Mia figlia da circa sei anni soffre di problemi di ansia generalizzata

Viviana

Buon giorno, scrivo per mia figlia, una ragazza di 21 anni che da circa sei anni soffre di problemi di ansia generalizzata, sensi di colpa,disturbi relazionali e mancanza di autostima. In questi anni ci siamo rivolti a vari specialisti che le hanno diagnosticato un DOC. E' stata prima curata con farmaci specifici senza sortire grandi benefici. Da un anno la ragazza segue una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale, ma dopo i primi tempi in cui era abbastanza evidente un miglioramento (anche perché prendeva dei farmaci contemporaneamente) c'è stata una certa regressione. Attualmente ha problemi di tipi mistico, nel senso che molte volte al giorno si fa il segno della croce ripetendo delle frasi tipo: "Ti ringrazio Signore", "Signore grande e misericordioso" ecc... Sono molto preoccupata perché, anche se lei ha conservato sempre le sue capacità intellettive, è infatti una persona molto presente a se stessa, addirittura presta attualmente servizio come soccorritrice presso un ente sanitario e viene reputata una persona attendibile e molto capace, vedo che non riesce a superare i suoi problemi psicologici che, a parte il suo lavoro, la portano a fare un tipo di vita estraniata e senza rapporti sociali. Inoltre lei soffre molto interiormente. Ho pensato che forse potrebbe provare con l'ipnosi, a questo proposito avete dei nominativi di psicologi nella zona di Firenze o Prato che praticano anche l'ipnosi? La terapia cognitivo comportamentale sarà adatta ai suoi problemi o sarebbe meglio cambiare? Vi ringrazio e saluto cordialmente.

23 risposte degli esperti per questa domanda

Sig. Viviana, posso comprendere la preoccupazione nei confronti dei problemi di sua figlia, considerato che la Psicoterapia che sta seguendo, pare non produca miglioramenti apprezzabili. Il disturbo ossessivo-compulsivo è ostico e molto resistente al cambiamento, in genere chi ne soffre è altrettanto resistente all'intervento psicoterapeutico, pur lamentando il proprio disagio e sofferenza esistenziale. Se anche sua figlia condivide le sue preoccupazioni, allora cambi e cerchi un altro Psicoterapeuta di formazione diversa, ma le suggerisco di lasciar fare a sua figlia, la motivazione al cambiamento meglio se indotta da sè e non dall'esterno. L'ipnosi, anche no, non la reputo la tecnica più adatta, in questi casi. semmai le suggerisco un Professionista di formazione sistemico-strategica. Nella sua Regione c'è la sede ad AR dellla Scuola di Psicoterpia Strategica, chieda di uno Psicoterapeuta a lei vicino.
Dott.ssa M. Piera Nicoletti

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Pordenone

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Buongiorno Viviana, comprendo benissimo la sua preoccupazione, 6 anni di cure non sono pochi, soprattutto quando la psicoterapia è accompagnata dalla terapia farmacologica. Se finora né la farmacoterapia né la psicoterapia cognitivo comportamentale hanno avuto successo non so quanto potrebbe essere risolutiva una terapia ipnotica; i sintomi per un breve periodo potrebbero scomparire o spostarsi (in tal caso si manifesterebbero in altro modo). Il mio consiglio professionale è di cominciare una psicoterapia familiare. Nel caso sia interessata le lascio di seguito il mio recapito. Cordiali saluti.
Dott. Giovanni Tempesti

