Incertezza sul futuro

Paola

Buongiorno, ho un figlio di 18 anni, sempre stato un ragazzo tranquillo, posato, rispettoso di tutti e delle regole. Da un anno e mezzo sta assieme a una coetanea, e alcune volte mostra insofferenza sulle "regole" che la fidanzata impone alle quali lui si sottomette senza ribellione alcuna. Ha solo 2 amici con cui ha rapporti saltuari. E' in 5° superiore e sta per affrontare l'esame di maturità in ambito meccanico; l'esperienza scolastica non è stata delle migliori per lo scarso livello scolastico offerto dalla scuola. I suoi voti, il suo rendimento, il comportamento sono sempre stati ottimi ma le impostazioni scolastiche e la classe dov'era inserito nei 5 anni hanno dimostrato diverse lacune e mancanze. Da un mesetto lo vedo perso, sempre sul divano, o in chat con la fidanzata o con giochi infantili sulla playstation. Fa l'arbitro di calcio senza troppo entusiasmo se non per il fatto che viene remunerato; ha tentato diverse volte di fare calcio, senza grossi risultati in quanto l'elevata competitività del settore lo ha sempre portato ad autoescludersi. Non sa cosa vuole fare del suo futuro; da un lato vuole lavorare (in due esperienze recenti non nel suo ambito andate male) per avere uno stipendio e quindi una indipendenza, dall'altro vorrebbe proseguire gli studi ma non sa in che ambito perchè la meccanica proprio non gli piace molto. La scelta delle superiori è stata sua anche se io ero consapevole che non sarebbe stata la scuola adatta per lui ma a suo tempo lui è stato irremovibile sulla scelta. Non so come posso aiutarlo senza essere troppo invadente e "pesante". Mi chiedevo se esiste qualche figura alla quale rivolgersi perchè lo aiuti a capire quali sono le sue abilità, le sue predisposizioni.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Paola

Dalle tue parole emerge un ragazzo sensibile, educato, intelligente, ma probabilmente un po’ insicuro e con una bassa autostima. La sua è un’età di grandi cambiamenti, interiori ed esterni. Sta chiudendo un ciclo importante (la scuola superiore) ma non vede ancora con chiarezza il prossimo passo. È probabile che si senta spaesato anche perché finora ha sempre fatto “il bravo ragazzo” seguendo regole, aspettative e percorsi, e ora non sa più bene chi è e cosa vuole. Anche la relazione con la fidanzata — sebbene forse gli dia stabilità — potrebbe avere un ruolo nel frenarlo, soprattutto se lui tende a sottomettersi per paura del conflitto. Ti stai già muovendo nella direzione giusta: non vuoi invadere il suo spazio, ma senti il bisogno di offrirgli un sostegno più strutturato. Esistono figure professionali che possono davvero fare la differenza in questo momento:

  • Orientatori scolastici e professionali (spesso presenti nei centri per l’impiego o nei servizi per i giovani del tuo comune o regione).

  • Psicologi orientatori: lavorano con i ragazzi per aiutarli a riconoscere le proprie abilità, attitudini e interessi, e per costruire un progetto personale realizzabile. Non si tratta di “curarlo” — non è malato — ma di offrirgli uno spazio neutro dove possa parlare liberamente, anche di emozioni, aspettative, pressioni.

Anziché chiedergli direttamente “che vuoi fare?” (domanda spesso paralizzante), potresti provare a coinvolgerlo in una conversazione più leggera ma profonda, tipo:

“Ti vedo un po’ giù e incerto ultimamente. Non ho risposte pronte, ma se vuoi possiamo cercarle insieme. Ti andrebbe di parlare con qualcuno che possa aiutarti a capire meglio cosa ti piace fare e dove potresti sentirti realizzato?”

Oppure: “Non mi interessa che tu faccia una scelta ‘giusta’ subito, mi interessa che tu ti senta bene con te stesso. Posso darti una mano a trovare qualcuno che ti aiuti a capirti meglio, se vuoi.”

Non è detto che debba sapere subito cosa fare. A volte i giovani hanno bisogno di sperimentare, anche sbagliare. Se può permetterselo, qualche mese “di pausa attiva” — dove magari lavora part-time, fa volontariato, esplora corsi brevi — potrebbe aiutare a far chiarezza.

