Secondo figlio

costanza

Carissimi, innanzitutto vi ringrazio per la vostra disponibilità e per aver aperto questo piccolo spazio dove abbiamo modo di porre domande e, forse, trovare uno spiraglio di luce. Sono una donna di 41 anni e grazie alla FIVDO sono riuscita a diventare mamma di un bambino bellissimo e sanissimo che ha già un anno. Sin da bambina ho sempre sognato di avere una famiglia numerosa. Purtroppo le esperienze della vita (aborto, gravidanza extrauterina, cisti borderline...) hanno cambiato un po' le possibilità. Dal trattamento abbiamo ottenuto 2 embrioni: uno è il mio meraviglioso figlio e l'altro è attualmente congelato. Fra qualche mese mi piacerebbe poter provare a fare il secondo transfer, ma mio marito si oppone. Ogni anno dobbiamo rinnovare il contratto per mantenere l'embrione e, purtroppo, lui non vuole. Fra le sue ragioni ci sono i suoi interessi personali (lo sport), i costi della vita e la vita di coppia. In passato abbiamo avuto un periodo di crisi in cui non era sicuro di voler diventare padre, ma alla fine ha ceduto e abbiamo fatto il trattamento. Durante tutto il percorso ho dovuto gestire molto bene le sue incertezze e paure personali. Da quando sono arrivati i consensi del laboratorio da firmare, abbiamo iniziato a discutere. Cerco di gestire di nuovo le sue paure ma si oppone in maniera molto forte. Gli ho anche spiegato cosa significherebbe per me rinunciare all'embrione, la sofferenza che mi causerebbe e non sembra che il mio dolore gli interessi molto. Cerco di pormi domande per trovare delle risposte. Ad esempio, che cosa succederebbe se accettassi quello che vuole mio marito rinunciando all'embrione? Ho paura di non riuscire più a guardarlo negli occhi. Grazie per il sostegno.

15 risposte degli esperti per questa domanda

Quella che stai vivendo è una situazione estremamente delicata, perché tocca aspetti profondi della tua identità, del tuo progetto di vita e del tuo essere madre. E al tempo stesso, coinvolge anche la dimensione relazionale e affettiva del tuo rapporto con tuo marito.

Credo sia importante dirti che questa è una decisione che non può essere presa né portata avanti da sola, né imposta all’altro. È qualcosa che idealmente dovrebbe essere affrontata insieme, nella coppia, cercando un terreno comune da cui poter partire per trovare una soluzione che consenta a entrambi, e soprattutto alla vostra famiglia, di andare avanti, qualunque sarà la scelta finale.

Quando si è così immersi nel dolore e nella frustrazione, come tu esprimi con grande lucidità, è facile sentirsi soli, incompresi o non visti. E questo può creare una frattura interna difficile da ricucire. È proprio per questo che, prima di decidere "cosa fare" dell’embrione, forse potrebbe essere utile lavorare insieme (anche con l’aiuto di uno spazio neutro, come una consulenza di coppia) per elaborare quello che sta accadendo tra voi. Per capire meglio cosa c'è dietro la resistenza di tuo marito e, allo stesso tempo, dare voce al tuo dolore, alla tua speranza, alla tua perdita.

La domanda che ti poni — "Cosa succederebbe se accettassi ciò che vuole lui?" — è centrale e merita ascolto, tempo e cura. Ma ti invito a porti anche un’altra domanda: Come possiamo affrontare questa scelta, così difficile, in modo che entrambi ci sentiamo ascoltati, rispettati e coinvolti?

Infine, non dimentichiamo che in mezzo a tutto questo c'è anche vostro figlio, che ha già un anno e che crescerà all’interno della relazione tra voi due. Qualunque decisione prenderete, sarà importante che venga da un luogo di comprensione reciproca, e non da una rinuncia imposta o da una lotta silenziosa. Perché anche lui, in futuro, potrà percepire quanto amore e quanta fatica ci sono state dietro le scelte della sua famiglia.

Un saluto

Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Dott.ssa Paola Papini

Roma

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Buongiorno signora Costanza, i suoi dubbi sono più che leciti e comprensibili. 
a seguito della nascita di un figlio la coppia si trova a dover ristabilire degli equilibri che inevitabilmente si sono modificati con l'arrivo del nuovo membro della famiglia. Una volta diventati genitori, con il nuovo ruolo che si ottiene e le diverse responsabilità si devono fare i conti con cambiamenti e timori personali ed interni.

sicuramente un supporto psicologico individuale e di coppia sarebbe utile per aiutarvi a capire cosa sta accadendo e trovare la giusta strada da intraprendere.

