Come faccio a diventare una persona migliore?

francesca

Ho 25 anni e sono un fallimento totale, una costante delusione per i miei genitori per mia mamma sopratutto. Non sono capace di fare niente, sono terrorizzata da tutto. Faccio finta di essere una persona forte mi creo una bella facciata e non faccio che mentire. Sono iscritta all'Università ma non ho concluso niente ed i miei non lo sanno. Con il costante timore di deluderli preferisco mentire e non faccio che peggiorare la situazione. Odio me stessa, come sono e come mi comporto. Penso che senza di me starebbero tutti meglio. Ho sempre cercato di essere la figlia perfetta la persona perfetta che i miei genitori si meritano, ma il risultato è stato solo una persona pessima e miserabile. Sono la più grande delusione che abbiano mai avuto e che non si meritano. Loro sono fantastici sopratutto mia madre è la cosa più importante che ho e l'ho delusa e la deluderò sempre...
Non so più cosa fare, fallita, vuota e impotente.

12 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Francesca, vivere in virtù di ciò che gli altri si aspettano da noi non ci rende sereni perché implica un forte investimento su di se', ma per compiacere gli altri, non per realizzare se stessi. Vivere in modo autentico significa avere consapevolezza dei propri limiti, ma anche delle proprie capacità cercando di realizzare i nostri sogni. Forse la tua sfiducia deriva proprio dal rapporto con le figure genitoriali che sono così importanti per te , ma che stai "mitizzando" di modo che risultano irraggiungibili. Niente, per un genitore, e' più importante della felicità dei propri figli. Pertanto non avere paura di deluderli, cerca la strada che ti e' più congeniale per realizzare la donna che vuoi essere. Un caro abbraccio, dott.ssa Antonella Buonerba 

Dott.ssa Antonella Buonerba

Dott.ssa Antonella Buonerba

Salerno

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Francesca, calma. Nella vita siamo chiamati a vivere la vita, ed e' il dono che possiamo fare ai genitori, essere felici di essere al mondo, punto. Non si vive per fare contenti gli altri; non si e' strumenti o mezzi o animatori della vita altrui, anche se a volte ci fa pure piacere e bisogno crederlo. I genitori possono rimanere delusi, possono sentirsi feriti, ma l'amore non di spegne. Deve fare i conti lei con la sua vita, non con le aspettative degli altri, alibi di aspettative che noi nutriamo per noi stessi. Che fare? Prendere la sua vita fra le mani. Chiuda con l'Università se non se la sente, cambi e scelga un indirizzo più consono, scriva CV e si metta a lavorare (anche come barista o ripetizioni). 100 euro al mese li destinera' al debito (se mai lo sentisse tale) di soldi spesi per farla studiare. Estingua però il debito affettivo,subito. Farla finita ,in senso metaforico e'chiudere con le menzogne destinate a se' evivere finalmente la vita davvero. Se la merita.

 

 

Gentile Francesca, 

non devi diventare una persona migliore, ma diventare la persona che sei. Non una persona pessima nè miserabile, come ti descrivi, ma semplicemente una persona, un'anima bella con pregi e difetti, come tutti. 

Odii la te stessa che sei diventata, che finge e mente. Non è possibile che tu realmente odii te stessa visto che mi sembra tu non ti conosca ancora, persa come sei a cercare di non essere una delusione per gli altri. 

Io credo che i tuoi genitori si meritino una figlia felice e realizzata piuttosto che una figlia perfetta, forse vorrebbero anche una figlia che ammette e condivide con loro paure e fallimenti piuttosto che una figlia perfetta ma distante perché non riesce ad essere con loro com'è veramente per paura di deluderli.

Ti consiglierei di rivolgerti ad uno psicoterapeuta per un cammino di scoperta e accettazione di chi sei davvero, oltre quello che ti sembra che gli altri vogliano da te, oltre la pretesa di una perfezione irraggiungibile che crea solo frustrazione e vuoto dentro chi cerca di perseguirla.

Dott.ssa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Bergamo

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Mia cara, la delusione di te io credo sia soprattutto la tua, la preoccupazione che esprimi per gli altri non è l'elemento essenziale, lo è piuttosto quella che hai per te stessa. Bisogna cercare dentro di te le radici di questa impotenza che, a quanto mi pare, non ha cause oggettive. Il tuo dolore è la tua percezione di te ed è su questa che bisogna lavorare. credo che tu abbia bisogno dell'aiuto di un professionista.

Sa quale mi sembra il problema, Francesca? Che Francesca non c’è! In un disperato tentativo di piacere ed essere accettata, di compiacere e rispondere alle aspettative altrui ha sotterrato i suoi sogni, le sue aspettative, i suoi desideri, i suoi bisogni…si faccia aiutare a riscoprire se stessa, a dire “no”, a trovare la giusta strada per la sua legittimazione. Le persone che la amano veramente non le volteranno le spalle, se questo è il suo timore. Deve solo imparare un nuovo modo e un percorso psicoterapico potrebbe consentirle di essere accompagnata e sostenuta in questo viaggio per lei tanto difficile. Non è sbagliata, Francesa, nessuno lo è.

