Mia madre non vuole che vada via di casa

Claudia

Buonasera. Scrivo perchè mi trovo in una situazione molto difficile ed ho bisogno di aiuto.
Ho 29 anni e vivo a casa dei miei genitori, da due anni anche il mio fidanzato vive a casa dei miei genitori, ed ora che abbiamo finalmente la possibilità di andarcene (ossia andare a vivere due piani sotto rispetto a dove sto adesso) i miei genitori non vogliono che ce ne andiamo. So che la mia situazione è un po’ particolare, ma vivere a casa loro per varie ragioni è stata l’unica scelta che abbiamo avuto, e sarebbe dovuta essere momentanea. È una situazione innaturale che ci va stretta, tuttavia la casa dove abitiamo è molto grande e finora è stato tollerabile. Ora peró abbiamo una base economica più stabile, e vogliamo crearci i nostri spazi, ma i miei non vogliono.
Ce ne saremmo già andati se non fosse che i miei hanno effettivamente bisogno di noi: mio padre ha 92 anni ed è allettato e mia madre, sessantenne, si occupa di lui in tutto e per tutto, ed è esaurita. Mia madre l’anno scorso ha anche avuto un cancro dal quale, fortunatamente, è guarita, ma in ogni caso non splende di salute: prende molti sonniferi, è sempre piena di dolori, non lavora, non ha hobbies, ed ha poche amicizie che vede sporadicamente. È la badante di mio padre, e credo che l’unica cosa bella della sua vita sia io.
Io amo profondamente mia madre, per lei mi taglierei un braccio, ma vivere cosi è deprimente.
L’altro giorno ho detto a mia madre, a seguito di una lite, che me ne sarei andata. Non credevo fosse una grande tragedia, alla fine sarei andata a vivere due piani sotto, sempre nello stesso villino familiare, ma l’ha presa malissimo. Mi ha scritto una lettera di addio, ha messo il muso per giorni, mi ha iniziato a trattar male senza motivo, finchè alla fine mi ha apertamente detto che ha bisogno di me e del mio ragazzo e del nostro sostegno (anche psicologico) dentro casa. Io la capisco. Se me ne andassi, rimarrebbe a vivere da sola in una grande casa polverosa, a fare da badante ad un anziano che per l’80% delle volte la tratta come una serva, senza avere un lavoro, senza passioni, senza nessuno, andando a dormire alle 21.30 carica di sonniferi e degli insulti di mio padre. Sola. Mi viene da piangere se ci penso. Mia madre è una persona buona che ha dedicato la sua vita agli altri e non è giusto che finisca così. Eppure rimane il fatto che vivere con il mio fidanzato a casa dei miei genitori (uno allettato, l’altra mezza depressa) in una casa tetra antiquata e cupa dove non viviamo la nostra giovinezza è sbagliato.
A seguito della reazione negativa di mia madre alla decisione di andar via di casa me ne sono andata in un’altra stanza ed ho pianto molto, ed alla fine, mettendo da parte i miei desideri, le ho detto che saremmo rimasti con lei, senza nemmeno consultare il mio fidanzato (il quale erano 3 giorni che imbiancava e ripuliva l’appartamento dove saremmo andati). Inutile dire che non è stato contento, peró ha capito.
Da quando ho preso questa decisione mi trovo in un momento di confusione totale.
È chiaro che i miei genitori hanno realmente bisogno di me, ma è altrettanto chiaro che se non forzo la situazione mia madre non mi lascerà mai andare.

Sono due giorni che continuo ad arredare e a pulire l’appartamento nel quale sarei andata a vivere, nonostante ho deciso che non andró più. Ho comprato piante lampadine e tappeti e non so perchè lo stia facendo, da una parte nel mio cuore nutro la speranza che mia madre si rassereni e mi liberi, che mi accompagni con gioia in questo momento della mia vita, ma poi torno lucida e mi rendo conto che questo non avverrà mai perchè i miei sono anziani e malati e devo stargli vicino.

Cosa devo fare…

9 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Claudia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Credo che possa esserle utile soprattutto per cercare di gestire al meglio la situazione trovando soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti, in primis la sua legittima volontà di potersi separare da casa per vivere una vita autonoma ed indipendente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, Dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Claudia,

verissimo che la situazione famigliare sia molto importante e precaria.