Resto a disposizione per qualsiasi altra necessità 

Un caro saluto 

Dott.ssa Santaroni Martina

 

Dott.ssa Martina Santaroni

Dott.ssa Martina Santaroni

Roma

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Buongiorno Signora, questo è un tema delicato che può essere trattato attraverso una terapia di coppia. Tutto il percorso precedente che avete fatto, in realtà, andava accompagnato da un percorso terapeutico di coppia. Credo che il primo step sia proprio quello di chiedere a suo marito di affrontare questo tema (che mi sembra di capire di fatto costituisce attualmente il tema fondamentale della coppia) presso un terapeuta della coppia.

Cordiali Saluti 

Buongiorno Costanza, grazie per aver condiviso con noi questo vissuto. Il tema che lei pone alla nostra attenzione è senz'altro molto delicato e immagino per lei anche difficile da sintetizzare in poche righe, motivo per cui fornire una risposta sarebbe impossibile, ciò che però la invito a fare è di valutare e ripercorre il percorso fatto fino ad ora con suo marito e a trovare in quale momento gli obiettivi sono cambiati. Il carico emotivo di questo percorso è molto intenso, tanto per lei quanto per lui e sarebbe per questo importante cercare di approfondire meglio quanto accaduto in questi anni, anche magari con un percorso di coppia che vi veda complici. Le domande le cui risposte la spaventano così tanto non sono domande cui può rispondere senza confrontarsi con lui in una dimensione assertiva e protetta che rispetti le opinioni di entrambi, ad esempio con un percorso di coppia.

Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.

Un caro saluto,

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Dott.ssa Carlotta Fortuna

Roma

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Buon giorno signora e grazie per la fiducia .

io le voglio esprimere il mio punto di vista, che certamente non potrebbe o dovrebbe essere il suo 

Voglio farlo come professionista e " persona" non coinvolta.

Abbia a cuore le persone , le relazioni che ora ha davanti a se : suo figlio e suo marito 

si " concentri " su queste 

Tanto la impegnano ma tanto le donano 

Accolga quel che ha come un dono prezioso e avrà più gioia e serenità 

Spesso il meglio è nemico del bene .

Ripeto , questo è il mio punto di vista , come professionista e donna

 

Aiguri per tutto

laura Bonanni 

 

Dott.ssa Laura Bonanni

Dott.ssa Laura Bonanni

Roma

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Cara Costanza, da quello che scrive mi sembra che entrambe le posizioni, la sua e quella di suo marito, siano fondate sulla paura: ognuno di voi due ha paura di qualcosa che succederebbe se seguisse l'altro. Le paure vanno sempre rispettate prima di essere affrontate. Penso che un lavoro su  queste emozioni, fatto  in coppia e con l'aiuto di un terapeuta, potrebbe permettervi di trovare un percorso comune in cui ritrovare la complicità che sicuramente c'è stata in passato, e che è fondamentale per vincere la paura. Vi faccio i migliori auguri.  G M

Gent.le giovane mamma,

Il dialogo tra te e tuo marito è molto importante. Solitamente di certi argomenti bisognerebbe parlare prima del matrimonio. Il tema figli è un tema che può unire le coppie o dividerle. Sicuramente quando ci si ama come coppia risulta meraviglioso avere dei figli insieme. A volte gli uomini hanno delle paure, ma noi donne dobbiamo imparare ad ascoltarli e comprendere in che modo rassicurarli oppure richiedere l'aiuto di uno/una psicoterapeuta di coppia o individuale in modo da affrontare insieme con lui o lei i  dubbi, paure ed angoscia. Vi auguro di poter affrontare con serenità questa fase delicata senza crearne delle fratture.

Cordiali saluti

Dr.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

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Gentile Costanza, intanto grazie per aver condiviso in questo spazio il suo vissuto e la sua esperienza. Inizio con dirle che dalle sue parole emerge un conflitto emotivo ed anche affettivo e capisco la sofferenza che questa situazione può generare.

Diventare genitori non significa solo avere dei figli di cui occuparsi ma anche affrontare dei cambiamenti nella coppia come lei ha descritto. Insomma, è una fase evolutiva complessa che richiede consapevolezza ed accettazione. Diverso è "cedere" ad una scelta che per tanti motivi non si sente propria; inevitabilmente la situazione si è riproposta senza alcun cambiamento da quella passata perché probabilmente suo marito non ha poi riflettuto ed elaborato la scelta fatta. Forse anche lei  poi non ha voluto approfondire l accaduto proprio nel momento di gioia legata alla maternità ed ora invece, si ritrova con dubbi e domande: fare un altro figlio con il rischio di fare esplodere la coppia oppure accettare la scelta di suo marito e portare avanti il vostro nucleo familiare. Provi a prendersi del tempo per trovare le risorse per affrontare questo momento insieme alla sua famiglia, non abbia fretta di decidere e cerchi sostegno psicologico.