Per diventare una persona migliore bisogna entrare in un percorso psicoterapeutico in quanto il disagio e la sensazione di fallimento che Lei prova ha una matrice antica, precisamente la Sua famiglia. Purtroppo, nessuna famiglia è perfetta e dei disagi scaturiscono anche dalla sensibilità individuale che ciascun individuo possiede. Provi a credere che l'essere umano è comunque fallibile e va incontro a delusioni, guardando anche il mondo che la circonda ed osservando che ognuno ha dei fallimenti, delle cadute, l'importante è rialzarsi. Viva i suoi momenti difficili all'insegna del binomio inscindibile: piacere-dolore, come giorno-notte, vita-morte, estate-inverno, freddo-caldo e scoprirà che quanto Le accade fa parte dell'esistenza umana, basta non amplificare mai i momenti negativi. Se proprio non riesce da sola, si faccia aiutare perchè uno stato d'animo così precario potrebbe compromettere  tutta la serenità della sua esistenza futura. Auguri !

Dott.ssa Maura Livoli

Dott.ssa Maura Livoli

Roma

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Salve, penso tu debba concentrarti su quello che ami fare, sulle tue aspirazioni ed inclinazioni.

Mi dispiace molto leggere quanto ti detesti, ma credo tu stia rispondendo ad un'immagine che di te hanno gli altri, e non alla tua natura.

Ho letto troppi giudizi tra le tue righe.

Ti invito a vivere più semplicemente e spontaneamente, se l'università non ti soddisfa, chiediti se è quella la facoltà che vuoi fare oppure se, invece vorresti fare altro. Pensa a quanto tu stia tradendo te stessa, non i tuoi...

Hai parlato di perfezione. ...Vorrei ricordarti che non esiste! Tu sei tu! Con pregi, difetti, inclinazioni, desideri, sogni e progetti! 

Non sai cosa fare ed io non sono nessuno per dirlo, penso però tu debba iniziare a darti una possibilità anche ammettendo a te ed hai tuoi che forse hai bisogno di riformulare i tuoi progetti.......

Buona vita.

Buongiorno Francesca

mi permetta di inviarle il mio pensiero in merito alla sua gentile richiesta:

credo prima di tutto che i suoi genitori più che una figlia perfetta vorrebbero una figlia serena e credo che un'aspettativa di serenità anche da parte sua sarebbe decisamente più raggiungibile che la perfezione.

Credo anche che la sua richiesta di aiuto non sia propria di una persona fallita vuota e impotente ma appartenga invece ad una giovane donna che sta facendo i conti con la presenza di genitori indubbiamente molto capaci, con un'idea che il successo sia sempre la chiave della felicità...e purtroppo questo spesso ci viene ripetuto ma mi permetta di avere qualche dubbio...e con il fatto che alcuni periodi della nostra vita ci mettono davanti ad una serie di responsabilità che non sempre siamo o non ci percepiamo pronti a fronteggiare.

Le suggerirei di operare una sincera analisi delle sue risorse e delle sue difficoltà e di iniziare gradualmente a porsi dei micro obiettivi più facilmente raggiungibili del traguardo finale.

La saluto caramente citando una frase di Aristotele

"Le persone perfette non combattono, non mentono,non commettono errori e non esistono".

Ciao Francesca,

comprendo le tue preoccupazioni e vorrei aiutarti a fare un poco di ordine, ho notato che usi spesso termini quali: totale, niente, tutto, (non ho concluso niente, terrorizzata da tutto), queste parole si chiamano 'generalizzazioni' e sono importanti perchè ho visto che molte persone generalizzano quando esprimono un'opinione, è un errore che possiamo commettere inconsapevolmente, senza volerlo, ma se poi lo ripetiamo spesso, con continuità, cominciamo a crederci e questa credenza si cristallizza, e ci condiziona.

La prima cosa che ti consiglio di fre è quella di evitare le generalizzazioni, ad esempio se non riesci a concludere un esame in tempo, evita di dire 'a scuola sono un fallimento', se sbagli in un ramo particolare, non dire 'sono un fallimento', in pratica in questo modo non si fa che espandere uno o pochi errori a tutto il nostro essere, o in vari periodi temporali.

Quindi una bella cosa che puoi fare Francesca è quella di essere molto precisa, se sbagli un esame (è solo un esempio), invece di dire ' a scuola sono un fallimento' afferma invece: ' per questa volta non ho portato a termine un esame', adesso prova a ripetere le 2 frasi e valutando da 1 a 10 l'intensità emotiva, quale delle due ti fa sentire meglio? Sicuramente la seconda frase, quella più precisa vero?