Vero che da come scrive presumo che mamma e papà abbiano bisogno di lei ma è anche vero che mi sembra di capire che lei non sta andando via "lontano" o cambiando città ma solamente 2 piani sotto quindi penso che la sua presenza "diversa" potrebbe anche esserci sempre sia nella quotidianeità sia in momenti specifici.

Lei giustamente è arrivata a un'età dove è giusto da figlia aiutare i genitori ma è anche giusto pensarsi e vedersi anche come compagna, donna, lavoratrice, ecc.

Si potrebbe valutare un aiuto extra familiare?

Se le difficoltà, i dubbi e la confusione dovessero persistere le consiglio di rivolgersi ad un professionista per una consulenza psicologica volta al conoscersi meglio, osservarsi da una nuova prospettiva, cercare nuove modalità di comunicazione con mamma, avere uno spazio solo suo dove potersi confrontare e ritrovare grazie ad una maggiore sicurezza verso di sé la strada per il suo futuro.

Resto disponibile per informazioni, richieste aggiuntive, eventuale consulenza online o se volesse rispondere in privato alle domande poste.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca

Psicologa e psicoterapeuta

Ricevo a Torino, provincia (Collegno) e online

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

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Buonasera Claudia, la situazione che descrive è complessa, perchè come ha lucidamente esposto, ci sono due direttive di uguale dignità che la mettono in stallo, da una parte il voler essere accanto ai suoi genitori per aiutarli, dall'altro la necessità di portare avanti la propria vita e la propria autonomia. Da un certo punto di vista risulta comprensibile la difficoltà manifestata da sua madre a lasciarvi andare, che può essere letta in funzione di una richiesta d'aiuto a sorreggere questo equilibrio (in)stabile che sorregge la situazione attuale.

E' opportuno che riusciate a trovare un compromesso che permetta a lei di vivere la propria vita con il proprio ragazzo e a sua madre di vivere serenamente nella casa e situazione attuale, senza che ci siano contrasti o sensi di colpa. Può trovare giovamento in un percorso che l'aiuti a esplorare queste dinamiche.

Dott. Francesco Currò

Dott. Francesco Currò

Arezzo

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Gentile Claudia,

mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, posso comprenderne la difficoltà e la confusione, in quanto si tratta di una situazione molto complessa: la volontà di essere vicina e sostenere i suoi genitori e il bisogno di crearsi una propria vita... E' fondamentale uscire da questo impasse, per questo può essere molto importante e utile intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla ad ascoltarsi e a comprendere quello che prova e sente, trovando inoltre nuovi modi di relazionarsi, in particolare con sua madre, nonché di raggiungere un equilibrio tra l'aver cura di sé e del proprio spazio, il rapporto con i suoi genitori e quello con il suo compagno.

Rimango a disposizione

Cordialmente

Dott.ssa Martina Patruno

Psicologa Clinica e dell'età evolutiva, Psicoterapeuta, Analista Transazionale Certificato, Esperta in Psicologia Investigativa, Psicologia Forense e Psicodiagnostica applicata in ambito civile e penale, Tutor, Hr Ricerca e selezione

 

Dott.ssa Martina Patruno

Dott.ssa Martina Patruno

Roma

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Cara, vai.

Sai anche ti che devi, anzi vuoi, andare.

No in importa cosa hai detto a mamma, non importa quante lacrime e quanti ragionamenti hai fatto per auto convincerti. È il tuo momento, anzi il vostro momento di prendere il volo. E allora vola.

Cerca di capire se i tuoi hanno qualche diritto ad avere un sostegno, una badante, un sostegno legato di qualche tipo da parte del comune (l'ex 62 ad esempio....). Cerca di capire come fare avere loro una mano, ma il tutto sapendo, perché tu lo sai, che quell'auto sarà tuo solo in parte. Salirai due piani e sarai un aiuto ogni giorno un po', ma poi tornerai alla tua vita. Attenta a non farti risucchiare in una vita che non è la tua, ma è di tua mamma. È sua la responsabilità delle sue emozioni e non è tuo il dovere di sostenere tutto il suo peso. Farai, ne sono certa, ciò che una buona figlia può fare, ma non di più. Non ha nessun senso sacrificare la propria vita nella sua totalità per permettere agli altri di vivere bene, anche se questi sono i propri genitori.

