Mi sento un fallimento per me e la mia famiglia

Helena

Inizio col dire che la mia famiglia voleva che uscissi con voti diciamo abbastanza alti, vado in una scuola privata e secondo loro devo "eccellere'. Purtroppo la mia insicurezza mi ha sempre ostacolato perché al contrario dei miei compagni che nell'esporre un argomento sono molto sciolti, io al contrario esito o balbetto , e per i professori vuol dire non studiare bene. Se fossi andata bene inoltre avrei potuto fare un viaggio , che devo dire mi avrebbe fatto bene essendo che il matrimonio fra i miei e agli sgoccioli. Ora che sono uscite le pagelle mi sento un vero schifo, la mia famiglia è estremamente delusa e non fa altro che ricordarmi che mi devo sentire umiliata e in imbarazzo, che devo pensare solo allo studio e che ciò non è accettabile. Io mi sento soffocare. Ho spesso attacchi di panico e ultimamente il mio "fallimento" mi ha fatto sentire male con me stessa, la mia autostima è pari a zero e mi sento vuota. Non riesco più a mangiare e se mangio tendo a vomitare.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Helena,

comprendo il suo senso di umiliazione e di tristezza in seguito ad un risultato scolastico che non ha soddisfatto le aspettative della sua famiglia.

Purtroppo molti genitori tendono ad investire in maniera molto forte la scuola e, soprattutto, l'aspetto di "performance" riassunto dai voti e dalle pagelle. Anche se un figlio non perde l'anno (mi sembra il suo caso) si mostrano delusi da voti non eccellenti. Mi chiedo se la tensione familiare su questo argomento non possa essere amplificata dal fatto che il matrimonio fra i suoi sia "agli sgoccioli". Le sembra che, in passato, la situazione fosse migliore?

Che classe fa? E che tipo di scuola? Ha mai provato a spiegare ai suoi familiari le sue difficoltà nell'esporre le materie orali davanti agli insegnanti? E gli insegnanti stessi l'hanno mai supportata nel trovare strategie e metodi utili a ridurre le sue ansie? Ci sono altri familiari (zii, nonni..) ai quali potrebbe confidare il suo malessere e ricevere un supporto emotivo, oltre che un aiuto per riaprire il dialogo con i suoi genitori?

L'ideale sarebbe che lei cercasse un professionista con cui iniziare un percorso per rafforzare la sua autostima e ridurre il carico di ansia che la opprime in questo periodo: si informi sui consultori o i centri convenzionati della sua zona, oppure da un privato se ne ha la disponibilità economica. Molti auguri e ci riscriva, se ha bisogno.

Buongiorno Helena,

L’ansia è un segnale importante, che va ascoltato, perché sta cercando di farle percepire che lei è dentro  un’idea prestazionale di se stessa. In questo momento sente l’imperativo d’essere all’altezza di standard prestazionali, derivati da modelli esterni, che poco hanno a che fare con l’autentica natura dell’interiorità.

E’ preoccupata di corrispondere all’immagine che riceve l’approvazione esterna. La sua insicurezza non deriva dal non sentirsi all’altezza, ma dal fatto che sta cercando di corrispondere a questo modello, che non ha radici interiori. L’interiorità solleva questa  questione fondamentale  perché l’intento interiore non è quello di “dimostrare”, di essere messa ai voti, di ricevere approvazione, come siamo portati a fare noi, ma quello di condurre la persona in un cammino di crescita, di autonomia. La persona, attraverso la guida  della dimensione profonda, può riscoprire, dentro di sé, quali sono i significati autentici della propria realizzazione e delle proprie capacità.

Lei sta ancora fondando il senso del suo valore personale su dei modelli esterni, invece che su delle basi interiori. E’ la fragilità di chi non ha ancora sviluppato delle sue radici interiori e subisce il giudizio esterno. Il suo sentire le fa percepire questa paura del giudizio dell’altro , da cui ancora si fa dire il senso del suo valore, per condurla a compiere un cammino d’autonomia. E’ importante non fraintendere i segnali interiori, che non sono forze avverse, bensì alleate, perché vogliono condurla a compiere un cammino di autentica crescita.

L’interiorità la blocca, non consentendole di essere disinvolta, come lei auspica, perché sta inseguendo un’immagine esterna. In questo modo  l’interiorità svolge un’azione protettiva, cercando di riconsegnarla a se stessa, ad una immagine di sé corrispondente alla sua interiorità e non a criteri esterni. Questi la limitano nella sua crescita, invece di favorirla, come i moti della sua anima stanno cercando di farle vedere. E’ chiusa, stretta, “soffocata” da una visione delle cose che è quella comune, esterna, da cui ancora dipende e ha bisogno di sviluppare una propria visione delle cose. Ha bisogno di guardarsi con uno sguardo completamente diverso, che è lo sguardo che la sua interiorità possiede, se la saprà coltivare...