Ho una storia da 2 anni con una persona ma sono gelosa quasi ossessiva

Morgana

Buongiorno, da parecchi anni ho lo stesso problema che mi condiziona le relazioni. Oggi in particolare ho una storia da 2 anni con una persona che è nelle forze dell'ordine e questo comporta molti spostamenti e paure di ogni genere. Io sono sempre stata molto insicura e questo si riportava poi nella mancanza di fiducia, non avendone in me stessa, è difficile poterla avere nella persona che mi è accanto. Sono gelosa, quasi ossessiva. Vorrei controllare ogni cosa che fa, ogni contatto,ogni spostamento. Cerco di controllare ogni cosa, faccio ricerche su internet su quello che mi dice...come se volessi scoprire chissà che. Ho un'ossessione verso il passato,una gelosia retroattiva(sopratutto per le avventure più che per storie importanti)fuori dal comune....e mi metto a confronto di ogni singola ragazza....Continuo a guardare le loro foto(le poche che so, le sogno di notte.....mi sento inferiore (anche se magari non sono tutte stupende!)e ho il terrore di essere tradita. O che le possa risentire,e quando è capitato (e non sempre me l'ha detto) allora il panico aumenta....Premetto che io fisicamente non mi piaccio,ho sempre avuto questo problema e da sempre, non vado al mare e non mi metto in costume (rovinando così tanti rapporti e rovinando me stessa,ovviamente)E' comunque una cosa che mi ha condizionato moltissimo nella vita. Ma soprattutto ho paura delle bugie.Lui mi ha raccontato dei suoi colleghi fidanzati o sposati che hanno relazioni fuori,che quando si spostano cercano altre...che dicono alla fidanzata che vanno a letto e invece.....o che hanno turni e non è vero. Spesso poi stanno via anche dei mesi.....ed io impazzisco. Immagino sempre un gruppo di uomini che insieme fanno branco....e che chissà cosa combinano, persino i commenti che fanno quando passano una bella ragazza mi angosciano. Ho paura che facendo così, chiedendo mille cose (che poi cerco di controllare o gli faccio domande quasi a trabocchetto)possa peggiorare la situazione....ma soprattutto al telefono (che non so gestire)divento aggressiva,la rabbia mi sale in modo incontrollabile...continuo a non credere.....e se non sono aggressiva...piango. Non riesco a fare la carina o fare la fidanzata che si aspetta. Ma lo divento quando stiamo insieme,tra una crisi e l'altra, lì mi tranquillizzo, perchè è con me. Altrimenti ho paura e vivo male. Ho provato a controllare pc e cellulare...e quando trovavo cose che si riferivano anche a qualcuno prima di me...mi saliva una rabbia.....che poi sfogo su di lui, anche se non può sapere il motivo....è come se lo mettessi continuamente alla prova. Ma non sono capace di fidarmi....Sento continuamente di uomini bugiardi e falsi e non mi capacito sul fatto che a me possa andare diversamente......Ora è lontano da me per qualche tempo e non so come gestire la situazione. Continuo ad aggredirlo e a fargli il terzo grado....ma comunque non sono soddisfatta. Passo dal senso di colpa più assoluto al senso di ragione pura. Lui cerca il più possibile di starmi vicino e rassicurarmi (quando ovviamente non scoppia e inizia a dire che non ce la fa più......ma poi torna calmo e dice di amare solo me;forse fa così perchè si sente in colpa per una vita che mi potrebbe aspettare per sempre...fatta di solitudine....Cosa su cui punto spesso, forse per farlo sentire in colpa....) Sono tante cose insieme....che comunque sfociano nello stesso problema. Non so come uscirne. Ho fatto anche delle sedute psicologiche.....ma è come se su di me non facessero effetto...ma per me diventa solo un parlare con qualcuno che non mi giudica.....una valvola di sfogo. Come posso salvare me stessa da questi pensieri ossessivi, volermi più bene e....non rovinare questa storia a cui tengo tanto, nonostante io odi e non condivida il suo lavoro (altro argomento di discussione perenne!)? Ho paura di non uscirne....ho paura di non farcela.....a volte mi dico che sarebbe meglio lasciar perdere tutto che non sono fatta x questa storia, altre volte penso che un altro così paziente non lo troverò mai...e potrebbe aiutarmi. Ma se dopo 2 anni non ho ancora trovato la via della fiducia come faccio? Mi rendo conto oggettivamente,ma quando poi mi prende questo attacco di rabbia/ansia....non so gestirla....è più forte di me. Dall'esterno nessuno mi capisce.... Grazie a chi vorrà rispondermi. Spero di essere stata abbastanza chiara per far capire cosa sento e cosa "mi scatta", perchè non è così semplice....

