio" ( se così si può chiamare) varia molto. Nonostante ciò da quando faccio questo lavoro, sono autonoma e riesco a pagare bollette, spese macchina , cure mediche e persino le vacanze. La casa dove viviamo è del mio compagno, lui ci paga il mutuo e mi sembra giusto contribuire. Anche perché lui ha un buon stipendio ma la sua famiglia sta lontano e anche pure non possano darci una mano né materialmente né economicamente. Ai miei genitori non chiedo nulla , pagano soltanto i pranzi e cene a casa loro quando ci chiamano. Ma, nonostante stiano bene economicamente ( ma molto bene ) non mi chiedono mai nulla, se ho bisogno, se ce la faccio a pagare tutto. Ci danno qualche soldo quando si va in vacanza ( e poi mia madre mi fa il conto di quanti soldi le sono rimasti in banca che sono tanti... praticamente rinfaccia ). Dovrei cambiare la mia macchina, ho chiesto di venirmi incontro con le spese , me l' hanno fatto pesare in tutti i modi. Adesso sto fuori casa me la devo vedere da sola. Ho sempre studiato e lavorato, mi sono pagata l' università, ho fatto tremila lavori, pur di pesare meno quando abitavo da loro. E non ne avrei avuto bisogno di lavorare ( figlia unica , loro lavoravano entrambi, casa e macchine di proprietà e spalle coperte dai miei nonni pensionati che ora ovviamente non ci sono più ❤️) ma loro volevano che lavorassi. Ho sacrificato quegli che erano gli anni migliori della mia vita e loro andavano tranquilli al mare o a cena con gli amici. Mi dicano che loro per un eventuale nipote , andrebbero in bancarotta...per aiutare me ora che avrei bisogno fanno mille storie. Premetto che loro stravedono per il mio compagno. Il problema per loro sono io. A breve farò dei corsi di formazione sempre in questo ambito per vedere se ho possibilità di una paga più sicura e per poter rallentare i rapporti con loro. Ho capito che devo vedermela da sola . A me bastava sapere che loro ci sarebbero stati dove non potevo arrivare io con i miei guadagni. E avrei chiesto veramente il minimo. Ultimamente hanno anche auto problemi di salute ( grazie al cielo risolti ) e sua io che il mio compagno li abbiamo supportati e accompagnati a fare le visite. Ma sto malissimo. Non sento di avere più un punto di riferimento. Forse li ho delusi...non sono stata pari alle loro aspettative....e ora reagiscano così. Io però sono a pezzi. Grazie per la lettura, aspetto qualche consiglio.

1 risposta degli esperti per questa domanda

Buona sera Irene, è ammirevole tutto l’impegno che lei ha messo in quello che ha fatto, mi sembra tuttavia che lei in qualche modo lo abbia fatto non tanto per se stessa ma piuttosto per sentirsi dire “brava” dai suoi. Da quello che scrive penso che purtroppo questo non succederà mai e lei si sentirà proprio per questo, “non abbastanza…”. Provi a cambiare prospettiva, provi a fare le cose per se stessa, sulla base di quelli che sono i suoi bisogni, i suoi valori e quello che le piace, non su quello che secondo lei gli altri si aspettano. Ma soprattutto provi a “darsi una pacca sulla spalla” e a dirsi “brava Irene” vai bene così.

Le faccio i migliori auguri per tutto.

Dr.ssa Roberta Dalla Vecchia

 Roberta Dalla Vecchia

Roberta Dalla Vecchia

Vicenza

Roberta Dalla Vecchia offre supporto psicologico anche online