Buongiorno,
posso capire bene quello che prova. Quando si è genitori, soprattutto quando si ha una bambina, certe cose che per gli altri sembrano piccole, come una chiacchiera tra compagni fuori da scuola, possono invece toccare corde profonde. È quell’istinto che nasce dentro e che vorrebbe proteggerla da tutto, anche dalle cose più leggere, come il rischio di sentirsi esclusa. Da come ne parla, si sente chiaramente quanto tenga a sua figlia. Non è soltanto una preoccupazione pratica, ma il desiderio sincero che lei possa vivere le sue esperienze senza sentirsi diversa o “in ritardo” rispetto agli altri.
Non avere ancora partecipato a un pigiama party non è un segnale negativo. Ogni bambino ha i propri tempi, le proprie occasioni, e spesso queste esperienze arrivano in modo naturale, quando il contesto è giusto. Forse non c’è ancora stata la possibilità, e va bene così. Quando accadrà, sarà solo un momento in più da vivere con leggerezza, non un traguardo da raggiungere.
Capisco che la casa piccola renda difficile organizzare, ma non serve per forza un grande spazio per farla sentire parte del gruppo. A volte basta una merenda con una o due amichette, un pomeriggio al parco, un piccolo gesto che le faccia capire che può condividere momenti belli anche in modi diversi. La cosa più importante è che senta di avere accanto un papà attento, presente, che si accorge di come sta e che pensa a lei con questa delicatezza. È qualcosa che i figli percepiscono, anche senza parole, e li fa crescere con una fiducia profonda in se stessi.
Un caro saluto