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Siena

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Per un doc la terapia cognitivo comportanentale é quella maggiormente consigliata. personalmente, piu di cercare altri metodi mi focalizzerei sul perché dell'interruzione del percorso terapeutico. Regressione,e momenti difficili vanno messi in conto, ma allo stesso tempo gestiti e sostenuti grazie alla relazione con il terapeuta. Gira tutto intorno a questa"collaborazione", indipendentemente dal tipo di diagnosi/approccio chiediamoci quanto sua figlia sia motivata e cosa non ha funzionato. la saluto
Gentile signora Capisco la sofferenza che sta attraversando in questo periodo e mi sento di dirle anche che per il DOC la terapia migliore é proprio la cognitivo comportamentale; la somministrazione di farmaci può essere di aiuto nella riduzione della sintomatologia ma va sempre accompagnata ad una terapia psicologica. Vari studi condotti su tale disturbo hanno dimostrato l'efficacia della terapia cognitiva, che utilizza l'esposizione con prevenzione della risposta. Le consiglio di parlarne con il terapeuta che la segue e soprattutto con sua figlia. A firenze si può rivolgere all'ipsico, io personalmente ricevo a Prato, se ha bisogno mi può contattare
Salve Viviana, il contributo che mi sento di darle al di là della tipologia della terapia, della gestione dei farmaci nell’età dello sviluppo, delle vostre vicissitudini familiari, è questo: cerchi di comunicare a cuore aperto con sua figlia, che ha già 21 anni, è un’adulta apprezzata che lavora e che sta soffrendo molto. E’ importante che sia la ragazza a stabilire se la persona con la quale ha iniziato la terapia le è di aiuto oppure no. So che la sua posizione è difficile, perché nessuna mamma vuole assistere impotente ai dolori della figlia, ma la cosa più importante che può fare in questo momento è sostenerla nelle sue scelte di adulta. Un confronto tra donne vi aiuterà entrambe, poiché sua figlia saprà di avere il sostegno della propria madre e lei svolgerà il ruolo di madre sensibile e attenta nei riguardi di una figlia adulta. Distinti saluti.
Gentile Viviana, per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, qualora sia confermata la diagnosi di DOC, credo che sia l'impostazione terapeutica più consona. L'uso iniziale dei farmaci avrà sicuramente sortito buoni efetti in quanto potrà aver quantomeno attenuato la sintomatologia evidente, certo è che per vedere dei cambiamenti duraturi e profondi bisonga pazientemente lavorare oltre il farmaco. Anche il cambiamento dei contenuti dei rituali ossessivo/compulsivi può far pensare ad un'evoluzione interiore del suo disagio e, quindi, va ben analizzato. Il fatto che sua figlia sia sempre presente a se stessa e riesca a mantenere un buon rapporto lavorativo e, a quanto mi pare di capire, anche nell'ambito del volontariato, depone a favore di una buona prognosi. Ovviamente non conoscendola personalmente non posso nemmeno minimamente affermare qualcosa con certezza, nè in un senso nè in un altro. Per il prosequio della terapia credo, comunque, che sia importante valutare quanto sua figlia sia motivata e ben disposta nei confronti del suo terapeuta, altrimenti l'efficacia ne può risentire. Purtroppo non sono in grado di fornirle indicazioni riguardanti dei bravi terapeuti che praticano ipnosi nella nostra zona geografica. Per qualsiasi altro chiarimento non esiti a chiedere. Buona giornata,
Gentile Signora, concordo con lei che la terapia ipnotica sia adatta ai problemi di sua figlia. Si rivolga all'ordine degli psicologi della Toscana per avere il nominativo che cerca, ma poi si informi su chi conosce questo o questa psicoterapeuta per saperne di più sui suoi risultati. Tanti auguri
Potrebbe provare a cambiare psicoterapeuta, non necessariamente servirebbe l'ipnosi. Io ho aiutato una ragazzina con un disturbo come quello di sua figlia ed è stato utile l'uso di psicofarmaci; in questi casi sono molto efficaci gli antidepressivi. Auguri
Buongiorno signora, capisco la sua preoccupazione e onestamente mi sento di consigliare una psicoterapia breve strategica che si rifà ai dettame anche dell'ipnosi. Mi pare di comprendere che l'ansia di sua figlia indipendentemente dalle forme in cui decide di mostrarsi le stia sottrendo anni di vita preziosa in termini relazionali. Quando una psicoterapia non funzione non ci sono pazienti impossibili ma terapeuti incapaci: le psicoterapie sono di molti tipi ed ognuna è efficace a patto che vi sia una buona relazione terapeutica. Non sono della zona ma un terapeuta strategico breve sono certa che dalle sue parti ci sarà. Spero di essere riuscita a risponderle e le auguro in bocca al lupo! Cordiali saluti
Buongiorno Viviana, il DOC è un disturbo complicato, che tende ad essere cronico, ma la terapia cognitivo comportamentale è la scelta giusta, ci sono infatti studi e ricerche che ne dimostrano l'efficacia nel caso di DOC. Nel corso delle terapie capita spesso che ci siano momenti di stallo o in ci si ha l'impressione di un peggioramento. E' importante che il terapeuta che la segue utilizzi tecniche quali l'esposizione e la prevenzione della risposta (terapia dimostrata efficace per il DOC), se stanno lavorando in questo modo, sono sulla strada giusta. Per approfondimenti sul DOC le consiglio il sito dell'American Psychological Association, dove può trovare molte informazioni sul DOC e i trattamenti efficaci.
A Firenze c'è Giorgio Nardone che è molto bravo(a tal proposito può leggere anche un testo:"Manuale di sopravvivenza per psicopazienti" per avere un panorama dei vari approcci di psicoterapia). Bisogna capire anche la funzione del sintomo:in tal caso potrebbe funzionare un approccio di tipo familiare. L'importante è affidarsi ad uno psicoterapeuta che abbia il coraggio di fermarsi quando la terapia non funziona.In bocca al lupo.
Salve, posso chiederle perchè ha pensato all'ipnosi? Le è stata suggerita da qualcuno? Sua figlia sta ancora seguendo una terapia farmacologica? Se si è sicura che stia prendendo veramente i farmaci? Quanti psicoterapeuti fino ad ora avete consultato? Quando ha notato i primi segni dei disturbi che nota in sua figlia? Cordiali saluti
Dott.ssa Claudia Corti