Un caro saluto

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Gentile Paola capisco la sua preoccupazione, questo è un momento delicato per suo figlio, pieno di cambiamenti e incertezze. Momento tipico di una fase di transizione e ridefinizione identitaria: l’ingresso nell’età adulta, la fine di un ciclo scolastico poco gratificante, la relazione affettiva che comincia a porre vincoli, e il bisogno ancora confuso di autonomia. Tutti elementi che generano una condizione psichica di sospensione, spesso vissuta come vuoto, demotivazione o regressione (come si evince dai giochi “infantili” e dal ritiro sociale).

Il rischio più grande in questi momenti è il sovraccarico di aspettative o il tentativo (pur animato da buone intenzioni) di “spingerlo a trovare una direzione”. Lei sembra ben consapevole di questo rischio e si muove con grande cautela, il che è già un prezioso aiuto per suo figlio.

Per aiutarlo senza essere invadente, può essere molto utile un percorso con uno psicologo dell’orientamento: una figura specializzata che, attraverso colloqui e strumenti mirati, lo aiuti a chiarire attitudini, desideri e possibilità concrete per il futuro. Questo servizio si trova in alcuni consultori pubblici, oppure in centri privati. In alternativa, anche un breve sostegno psicologico individuale potrebbe aiutarlo a ritrovare motivazione e fiducia in sé. Sia paziente e vedrà che questa fase di passaggio si concluderà nel modo migliore. Un cordiale saluto

Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Forlì-Cesena

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Cara Paola, le tue preoccupazioni sono legittime da mamma....ma lui ha consapevolezza che in questo momento delicato della sua vita sta agendo in questo modo o gli va bene così? E si sente sereno? Da come lo descrivi sembra essere stato un bambino e un giovane che si adatta alla situazione, che lascia agli altri il compito di decidere: cosa è giusto per lui, come ci si deve comportare, cosa si deve fare...e per fare questo ha sempre dovuto non porre attenzione ai suoi desideri, a come lo facessero stare le cose....e adesso si trova ad un cambiamento importante della sua vita: deve decidere lui! forse con questi atteggiamenti sta cercando di procrastinare la scelta....Probabilmente parlare con un terapeuta e intraprendere un percorso che lo aiuti a scoprire le sue passioni, i suoi desideri...sarebbe una strada percorribile....sempre che lui lo voglia! e riconosca che questo modo di affrontare la vita è un po' problematico o gli crei disagio....

Se ti può essere utile io mi occupo di adolescenti e giovani adulti e ricevo a Udine...se sei interessata puoi scrivermi un messaggio o una mail...

Intanto ti ringrazio di aver condiviso con noi questa tua preoccupazione.

Dott.ssa Alice Piccardi

Dott.ssa Alice Piccardi

Udine

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Buonasera signora Paola,

la situazione di suo figlio, per come la descrive, può essere una fase tardo adolescenziale con tutte le sue difficoltà ma presenta anche alcuni comportamenti tipici di un incipiente ritiro sociale. Fa bene a preoccuparsi e a chiedere aiuto. A parte le ipotesi che si possono fare in merito credo sia prioritario sentire le esigenze, i vissuti e le difficoltà di suo figlio in prima persona. Io mi occupo di adolescenti e giovani adulti e a breve sarò il referente per la provincia di Udine dell’Associazione Hikikomori Italia. Ricevo privatamente a Udine, se ha piacere mi può contattare in privato per un primo colloquio conoscitivo.

Cordiali saluti

dott. Rodrigo Codermatz

Dott. Rodrigo Codermatz

Dott. Rodrigo Codermatz

Udine

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Cara Paola,

Le preoccupazioni per suo figlio sono più che legittime, soprattutto se effettivamente mostra qualche segno di infelicità, tuttavia potrebbe essere utile ricordare che, essendo maggiorenne, la scelta di intraprendere un percorso di aiuto può dipendere solo da lui.

Da quanto ho avuto modo di leggere, emerge l'interesse per il benessere di suo figlio, ma allo stesso modo ho avuto la forte sensazione che questa situazione possa essere anche per lei motivo di inizio di un supporto alla genitorialità o di un percorso suo personale. Spesso, infatti, il passaggio dall'adolescenza all'età adulta è uno stadio evolutivo che comporta un grande impegno non solo nella persona che lo sta affrontando, ma anche nella famiglia e, in questo caso, in lei. Può essere anche questo un aiuto attivo per suo figlio.

Qualora sia interessata a considerare questa via di aiuto, resto a disposizione.

 

Dott.ssa Alessandra Pace 

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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