Mia figlia di 10 anni piange quando la lascio sola

Cristina

Buongiorno, vorrei porre una domanda sull'ansia che ha la mia bambina di 10 anni da qualche mese. Si riscontra soprattutto con domande immotivate che chiedono rassicurazioni su quando andrò a prenderla a scuola. Se ritardo è una tragedia e si mette a piangere. Lei sa che io non la lascio ma se la rassicuro sembra ancora più insicura. cerco di darle piccole incombenze tipo andare al negozio sottocasa ma se le dico che vado io piange mpaurita e non vuole perchè teme di lasciarmi andare anche per 10 minuti e vuole stare sempre con me. Era successo che la lasciassi per poco in casa per andare a comprare nel negozio sottocasa ma avendo il cell senza carica lei provo a chiamarmi senza ricevere risposta. Io mi accorsi tardi del fatto e la rintracciai e mi sembrava tranquilla ma da quel giorno non riesco più a infonderle fiducia e le poche volte che la mando a fare qualche piccola commissione aspettandola fuori dal negozio lei fa tutto di corsa per timore che mi allontani senza di lei...non so se sia questo piccolo shock la causa della sua paura o se sia una fase della sua crescita visto che ha 10 anni. Come posso rassicurarla? anche io vivo con l'ansia che mi trasmette di arrivare in ritardo e di trovarla in lacrime...e temo che anche sminuire la sua paura non sia corretto. Mi date un consiglio?

14 risposte degli esperti per questa domanda

Carissima Cristina, è evidente che la bambina ha avuto un trauma dall'episodio del telefono, che è andato a inserirsi su di una personalità sicuramente piuttosto sensibile. Deve essere rassicurata - e già lo fai - e nello stesso tempo NON dobbiamo minimamente alterare le normali abitudini della quotidianeità o correremmo il rischio di accentuare questo suo atteggiamento fobico. E' quindi giusto mandarla a fare piccole incombenze, ma è soprattutto giusto farla restare - senza mamma - a casa di un'amichetta con la quale si trova particolarmente bene, oppure farla restare in casa con una nonna o con la tata e la mamma esce, o - soprattutto - farla qualche volta accompagnare a scuola da ALTRI e non dalla madre. Prove, queste, che vanno ripetute e non devono essere solo semplici "una tantum".... Ovviamente se la bimba si comporta bene, deve ricevere un "rinforzo" rappresentato da tanti complimenti e/o da un piccolo regalo (piccolo). Proverei così per almeno un mese, monitorandola tutti assieme famiglia/scuola/nonni (se ci sono/extrascuola. Poi facci sapere.
Buongiorno Cristina, in effetti la fase evolutiva che sta attraversando sua figlia è una delle fasi più delicate della crescita: è una preadolescente e si sta apprestando a vivere tutti quei cambiamenti fisici ed emotivi che vivono gli adolescenti. La separazione è una delle temtiche che emotivamente dovrà affrontare, per la seconda volta, dopo averla già vissuta quando era piccolina nel momento della sperimentazione deambulativa. Quanto più questa fase è stata serena, tanto più i ragazzini attraversano serenamente anche la seconda separazione emotiva dal genitorie. Non ci sono accenni nel suo racconto alla primissima infanzia, quindi ipotizzo che tutto sia proceduto correttamente e serenamente, per entrambe. Ci tengo a sottolineare il "per entrambe", giacchè i bambini vivono serenamente le tappe della loro crescita quanto più noi genitori infondiamo sicurezza e fiducia. La aiuti a coltivare in questo momento il suo senso di fiducia in sè stessa, essendo fiduciosa in lei. Quando lei, Cristina, esce per le commissioni e la lascia da sola, lo faccia con la certezza che nulla di male le può accadere, perchè lei sente la sua ansia di trovarla piangente e ciò amplifica le cose. Le dia un tempo del suo ritorno leggermente superiore a quello che stima nel far di fretta così anche un ritardo rientrarà nel tempo preannunciato. Non le dia la sensazione di dover correre subito da lei: anche lei avrà la stessa sensazione di dover tornare subito dalla mamma, al sicuro, quando si sperimenta nelle piccole autonomie che le da. Spero di esserle stata di aiuto. Cordialità.
Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Dott.ssa Annalisa Sammaciccio