Non esiti a scrivermi per qualsiasi altra domanda.

Grazie.

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Dott.ssa Ilaria Spagnolo

Roma

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In questa situazione la coppia deve essere solida e coesa. È NECESSARIO trovare un compromesso che vada bene ad entrambi tenendo conto i bisogni di entrambi.  Avvolte lasciare che le cose prendano il loro corso senza forzare potrebbe essere la situazione. Se tuo marito non vuole o non può essere un bravo papà per entrambi i tuoi figli e ad oggi hai quell'armonia familiare che effettivamente sei riuscita ad ottenere perché hai bisogno di un altro figlio? Quale bisogno stai colmando? Se vuoi parliamone insieme. Ti aspetto 

Dott.ssa Danyla De Vincentiis

Dott.ssa Danyla De Vincentiis

Roma

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Cara Costanza,
dalle sue parole emerge con forza quanto questo embrione rappresenti per lei un desiderio profondo, legato al sogno di una famiglia più numerosa.

Allo stesso tempo, è importante dare spazio anche al punto di vista di suo marito: cosa significa per lui questo embrione? Quali timori o desideri stanno dietro alla sua opposizione?

A volte, quando sentiamo che l’altro non accoglie il nostro dolore, rischiamo di dedurre che “non gli interessi”, ma è utile chiedersi: lo ha espresso chiaramente, oppure è una mia interpretazione?

Può essere prezioso allora fermarsi e guardare insieme alla coppia: che significato ha avuto per entrambi la prima esperienza? Che cosa desiderate, ciascuno, per il vostro futuro familiare e di coppia? Solo ascoltando sia i propri bisogni che quelli dell’altro diventa possibile cercare un terreno comune, una decisione che non sia “subita”, ma condivisa, vostra.

Un caro saluto,
Charbel.

Dott. Charbel Farah

Dott. Charbel Farah

Roma

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Buongiorno Carissima,

Le sono vicina per il dolore che permea questa circostanza. La situazione che descrive riporta a due bisogni profondi: il suo desiderio di maternità e quello di suo marito di fermarsi.

Qualsiasi scelta dovesse prendere comporterebbe delle conseguenze. La questione non è trovare “chi ha ragione”, ma prendere consapevolezza del fatto che ci siano due verità coesistenti, due punti di vista, due prospettive. Un passo importante potrebbe essere quello di scegliere di incontrarvi (nel significato totalizzante dell'incontro tra due) in uno spazio neutro (come una terapia di coppia) per dare voce a entrambi, senza che uno venga schiacciato dall’altro e provare a venirne a capo insieme!

Le auguro la serenità e resto a disposizione.

Cordiali Saluti,

Dott.ssa Eleonora De Santis 

 

Dott.ssa Eleonora De Santis

Dott.ssa Eleonora De Santis

Roma

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Salve capisco il suo dolore nel non essere ascoltata, dal suo compagno, nel suo desiderio di voler avere un secondo figlio ed avendo già un embrione congelato, mentre lui non lo desidera. Capisco quanto lei stia soffrendo a non essere capita nel voler accrescere la sua famiglia ed essere nuovamente madre, Vorrei che lei riflettesse, se per accontentarla il suo compagno accettasse passivamente la sua richiesta senza esserne convinto e soprattutto anche non essere ascoltato nel suo desiderio di non avere un secondo figlio. Si chieda quanto potrebbe rovinare il vostro rapporto e che atmosfera ci potrebbe essere fra voi ed il bimbo che già c'è. Purtroppo è una scelta molto delicata e difficile, perchè non esegue qualche colloquio psicologico. Potrebbe sicuramente aiutarla, nella scelta difficile che dovrebbe prendere. La saluto e le auguro di prendere una buona e saggia decisione, dott. Eugenia Cardill,

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Dott.ssa Eugenia Cardilli

Roma

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La maternità acquisita FIVDO credo sia una situazione delicata che dovrete saper gestire. Le decisioni sono sempre personali, lo psicologo può solo aumentare i gradi di libertà di scelta e, tra i suoi strumenti, penso dovrebbe usare anche un'analisi del vostro rapporto di coppia, al fine di migliorarlo se ciò rientra nei suoi obiettivi.

