Non mi sono mai amata

Mercedes

Gentili dottori, Scrivo perché sono in un periodo della mia vita in cui vorrei avere una buona autostima per fronteggiarlo. Nella mia vita ho sempre avuto delle insicurezze, sfiducia e ora, da quando mia nonna e mio padre sono venuti a mancare, sento un enorme vuoto e una profonda malinconia del passato. Mi sforzo di vivere nel passato, mentre il mondo attorno a me va avanti inesorabilmente. Provo un grande sentimento di disillusione e vedo il mondo come un brutto posto in cui abitare. Dove mi giro mi giro vedo cose brutte, persone sfiduciate, una società decadente. Mi sento come se il mio futuro fosse incerto. Prima non ero così. In passato ho avuto diverse relazioni occasionali e questo è attribuirle al fatto che non pensavo di riuscire ad attrarre se non mediante il corpo, a cui chiedo immensamente perdono per averlo trattato senza rispetto e dignità. Ho sempre sofferto il confronto con le altre, anche se non avrei motivo dato che sono bella e mi percepisco bella sia dentro che fuori, ma applicare alla mia vita questo concetto non ci riesco. Mi tratto con pochezza e non trovo la forza di cambiare. Mi sento così poco rispetto agli altri, mi sento piccola piccola, come se gli altri fossero sempre più bravi e capaci di me. In passato è stato così perché ero timida e buona, un lato di me che ho soffocato per anni ma che all’occorrenza usciva fuori e non me ne capacitavo perché in fondo sono buona d’animo. Ho letteralmente perso anche la voglia di curarmi. Non so se è pigrizia o semplicemente depressione. Penso troppo alle cose, mi domando perché non riesca a prendere l’iniziativa e a agire Non c’è nessuna persona che si boicotti più di quanto lo faccia io. Come si esce da tutto questo? Ritornerò a sorridere?

9 risposte degli esperti per questa domanda

Ciao Mercedes, quello che descrivi è il risultato di un dolore profondo e stratificato, legato a esperienze di perdita, insicurezza e svalutazione di sé. La malinconia che provi e la sfiducia nel futuro e nella società, possono essere segnali di uno stato depressivo, che merita attenzione e supporto.

È importante sottolineare che non si tratta di debolezza o pigrizia, ma di un malessere psicologico che va accolto e compreso. La consapevolezza che dimostri è già un passo fondamentale: riconoscere il proprio disagio con questa lucidità è il primo atto di cura verso se stessi.

Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarti a ricostruire l’autostima, a rielaborare il lutto e a ritrovare un senso di connessione con te stessa e con il presente.

Sì, si può sicuramente tornare a sorridere, ma serve tempo e una mano adeguata

Dott. Nicola Nacca

Dott. Nicola Nacca

Caserta

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Salve Mercedes ho letto la mail e ho cercato di dare attenzioni a quanto mi ha scritto. Sicuramente aver perso due figure, immagino significativissime, nella sua vita non e' cosa da poca ed è' normale sentire questo senso forte di malinconia. Il problema e' ritrovare se stessi affrontando queste perdite da un lato e lavorare sulla sua autostima che ad oggi non sappiamo perché e' così giù. Forse prima si pensava di avere tutto sotto controllo ed oggi non sembra così, come ben sa sono cose su cui c e' bisogno di un po' di tempo per elaborarle. Se vuole può chiamarmi  e ne possiamo parlare insieme, nel frattempo la ringrazio per aver condiviso un pochino della sua storia, spero a presto

Dott.ssa Serena Ronzullo

Dott.ssa Serena Ronzullo

Napoli

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Gentile Signora, presumibilmente è dalle Sue parole si evincerebbe uno stato depressivo di cui bisognerebbe comprenderne le cause e l’entità’ ovvero l’impatto sulla sua vita. Si rivolga con fiducia a qualsivoglia psicologo clinico che saprà’ come aiutarla. 
Spero di esserle stata utile. Un caro saluto

La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e intensità il momento che sta attraversando. Le sue parole sono cariche di consapevolezza, e questo è già un elemento prezioso: spesso, la possibilità di cambiare parte proprio dalla lucidità con cui si riesce a raccontare la propria fatica.

Il vissuto che descrive è complesso e merita rispetto. Parla di lutto, di vuoto, di una perdita di orientamento esistenziale che spesso accompagna momenti di rottura importanti. La scomparsa di figure significative come suo padre e sua nonna non lascia soltanto dolore, ma può smuovere in profondità anche il senso di sé, il rapporto con il passato, con il corpo, con il futuro. È naturale sentirsi disorientati. Ed è umano, in questi frangenti, percepire il mondo come un luogo ostile o privo di senso.

