Da un po'di anni subisco violenza verbale e minacce sul posto di lavoro

Gordana

Sto lavorando da più di 15 anni in azienda e ho un bel rapporto con il mio datore di lavoro ma con il responsabile del personale non riesco a parlare e sempre ostile nei miei confronti e sta usando altri colleghi per mettermi in cattiva luce raccontando fatti non veri, in pratica per ogni problema che si presenta in azienda e sempre colpa mia. Altri colleghi sono dalla sua parte e fanno tutto quello che lui chiede, ho parlato con il mio datore di lavoro e lui mi dice che è solo invidia ma a parere mio c'è dell'altro. Circa due mesi fa un altra collega che aveva bei rapporto con il datore di lavoro è stata licenziata per false dichiarazioni.. ditemi per favore cosa devo fare, ieri sera ho avuto un attacco di panico mi sento osservata da tutti colleghi durante le ore di lavoro e non mi sento più tranquilla. Grazie mille

8 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile signora Giordana, a mio parere la prima cosa da fare è parlare con il suo referente del sindacato. In ogni caso è bene trovare alleati e credere al supporto del suo capo. Non lo ingigantisca se possibile. Per l'ansia l'unico aiuto al momento è riposare bene, prenda tisane naturali alla sera e esca molto con amici quando è libera.

Cordiali saluti

Buongiorno Giordana,

farsi valere in modo educato è una capacità che certamente si può esprimere se si possiede una certa sicurezza e fierezza di sè. Elementi basilari,questi, per potersi esprimere in modo chiaro, diretto, senza risultare nè passivi nè aggressivi nei confronti di chi invece tende ad aggredirci.

Spesso si comunica la propria insicurezza (verso chi ci procura del disagio) anche senza parole. Il proprio corpo "parla" comunque al nostro interlocutore (ad esempio svela il proprio imbarazzo, chiusura). Lo stesso fa la voce incerta o timorosa, così come lo sguardo sfuggente o spaventato.

Le suggerisco di iniziare ad osservare di sè gli elementi che ho appena descritto, ma le suggerisco anche di considerare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia personale che ritengo possa offrirle la possibilità di prendere contatto con questa parte importante - direi addirittura fondamentale - che è appunto il nostro corpo.

Non tutti gli psicoterapeuti però lavorano anche sulla consapevolezza corporea. Personalmente me ne occupo e quindi praticandola non posso che suggerirle, in tal senso, uno psicoterapeuta della Gestalt.

Se ha piacere, mi aggiorni sugli sviluppi.

Cordiali saluti  

   

Ciao. Sento tanta ansia nel tuo conflitto di lavoro. Visto che non si possono cambiare le persone... purtroppo, non resta che cambiare il ns atteggiamento. Non confondere mai l’amicizia e l’affetto vs i colleghi o datore di lavoro con la prestazione lavorativa perché si è pagati per questo.

Concentrati sul compito e lascia il resto fuori. Saluta, sii cordiale e basta. Fammi sapere . Un abbraccio dott.ssa Patrizia Tombaccini

 

Gentile Signora Gordana,

seguendo la dinamica di gruppo (lavorativo) che lei descrive pare lei sia al centro di una manovra da "capro espiatorio". Questo genere, se tale fosse effettivamente, è purtroppo alquanto comune in certi tipi di gruppi sociali. Le componenti principali sono ovviamente 2 non 1 soltanto: c'è lei, che con tutto quello che fa tende però, forse, a prendersi troppe responsabilità, e c'è l'altro, che continua ad aumentare il peso di quelle responsabilità in più, non quelle effettive, ma quelle virtuali, fittizie, che comunque hanno il loro peso - succede un terremoto in Thailandia? Ovviamente è colpa sua! rendo l'idea? - perché proprio di peso qui stiamo parlando, un peso sociale che ha il compito di schiacciarla per - mi viene da pensare - toglierla di mezzo (eh già, brutta cosa la concorrenza a volte!). Provi a vederla così, lei è in terza posizione rispetto al suo datore di lavoro, che chiameremo convenzionalmente N.1., con cui lei ha, mi dice, un buon rapporto. Tra voi due c'è il famoso (o famigerato) n.2 (noti il minuscolo, prego) che cerca, forse, in realtà non lo so ma potrebbe essere, di far piazza pulita al livello 3 in modo da porre quanta più distanza possibile tra sé stesso/a e i vari numeri 4. In pratica, cerca di rafforzare la propria posizione a scapito di alcuni colleghi (o colleghe, visto quello che lei racconta essere successo alla sua ex-collega).

