Cara Ilaria,
ragazza di 20 anni,
Mi chiamo Martina Muratore e sono una psicologa psicoterapeuta, vivo a Padova dove normalmente lavoro (anche se adesso, in questo periodo di ‘distanziamento forzato’, sto lavorando online in versione ‘smart’).
Sono rimasta molto colpita dall’analisi così lucida e profonda che fai della tua situazione, dalla capacità che hai di cogliere e descrivere tutte le sfaccettature della tua esperienza: dalla consapevolezza che hai maturato e coraggiosamente esplicitato rispetto alla scelta dell’università e della ‘tua strada’, all’impegno e alla passione che impieghi nelle attività che svolgi.
Ti immagino come una persona attiva, vitale e sensibile e penso che debba essere molto difficile, insopportabile direi, per te vivere questa condizione di ‘limbo’, di stallo, di attesa.
Penso che aver tirato fuori, nero su bianco, dato una forma e un nome a questa sensazione di “non riuscire ad andare avanti, di essere bloccata” sia stato un grande grande passo.
Hai dato un nome alle tante emozioni che stai provando e che non senti di poter controllare: dalla vergogna e delusione, alla mancanza di affetto, accettazione, comprensione e sostegno.
Hai presentato come centrale la difficoltà di comunicare con i tuoi genitori e in particolare il rapporto di confronto e scontro che hai con tua madre, legato alla sensazione di non sentirti accolta e accettata come persona e nelle tue scelte.
Mi permetto, se me lo concedi, di entrare in punta di piedi nella tua storia e di chiederti di provare a fare un passo ulteriore: ti chiederei di localizzare nel tuo corpo queste sensazioni che ti stanno trascinando. Le senti sulle spalle, come dei pesi che ti opprimono, le senti nello stomaco, nella pancia, o sono come dei macigni che ti pesano sul torace e ti impediscono di respirare? Penso che ascoltare il tuo corpo possa darti sollievo, ti permetta di conoscerti meglio e di controllare un pochino questo malessere.
Questo periodo di distanziamento e di massima incertezza legati all’emergenza covid-19 muove, da un lato, le ansie e le paure di tutti noi, e, credo, ancora di più delle persone giovani, come te, in procinto di definirsi nella vita personale e professionale, sensibili, riflessive, accoglienti e attente alle relazioni con gli altri.
Dall’altro lato, possiamo vederlo come una sfida, come un’opportunità di cambiamento e crescita personale, come un momento di passaggio in cui possiamo dedicarci a noi stesse e ai nostri bisogni più intimi.
Ed è in quest’ottica che ho ideato uno specifico sportello di ascolto rivolto ai giovani adulti che si stanno preparando a ‘spicccare il volo’, per sostenerli e incoraggiarli in questo particolare momento di passaggio.
Ti lascio con una storia, una metafora che mi è molto cara, sperando che possa alleggerire un pò questo grande peso che ti trascini.
I cormorani, uccelli capaci di splendidi voli, prima di spiccare il volo definitivo, hanno una regressione a fasi precedenti dello sviluppo; esibiscono - cioè - modi di agire meno organizzati per poi progredire; per esempio, un cormorano quando è già in colonia, "ritorna a casa" per così dire per farsi nutrire di nuovo dai genitori, poi - dopo due o tre giorni - spicca il volo definitivamente, scompare con la sua colonia, senza fare caso ai "cinguettii di chiamata" dei genitori...
Ti ringrazio per aver condiviso la tua storia e ti auguro di trovare, riconoscere e far emergere dentro di te tutte le risorse per spiccare il volo! Non esitare a contattarmi se pensi che possa esserti utile.
Un caro saluto.