Non riesco ad affrontare la terapia

Laura

Buongiorno,
Sono una ragazza di 22 anni, ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia perché sono consapevole di averne bisogno. Il problema è che non riesco ad aprirmi con lo psicoterapeuta (in realtà con nessuno), tengo sempre tutto dentro. Durante la settimana penso costantemente alle cose che vorrei affrontare ma poi durante la seduta ho proprio un blocco, non riesco a parlare, non so spiegare cosa mi succede… mi vergogno, ho paura di scavare dentro di me, ho paura di scoprire di essere pazza o depressa… Durante la seduta penso alle cose che vorrei dire ma non riesco a farle uscire fuori, mi scendono le lacrime ma cerco di trattenermi, in realtà vorrei piangere a dirotto perché le cose che mi vengono in mente mi fanno soffrire e io non riesco a dirle. Se parlassi è come se le mie paure acquisterebbero concretezza, è come se uscisse fuori la verità ma io non riesco a dirla ad alta voce perché mi fa paura, non riesco ad accettarla e quindi rimane tutto bloccato nella mia mente.
Quando penso alle cose che vorrei affrontare in questo percorso di psicoterapia mi vengono in mente tante cose: vorrei dirgli che da un po’ di tempo non ho più attacchi di panico e questo mi fa sentire più serena e mi fa stare meglio fisicamente, non ho più paura di andare in certi posti, non ho più paura che mi venga un attacco di panico anche quando sto bene ma nonostante questo mi sento insoddisfatta e infelice.
Durante questo percorso voglio capire perché le mie relazioni sono tutte superficiali, perché non ho mai avuto un fidanzato (e perché nessun ragazzo mi ha mai guardato), perché non riesco ad avere delle amicizie vere. Voglio capire se desidero davvero continuare l’università o se lo sto facendo perché lo vuole mio padre o perché ho paura di dover affrontare un colloquio (e penso di non essere in grado di farlo). Voglio capire perché ho rimosso alcune cose del mio passato, poi voglio capire se il rapporto con mia madre possa avermi creato dei problemi, voglio imparare a conoscermi, voglio capire perché non ho più interessi e ambizioni…
Mi sento ogni giorno più vuota e sola. La monotonia mi fa paura.
Il tempo passa in fretta e non sto concludendo niente, questo mi spaventa. Vedo gli altri andare avanti con la loro vita: riescono a trovare amici, a trovare un fidanzato, si sposano, vanno a vivere da soli, si trasferiscono…e io? Non so cosa voglio.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Laura, è bellissimo che tu sia riuscita proprio adesso, per la prima volta, a far uscire queste parole, anche se in forma scritta. È già un primo passo! Il fatto che ti senti bloccata è ciò che impedisce agli altri di avvicinarsi autenticamente a te, e quindi non rende possibile costruire una rete sociale che ti permetta di stare bene. Noto che scrivi di avere già raggiunto dei traguardi, quindi il fatto stesso di fare le sedute con lo psicologo, anche se ancora non sono come vorresti, ti sta piano piano aiutando. Io se fossi in te stamperei la domanda che hai posto qui e la porterei alla prossima seduta, lasciando che sia questa "lettera" a parlare per te. Vedrai che sarà un buon punto di partenza per iniziare il vero lavoro su di te. La paura è solo un pensiero, un'emozione, non è la realtà. Fai questo primo passo e vedrai che poi sarà tutta una discesa. Non c'è niente che non va in te, solo una grande voglia di vivere che va liberata. Un grosso abbraccio.

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online

Salve Laura, posso comprendere come affrontare una terapia non sia sempre facile e lineare, ma lei ha tante cose dentro, alcune belle e altre meno, successi ed insuccessi che può sentirsi libera di condividere con il suo terapeuta così come può condividere lacrime e silenzi, perché quello è il suo spazio,il  luogo in cui sperimentare se stessa, riflettere su di sé. Non abbia paura non c'è giudizio ne condizioni nella stanza del terapeuta ma accoglienza e riflessione. Ha mai pensato di mettere per iscritto tutto quello che sente.. proprio come ha fatto ora? Io spesso lo suggerisco ai miei pazienti poiché può essere utile per fissare e rendere più oggettivi e reali alcuni pensieri e vissuti. Infine non abbia paura di cosa può scoprire guardandosi dentro in quanto uno dei principi cardini della psicoterapia è proprio l'accettazione di sé: imparare ad accettarsi, amarsi e anche un po' perdonarsi.