La Terapia della Gestalt è molto efficace per risolvere i problemi di relazione ed anche molto veloce, se ben applicata.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Cara Costanza,
La ringrazio per la fiducia con cui condivide una parte così intima e delicata della sua vita. Le sue parole raccontano non solo il grande amore per suo figlio e il desiderio profondo di dare continuità a quel sogno, ma anche la fatica di sentirsi sola in una scelta che per lei ha un significato esistenziale molto profondo.

Dal punto di vista psicologico e relazionale, è evidente che lei stia cercando non solo una soluzione, ma soprattutto un punto d’incontro che possa tenere insieme i suoi desideri con quelli di suo marito. È un compito difficile, specie quando si ha la sensazione che le emozioni e i bisogni non siano riconosciuti o accolti dalla persona che ci accompagna nella vita.

La inviterei a considerare un approccio che non si basi solo sul “convincere” l’altro, ma sul creare uno spazio aperto in cui entrambi possiate esprimere autenticamente i vostri timori, vissuti e bisogni. Da ciò che racconta, suo marito potrebbe stare manifestando resistenze che hanno radici profonde: non solo nei timori concreti legati alla vita quotidiana, ma, probabilmente, anche in vissuti ancora non del tutto elaborati, legati alla paternità e alle dinamiche relazionali di coppia.

Come psicologa e counselor di coppia, spesso accompagno i partner a riconoscere che dietro il “no” dell’altro può nascondersi una richiesta di ascolto, un bisogno non detto, o la paura di perdere qualcosa. Allo stesso tempo, è essenziale che anche il suo desiderio e delusione rispetto alla posizione di suo marito abbiano voce piena, senza doverli reprimere per tenere insieme la relazione, in una migliore comprensione reciproca.

Un percorso di coppia, anche breve, potrebbe offrire un contesto neutro in cui entrambi possiate sentirvi ascoltati e compresi, non per trovare una soluzione immediata, ma per ritrovare una visione maturata e accettata da entrambi.

Il rischio maggiore, come giustamente intuisce, non è tanto la scelta che verrà fatta, ma il modo in cui ci arriverete. Le decisioni più difficili, se condivise con rispetto reciproco, rafforzano il legame. Se invece maturano nel silenzio o nel senso di esclusione, lasciano ferite che rischiano di riemergere nel tempo.

La incoraggio quindi a cercare il dialogo non come confronto tra volontà opposte, ma come ricerca condivisa di significato di un secondo figlio, per entrambi. E, se sente di non riuscirci da sola, chiedere un supporto, che non è un segno di debolezza, ma un atto di cura verso di se', verso il suo partner e verso la vostra famiglia.

Le mando un caro saluto, con stima e vicinanza,

Katia Romano

Buongiorno Costanza. Grazie per aver avuto la forza di condividere con noi il tuo stato d’animo. I figli sono una tappa molto importante nella vita di coppia. Averne o non averne cambia, anche radicalmente, il rapporto tra i due coniugi e le prospettive/progettualità future.

● Quello che hai passato tu è un “calvario” che lascia segni per tutta la vita ed il bivio che hai davanti (secondo figlio si/no) non è banale per nessuno dei componenti della famiglia (tu, tuo marito, altro figlio).

● Sembra che tu sia in una situazione in cui, tu e tuo marito, esprimiate esigenze fisiche e mentali piuttosto divergenti.

● Credo, però, tu sia stata adeguatamente informata che un tentativo ulteriore a 41 anni ha delle % di successo che, tendenzialmente, decrescono in maniera esponenziale ogni anno che aumenta la tua età.

● Quindi, forse, sarebbe il caso che vi mettiate a tavolino a ragionare prima che la natura “decida per voi”.

● Però, e c’è un però, seduti ad un tavolino, voi due, rischiate di inasprire ulteriormente i rapporti.

📌 Quindi ti propongo un esercizio pratico per entrambi:
A)-senza guardarvi e, senza parlarne prima, scrivete (ognuno di voi due) su un foglio “perché si un ulteriore tentativo”, “perché no un ulteriore tentativo”;


B)-poi, girate i fogli e condividete i contenuti;


C)-ma, e c’è anche un ma, se vedete che il livello dell’attrito aumenta per desideri divergenti, fermatevi, prendetevi qualche giorno, e chiedete supporto al vostro Terapeuta di fiducia che vi aiuterà e sosterrà con strumenti appropriati.

💬 Non perdere tempo a girare su te stessa e prendi le redini del percorso ma, comunque andrà, investi sulla tua serenità fisica e mentale come primo obiettivo

Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Milano

Il Dott. Fabio Falino offre supporto psicologico anche online