Ho un comportamento anormale verso il cibo

Yulia

Salve, non so se questo si può considerare un grave problema, ma non riesco ad uscirne da sola e avrei bisogno di un aiuto. È da un bel po' di anni che ho un comportamento anormale verso il cibo. Ci sono giorni che mi abbuffo,talmente tanto da star male, ma continuo a mangiare. Altri che mi impongo di mettermi a dieta e iniziare a mangiare sano,ma durò solo tre giorni (in cui non mangio praticamente nulla). Nel giro di tre anni sono ingrassata e dimagrita di 12 kg per 4 volte. Non riesco mai a mantenere il peso (prendo 3 kg in due giorni). Di solito so prevedere i giorni in cui mi abbuffo; divento apatica,depressa e mi sempre che il cibo sia il mio unico conforto. Non riesco a mangiare normalmente,non mangio nulla di sano e il mio menu è fatto perlopiu di dolci e schifezze varie. Questo capita due giorni su quattro. Inoltre ho la tendenza di esagerare con le serie TV, rimango imbambolata davanti al computer per 12 ore di fila. In questi giorni non voglio parlare con nessuno,non vado a scuola perché mi sento grassa e brutta e smetto di rispondere al cellulare. Purtroppo queste cose capitano molto spesso e ciò mi impedisce di condurre una vita “normale“ Scusatemi per gli eventuali errori grammaticali, ma vado di fretta. Grazie mille

11 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Yulia, immagino come tu possa stare male a causa di quello che ci racconti. Io penso che tu abbia bisogno di un aiuto per poter riprendere una vita più gioiosa e spensierata come ti meriti. Sei giovane e hai tutte le possibilità che un aiuto adesso ti permetta di stare davvero bene, bisogna capire come mai ti succedono queste cose. Ne hai parlato con la tua famiglia? Potresti chiedere un aiuto a loro per cominciare e magari chiedergli di sostenerti in un incontro con uno psicoterapeuta. Se hai bisogno scrivimi pure all'indirizzo del sito oppure info@studiopsicologiadirienzo.it

Un caro saluto

Carissima Yulia, sei stata molto brava a riconoscere di aver bisogno di aiuto per risolvere questo rapporto alterato con il cibo. Il problema è significativo dal momento che è limitante per te, che non ti permette di stare bene con te stessa e con gli altri. Quando scrivi che il cibo ti sembra il tuo unico conforto stai parlando di quella che si chiama fame emotiva, un modo di assumere cibo disfunzionale e non protettivo per se, che riguarda aspetti emotivi difficili da gestire. Nel mio studio a Roma mi occupo proprio di problemi con il cibo e seguo ragazze come te. È uno studio nuovissimo all'avanguardia dove collaboro anche con il dietologo e il nutrizionista e dove mi occupo di aiutare le giovani donne a migliorare e risolvere i problemi con il cibo. Sono sicura che potremmo affrontare bene il problema. Contattami e ci mettiamo d'accordo. 

 

Dott.ssa Angela Todaro

Dott.ssa Angela Todaro

Roma

La Dott.ssa Angela Todaro offre supporto psicologico anche online

Cara Yulia,

da quanto ci racconti, sicuramente emerge una certa stranezza nel rapporto con il cibo, che dura da anni ed è composta da comportamenti che ormai tu riesci anche a prevedere. Il fatto che tu abbia una certa consapevolezza della stranezza dei tuoi comportamenti, è molto importante. Tuttavia, il passo successivo dovrebbe essere quello di rivolgerti ad uno psicoterapeuta, che possa aiutarti a risolvere queste problematiche, attraverso l'intervento più opportuno.

In bocca al lupo.