Dott.ssa Claudia Corti

Firenze

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basta cercare nell'ordine degli psicologi della toscana e qualche nome verrà fuori. per la terapia ti posso solo dire che prima di trovare quella adatta a te ne devi provare diverse!
Gentile Sig.ra Viviana, la terapia cognitivo-comportamentale secondo diversi autori è la più efficace per il DOC. Quello che accade però spesso in questo disturbo è che l'ossessione "migra" di contenuto, ossia quando non riesce più a creare disagio e ansia nel paziente varia il contenuto, aumenta il dubbio ossessivo e la sensazione di iperresponsabilità se non si effettuano i rituali (segno della croce). Questa è la probabile ragione per la quale ha notato un peggioramento.Le tecniche di elezione a livello comportamentale sono l'esposizione in vivo o in immaginazione a seconda del contenuto delle ossessioni. Queste lavorano direttamente sul sintomo, a livello cognitivo invece vengono ristrutturati i pensieri che creano disagio e si aiuta la persona a crearne di più funzionali, negli ultimi anni si applicano anche tecniche di meditazione come la mindfulness per rendere il soggetto consapevole che è altro dai suoi pensieri ed evitare quindi una fusione emotiva con essi, spezzando il bisogno di emettere rituali. Cordialmente
Gentile sirgnora Viviana, personalmente ritengo sarebbe più appropriata una psicoterapia che vada più a fondo nella ricerca delle cause del disagio di sua figlia. L'ipnosi è un metodo efficace per accelerare la terapia. Se però vuole un nominativo su firenze, anche se non pratica l'ipnosi, mi sento di consigliarle la dott.ssa Ivana De Bono che ha molta esperienza. La saluto e spero che sua figlia recuperi serenità
Gentile Sig.ra Viviana se la diagnosi di DOC é esatta la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale va benissimo anzi le dico che é quasi l'unica che solitamente risulta efficace per questo tipo di diagnosi!! Se Sua figlia ora ha il 'rituale' del segno della croce ripetendo anche delle frasi quasi stereotipate é perché - molto probabilmente - si trova in una particolare fase (quasi obbligata) del suo percorso terapeutico (tra l'altro forse, quello della croce, ora é l'unico rituale). Anche il supporto farmacologico - che ritengo che sia un antidepressivo - va bene. Per cui secondo il mio parere - sempre se la diagnosi di Doc é giusta -entrambe le terapie, che Sua figlia ha intrapreso, sono valide. Quindi a questo punto bisogna chiedersi se la diagnosi é esatta. Sua figlia ha mai fatto una batteria di tests? In particolare ha mai fatto il test di Rorschach? Se la risposta é no, sarebbe opportuno farlo. Di tutta questa situazione ritengo che Sua figlia (maggiorenne) ne debba parlare con lo/la psicoterapeuta, chiedere qualche delucidazione e se possibile fare previsioni di prognosi e tempi per la soluzione delle problematiche di cui trattasi. Anche per quel che riguarda il tentativo di un approccio ipnotico bisogna che ne parli prima con l'attuale terapeuta. Comunque riguardo all'ipnosi Le preciso che potrebbe funzionare per un periodo ma poi i sintomi potrebbero ripresentarsi magari diversi da quelli precedenti. Signora Viviana Le consiglio di fare il punto della situazione con Sua figlia ed invitarla a consultarsi con il proprio psicoterapeuta. La saluto cordialmente
Gentile Signora, la problematica da lei descritta fa effettivamente pensare all'ansia ma sembra che l'ansia sia dovuta a problematiche interiori irrisolte che, come dice lei, hanno probabilmente a che fare con il senso di colpa e col sentirsi inferiore. In tal senso, anche che il dare aiuto agli altri attraverso l'attività di volontariato, potrebbe essere un modo per alleviare tali sensi di colpa e sentirsi utile facendo qualcosa per gli altri. Sembra cioè che sua figlia cerchi, attraverso l'aiutare gli altri, di aiutare in qualche modo se stessa. L'intenzione è giusta ma credo che il modo sia sbagliato: per poter davvero dare una cosa agli altri dobbiamo infatti darla prima a noi stessi. Credo quindi importante che sua figlia, al di là del tipo di terapia e dell'approccio scelto, cominci un percorso che la aiuti a migliorare il rapporto con se stessa, perché credo sia la cosa di cui ha al momento più bisogno. Per quel che riguarda l'ipnosi (che poi altro non è che uno stato di rilassamento molto profondo), è sicuramente un supporto valido, poiché agisce a livello della mente subconscia, ma deve (per lo meno io faccio così) essere accompagnata da un percorso terapeutico basato principalmente su colloqui, in cui la persona riflettendo su se stessa arriva ad essere più consapevole di sé e delle sue dinamiche interiori, sviluppando una sua motivazione al cambiamento. Sperando di esserle stato di qualche aiuto, la saluto cordialmente e le faccio i migliori auguri.
 Stefano Falcini