Lei racconta una sensazione di “esserci ma non esserci”, come se il presente le scivolasse addosso e la vita si muovesse altrove. È una condizione che, in psicologia, possiamo interpretare come una forma di sospensione esistenziale, spesso legata a processi depressivi o a un’elaborazione del lutto ancora in corso. Il fatto che in passato lei si sia aggrappata all’immagine del corpo per cercare conferme di valore, e che oggi senta di non volersene più prendere cura, è una dinamica frequente quando la propria autostima è stata fondata più sul riconoscimento esterno che su un’autenticità interna.

Ma c’è qualcosa di importante che emerge nel suo messaggio: la consapevolezza. Lei sa bene che ciò che sta vivendo non è il suo stato naturale. Sa che in passato c’è stata energia, desiderio, bellezza. E questo è un punto fondamentale. La sofferenza che prova oggi non definisce chi è, ma segnala che qualcosa dentro di lei vuole ritrovare spazio, direzione, dignità.

Chiede: “Come si esce da tutto questo? Ritornerò a sorridere?”

La risposta è: sì, ma con gradualità, pazienza e un lavoro mirato.

Il primo passo non è forzarsi a “stare meglio”, ma iniziare ad ascoltare senza giudizio ciò che sta accadendo. In questo senso, un percorso psicoterapeutico può offrirle uno spazio sicuro dove rimettere ordine tra le emozioni, riformulare le convinzioni su di sé, rielaborare i lutti e ridefinire un’immagine personale che non sia più basata su confronto, sacrificio o autocritica, ma su rispetto e autenticità.

Talvolta, è proprio quando ci sentiamo “piccoli” che iniziamo a costruire qualcosa di più vero.

Le suggerisco, se se la sente, di affidarsi a un professionista per iniziare un cammino condiviso.

Non perché “c’è qualcosa che non va”, ma perché ha diritto a stare bene. E a farlo con strumenti concreti, competenti, umani.

Con stima e disponibilità.

 

Dott. Umberto De Marco

Dott. Umberto De Marco

Napoli

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Cara Mercedes, hai detto una frase molto potente: "Non mi sono mai amata."
Eppure, leggendo le tue parole, io sento che dentro di te esiste una parte che desidera profondamente farlo, che riconosce il proprio valore, che è stanca di vivere nel buio e che si sta affacciando alla luce, anche solo chiedendo aiuto.

Cosa stai vivendo?

  • Il lutto per le persone amate è una frattura profonda. Quando perdiamo figure così fondamentali come un padre o una nonna, perdiamo anche parti di noi: protezione, radici, riferimenti.

  • Il senso di disillusione verso il mondo e la società può essere una risposta a quel vuoto: quando il mondo interno si sgretola, anche quello esterno può apparire più cupo e minaccioso.

  • La mancanza di autostima, la sensazione di valere meno degli altri, di non riuscire a reagire, di auto-boicottarsi: tutte queste sono forme che spesso la depressione mascherata può assumere.

Ti sei fatta delle domande sincere e dolorose. Ora voglio portene un’altra, dolce ma importante:
Se una persona che ami profondamente ti parlasse come tu hai scritto qui, cosa le diresti? Lo faresti con la stessa durezza con cui ti parli? Le diresti che è pigra o sbagliata?
O le diresti che ha bisogno di aiuto, comprensione e tempo? E che merita di essere felice?

Per uscire da questo tunnel, serve un cammino reale, graduale e accompagnato, non solo forza di volontà:

  1. Un percorso psicologico con un professionista, anche solo per iniziare a mettere ordine nei pensieri, è la scelta più concreta e gentile che puoi fare per te stessa.

  2. Curare il corpo, anche con piccoli gesti (alzarsi, lavarsi, uscire anche per 10 minuti), non è vanità ma è cura di sé — e il corpo ricorda, più di quanto immagini, quando torni ad amarlo.

  3. Trovare uno spazio tuo, che non sia solo il pensiero del passato o delle mancanze, ma qualcosa che ti porti un po’ di presente: anche una semplice attività, un diario, un laboratorio, una camminata.

  • Non sei il tuo dolore. Lo stai attraversando, ma non ti definisce.

  • Non sei sola. Anche se sembra che il mondo corra e tu resti indietro, ci sono mani tese se le cerchi.