14 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Signora, vorrei farle una domanda, che spero possa darle uno spunto di riflessione sulla natura della sua angoscia: nella sua vita, nella sua famiglia, ha mai vissuto o assistito ad episodi di abbandono o tradimento? Questa mancanza di fiducia "a priori" ha forse delle attinenze con episodi negativi inerenti i suoi genitori? Nel caso lei sentisse che c'è del vero nella mia ipotesi, potrebbe esserle molto utile un percorso di Psicoterapia ad indirizzo Sistemico-Familiare. Spero di esserle stata utile, e se vuole, mi scriva pure quando vuole.
Cara Morgana, hai mai provato a osservare il tuo fidanzato davvero? Ti sei mai chiesta in che modo lui ti ama e in cosa ti rende felice? Ti rivolgo queste domande perchè dalle tue parole mi sembra di capire che tu non veda assolutamente i gesti che dimostrano il suo amore, ma piuttosto ti concentri sulle tue insicurezze e sulle tue paure, per cui se lui in un dato momento non le soddisfa crolli e litighi. Non siamo tutti uguali, e non tutti amiamo nello stesso modo, ognuno dimostra l'amore a modo suo e io credo che questa persona ne provi molto per te, vista la pazienza che dimostra nel cercare di sopportare e andare oltre alle tue accuse. Forse dovresti provare a continuare la terapia psicologica, concentrandoti su te stessa, trovando delle strategie migliori per affermarti, per sentirti più accettata, per piacerti, ma anche per imparare a vedere gli altri e non trattarli solo in funzione delle tue debolezze. L'autostima non è qualcosa di statico, può essere migliorata! Lavora su questo, fatti aiutare da uno specialista e vedrai che la tua gelosia andrà sfumando, riuscirai a godere del tuo rapporto senza tremare di rabbia ad ogni occasione. Non mollare, ce la puoi fare!
Dott.ssa Gloria Baisini

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Brescia

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Buongiorno Morgana, è stata chiara nello spiegare la situazione che non deve essere assolutamente semplice da gestire. Leggendo attentamente il testo sono due le parole che ritornano spesso : Paura e Controllo. Paura di perderlo, di non essere all'altezza delle storie passate, di non reggere il confronto con le ragazze che può incontrare, paura di non essere abbastanza attraente. Da qui scaturisce il volere controllare tutto per esorcizzare questa paura ed allontanarla da se stessa perchè impossibile da gestire. Non è la prima volta che si trova in questa situazione, lo definisce un suo problema da sempre. Provi a capire da dove nascono queste paure e perchè ha bisogno di controllare sempre tutto. Dice di avere fatto dei colloqui psicologici, ma a volte pochi colloqui non bastano oppure il tipo di terapia non era indicata per lei. Mi sembra che lei sia troppo proiettata nel futuro per qualcosa che tema possa accadere e troppo nel passato con i pensieri ossessivi che le ritornano continuamente. Si affidi nuovamente con fiducia ad un professionista che la accompagni in un percorso dove lei possa godersi il qui ed ora. Mi contatti pure se lo ritiene opportuno, sarò felice di poterla aiutare. Saluti.
Morgana, Concordo con lei che sottoporsi a sedute psicologiche solo per parlare senza nemmeno mettere in discussione alcune credenze/pensieri disfunzionali non e' di grande aiuto. Ma non si arrenda, mi metto a sua disposizione per un colloquio telefonico, trova i miei dati sul sito. Cordialmente,
Gentile Morgana, i colloqui psicologici che ha affrontato possono essere un ottimo strumento, a patto che lei consenta a se stessa di affidarsi al terapeuta che la ascolta e riesca a fare il grosso sforzo di lavorare su di sè: l'obiettivo principale di una terapia nel suo caso potrebbe essere quello di comprendere da quale vissuto emotivo o esperienza passata, anche infantile, deriva la sua difficoltà nell'avere fiducia. Una volta individuata l'origine ed elaborato questo passaggio potrebbe diventare possibile lavorare sul presente e sui motivi della sua gelosia verso il suo attuale compagno in maniera più profonda di un semplice ascolto non giudicante. Se lo desidera rimango a sua disposizione anche per poterla incontrare. Un cordiale saluto,
Gent. Morgana, ha presente il mito di Orfeo? Euridice, sua amata, viene rapita nel mondo degli Inferi e ad Orfeo viene detto che per riaverla dovrà scendere negli Inferi e, una volta trovata, dirigersi verso l’uscita. Euridice lo seguirà e potrà infine riaverla, ma ad una condizione: durante il cammino Orfeo non dovrà mai voltarsi per verificare. Orfeo segue le istruzioni impartitegli ma, a metà tragitto, dubitando che Euridice sia dietro a lui, si volta e… la perde per sempre. Questo per dirle che il modo migliore per perdere una persona è dubitare di lei. Certo, fidarsi (entro certi limiti) è un rischio, ma è l’unica cosa che ragionovelmente possiamo fare, possiamo fare, fino a prova contraria. D’altra parte lei ha centrato il problema: il nocciolo non è tanto l’altrui inaffidabilità, quanto la profonda insicurezza e disistima di se stessa, che rivela una forma depressiva latente, una auto-percezione di non essere amabile che forse ha origini remote. A mio avviso, prima della sua gelosia eccessiva (ossessiva), dovrebbe affrontare con una seria psicoterapia il suo problematico difetto narcisistico che penso sia l’origine di tutta la sua sofferenza. Un caro saluto
Buonasera Morgana, nella Sua lunga ed esaustiva lettera riporta il fulcro del Suo problema che è l'insicurezza! Evidentemente è un problema che si porta dietro da diversi anni e che in questo lungo periodo ha fatto sì che il Suo stato d'animo peggiorasse sempre più. Non conoscendo il Suo vissuto e non conoscendo Lei non posso dirle di più, posso solo offrirle la mia professionalità. Mi contatti per un primo colloquio così ci potremmo conoscere e potremmo valutare insieme l'eventuale percorso da intraprendere... Il primo colloquio è gratuito e non è vincolante. in attesa di un Suo riscontro Le auguro un sereno weekend
Dott. Amos Pennati