Un altro errore che commettiamo frequentemente è quello di espandere un nostro errore comportamentale a tutto il nostro essere, ad esempio se tu perdi una gara o fai un colloquio di lavoro in cui non ti prendono evita di dire:

' sono un fallimento', è più corretto affermare: ' oggi non mi hanno preso al lavoro', ma nulla mi vieta di trovare lavoro domani o dopodomani'.

Questo è basilare perchè ciò che facciamo e ripetiamo a noi stessi diventa come il solco di un disco che col tempo diventa sempre più grande e ci condiziona notevolmente.

Ognuno di noi non è perfetto, ma siamo tutti bravi in una cosa, ognuno di noi è portato a svolgere ciò in cui ha un talento notevole, ed anche tu sei portata per qualcosa in particolare, e meno in altre, ma evita di affermare che non vali nulla o altre frasi del genere che non sono realistiche ma sono 'generalizzazioni'.

Fai risaltare ciò in cui vali tanto, può essere una tua passione, ad esempio: la musica, il canto, la cucina, il fatto di saper scrivere ( su questo sei molto brava), lo sport, le relazioni umane, l'umorismo, il fatto di aiutare gli altri, ecc.

Prova a fare questo cambiamento ed a concentrarti su quello che c'è di Positivo in te e nella tua vita.

Questo è il primo passo, poi fra un mese fammi sapere come è andata.

Un cordiale saluto per te

Cara Francesca,

a volte i doni e i talenti che riceviamo dalla Vita sembrano completamente perduti o sepolti dai pregiudizi che noi stessi ripetiamo a noi stessi.

Ma c’è una buona e incontrovertibile  notizia: le crisi – per quanto dolorose e apparentemente insuperabili – arrivano per portarci su altri livelli di comprensione e per sbloccare le nostre paure. Se risaliamo all’etimologia del termine krisis, esso indica un momento che separa un modo di essere da un altro, alludendo all’opportunità offerta dalla crisi di rompere i vecchi schemi mentali, relazionali e sociali per introdurre una nuova visione delle cose, più funzionale e più matura.

“La nostra identità si costruisce sulle crisi” – diceva Erickson – ed è necessaria al nostro sviluppo e alla nostra piena autorealizzazione.

Forse è arrivato il momento per lei di manifestare con fiducia i suoi sentimenti e le sue emozioni (nella lettera sembra riuscirci molto bene). Si alleni scrivendo di sé, di come si sente, dei suoi timori, e poi prenda coraggio e si mostri anche agli altri per quella che è: una ragazza che ama la sua famiglia e che ricerca la migliore versione di sé stessa districandosi in una società i cui modelli di perfezione sono spesso vuoti come la felicità che promettono.

Un caro saluto e auguri di ogni Bene!

Dott.ssa Caterina Carloni

Dott.ssa Caterina Carloni

Roma

La Dott.ssa Caterina Carloni offre supporto psicologico anche online

Essere una giovane donna, figlia, studentessa e tanto altro non è affare semplice. Momenti come questi mettono a dura prova la nostra esistenza. Non trovo parole per rispondere al meglio alla tua domanda. Essere una persona migliore dipende sempre dagli obiettivi che ci siamo prefissati. Sei una figlia "perfetta" e questo già ti mette in condizioni di non potere deludere nessuno, di non potere "sbagliare".

Crediamo di non potere essere imperfetti ma non sappiamo per chi ci sta intorno cosa sia davvero la perfezione. Cosa pensi che sia tu?? Come potrebbe una figlia che si preoccupa di non deludere i propri genitori essere imperfetta? Siamo noi molto spesso a imporci dei modelli e non tolleriamo di fallire agli occhi degli altri. Ma il vero fallimento è proprio la Perfezione perchè è statica, immobile e non permette di raggiungere orizzonti. La perfezione non vale il peso che ti porti dentro, ma potresti capire cosa nasconde e da dove deriva.

Non sono capace di rispondere a questo tuo messaggio, ma ciò spero non farà di me una delusione, un fallimento, una professionista impotente. Tu mi hai dato un occasione di potere dare voce alle mie imperfezioni.

Speranzosa di esserti stata d'aiuto in qualche modo. Un abbraccio

Francesca, il vissuto di fallimento che descrive in relazione agli obiettivi che crede di non essere in grado di conseguire richiede l'opportunità di essere risignificato all'interno di uno spazio profondo di elaborazione. A quale modello ideale sta facendo riferimento quando con rabbia valuta se stessa e non si considera degna di approvazione e rispetto? quali vissuti ed esperienze sono connesse a ciò che prova? Forse un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a ritornare a se stessa, ritrovarsi e riprender in mano il suo cammino di vita. Ci sono molte giovani donne come lei che stanno affrontato un disagio simile, non è sola e gli strumenti professionali per affrontarlo ci sono. Ho avuto esperienza nel mio campo ed ho avuto l'onore e il piacere di accompagnare in questo cammino alcune persone che mi hanno descritto un vissuto simile al suo. 
Se vorrà potrà iniziare un percorso con lei.