  • Non è tardi per imparare ad amarti. L’amore per sé non si misura con il passato, ma con la volontà di cominciare ora, un passo per volta.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Gentile signorina Mercedes,
certo che può tornare a sorridere, però c'è bisogno che la sua attenzione si focalizzi su una cura più attenta circa la sua anima e le insicurezze che da sempre l'accompagnano.

I miei rispetti

Dottoressa Rossella Cecere

Dott.ssa Rossella Cecere

Dott.ssa Rossella Cecere

Napoli

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Mercedes buon pomeriggio,

il suo è un messaggio attraversato da una sofferenza che merita ascolto e rispetto. Le parole che ha trovato per raccontare ciò che sente sono già un segnale importante: sta cercando di prendersi cura di sé, anche se forse oggi non le sembra. Il senso di vuoto, la malinconia, la sfiducia in sé e negli altri non sono colpe, ma ferite. Ferite che si sono probabilmente aperte molto prima delle perdite recenti, ma che ora si fanno sentire con più forza. E' comune sentirsi disorientati dopo un lutto, ma ciò che racconta lei va sicuramente oltre: mi sembra che ci sia un dolore che viene da lontano, un’abitudine a non riconoscersi valore, a cercare conferme fuori di sé, quasi come se non fosse mai stato possibile sentirsi pienamente degna di affetto, di rispetto, di cura. Lei scrive: “non mi sono mai amata”. Penso che sia proprio da lì che si può ripartire.
Non con grandi gesti, ma con piccoli passi. Anche chiedere aiuto, come ha fatto ora, è già un inizio. La psicoterapia potrebbe aiutarla a fare ordine, a dare un senso a ciò che ha vissuto, a riconoscere che la sua fragilità non è un difetto, ma una parte umana, che può trasformarsi in forza, se accolta con delicatezza. Si può uscire da tutto questo e tornare a sorridere. Ma per farlo, ha bisogno di accompagnarsi con uno sguardo più gentile verso di sé, essere più autocompassionevole e prendersi cura di sè è il primo passo verso un nuovo benessere.

Un caro saluto,
Dott. Pasquale Saviano – Psicologo Psicoterapeuta
savianopasquale@hotmail.com

 

Dott. Pasquale Saviano

Dott. Pasquale Saviano

Napoli

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Cara Mercedes,

le tue parole sono piene di verità, di dolore, ma anche — nonostante tutto — di una sensibilità viva e di una profonda consapevolezza di te. Leggendoti, si percepisce con chiarezza quanto tu abbia lottato per dare un senso al tuo valore, e quanto questo valore sia stato spesso oscurato da ferite, perdite, confronti impietosi e da una società che fatica a offrire uno sguardo gentile.

Il dolore per la perdita di tuo padre e di tua nonna ha scavato dentro di te un vuoto che non è solo legato all’assenza, ma anche a ciò che rappresentavano: radici, sicurezza, amore. È comprensibile sentirsi spaesati, sfiduciati, quando mancano i punti di riferimento emotivi. Ma è importante che tu sappia che quello che stai provando ha un senso. Non sei sbagliata. Non sei fragile in modo colpevole. Sei semplicemente stanca e piena di emozioni complesse che hai avuto il coraggio di nominare.

Hai fatto tanto già solo scrivendo questo messaggio: hai raccontato la tua storia, i tuoi dolori, le contraddizioni tra ciò che sai di essere e ciò che ti riesce difficile vivere. Questa è forza, Mercedes. Una forza silenziosa, che resiste anche quando ti senti “piccola piccola”, che continua a sperare anche quando pensi di non averne più.

Tu non sei soltanto le relazioni sbagliate, o le rinunce, o la pigrizia che ti giudichi con severità: sei anche quella che riconosce la bellezza dentro di sé, che chiede perdono al proprio corpo con tenerezza, che desidera tornare a sorridere.

E sì, Mercedes, si può tornare a sorridere. Non tutto insieme, non con uno scatto, ma un po’ alla volta. Ritrovando piccole abitudini che parlano di cura, cercando magari un aiuto professionale se possibile, e soprattutto smettendo di pensarti come “meno” degli altri.

Quella timidezza e quella bontà che hai sentito come debolezze sono in realtà parti preziose di te, che ora meritano uno spazio nuovo. Non per tornare indietro, ma per essere integrate con tutto quello che hai imparato nel tempo.

Non sei sola. E se ti concedi il diritto di avere bisogno, di sbagliare, di fermarti, potrai forse iniziare a riconoscerti in modo più giusto. Un passo per volta. Con pazienza. Con rispetto. E con tanta, tanta compassione verso quella te che ha fatto il meglio che poteva. E continua a farlo, anche oggi.