Padova

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Quello che sta vivendo sua figlia è una forma di ansia da separazione oggi abbastanza frequente nei bambini già grandi; se la pensiamo in bambini di uno, due anni la considereremmo normale, mentre a 10 anni appare sproporzionata. Lei ha una buona intuizione: non serve combattere contro questa ansia o sminuirla, in quanto attinge da un istinto profondo di autoconservazione che si "accende" in modo troppo sensibile. Molto spesso la "miccia" è una occasione di spavento (quella che lei descrive) ma occorre anche una certa predisposizione nella bambina. Con pazienza e amorevoli cure di norma l'ansia si ridimensiona spontaneamente, ma può non tornare al livello precedente lo spavento per molto tempo (anche alcuni mesi). Faccia attenzione per un pèeriodo a non suscitare altri timori, senza enfatizzare l'ansia ma anche senza causarla di nuovo. Cerchi di essere comprensiva a livello di dialogo, mostrando di comprendere e valorizzare i suoi timori, e organizzi i tempi con ragionevole attenzione, ragionevole ma non maniacale! In questo modo la maggior parte delle ansie da separazione regredisce in qualche mese. Se invece l'ansia tende a restare uguale o ad accrescersi, sarà opportuno consultare uno psicologo esperto in questioni dell'attaccamento, che attraverso una accurata anamnesi potrà indicarvi le azioni più adeguate. La sua bambina ha 10 anni, se fosse in arrivo lo sviluppo sessuale, questo può essere un fattore che fa "ritornare" alcune ansie infantili... ne tenga conto, se così fosse. A livello informativo l'Associazione SOS Crescere fornisce materiali divulgativi e video sull'argomento.
Dott. Franco Nanni