La mia, sia chiaro, è più un'ipotesi narrativa che un'osservazione di dati di fatto, cerchi di prenderla in modo puramente speculativo. Però... Ci pensi.

E' pure vero che il N.1 le dice che è solo invidia, e potrebbe aver ragione, ma intanto lei con questo n.2 ci deve vivere e lavorare... Non facile, giusto?

Non le posso, onestamente, dare un consiglio diretto perché sarebbe una mia soluzione ad un suo problema e professionalmente non è molto corretto: io dovrei aiutarla a trovare le sue risposte, non suggerirle le mie, come magari farebbe un'amica.

Quindi ritorniamo coi piedi per terra. Cosa abbiamo in campo: 1) un buon rapporto di lavoro col capo, bene. 2) Un pessimo rapporto di lavoro col responsabile del personale, da cui non si può prescindere. 3) colleghi vari che sembrano appoggiare il responsabile del personale.

Direi che il suo migliore alleato allora è proprio il suo capo, e non è cosa da poco. Ha provato ad esporgli la sua situazione lavorativa negli stessi termini che ha usato nella sua lettera? Ad un certo punto è lei che deve capire se una situazione vale la pena essere affrontata e sostenuta o meno, il lavoro è importante ma la salute credo lo sia di più - e sto contravvenendo alla mia stessa regola! - ma almeno avrà messo le cose in chiaro con la persona che sembra darle più credito. Se lei è come immagino una buona risorsa per la sua azienda (lo testimonia sia il buon rapporto col capo che l'essere bersaglio di una manovra espulsiva) esiste sempre la possibilità che le cose escano da questo stallo e trovino una diversa... organizzazione.

In bocca al lupo!

 

Carissima Gordana, la situazione da te descritta non è facile. Cio che stai subendo è una forma di mobbing. Per una forma di prudenza cerca di consultare un avvocato esperto in questo ambito non provvedendo ad una denuncia immediatamente, ma soltanto per saperti tutelare. Ti potrebbe essere utile anche consultare uno Psicoterapeuta che ti possa aiutare ad affrontare lo stress di questa fase e che ti possa somministrare dei tests attendibili per una valutazione psicodiagnostica.

Cordiali saluti

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online

Buonasera Gordana,

sembra essere il percorso di molestare un dipendente fino a farlo mollare il suo ruolo, purtroppo negli ambienti più perversi questo è lo stile.

Pare si tratti del suo superiore ad oltraggiarla, il direttore del personale, seppure lei ha un buon rapporto con il datore di lavoro, il quale però non interviene sulla relazione che la oltraggia.

Lei chiede cosa fare.

Se ha provato a sopportare da un po’ e nota che le cose continuano, non avvengono per sbaglio … per un periodo, ma addirittura costruiscono un falso di lei, pur di metterla irrimediabilmente in cattiva luce, il mio consiglio è di prendere la decisione di andarsene, quell’ambiente sembra non gradirla più e rimanervi le costerebbe molto in termini di salute emotiva, troppo, per quello che potrebbe ottenere rimanendo o resistendo.

Buon giorno, comprendo la sue difficoltà e credo che una qualsiasi risposta data via e-mail sia riduttiva e non risolutiva. Non me la sento di darle dei suggerimenti perché non conosco la sua storia lavorativa e gradirei avere qualche informazione in più in merito al comportamento del suo responsabile, se può farle piacere può contattarmi telefonicamente oppure tramite messaggio utilizzando WhatsApp al numero 3473064786.

Cordiali saluti

 

Gentile Gordana,

Da come ha raccontato i fatti sembra che lei stia subendo un fenomeno chiamato Mobbing, ovvero una violenza verbale e psicologica perpetrata verso di lei da uno o più colleghi nel mondo del lavoro, che può determinare conseguenze negative, a partire dal panico che descrive fino a veri e propri esiti come la perdita del suo impiego attuale.
La sua situazione non è quindi da sottovalutare.

E' difficile darle un consiglio adeguato senza conoscere uteriormente i dettagli della sua situazione; in linea generale mi sentirei di dirle di non cedere alle provocazioni del suo collega, rischiando di arrivare ad uno scontro svantaggioso per entrambi, ma piuttosto di parlarne ancora e di affidarsi al suo datore di lavoro che crede in lei.

Le faccio tanti auguri e rimango a sua disposizione per maggiori informazioni.

Dott.ssa Francesca Lupi

Dott.ssa Francesca Lupi

Vicenza

La Dott.ssa Francesca Lupi offre supporto psicologico anche online