Stefano Falcini

Pistoia

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Gentile Viviana immagino e capisco la sua preoccupazione per sua figlia. E' importante che sia seguita e una terapia cognitivo-comportamentale per i sintomi ossessivi può andare bene. Quello che non è chiaro è se i farmaci attualmente continui a prenderli oppure abbia sospeso. Ritengo importante che sua figlia si trovi bene con il/la terapeuta che ha scelto in modo che possa portare avanti un lavoro psicoterapeutico qualitativamente efficace e perché ciò sia possibile è necessario che la relazione tra lei e il/la professionista funzioni al di là degli approcci teorici e/o tecnici di riferimento. La saluto cordialmente
Dott.ssa Irina Boscagli

Dott.ssa Irina Boscagli

Firenze

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Gent. Signora, il fatto che nonostante i sintomi sua figlia riesca ad ottenere buonissimi risultati sul lavoro e nelle relazioni sociali è un segno sicuramente positivo. Per quanto riguarda i diversi tipi di psicoterapia, personalmente mi sento di dire che risaltarne uno in particolare forse può sviare dall'intento ultimo: il benessere. Comprende che il dolore possa condurre a tentare ed immaginare ogni soluzione, a fidarsi e a sperare in ogni spiraglio di luce, anche quello meno conosciuto. Insomma, la guarigione non dipende dalla terapia, ma piuttosto dall'incontro, in un certo Luogo e in un certo Tempo, tra la soggettività di ogni persona con una terapia (sia questa analitica, sintetica, cognitivista, comportamentale, umanistica). I cambiamenti, inoltre, per essere duraturi, tendono ad avvenire lentamente così come, a volte, per fare due passi avanti se ne deve compiere uno indietro. Ciò nella Vita , come nella malattia. Interessante più che il risultato che ancora non arriva dalla psicoterapia cognitiva potrebbe addirittura passare (al momento) in secondo piano, se la relazione e l'alleanza costruita da sua figlia con il terapeuta fosse davvero qualcosa vissuta positivamente dalla ragazza, una relazione armonica in cui crescere,aprirsi, conoscersi meglio, aumentare la consapevolezza di sé, "arando" per così dire quel campo, prima che dia il frutto della guarigione. Se sua figlia invece non si trovasse per nulla bene con la sua terapia o il suo terapeuta, farebbe bene a tentare altre strade. Non a Firenze, ma ad Arezzo, potrebbe sentire, ad esempio, il parere del dott. Nardone che ha un centro di terapia strategica. Ma sempre con il consenso della ragazza. E' lei infatti che deve percepire di avere un problema e di voler fare qualcosa per questo. Sperando di averle lasciato qualche suggestione utile, le porgo i miei saluti. Con riguardo,
Cara Viviana, comprendo la sua preoccupazione, dice infatti che sua figlia soffre da ben sei anni, da quando cioè ne aveva 15, si tratta quindi di una crisi adolescenziale che non è stata ancora superata, ed anzi sembra acuirsi, dagli iniziali problemi di ansia e autostima si è infatti arrivati ad una diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo. Questo disturbo è una patologia piuttosto seria che può compromette la vita di relazione e provocare molta sofferenza, come la sua sensibilità di madre ha ben colto. Sua figlia è sicuramente una persona che può contare su risorse emotive ed intellettuali ed è riuscita ad utilizzare l'aiuto offertole dai farmaci e dalla terapia cognitivo-comportamentale, che però non sembrano risolutive. Lei esprime il dubbio se la terapia cognitivo-comportamentale finora seguita sia quella più adatta al caso di sua figlia, questa