Dott. Amos Pennati

Milano

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Gentile Morgana, è come se dentro di te c'è un Giudice gigantesco che ti guarda con aria severa, e tu ti senti tanto piccola e brutta, dunque pensi che anche gli altri ti vedono così, e questo ti fa stare male. Penso sia molto importante lavorare su di te, per ridimensionare questa figura inquietante e riequilibrare il tuo dialogo interno, laddove la tua preoccupazione è troppo orientata all'esterno (le altre donne, il tuo fidanzato, quello che fanno gli altri, come ti vedono...). Se il tuo sforzo è nel cercare di tappare le falle di una diga che temi possa cedere da un momento all'altro le tue energie sono sprecate. Sfogarsi fa bene, ma se non cambia qualcosa nel tuo modo di vedere e di pensare a te stessa e agli altri sei ogni giorno da capo. Penso sia importante, nel caso tu abbia deciso di sospendere, riprendere un percorso con uno psicologo per affrontare sistematicamente e in modo ordinato tutto ciò che ti assilla. Puoi farcela, basta orientare le tue energie verso di te, ovvero prenderti cura di te. Se lo desideri posso dedicarti almeno un primo colloquio (gratuito), disto una mezz'oretta da Milano. Un cordiale saluto.
Gentile utente, la sua forte ansia trapela da questo suo commento, credo che non sia facile per lei convivere con questa necessita di continuo controllo. Lei ha detto che e' andata da una psicologa, mi chiedevo se ha parlato con la professionista che la segue di questo suo disagio che persiste. Le ricordo inoltre che i percorsi psicologi hanno effetto innanzitutto rispetto a quanto noi stesse siamo motivate al cambiamento. Andare da uno psicologo vuol dire impegnarsi in un percorso stabilito con il professionista. Solo in questo modo si possono avere dei risultati soddisfacenti.
Salve Morgana, la fiducia nell'altro, non è legata al controllo, bensì a quanto noi stessi siamo solidi. Mi sembra che lei sia focalizzata sull'altro piuttosto che su se stessa, questo la porta ad allontanare l'altro puittosto che avvicinarlo. L'altro non potrà mai guarire le nostre ferite, dovremo essere noi a farlo per noi, provi a parlare con un esperto che si occupi di dipendenza affettiva, magarì saprà aiutarla a trovare la giusta chiave per uscire dal suo malessere. Buon tutto,
Cara Morgana, sono d’accordo che il tuo sentimento di gelosia sia di tipo ossessivo, pervaso da una tremenda paura di essere abbandonata e sento quanto male ti fa doverlo vivere e combattere continuamente. I tuoi incessanti dubbi sulla fedeltà o meno del tuo partner ti fanno agire comportamenti compulsivi di controllo verso di lui, mettendo sempre di più in crisi il tuo senso di autostima e fiducia verso gli altri, inoltre con il pericolo di compromettere la tua relazione amorosa. Morgana non so nulla della tua narrativa infantile, ti posso solo precisare che lo ‘stile di attaccamento affettivo’ dipende molto dalle esperienze precoci che ogni individuo fa soprattutto nella relazione materna della prima infanzia ma anche in fasi successive con il coinvolgimento anche paterno. Affermi di avere avuto “alcuni colloqui con la psicologa” vissuti come ‘semplice sfogo’ e che non ne hai trovato giovamento. Non so quante sedute tu abbia fatto ma ti preciso che per risolvere questo tuo disturbante funzionamento emotivo ci vuole del tempo (almeno 1 anno), pazienza e soprattutto forza di volontà. Per cui il mio consiglio è di rivolgerti di nuovo allo psicologo (o scegliene un altro) con cui fare un programma psicoterapeutico che ti conduca ad una più adeguata ricostruzione del tuo sistema affettivo. Mi rendo disponibile per successive consultazioni e ti saluto cordialmente.