Gentile Yulia,

da quanto scrive è difficile prevenire e ridurre le abbuffate se alterne momenti di digiuno assoluto. Visto che lei riesce a prevedere l’arrivo dell’abbuffata questo può essere un vantaggio per prevenirla, anche solo in parte. Le strategie che si possono mettere in campo sono diverse, bisogna trovare quelle che funzionano meglio per lei. Si può così passare dal fare una spesa un po’ diversa andando quando non sente di essere affamata al decidere, paradossalmente, che l’abbuffata non è evitabile e quindi ritualizzarla apparecchiando in maniera attenta e curata. Ci sarebbe anche da vedere quali sono i pensieri e i momenti che accompagnano questi momenti in cui il cibo diventa l’unica consolazione o l’unica cosa completamente in suo potere e che può controllare anche nel discontrollo.

Mi piacerebbe sapere di più di lei, quello di cui si occupa quando non pensa al cibo, l’insorgenza del disturbo alimentare e la sua incapacità ad uscire da sola. Sarebbe anche interessante verificare se i due fenomeni sono in qualche modo collegati.

Se vuole può scrivermi per avere uno scambio maggiormente mirato.

Un caro saluto

Buonasera Yulia,

questo è da considerare una difficoltà molto importante.  Il fatto che lei continui ad abbuffarsi ciclicamente accompagnata da momenti di apatia, sconforto e scarsa autostima vincola e limita la sua vita sociale e personale che alla sua età è gran parte della vita.

Penso che la cosa importante sia cominciare a prendere in considerazione questo fatto e parlare con un professionista che possa aiutarla a fare ordine in quelli che sono i suoi modi di agire. 

E' da diversi anni che ammette di avere un disordine alimentare. E' mai stata seguita da qualcuno? anche dal punto di vista nutrizionale? Il fatto che lei preveda i giorni dell'abbuffata è perchè probabilmente in quei giorni accade qualcosa che non la fa sentire bene.

Il cibo spesso copre sensazioni spiacevoli che vengono poi spostate sul senso di colpa per averlo fatto e a quello di inadeguatezza. Non sottovaluti tutto questo, è giovane e ha tutto il tempo per imparare a prendersene cura.

Resto a disposizione

Cara Yulia, la situazione che descrivi appare ricca di sofferenza e data la tua giovane età ti consiglio di parlarne con i tuoi genitori per iniziare un percorso di psicoterapia. Spesso quando proviamo emozioni dolorose tendiamo a cercare nel cibo una soluzione sia nel controllo sia nella disregolazione. Si rischia di entrare in un circolo vizioso dove il corpo definisce la mia identità ed il raggiungimento di un peso prestabilito porta ad essere soddisfatti o meno di sé. In più sappi che il digiuno e le diete drastiche comportano una reazione metabolica che ti porta verso l'abbuffata. Quindi, il mio consiglio ê quello di iniziare a scrivere un diario, su cui scrivere i tuoi pensieri e le tue emozioni, ma soprattutto chiedi aiuto alla tua famiglia per un supporto professionale. Un abbraccio

Dott.ssa Monica Palla

Dott.ssa Monica Palla

Pisa

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Cara Yulia, il problema che sta vivendo è uno dei più frequenti rispetto alla popolazione di adolescenti e giovani adulti e può continuare a svilupparsi se non lo affronta efficacemente. I disagi legati all'alimentazione sono modificazioni del rapporto fra la persona e il bisogno di cibo.  Esistono manifestazioni meno gravi, transitorie che dipendono da eventi della vita quotidiana e forme più gravi. Pertanto le consiglio di parlarne in famiglia e di rivolgersi a uno specialista che possa accogliere la sua domanda in uno spazio competente.