Può contattarmi, se desidera per ulteriori approfondimenti.

Dott.ssa Morena Romano

Dott.ssa Morena Romano

Forlì-Cesena

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Cara ragazza, credo che quello che senti sia normale. Non è facile esprimere a parole quello che si prova, soprattutto se sono parti dolorose, difficili da affrontare. Penso che puoi dare tempo a te stessa per sentire cosa può emergere piano piano, rispettando i tempi che senti necessari per fare questo. Forse potrebbe aiutarti scrivere a casa le tematiche delle quali vorresti parlare, un po’ come hai fatto qui, e poi leggere quello che hai scritto al/alla tuo/a terapeuta e insieme provare a dialogare su questo. Mi sembra che il lavoro che fai con lui/lei stia andando nella direzione giusta e che tu stia chiarendo sempre meglio il tuo sentire e il tuo pensiero. Penso che sia importante proseguire in questa direzione. 

Dott.ssa Stella Segatori

Dott.ssa Stella Segatori

Forlì-Cesena

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Buongiorno Laura, vedo che ha una grande capacità di guardarsi dentro e ragionare sulle sue perplessità. Le consiglio di dire al suo terapeuta che non riesce ad aprirsi completamente con lui/lei in modo da poter lavorare insieme sul da farsi. Si dia il tempo necessario per creare tra voi una buona alleanza. Se questo non dovesse bastare provi un altro professionista. Siamo persone e a prescindere dalla professionalità può succedere di non trovarsi a proprio agio con il professionista scelto.

Buona giornata!

Buon giorno.

Sono la dott.ssa Carla Amadori, ho letto con interesse la descrizione delle fragilità  che oggi vive... di certo sta attraversando un periodo difficile in cui sente uno stato di malessere e umore che influenzano il suo stato di benessere, in particolare i pensieri sono come intrusivi, ospiti sgraditi, dove l'ansia dilagante diventa disperante, bloccandole la parola. Lo stato che vive influenza  la relazione con gli altri, l'amore, lo studio. Se non si sta bene con se stessi come si fa a star bene con gli altri? Se non ci prende cura di sè come si può aprire il proprio cuore? Se non si accettano le proprie fragilità come si può riuscire a verbalizzare ed esprimere se stessi? Le consiglio di accettare le lacrime che sono un modo per liberare la sofferenza, il malessere, aiutano a curare. Certamente un percorso di psicoterapia sarebbe un investimento per la sua salute, per aprirsi al mondo e stare meglio, tuttavia  dalla descrizione sembra che già stia facendo  esperienza di questo. Nel caso desideri comunque una consulenza senza impegno mi chiami.

Buona giornata 

Cara Laura,

leggendo ciò che hai scritto emergono tante cose. La cosa che mi colpisce di più è che tu scriva che da un po’ di tempo non hai più attacchi di panico e che questo ti fa sentire più serena, senti meno paure ma allo stesso tempo senti che ti manca qualcosa.

Qui l’hai scritto e scrivere spesso è terapeutico.

Non so da quanto è iniziato il tuo percorso ma le domande che mi vengono da porti sono le seguenti:

- nonostante le tue difficoltà, ti senti “comoda” quando si in quello studio? Ti senti a tuo agio?

- hai mai pensato di provare a scrivere quello che a voce fai fatica a dire e magari a condividerlo con il tuo terapeuta in quel modo? Potrebbe essere il primo passo.

Le tue paure sono paure lecite, sono paure normali, sono paure legate ad un futuro, personale, scolastico, relazionale etc..che fanno parte del processo di crescita con cui tutti ci confrontiamo.

Scrivi in modo molto maturo, ti poni tante domande e sei nel pieno di quella che è la ricerca della comprensione di te stessa.

Sulla poltrona dove ti siedi in quello studio dovresti sentirti comoda come ti sei sentita mentre scrivevi qui.

La forza e le parole per farlo le hai!