Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza la situazione di suo figlio.
A questa età i bambini iniziano a comprendere meglio concetti come la salute, la malattia e la morte, ma non hanno ancora gli strumenti emotivi e cognitivi per gestire in autonomia le preoccupazioni che ne derivano. Un evento come l’incidente della nonna, unito ai cambiamenti nella routine quotidiana e alla sua maggiore distanza, anche se inevitabile, potrebbe aver aumentato il suo senso di insicurezza. Inoltre, il fatto che sia sensibile e attento al giudizio degli altri potrebbe indicare una tendenza più generale a preoccuparsi di ciò che non può controllare.
Per aiutarlo in questo momento, potrebbe essere utile rassicurarlo con i fatti senza però minimizzare le sue emozioni. Può essere importante validare il suo stato d’animo, riconoscendo che sta provando paura, e allo stesso tempo aiutarlo a distinguere tra preoccupazioni e realtà. Dire frasi come "Capisco che questa paura ti fa stare male, ma voglio rassicurarti: il nostro corpo è forte e le malattie gravi nei bambini sono molto rare" può dargli sicurezza senza negare quello che sente.
Aiutarlo a dare un nome ai suoi pensieri e sentimenti potrebbe essere un’altra strategia utile. Chiedergli di descrivere esattamente cosa pensa quando ha paura di ammalarsi può aiutarlo a sentirsi più compreso e a rendere meno spaventose le sue preoccupazioni. Creare momenti di sicurezza e stabilità può contribuire a ridurre l’ansia, dato che lei stessa nota come suo figlio si senta meglio quando è impegnato. Anche se in questo periodo è molto presa dall’assistenza a sua madre, ritagliarsi dei momenti esclusivi con lui, anche brevi, potrebbe aiutarlo a percepire che la sua presenza resta un punto fermo.
Affrontare il tema della malattia e della morte in modo delicato, senza evitarlo, può essere un altro elemento importante. Spesso i bambini percepiscono le paure dei genitori e il silenzio su certi argomenti può renderli ancora più spaventosi. Parlare con un linguaggio adatto alla sua età e spiegargli che tutti ci ammaliamo a volte, ma che il corpo ha molte difese e la medicina aiuta molto, può dargli un senso di maggiore controllo.
Infine, potrebbe essere utile favorire il suo senso di sicurezza e autonomia, incoraggiandolo in attività in cui può sperimentare competenza e successo, aiutandolo a costruire relazioni più profonde con i coetanei o supportandolo nel trovare strategie per sentirsi più sicuro di sé. Se l’ansia dovesse persistere o intensificarsi, confrontarsi con uno psicologo dell’età evolutiva potrebbe essere un’opzione utile per aiutarlo a gestire meglio le sue emozioni.
Spero che queste indicazioni possano esserle d’aiuto. Se ha bisogno di approfondire, non esiti a chiedere.
Stefano Marchi