Restiamo in contatto

Gentile Yulia lei ha descritto un comportamento alimentare che la porta ad isolarsi per timore di essere giudicata e svalutata dal prossimo. Ma la svalutazione c'è già in lei che non si stima e che di conseguenza entra in uno stato depressivo. Il cibo e l'alimentazione disordinata, in modo circolare, non fanno altro  che aggravare il suo stato d'animo così che lei si  avverta sempre più prigioniera di uno schema mentecorpo che si ripete da qualche tempo. Lei non accenna alle sue relazioni sociali, alle sue amicizie, ai rapporti familiari e in modo particolare al rapporto con sua madre. Temi su cui riflettere. La svalutazione del corpo segue la svalutazione di Sé. Il non credere nella sua capacità di reagire positivamente alle sofferenze che le procurano le frustrazioni di aspettative e desideri che non si realizzano la portano direttamente a una falsa compensazione. Cosa fare? E' altamente positivo che lei abbia scritto lanciando un allarme perchè si rende conto che le cose non vanno bene. Io le consiglio di parlare sinceramente al suo medico che probabilmente le farà fare alcune analisi. Qualora avesse la possibilità consulti una Dietologa in modo che sotto la sua direzione tenti di attenersi ad una dieta. Nel caso, come d'altra parte afferma, non riesca ad attenersi alle prescrizioni sarà il caso che lei si apra a dei colloqui di psicoterapia all'ASL della sua zona o in privato. Lei è molto giovane e quindi non si trascuri in modo da superare questa crisi psicologica che non so quando è iniziata. 

Salve Yulia, credo che si sia resa conto di avere un problema. L'oscillazione di peso di cui parla non è trascurabile. Il problema , rimane nella sua relazione col cibo, nel controllo dell'impulso a mangiare, nella tendenza all'isolamento, nel rifiuto scolastico e mi chiedo quanto sia possibile comunicare in famiglia. Non so quanti anni abbia e quindi è difficile fare un quadro della situazione, perchè mancano giustamente molte informazioni personali. Come altri colleghi le hanno suggerito, si rivolga a uno psicoterapeuta nel suo territorio, se è minorenne si necessita del consenso dei genitori, che credo possa rappresentare un primo passo per sentirsi "contenuta". Mi scusi se sono così diretta, ma spero solo di essere stata chiara e di aver mosso in lei il desiderio di affidarsi a professionisti competenti! Cari saluti! 

 

 

Carissima Yulia, il tuo è senz'altro un disturbo alimentare che non posso ipotizzare da cosa sia scatenato perchè dal tuo scritto non si evidenziano elementi validi per una sufficiente comprensione del problema.

Comunque senza indugio ti consiglio di consultare il tuo medico curante per chiedere una prescrizione per  visita presso un centro specializzato nei disturbi alimentari. A Roma c'è l'ABA ma ce ne sono anche altri che puoi facilmente identificare via Internet, ma io preferirei che questo ti sia indicato dal tuo medico di famiglia. 

E' certo che da sola non riesci a gestire questa tua problematica, per cui fatti coraggio ed affidati agli Specialisti materia. Sei molto giovane e sono sicura che se affronti seriamente la cura che ti verrà prescritta riuscirai a risolvere. Con i miei migliori auguri ed un cordiale saluto. 

Cara Yulia,

sembra sciocco confermare quello che tu gia' affermi, ovvero che non sei soddisfatta di te, e che per rinforzare questa disistima ti sottoponi a stress alimentari che attentano anche alla tua linea. Quello che ti suggerisco e' di accogliere questo disagio con amore, perché esso rappresenta la spinta profonda al cambiamento . Anche il fatto che , comunque, tu riesca a dimagrire mi dice che non vuoi arrenderti . Certamente cibo , computer , serie tv sono sostituti simbolici di attenzioni e passioni autentiche, di cui sei , forse, stata deprivata, ma della cui deprivasione attuale sei unica responsabile. Intravedo che ci sono le potenzialità e le energie per uscirne, per farlo occorre che ti racconti che "nessuna ferita e' per sempre" e che oggi, proprio adesso , che leggi e' un altro momento, un altro giorno, una altra occasione per costruire una nuova modalità esistenziale. In fondo soffri di dipendenze, le dipendenze servono essenzialmente per non agire . La prima azione da fare è quella di farsi aiutare, nelle difficoltà. Auguri !