Buongiorno, è stata sufficientemente chiara ed esaustiva, nel descrivere cosa la angoscia e le crea le sue reazioni impulsive e rabbiose. sarebbe importante capire che significato hanno PER LEI, il tradimento, la fiducia, la paura della perdita e l'autostima. da dove viene e come si è costruita questa insicurezza, che pare esserci sempre stata e cosa pensa possa succedere nella sua vita? riflettere su questi ed altri quesiti che da tali riflessioni potrebbero emergere, le consentirebbe di conoscersi meglio ed a scegliere un suo modo di essere, vivere e rapportarsi al mondo. uno psicologo può aiutarla in tal senso. per tale motivo, se vuole può contattarmi; sono a sua disposizione. saluti e buona vita.
Gentile Morgana, Quello che lei descrive appare come una sua lotta personale coi sessi....Non dubito la difficoltà che può avere nel portare avanti non solo una relazione basandola sulla fiducia ma, anche,un percorso psicoterapeutico che non si compone mai da "qualche" incontro. Infatti, un uomo è traditore, una donna è per lei agonista, rivale, con cui non riesce a rapportarsi alla pari. Pare pertanto idealizzare "le altre" e svalorizzare gli uomini come categoria. È spesso un meccanismo che nasce da una paura antica, del suo passato che l'ha portata ad rafforzare questi comportamenti dannosi per il suo vivere in relazione con fidanzati o amici/che Io le consiglio di tornare da uno psicoterapeuta, e le consiglio specificamente una donna. Un riferimento femminile con cui confrontarsi e che possa esserle da tramite per migliore l'immagine che ha di sé.
Carissima Morgana, leggendo la sua storia mi sembra di vedere un film già visto: quante donne (soprattutto) vivono questa forma di insicurezza/gelosia! Rileggerei la sua storia in questo modo: dopo anni di insicurezza affettiva ha trovato un uomo che le sta accanto, malgrado i controlli, la rabbia, le discussioni, ma comincia a pensare che lui si possa stancare e comunque si è resa conto che questo non basta. Il mondo non offre molti spunti di sicurezza e di fiducia, ma non si può vivere senza, quindi è necessario costruirla dentro di sé. Capisco che si è costruita un circolo vizioso dal quale non può uscire da sola. Una terapia è un investimento a cui deve pensare. Un investimento di tempo, di soldi, ma soprattutto di intelligenza: la terapia non è uno sfogo, ma un lavoro Un lavoro insieme a una guida, calda e accogliente, (meglio), ma lavoro, anche faticoso. Deve cambiare il modo in cui pensa a sé stessa, non a lui, al modo in cui si mette in relazione con gli altri (nessuno la capisce, come mai?) alle cose che desidera (amore o sensi di colpa?) Avrei altre mille domande da farle, ma le chiedo solo questo: come si vede fra tre anni? A lei la palla!