Tutto ciò chiaramente ha e avrà un un forte impatto su te, consiglio di cercare in sostegno psicologico e psicoterapeutico adeguato

Un saluto

Gentile Claudia, sta facendo tanto per i suoi genitori e per la sua cara madre ma lei stessa dice che mettere da parte i suoi desideri è deprimente e porta a confusione.
Potrebbe desolata e confusa aiutare i suoi genitori? Certamente no o in ogni caso non al meglio e allora si forzi un pochino a prendere una maggiore distanza, iniziando ad andare ad abitare al piano inferiore magari nei week end per esempio, è faticoso certamente ma necessario e piano piano troverà nuove risorse per se stessa e i suoi. Si faccia supportare da una psicoterapeuta per questo passaggio delicato, un caro saluto,

Dott.ssa Barbara Valente

Dott.ssa Barbara Valente

Dott.ssa Barbara Valente

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Cara ragazza,

È normale che tu sia combattuta tra l'occuparti di te stessa e della tua vita e l'occuparti dei tuoi genitori. Tuttavia, quando non è possibile lo svincolo dalla famiglia, c'è qualcosa che non va.

Non devi scegliere tra l'occuparti dei tuoi genitori e l'occuparti della tua vita con il tuo fidanzato.

Io ti consiglio di rivolgerti ai servizi sociali della tua città, anche se prevedibilmente i tuoi genitori non saranno d'accordo, e attivare un supporto domiciliare per entrambi, del tipo di cui loro avranno bisogno. Ci sono molti modi buoni per occuparsi dei propri genitori, e non dovresti farlo da sola se questo impedisce la tua crescita e felicità. Chiedi aiuto ai Servizi, vai a vivere con il tuo fidanzato e mantieni i rapporti con loro e i durante.

Essere figli che amano i genitori, non significa annullarsi per loro.

In bocca al lupo!

Alessia Ripamonti

Psicologa psicoterapeuta

Gentile Claudia,

Il distacco dai genitori in età adulta soprattutto se anziani è sempre difficile. I sensi di colpa, la sensazione di ingratitudine e di abbandono sono lì pronti a scatenarsi e ad inchiodare in una vita cristallizzata fuori dal tempo che si è fermata e non è più nostra. Eppure per la salute mentale di tutti questo passo va fatto, va fatto senza rabbia, con amore essendo lei per una volta il genitore dei suoi genitori che accompagna verso un movimento rivolto alla sua vita. Potrà, anzi dovrà, mantenere i contatti quotidiani: portare loro la spesa, andarci insieme, pranzare o cenare da loro, telefonare arrivare a salutarli di sorpresa...ma la sua vita deve spiccare il volo lasciando anche ai suoi genitori la disponibilità dei tempi più lenti e la gioia di vederla realizzata nella sua autonomia. Sicuramente saprà "educarli" a poco a poco

Se ha piacere di parlarne sono la Dr.ssa Roberta Minacci sono a Grosseto ma possiamo utilizzare le videochiamate.

 

La saluto e nell'auguratmi di sentirla le auguro tanta serenità.

Dr.ssa Roberta Minacci 

Cara Claudia, 

ci credo che tu sia in confusione! Caspita! Sembra che tu sia divisa su più fronti: i bisogni della tua famiglia, di tua madre e il tuo bisogno di vivere la tua vita anche di coppia e non lasciare sola tua madre. 

Definisci la scelta di aver vissuto a casa dei tuoi con il tuo fidanzato come "innaturale". Credo che tu corra il rischio di giudicare una scelta fatta due anni fa, che stai facendo nuovamente adesso, senza capirne i motivi. Ti invito quindi a prendere in considerazione di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarti a sciogliere alcuni nodi che mi sembra ti tengano legata. 

Il fatto che tu chieda supporto qui mi fa pensare che ci sia uno spiraglio dal quale guardi fuori da quella casa cupa. Cosa vedi? Perché da quello che scrivi, nell'appartamento due piani più giù sembrano intravedersi piante che avranno bisogno di luce, di acqua, di cure... lampadine e tappeti che mi fanno pensare ad un luogo caldo e accogliente per una coppia che, mi domando, forse desidera tempo e spazio per sè? E poi perché questo sembra pregiudicare la possibilità di rimanere accanto a tua madre, ai tuoi?


Un caro saluto,

Adele