terapia è senz'altro indicata nei casi di DOC e ha messo a punto protocolli di trattamento specifici, ma è una terapia di breve durata, volta ad aiutare il paziente a fronteggiare i sintomi e ad indirizzarlo verso comportamenti più adattativi. A mio parere, vista anche la giovane età di sua figlia, la psicoterapia dovrebbe darle la possibilità di un contatto più profondo col proprio mondo interno, dove si trovano le radici della sua sofferenza, offrirle la possibilità di elaborarla e fornirle gli strumenti emotivi per metterla in grado di affrontare serenamente la vita adulta Lei abita a Firenze, può informarsi presso il sito della SPI di Firenze (Società Psicoanalitica Italiana) e il sito del Centro Studi Martha Harris e dell'AMHPPIA (Associazione Martha Harris di Psicoterapia Psicoanalitica Infanzia e Adolescenza), sono sicura che troverà in città terapeuti altamente qualificati che potranno validamente aiutare sua figlia. So che avrà bisogno di tutta la sua forza e del suo coraggio, sua figlia deve poter contare su di lei e sul padre, non esiti a farsi aiutare lei stessa! Un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Laura Garau

Dott.ssa Laura Garau

Livorno

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Buon giorno signora mi dispiace molto per quello che sta vivendo sua figlia e immagino come sia doloroso per lei starle accanto ogni giorno vedendola star male. Penso che sua figlia abbia molte risorse, come lei ha ben descritto rispetto al lavoro e alla sua capacità di essere una persona responsabile e affidabile. Per queste ragioni mi permetto di consigliarle anche l'approccio gestaltico che secondo me ben si adatterebbe ad una ragazza così giovane. Se ha bisogno di maggiori informazioni o contatti in Toscana mi chieda pure, conosco molti colleghi psicoterapeuti della Gestalt.
Buongiorno Viviana, se la diagnosi è il DOC, secondo gli ultimi studi scientifici, la terapia che ha dato maggiori risultati è la terapia cognitivo- comportamentale associato ai farmaci. Proprio il percorso da voi intrapreso. Ciò vuol dire che la terapia farmacologica da sola, e la terapia cognitivo-comportamentale da sola sono meno efficaci di entrambe le terapie associate. Allo stesso tempo il DOC è un disturbo che è più difficile da trattare e tende più facilmente a cronicizzare se la persona ne è affetta da molti anni. Ancora, nelle situazioni complesse, quelle in cui anche gli aspetti relazionali risultano abbastanza compromessi dei periodi di regressione sono normali. L'importante è che si mantenga intatto il rapporto di fiducia tra tua figlia e il suo terapeuta. Inoltre i familiari spesso non notano in queste situazioni dei miglioramenti perchè prima di modificare i rituali (che si vedono) il terapeuta lavora sulla consapevolezza del disturbo, ossia su quanto esso renda molti aspetti della vita disfunzionali (come le relazioni sociali di cui parlavi); ovvero egli lavora sulle credenze di base su cui si fonda il disturbo, ossia su quanto io ritengo che sia giusto doveroso e corretto avere dei rituali anche se questo mi isola dal mondo. Per capire meglio quello che vive tua figlia ti consiglio di leggere Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo compulsivo”. Gabriele Melli (2006) Ecomind. Sei un mamma attenta e questo è molto importante, cerca solo di sondare (per quanto è possible perchè parliamo di una donna adulta) quanto tua figlia si sia affidata e sia aderente al trattamento proposto. Un in bocca al lupo e un caldo abbraccio.

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