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Bologna

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Buongiorno Cristina, non è facile individuare il motivo che si cela dietro una paura così forte. Si può pensare che l’episodio da lei descritto possa essere stato “l’innesco” di una paura che sua figlia aveva come latente. Talvolta, anche quello che sembra un piccolo shock, può essere sufficiente per scatenare risposte forti. La rassicurazione a parole è senz’altro necessaria, ma in questo momento direi insufficiente. A mio avviso la rassicurazione deve essere data dai fatti, almeno per il periodo necessario perché sua figlia acquisti nuovamente fiducia. Potrebbe, ad esempio, evitare i ritardi nell’andare a prenderla a scuola? Questo causa ansia a sua figlia ed anche a lei e corre il rischio che si formi un circolo vizioso dal quale poi è difficile uscire. Inoltre controlli di essere raggiungibile sul cellulare se le capita di lasciarla anche per pochi minuti, perché sicuramente sua figlia proverebbe a verificare la sua raggiungibilità. Un saluto
Buongiorno Signora, Da quello che ho letto sembra proprio che sua figlia abbia avuto un evento che ha scatenato il tutto. Il consiglio che mi sento di darle ora è di cercare in questo momento di non responsabilizzarla troppo sulle uscite da sola o sulle commissioni. Non mi fraintenda, ciò che Lei ha fatto finora va benissimo, è la cosa migliore cominciare a rendere autonomi i propri figli poco alla volta. Forse però in questo momento sua figlia ha bisogno di capire cosa è successo, forse insieme a Lei. Questo è tutto ciò che posso dire non conoscendo approfonditamente la vostra relazione ed il vostro contesto familiare. Nel frattempo rimango a sua disposizione se avesse voglia di approfondire il discorso. Per il momento la ringrazio e le auguro una buona giornata.
"Gentile Cristina, a 10 anni i bambini dovrebbero già avere superato l'ansia da abbandono, sicuri del fatto che i genitori tornano e non li lasciano. Penserei più a qualcosa che ha colpito molto sua figlia. L'episodio che riporta del cellulare scarico può essere indicativo, però, per capire come mai da un episodio semplice sua figlia ha sviluppato questo atteggiamento, bisognerebbe capire meglio come la bambina ha vissuto questo epidosio, quali pensieri ha avuto mentre cercava di contattarla non riuscendo e se, nel vissuto della bambina (cioè quello che prova lei) ci sono stati altri episodi simili in cui ha avuto paura e non è riuscita a contattare le persone di riferimento. sarebbe anche utile sapere se succede solo con lei, mamma, oppure anche con il papà e con altre figure importanti. Se vuole, visto che sono a Genova possiamo vederci per un primo consulto gratuito. cordiali saluti,
Gentile Sig.ra le scrivo alcune brevi righe anche se non conosco il quadro in modo approfondito. Innanzitutto La sua serenità e sicurezza con la figlia sono il primo antidoto. ovvero mi pare di capire che in questo momento lei è molto preoccupata magari in ansia, il primo passo è quello di trasmettere alla figlia sicurezza quindi cerchi di trasmettele tranquillità. Se in questo momento sua figlia non si sente di allontanarsi lo accetti e la accolga, non sminuisca mai la paura della figlia al limite se se la sente potrebbe farle delle domande: fare l'elenco delle cose di cui ha paura e provare a vedere che soluzioni darebbe sua figlia se accadessero quelle cose. Es. se arrivo in ritardo a prenderti (perchè la mamma ha trovato traffico) mentre mi aspetti cosa potresti fare? sarebbe meglio che sua figlia possa indicare varie soluzioni o delle alternative e lei potrebbe dirgli a quelle più appropriate: bene buona idea! Cerchi di rispettare il più possibile le cose che dice in modo tale da non contraddirsi e in modo tale da dare a sua figlia la certezza che quello che dice la mamma è vero e succederà! Il momento dei 10 anni può essere delicato, provi a parlare e a capire come sta sua figlia con i compagni a scuola? se per lei la scuola è troppo impegnativa? riesce a fare cose che le piacciono? etc... Quando sua figlia le chiederà di fare qualcosa da sola (ovviamente qualcosa di adatto alla sua età) la incoraggi con fiducia eviti di dirle che può essere pericoloso etc...perchè è importante che senta che nelle sue prime esperienze di autonomia ce la può fare e non ci sono minacce per lei. Saluti
Cara Cristina, l'ansia manifestata dalla sua bambina riguarda sicuramente problemi de separazione, e capisco che possa diventare difficile da gestire vista l'intensità con cui si manifesta. La causa potrebbe essere ricondotta all'episodio che lei racconta, anche se si potrebbe pensare anche ad altro conoscendo meglio la vostra situazione. Un consiglio che posso darle è quello di non farsi travolgere lei stessa dalle difficoltà della bambina, i figli hanno antenne sensibilissime nei confronti del vissuto dei genitori e vivono intensamente le difficoltà dell'adulto, a volte esagerando i propri sintomi come forma di manipolazione per ottenere i propri scopi. Non è facile, ma essere un buon genitore significa anche saper resistere alle frustrazioni noi per primi, in modo da offrire un modello sicuro e rilassato che possa infondere a sua volta tranquillità. Pertanto provi a prendere la cosa meno sul serio, cioè provi a vivere tranquillamente il distacco con la bambina lei per prima, lei sa che poi vi riunirete, lei è l'adulto, quindi perchè andare in ansia? Piano piano anche le paure di sua figlia svaniranno, grazie alla costanza della sua presenza, alla sicurezza che lei le infonderà restando tranquilla. Altra cosa importante: spieghi sempre con calma i motivi per cui ci si deve separare, garantendo anche a parole il momento della riunione e, laddove si riproponga una situazione simile all'evento scatenante, non dimentichi di spiegare sempre l'accaduto, al fine di ricordare che la mamma ci sarà sempre e non l'abbandonerà. Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Gentile Cristina, innanzitutto uso una immagine per spiegarle come ‘inquadro’ l’ansia nei casi che incontro nel mio lavoro: la nebbia. L’ansia, come la nebbia, rende tutto indistinto, indifferenzia, fa presumere pericoli a ogni piè sospinto; per poterla affrontare dobbiamo fare l’esatto contrario: distinguere, differenziare e tracciare profili ben delineati. Rispetto ai vissuti di sua figlia credo che sia interessante interrogarsi se sono specificatamente correlate alla sua assenza o anche all’assenza di altre persone. In base alla risposta si più desumere quanto vi sia una matrice relazionale e una relativa comunicazione che sua figlia le sta, dolorosamente per entrambe, facendo. Inoltre sembra esserci il tema dell’individualità, del ‘riuscire a stare da sola’ e quindi dell’identità; sempre nell’ottica di non farsi avvolgere dalla nebbia, che tutto copre, le sottolinerei le sue peculiarità e le sue specificità, non in un’ottica di ‘finto rinforzo’ che non le servirebbe a nulla, bensì nel farle sentire che quando c’è un mostro da affrontare, per quanto forte sia, contano molto anche le armi e gli strumenti che abbiamo a disposizione per sconfiggerlo. Per quanto possibile cerchi di non farsi ‘contagiare’ dall’ansia di sua figlia, visto che questo sintomo è a forte rischio contagio. A disposizione
Gentile Cristina, premetto che in assenza di dettagli anamnestici relativi alla bambina e ai suoi familiari non è semplice poter fornire un parere esaustivo ma, partendo da quanto Lei descrive mi permetto di precisare che il ‘piccolo shock’ vissuto da sua figlia quando Lei non rispose perché il telefonino era scarico, sicuramente non è la causa delle eccessive reazioni emotive della bimba ma potrebbe essere stato l’elemento scatenante di qualche particolare contenuto ansiogeno che era già latente. Le premetto che in questo periodo emotivamente e fisicamente propedeutico alla pubertà/adolescenza (10 - 11 aa.), episodi fortemente ansiosi (quasi fobici) come quelli manifestati dalla bambina, possono verificarsi e con il tempo sparire. Tuttavia in considerazione che questo stato di cose crea un sistema ansiogeno reciproco tra lei e sua figlia e concordando che non è il caso di banalizzare l’anomalo vissuto emotivo della ragazza, ritengo sia opportuno consultare uno psicologo/a (va bene lo psicologo/a della scuola se c’è) per approfondire gli aspetti che più creano disagio a sua figlia e per fornirle e/o incrementare le adeguate risorse interiori che la possano aiutare in un prossimo futuro. A disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti La saluto cordialmente.
Si rivolga ad uno specialista dell'età evolutiva, in modo da chiarire meglio l'esordio delle paure di sua figlia. Cordialmente
Cara Cristina, capisco la sua preoccupazione in merito ai timori di sua figlia. Sembra che la bambina ancora non abbia maturato una certa dose di “coraggio” in se stessa e di “fiducia” verso la figura materna. Le rassicurazioni, mi sembra di capire, non sono granché efficaci nel tranquillizzare sua figlia. Le motivazioni di questa insicurezza potrebbero essere tra le più svariate e non c’è in questa sede materiale a sufficienza per delinearle. Semplicemente, continui sulla linea di invitare sua figlia a fare dei piccoli passi “senza” di lei: è una tecnica questa che in linguaggio tecnico viene definita “esposizione”. Serve per esporre la persona teme qualcosa alla situazione temuta per verificare che i suoi timori sono infondati. Inoltre, cominci a intraprendere con sua figlia la “terapia del coraggio”: la stimoli a fare sempre cose nuove che la porteranno verso sempre una maggiore autonomia e responsabilità, focalizzando l’attenzione sul fatto che sta crescendo e che deve iniziare a diventare attrice protagonista della sua vita. Inserisca tutto questo in una cornice di gioco data l’età della bambina. Qualora ancora ciò non sia sufficiente o non porti a grandi cambiamenti, lei potrebbe sempre contattare uno psicologo e sarò lui poi a valutare dettagliatamente la situazione. Spero di essere stata chiara e di aiuto. Cordiali saluti,
Salve Cristina, come da lei riportato, l’episodio della sua bambina di 10 anni, può essere significativo di un evento di paura di abbandono, di perdita della figura genitoriale in una fase di crescita che si avvia verso la preadolescenza. Per ristabilire la tranquillità e la sicurezza di sua figlia le consiglio di parlare con lei di tutto quello che ha provato e pensato nell’episodio del cellulare scarico. In questo contesto la ascolti senza provare lei stessa l’ansia per la sofferenza della bambina e la continui ad assicurare della propria presenza anche se ritarda o se le sta lontano. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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Gentile Cristina, i figli ci vorrebbero sempre presenti e sicuramente abituarsi al distacco non è per loro cosa facile. Ciò che le consiglio è di parlare con sua figlia ed eventualmente recarvi insieme da uno specialista che possa valutare l ansia di entrambe e insegnarvi a gestirla. La piccola inoltre è in un periodo non facile , presto cambierà scuola ed è il caso di aiutarla in modo che non arrivi già prosciugata di energie al cambio di classe compagni ed insegnanti che subirà con il passaggio alle scuole medie. I motivi del suo disagio possono essere molti e solo parlando con la piccola si potrà capire cosa vi è veramente dietro queste paure. Nel caso la piccola non accettasse può rivolgersi lei stessa da uno specialista che saprà aiutarla nel prendere in considerazione le scelte possibili. In fede